JORG
[ Chiude il libro e s'alza. ]
Sequi, Stiffelio, e tua parola sia
[ Stiffelio, al cui braccio è Lina, Stankar, Raffaele, Federico, Dorotea. ]
STIFFELIO
JORG
STANKAR
TUTTI
DOROTEA
STIFFELIO
DOROTEA
STIFFELIO
TUTTI
STIFFELIO
STANKAR
RAFFAELE e LINA
JORG
TUTTI
STIFFELIO
STANKAR
STIFFELIO
LINA
RAFFAELE
TUTTI
STIFFELIO [ traendo di tasca un portafogli ]
TUTTI
LINA e RAFFAELE
STANKAR
STIFFELIO
JORG
LINA e RAFFAELE
TUTTI
Che risolvete?
STIFFELIO [ Getta alle fiamme il portafogli. ]
LINA e RAFFAELE
(Cielo, respiro!)
TUTTI
STIFFELIO
LINA [ da sè ]
RAFFAELE [ a Lina ]
STANKAR [ da sè ]
JORG, DOROTEA, FEDERICO
[ Amici e Partigiani di Stiffelio ]
CORO [ di dentro ]
STIFFELIO
JORG [ guardando dalla finestra ]
STIFFELIO
STIFFELIO
CORO [ entrando ]
CORO, JORG, FEDERICO, DOROTEA
STIFFELIO
LINA [ da sè ]
STANKAR [ da sè ]
RAFFAELE [ da sè ]
[ Lina si abbandona sulla sedia presso la tavola, gli altri tutti seguono Stankar nelle stanze a destra. ]
STIFFELIO
LINA
[ S'alza ]
Rodolfo Müller: egli è il dolce nome
STIFFELIO
LINA
STIFFELIO
LINA
STIFFELIO
LINA
STIFFELIO
LINA
STIFFELIO
LINA
[ Lina si confonde. ]
STIFFELIO
LINA
STIFFELIO
LINA
STIFFELIO
[ Le prende la mano. ]
LINA
STIFFELIO
LINA
STIFFELIO
[ Lina piange e si copre il volto con ambe le mani. Cupo con ira. ]
Ah v'appare in fronte scritto
LINA
STANKAR [ improvvisamente dalla destra. ]
STIFFELIO
STANKAR
STIFFELIO
STANKAR
STIFFELIO
[ a Lina ]
Tosto qui verrò.
LINA
STIFFELIO
[ Stiffelio e Stankar partono. ]
LINA [ sola ]
[ scrivendo ]
"Rodolfo!" . . . Ciel non posso! . . .
[ Stankar dal mezzo ]
STANKAR [ da sè ]
[ vedendola ]
(Ah!)
LINA
STANKAR [ Si avvicina pian piano a Lina e pone la mano sulla carta. ]
[ S'impadronisce del foglio. ]
LINA [ spaventata ]
STANKAR [ leggendo ]
LINA
STANKAR
LINA
STANKAR
LINA
STANKAR
LINA
STANKAR
LINA
STANKAR
LINA
STANKAR
LINA
STANKAR
LINA
STANKAR
LINA
STANKAR
LINA
STANKAR
LINA
STANKAR
LINA
STANKAR
LINA
STANKAR
LINA
[ Entrano alla sinistra. Raffaele dalla opposta parte, Jorg fuori della finestra. ]
RAFFAELE
[ traendo di tasca una lettera ]
Ecco il libro . . . io n'ho la doppia chiave.
[ Apre il libro, vi pone la lettera, lo chiude e lo ripone sulla tavola, tenendo sempre le spalle
volte alla finestra. ]
JORG
FEDERICO [ dalla sinistra ]
RAFFAELE
FEDERICO
[ Prende il libro che porta seco partendo con Raffaele dalla sinistra. Jorg sì ritira. ]
Stiffelio
Characters
|
Atto Primo |
Atto Secondo |
Atto Terzo
Sena I
Setting: Sala terrena nel caastello del conte di Stankar; nel fondo una porta nel centro, con finestra a sinistra dello spettatore, un camminetto ardente a diritta. Davanti la finestra, verso la metà della scena; una gran tavo
la con varii libri, tra i quali uno piuttosto grande legato in tutto lusso con fermaglio chiuso a chiave. L'occorrente per iscrivere.
[ seduto presso la tavola, leggendo. ]
Oh santo libro, oh dell'eterno Vero
Ispirate profetiche parole! . . .
Tempesta che distrugge, onda che ingoja,
O fologore che attera
Pei nemici di Dio su questa terra.
Ei vien . . . la sposa è seco. Ah voglia il cielo
Che l'amore non sia d'inciampo al zelo!
