Atto Primo, Atto Secondo, Atto Terzo, Atto Quarto.
Setting: Vicinanze d'Hornachuelos. Interno del convento della Madonna degli Angeli. Meschino porticato circonda una corticella con aranci, oleandri, gelsomini. Alla sinistra dello spettatore è la porta che mette al via; a destra, altra porta sopra la quale si legge "Clausura". Il Guardiano passeggia solennemente, leggendo il suo breviario. Dalla sinistra entra una folla di medicanti, uomini e donne di tutte le età, che portano scodelle grezze, recipienti e piatti.CORO DEI MENDICANTI
[ Fra Melitone entra da destra, portando un grande grembiule bianco e assistito da un converso, che porta una grande pentola. La mettono giù nel centro del cortile e il converso va via. ]
MELITONE
Che? Siete all'osteria?
Quieti . . .
[ Cominica a scodellare la minestra. ]
MENDICANTI [ spingendo continuamente ]
Qui, presto a me, presto a me, ecc.
MELITONE
Quieti, quieti, quieti, quieti.
I VECCHI
Quante porzioni a loro!
Tutto vorrian per sè.
N'ebbe già tre Maria!
UNA DONNA [ a Melitone ]
Quattro a me . . .
MENDICANTI
Quattro a lei!
DONNA
Sì, perchè ho sei figliouli . . .
MELITONE
Perché il mandò Iddio.
MELITONE
Sì, Dio . . . Dio. Non li avreste
Se al par di me voi pure
La schiena percoteste
Con aspra disciplina,
E più le notti intere
Passaste recitando
Rosari e Miserere . . .
GUARDIANO
Fratel . . .
MELITONE
Ma tai pezzenti son di fecondità
davvero spaventosa . . .
GUARDIANO
Abbiate carità.
I VECCHI
Un po' di quel fondaccio
Ancora ne donate.
MELITONE
Il ben di Dio, bricconi,
Fondaccio voi chiamate?
MENDICANTI [ porgendo le loro scodelle ]
A me, padre a me, a me, a me, ecc.
MELITONE
Oh, andatene in malora,
O il ramajuol sul capo
V'aggiusto bene or ora . . .
Io perdo la pazienza! ecc.
GUARDIANO
Carità.
LE DONNE
Più carità ne usava
il padre Raffael.
MELITONE
Sì, sì, man in otto giorni
Avutone abbastanza
Di poveri e minestra,
Restò nella sua stanza,
E scaricò la soma
Sul dosso a Melitone . . .
E poi con tal canaglia
Usar dovrò le buone?
GUARDIANO
Soffrono tanto i poveri . . .
La carità è un dovere.
MELITONE
Carità, con costoro
Che il fanno per mestiere?
Che un campanile abbattere
Co' pugni sarien buoni,
Che dicono fondaccio,
Fondaccio il ben di Dio . . .
Bricconi, bricconi, bricconi!
E dicono fondaccio, ecc.
LE DONNEMELITONE [ buttando per aria il recipiente con un calcio ]
Oh, il padre Raffaele! ecc.GLI UOMINI
Era un angelo! Un santo! ecc.MELITONE
Non mi seccate tanto!MENDICANTI
Un santo! Un santo!
Sìl;, sì, sì, sì, un santo! ecc.
MENDICANTI[ Il frate infuriato li saccia dal cortile. Dopo prende un fazzoletto dalla sua manica e con esso si asciuga il sudore della fronte. ]
Oh, il padre Raffaele!
Era un angel! Era un santo! ecc.MELITONE
Pezzenti più di Lazzaro, ecc.MENDICANTI
Il padre Raffaele!
Era un angelo! Un santo! ecc.MELITONE
Fuori di qua! Lasciatemi,
. . . Fuori, fuori, via di qua! ecc.
MELITONE
Auf! Pazienza non v'ha che basti!
GUARDIANO
Troppa dal Signor non ne aveste.
Facendo carità un dover s'adempie
da render fiero un angiol . . .
MELITONE
Che al mio posto in tre di finirebbe
col minestrar de' schiaffi.
GUARDIANO
Tacete; umil sia Meliton, nè soffra se veda preferisi Raggaele.
MELITONE
Io? No . . . amico gli son, ma ha certi gesti . . . parla da
sè . . . ha cert'occhi.
GUARDIANO
Son le preci, il digiuno.
MELITONE
Ier nell'orto lavorava cotanto stralunato, che
scherznado dissi: Padre, un mulatto parmi . . .
Guardommi bieco, strinse le pugna, e . . .
GUARDIANO
Ebbene?
MELITONE
Quando cadde sul campanil la folgore, ed usciva fra
la tempesta, gli gridai: mi sembre Indian selvaggio . . .
un urlo cacciò che mi gelava.