Tra voi son io . . . mia, sposa, amici! . . .
Stiffelio . . .
Figlio . . .
Come felice
Tutti godiamo per tal ritorno!
In ogni core vivrà tal giorno.
Ognun qui v'ama.
Un battelliere
Qui fu più volte . . .
E m'ha cercato?
Sì.
Desso è Valter; il buon nocchiere
Su strano caso m'ha consultato.
Saper possiamo che vi narrò?
Oh sì, ripeterlo ei non vietò.
Di qua varcando sul primo albore
Una finestra ei vide aprire,
E come colto da gran terrore
A quella un giovane poi comparire.
(Oh mio sospetto!)
(Oh ciel, che sento!)
Deh proseguite!
Strano è l'evento!
Era una donna a lui dappresso
Che fuor di senno quasi parea . . .
Egli esitava, ma poi l'eccesso
Dello spavento vincer dovea;
Sulla finestra ratto montò,
E giù nell'onda precipitò.
Son quanti giorni?
Otto.
(Gran Dio!)
(Fu testimone del caso mio!)
Era il fuggente riconosciuto?
No, questi fogli solo ha perduto.
Vediamo?
(Cielo!)
Che ne farete?
Per consegnarli, legger dovrei,
Rea tresca allora discoprirei . . .
Ebben?
(Che fia?)
Ardan col nome del seduttor.
(Sublime cor!)
Colla cenere disperso
Sia quel nome e quel delitto;
Dio lo disse, Dio l'ha scritto:
Al fratel s'indulgerà.
(Ah mercè, mercè, gran Dio,
Ti commosse il mio dolore!
S'or fui salva, in altro errore
L'alma più non ricadrà.)
(Simular, mentire è d'uopo . . .
Un colloquio da voi voglio . . .
In quel libro porrò un foglio,
Ch'ora e loca vi dira.)
(O Leuthold, all'onor mio
Nella figlia tu attentavi!
Ma, se è ver che lo macchiavi,
Il tuo sangue il tergerà.)
(Ah perfino la memoria
Ei disperde dell'errore!
D'evangelico pastore
La virtude in cor gli sta!)
Viva Stiffelio! Viva!
Che fia?
Festosa arriva
Schiera d'amici a te.
Che von'?
Vedervi.
Ov' è?
A te Stiffelio un canto
S'innalza da ogni core;
Sei di Lamagna vanto,
Del vizio fugatore.
Giustizia, amor fraterno
Diffondi sulla terra,
Pel santo Vero eterno
Combatti l'aspra guerra.
Dal campo, dal convito,
Dall'aula, dall'altare,
Tuo nome all'infinito
Tra noi risuonerà.
Fratelli, a Dio soltanto
Dovete laudi alzare;
Un'eco allor quel canto
Nell'universo avrà.
(Da qual rimorso atroce
Mi sento lacerare!
Di sua virtù la voce
Più rea mi griderà.)
(Cotal virtù un rimorso
Se potrà in lei destare.
D'un padre avrà il soccorso,
Che sempre vegilerà!)
(Cotal virtù un rimorso
Dovrebbe in me destare;
Ma poco è un primo sorso
Libar di voluttà!)
(Non ha per me un accento! . . . Non un guardo!)
Soli noi siamo alfine . . .
Rodolfo . . . Oh perdonate! Mal s'avvezza
A chiamarvi Stiffelio il labbro mio:
Col quale vi chiamai la prima volta,
Che qui, fuggente la nemica rabbia,
V'accoglieva mio padre.
Quanto infelice fui da te lontano!
Pur di trionfi il mondo
T'era splendido tanto e di piaceri!
Piacer! . . . t'inganni, tu con me non eri.
Vidi dovunque gemere
Oppressa la virtude,
Vegliardi vidi e giovani
Del vizio in schiavitude;
Vinto dall'oro il merito,
Delusa la giustizia,
E in mare di nequizia
Vagar l'umanità.
Cielo, che orror!
Le ingenue
Custodi del pudore,
Le donne, rotto il vincolo
Del coniugale amore . . .
Ah! . . .
Ben lo so, perdonami;
Il quadro è troppo orrendo . . .
Ma ti rivedo, e apprendo
Che ancor v' è fedeltà.
Che dite mai, Stiffelio!
Il ver . . . Guai se ingannato! . . .
È grande la vost'anima,
Avrebbe perdonato.
Ah no, il perdono è facile
Al core non ferito;
Ma occulto sta nell'anime
Tesoro indefinito,
Che nulla mano infrangere
Impunemente può.