GUARDIANO
Che v'ha a ridir?
MELITONE
Nulla, ma il guardo e penso, narraste, che il demonio
qui stette un tempo in abito da frate . . . Gli fosse il
padre Raffael parente?
GUARDIANO
Giudizi temerari . . . il ver narrai . . . ma n'ebbe il
Superior rivelazione allora . . . io, no.
MELITONE
Ciò è vero! Ma strano è molto il padre! La ragione?
GUARDIANO
Del mondo i disinganni,
L'assidua penitenza,
Le veglie, l'astineza
Quell'anima, quell'anima turbâr.
MELITONE
Sarrano i disinganni,
L'assidua penitenza,
Le veglie, l'astinenza
Che il capo gli guastâr!
GUARDIANO[ Il campanello del cancello suona rumorosamente. ]
Del mondo i disinganni, ecc.MELITONE
Sarrano i disinganni, ecc.
GUARDIANO
Giunge qualcuno, aprite.
[ Il Padre Guardiano esce. Melitone apre la porta ed entra Don Carlo, avvolto in un grande mantello. ]
CARLO [ alteramente ]
Siete il portiere?
MELITONE [ fra sè ]
È goffo ben costui!
[ forte ]
Se apersi, parmi . . .
CARLO
Il padre Raffaele?
MELITONE
(Un altro!)
Due ne abbiamo; l'un di Porcuna, grasso, sordo
come una talpa. Un altro scarno, bruno, occhi, (ciel,
quali occhi!)
Voi chiedete?
CARLO
Quell dell'inferno.
MELITONE
(È desso!) E chi gli annuncio?
CARLO
Un cavalier.
MELITONE [ fra sè ]
Qual boria! È un mal arnese.
[ Melitone esce. ]
CARLO
Invano Alvaro ti celasti al mondo, e d'ipocrita veste
scudo facesti alla viltà. Del chiostro ove t'ascondi
m'additâr la via l'odio e la sete di vendetta; alcuno
qui non sarà che ne divida. Il sangue, solo il tuo
sangue può lavar l'oltraggio che macchìo l'onor mio,
e tutto il verserò. Lo giuro a Dio.
[ Entra Don Alvaro, in abito da frate. ]
ALVARO
Fratello . . .
CARLO
Riconoscimi.
ALVARO
Don Carlo! Voi, vivente!
CARLO
Da un lustro ne vo' in traccia,
Ti trovo finalmente;
Col sangue sol cancellasi
L'infamia ed il delitto.
Ch'io ti punisca è scritto
Sul libro del destin.
Tu prode fosti, or monaco,
Un 'arma qui non hai . . .
Deggio il tuo sangue spargere.
Scegli, due ne portai.
ALVARO
Vissi nel mondo, intendo;
Or queste vesti, l'eremo,
Dicon che i falli ammendo,
Che penitente è il cor.
Lasciatemi.
CARLO
Difendere
Quel sajo, nè il deserto.
Codardo, te nol possono.
ALVARO [ trasalendo ]
Codardo! Tale asserto . . .
[ frenandosi ]
No, no! Assistimi, Signore!
[ a Don Carlo ]
Le minaccie, i fieri accenti,
Portin seco in preda i venti;
Perdonatemi, pietà,
O fratel, pietà, pietà!
A che offendere cotanto
Chi fu solo sventurato?
Deh, chiniam la fronte al fato,
O fratel, pietà, pietà!Una suora mi lasciastiCARLO
Tu contamini tal nome.
ALVARO
No, non fu disonorata,
Ve lo giura un sacerdote!
Sulla terra l'ho adorataALVARO
Come in cielo amar sì puote.
L'amo ancora, e s'ella m'ama
Più non brama questo cor.CARLO
Non sì placa il mio furore
Per mendace e vile accento;
L'arme impugna ed al cimento
Scendi meco, o traditor.
[ S'inginocchia. ]
CARLO
Ah la macchia del tuo stemma
Or provasti con quest'atto!
ALVARO [ balzando in piedi, furente ]
Desso splende più che gemma.
CARLO
Sangue il tinge di mulatto.
ALVARO [ non potendo più frenarsi ]
Per la gola voi mentite!
A me un brando!
[ Glielo strappa di mano. ]
Un brando, uscite!
CARLO
Finalmente!
ALVARO [ ricomponendosi ]
No, l'inferno non trionfi.
Va, riparti.
[ Getta via la spada. ]
CARLO
Ti fai dunque di me scherno?
ALVARO
Va.
CARLO
S'ora meco misurarti,
O vigliacco, non hai core,
Ti consacro al disonore.
[ Gli da uno schiaffo. ]
ALVARO [ furente ]
Ah, segnasti la tua sorte!