Ma . . . lagrime ti grondano! . . .
Tu tremi! . . . non m'inganno;
Ti cruccia ascoso affano.
Parla al tuo sposo.
No.
No! . . . dunque allor sorridimi;
Oggi del nostro imene
Ricorre la memoria . . .
Lo so . . . (Che orrende pene!)
Dal cielo benedivane
Oggi la madre mia . . .
Ah! . . .
Non c' è più! . . . Rispondere
V' è duopo . . . che ne feste?
L'anello? . . .
Sì . . . parlatemi . . .
L'anello a chi lo deste?
Qual rimorso vi fa guerra!
Figlio è solo d'un delitto
Quel silenzio accusator!
Ah ch'io cada fulminato,
M'inabissi pur la terra!
Su me scagglisi il creato
Se mi colse il disonor!
Mi disanima, m'attera
Così insolito furor
Müller
Che?
Gli amici attendono . . .
Mai per me un istante avrò!
Ma qual'ira!
Perdonatemi . . .
Andiam.
Mi disanima, m'atterra
Così insolito furor.
Ch'io cada fulminato,
M'inabissi pur la terra!
Su me scaglisi il creato
Se mi colse il disonor!
STANKAR
La disanima, l'atterra
Così insolito furor!
Tosto ei disse! . . . Ah son perduta!
Quai discolpe usar potrei?
Il rimorso mi fa muta,
Un accento non avrei.
Questa misera tradita
Niuno in terra può salvar.
A te ascenda, o Dio clemente,
Il sospiro, il pianto mio . . .
Tu perdona, o colla vita
Possa l'onta cancellar!
Verrà . . . dovrò risponder! Che risponder?
Confessar forse? . . . Ah no! . . . scriver fia meglio.
(Io tutto vo'saper . . .)
(Non è questo
Che dir gli vo'.)
Una lettera!
Al signore di Leuthold scrivevate!
Io?
Silenzio! . . . "Rodolfo! . . .
Di voi non son più degna!"
Non m'ingannava dunque, o sciagurata! . . .
Tacer più non potea . . . tropo soffriva . . .
Ed ei? . . . Disperazione,
Morte per lui qui stanno.
Ciel!
Sì, morte . . .
Ah no, ch'ei viva, o Dio!
Ma ingannarlo dovrò? . . . No, nol poss'io!
Dite che il fallo a tergere
La forza non ha il core;
Che de' rimorsi il demone
Troppo vi fa terrore;
Dite ch' è men difficile
All'anima spergiura
Svelar la colpa impura
Che morte a lui darà.
Non basta a voi l'infamia,
Essere vil volete! . . .
Padre! . . .
Si, vil . . . ma uditemi.
Rodolfo salverete . . .
D'amore immeritevole,
Dovrete amor subire! . . .
No.
È d'uopo l'obbedire . . .
Mai!
Mai!
No, non sarà.
Ed io pure in faccia agli uomini
Dovrò l'ira soffocare,
La vergogna dovrò vincere,
Voi mia figlia ancor nomare;
Voi, l'indegna che disprezzo,
Voi, del padre disonore.
Oh qual fate orrendo strazio
D'una misera pentita!
Non vi dicon queste lagrime
Che troppo son punita?
Non volente fui nel lezzo
Trascinata dell'error.
Basti adesso, quel pianto tergete.
Ah nol posso!
Non più, lo dovete.
No, nol posso! . . .
E' di padre volere.
Non lo posso! . . .
È di sposa dovere;
Di Rodolfo lo esige la vita . . .
Tacerò.
Tempo è ben.
Chi m'aita!
Or meco venite, il pianto non vale;
Nessuno sospetti l'evento fatale:
Stia come in sepolcro celato l'errore,
Lo esige, lo impera del sangue l'onore.
A Müller del mondo l'amor fia salvato,
Se il vostro perdeva mutabile amor.
Orrenda parola! . . . per sempre perduto! . . .
Il pianto sì celi, il duolo sia muto;
Sorrida serena nel volto la calma,
Nasconda l'atroce procella dell'alma! . . .
Perduto! . . . perduto! . . . eppure adorato
Qual cosa celeste fu sempre dal cor! . . .
M'evitan! . . . ma il colloquio
Avrò che qui le chiedo . . .
(Che vedo! . . .)
Leuthold! . . .
Mi sì chiedeva?
La Messiade di Klopstock voleva.
Scena II
Setting: Sala di ricevimento nel castello, illuminata e parata per una festa. (Amici di Stiffelio e del Conte vi giungono colle loro spose introdotti da Servi.)
CORO (Donne)
Concordi qui regnino la gioia, la pace,
Costante verace sorrida l'amor!
TUTTI
L'amor che diffondere ei vuoi tra mortali;
L'amor che fa eguali lo schiavo e il signor!
Plaudiamo, ed al cantico qual eco gioconda
L'affetto risponda che muove dal cor!
[ Si ritirano sul fondo della scena, parlando fra loro. Stiffelio e Jorg dalla destra; poi Lina al braccio di Stankar; quindi dalla sinistra Raffaele con Dorotea, e Federico che subito parlerà con Lina, ed avrà il Klopstock sotto il braccio. ]
STIFFELIO [ a Jorg ]
Tardasti?
JORG
Rifuggo da' guadii mondani.
STIFFELIO
Adunque tai feste? . . .
JORG
Le lascio ai profani,
Che arrecan perigli, insidie all'onore.
STIFFELIO
Che parli?
JORG
Ti dico che or ora un signore
Un libro con chiave guardingo schiudeva,
E in esso un biglietto . . .
STIFFELIO
Un biglietto!
JORG
Ascondeva
E aspetta risposta . . . Quel libro è stromento
Di tresca colpevole . . .
STIFFELIO
Oh cielo! Che sento!
Chi è desso?
JORG
È con Lina, ed ha il libro . . .
STIFFELIO
Fia vero?
È Frengel! . . . Ma come svelare il mistero!
JORG
Più tardi . . .
[ Stiffelio resta concentrato. ]
DOROTEA
Cugino, pensate al sermone?
FEDERICO
Al tempio stassera saravvi riunione.
Verremo.
CORO
Sì, tutti.
FEDERICO
Qual fia l'argomento?
STIFFELIO
Del perfido Giuda il vil tradimento.
LINA e RAFFAELE
(Oh cielo!)
FEDERICO
Pensiero sublime, stupendo.
CORO
A tutti i malvagi d'esempio tremendo.
STIFFELIO
Non solo all'iniquo ch'ha il Maestro venduto,
Ma a quanti tradiscon m'udrete imprecare
A lui che s'insinua, che simula astuto,
Che insidia, che macchia il domestico lare;
Che stende la mano all'uomo ingannato,
E infame poi vanta l'onore involato! . . .
A lui per anátema fia sol ch'io ripeta
Il carme ispirato del grande poeta . . .
[ Prende il libro dalle mani di Federico. ]
LINA
Ah!
STIFFELIO
È chiuso!
DOROTEA
Ne ha Lina la chiave.
LINA
(Gran Dio!)
STIFFELIO
Apritelo dunque . . .
LINA
Che dite?
STIFFELIO
Il voglio . . .
LINA
Io!
STIFFELIO
Aprite voi, lo replico,
È inutile il terrore.
D'un empio traditore qui la condanna sta.
TUTTI
Oh qual m'invade ed agita
Terrible pensiero!
Fatal, fatal mistero
Tal libro svelerà!
STIFFELIO
Nol volete? . . . farollo io stesso . . .
[ Ne rompe il fermaglio e cade una lettera. ]
Una lettera!
LINA
(Cielo!)
STANKAR [ a Stiffelio, raccogliendola ]
Non v' è legger tal foglio concesso!
Chi lo scrisse, cui spetti ignorate!
STIFFELIO
Io nol curo . . . rendetelo . . . il vo' . . .
STANKAR [ con dignità ]
Vecchio sono . . .
STIFFELIO
Rendetelo . . .
STANKAR [ Lo riduce in brani. ]
No.
STIFFELIO [ a Stankar irato ]
Chi ti salva, o sciagurato,
Dallo sdegno che m'accende?
Cieco l'ira già mi rende,
Più non freno il mio furor!
LINA [ a Stiffelio frapponendosi ]
È mio padre . . . l'ira vostra
Su me tutta or cada alfine;
Ma le nevi di quel crine
Rispettatele, signore.
STANKAR [ a Raffaele ]
Nel recinto dei sepolcri
Da me atteso or or sarai;
Armi a scelta troverai . . .
Ti precedo, o traditor.
RAFFAELE [ a Stankar ]
Freno all'ira; non la temo;
Se ch'io sia conoscete,
Sconsigliato invero siete
Nel gridarmi traditor.
TUTTI [ tra loro ]
A turbar la bella calma
Che spirava in ogni petto,
Perchè un demone il sospetto
A Stiffelio pose in cor!
[ Stiffelio e Jorg partono dalla destra; Lina e Stankar dalla sinistra; gli altri dal mezzo. Cala la tela. ]
Fine dell'atto primo
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Libretto input by Stephen L. Parker
1st July 1997