Morte.
[ Raccoglie la spada. ]
CARLO
Morte! A entrambi morte!
CARLO e ALVARO
Ah! Vieni a morte,
A morte andiam!
[ Escono, correndo. ]
Setting: Presso la grotta di Leonora. Valle tra rupi inaccessibili, attraversata da un ruscello. Nel fondo è una grotta con porta, e sopra una campana che si potra suonare dall'interno. E il tramonto. La scena si oscura lentamente; la luna apparisce splendidissima. Leonora, pallida sfigurata, esce dalla grotta, agitatissima.LEONORA
[ Torna rapidamente alla grotta, e vi si rinchiude. Sì ode dentro la scena un cozzare di spade. ]
CARLO [ dall'interno ]
Io muoio! Confessione!
L'alma salvate.
ALVARO [ entrando in scena con spada sguainata ]
E questo ancora sangue d'un Vargas.
CARLO
Confessione!
ALVARO [ gettando via la spada ]
Maledetto io sono . . .
Ma qui presso è un eremita.
[ Corre alla grotta e batte alla porta. ]
A confortar correte un uom che muor.
LEONORA [ dall'interno ]
Nol posso.
ALVARO
Fratello! In nome del Signore.
LEONORA
Nol posso.
ALVARO [ battendo più forte ]
È d'uopo.
LEONORA [ dall'interno suonando la campana ]
Aiuto! Aiuto!
ALVARO
Deh, venite.
[ Leonora si presenta sulla porta. ]
LEONORA
Temerarii, del ciel l'ira fuggite!
ALVARO
Un donna! Qual voce . . .
Ah, no . . . uno spettro!
LEONORA [ riconoscendo Alvaro ]
Che miro?
ALVARO
Tu, Leonora!
LEONORA
Egli è ben desso.
Ah, ti riveggo ancora.
ALVARO
Lungi, lungi da me; queste mie mani grondano
sangue, Indietro!
LEONORA
Che mai parli?
ALVARO [ indicando il bosco ]
Là giace spento un uom.
LEONORA
Tu l'uccidesti?
ALVARO
Tutto tentai per evitar la pugna.
Chiusi i miei dì nel chiostro.
Eì mi raggiunse, m'insultò, l'uccisi.
LEONORA
Ed era?
ALVARO
Tuo fratello!
LEONORA
Gran Dio!
[ Corre ansante vero il bosco. ]
ALVARO
Destino avverso,
Come a scherno mi prendi!
Vive Leonora, e ritrovarla deggio or che versai di suo
fratello il sangue!
LEONORA [ dall'interno, mettendo un grido ]
Ah!
ALVARO
Qual grido! Che avvene?
[ Leonora, ferita, entra sostenuta dal Padre Guardiano. ]
Ella, ferita!
LEONORA [ morente ]
Nell'ora estrema perdonar non seppe.
E l'onta vendicò nel sangue mio.
ALVARO
E tu paga, non eri, o vendetta di Dio.
Maledizione!
GUARDIANO [ solenne ]LEONORA
Non imprecare; umiliati
A Lui ch' è giusto e santo,
Che adduce a eterni gaudii
Per una via di pianto;
D'ira e fulgor sacrilego
Non profferir parola,
Vedi, vedi quest'angiol vola
Al trono del Signor.LEONORA [ Con voce morente ]
Sì, piangi e prega.
Di Dio il perdono io ti prometto.ALVARO
Un reprobo, un maledetto io sono.
Flutto di sangue innalzasi fra noi.LEONORA
Piangi! Prega!GUARDIANO
Prostrati!
ALVARO
A quell'accento più non poss'io resistere.
[ Si getta ai piedi di Leonora. ]
GUARDIANO
Prostrati!
ALVARO
Leonora, io son redento,
Dal ciel son perdonato!
LEONORA e GUARDIANO
Sia lode a Te, Signor.
LEONORA [ ad Alvaro ]LEONORA
Lieta or poss'io precederti
Alla promessa terra.
Là cesserà la guerra,
Santo l'amor sarà.ALVARO
Tu mi condanni a vivere.
E m'abbandoni intanto!
Il reo, il reo soltanto
Dunque impunito andrà!GUARDIANO
Santa del suo martirio
Ella al Signor ascenda,
E il suo martir t'apprenda
La fede e la pietà!
ALVARO
Deh, non lasciarmi, Leonora, ah no, non lasciarmi . . .
LEONORA
Ah . . . ti precedo . . . Alvaro . . . Ah . . .
Alvar . . . Ah!
[ Muore. ]
ALVARO
Morta!
GUARDIANO
Salita a Dio!
Libretto input by: Stephen L. Parker
27th August 1996.