Last updated: Feb. 13, 1997
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LA FORZA DEL DESTINO

Libretto: Atto Terzo


Atto Primo, Atto Secondo, Atto Terzo, Atto Quarto.


SCENA I

Setting: In Italia presso Velletri. Bosco. Notte scurissim a. Don Alvaro, in uniforme di capitano spagnuolo dei Granatieri del Re, si avanza lentamente dal fondo. Si sentono voci interne.
CORO
Attenti al gioco, attenti, attenti al gioco, attenti . . .

PRIMA VOCE
Un asso a destra.

SECONDA VOCE
Ho vinto.

PRIMA VOCE
Un tre alla destra.
Cinque a manca.

SECONDA VOCE
Perdo.

ALVARO
La vita è inferno all'infelice.
Invano morte desio!
Siviglia!
Leonora!
Oh, rimembranza! Oh, notte
Ch'ogni ben mi rapisti!
Sarò infelice eternanmente, è scritto.
Della natal sua terra il padre volle
Spezzar l'estranio giogo,
E coll'unirsi
All'ultima dell'Incas la corona
Cingere confidò.
Fu vana impresa.
In un carcere nacqui;
M'educava il deserto;
Sol vivo perché ignota
È mia regale stirpe!
I miei parenti
Sognaro un trono, e li destò la scure!
Oh, quando fine avran
Le mie sventure!
O tu che seno agli angeli
Eternamente pura,
Salisti bella, incolume
Dalla mortal jattura,
Non iscordar di volgere
Lo sguardo a me tapino,
Che senza nome ed esule,
In odio del destino,
Chiedo anelando,
Ahi misero,
La morte d'incontrar.
Leonora mia, soccorrimi,
Pietà del mio penar!
Pietà di me!

CARLO [ dall'interno ]
Al tradimento!

VOCI
Muoia!

ALVARO
Quali grida!

CARLO
Aita!

ALVARO
Si soccorra.

VOCI
Muoia! Muoia!

[ Accorr e al luogo onde si udivano le grida; si sente un picchiare di spade, alcuni ufficiali attraversando la scena fuggendo in disordine. Don Alvaro ritorna con Don Carlo. ]

ALVARO
Fuggir! Ferito siete?

CARLO
No, vi debbo la vita.

ALVARO
Chi erano?

CARLO
Assassini.

ALVARO
Presso al campo così?

CARLO
Franco dirò: fu alterco al gioco.

ALVARO
Comprendo, colà, a destra.

CARLO
Sì.

ALVARO
Ma come, si nobile d'aspetto, a quella bisca
scendeste?

CARLO
Nuovo sono.
Con ordini del general sol ieri
giunsi; senza voi morto sarei.
Or dite a chi debbo la vita?

ALVARO
Al caso . . .

CARLO
Pria il mio nome dirò. (Non sappia il vero.)
Don Felice de Bornos, aiutante del duce.

ALVARO
Io, Capitan dei Granatieri,
Don Federico Herreros.

CARLO
La gloria dell'esercito!

ALVARO
Signore . . .

CARLO
Io l'amistà ne ambia; la chiedo e spero.

ALVARO
Io pure della vostra sarò fiero.

[ Si danno la destra. ]

ALVARO e CARLO
Amici in vita e in morte
Il mondo ne vedrà.
Uniti in vita e in morte
Entrambi troverà.

VOCI INTERNO [ Si odono voci interne e squilli di trombe. ]
Andiamo, all'armi!

CARLO
Con voi scendere al campo d'onor, emularne
l'esempio potrò.

ALVARO
Testimone del vostro valor
Ammirarne le prove saprò.

CORO
All'armi!

[ Escono correndo. ]

SCENA II

Setting: Una stanza presso Velletri. È mattino. Salotto nell'abitazione d'un ufficiale dell 'esercito spagnuolo. Si sente il rumore, della vicina battaglia. Un chirurgo militare ed alcuni soldati entrano e corrono alla finestra.
SOLDATI
Arde la mischia.

CHIRURGO [ guardando con un canocchiale ]
Prodi i granatieri!

SOLDATI
Li guida Herreros.

CHIRURGO
Ciel! . . . Ferito ei cadde! . . .
Piegano i suoi! . . .
L'aiutante li raccozza,
Alla carica li guida! . . .
Già fuggono i nemici.
I nostri han vinto!

VOCI [ di fuori ]
A Spagna gloria!

ALTRE VOCI
Viva l'Italia!

TUTTI
Vittoria!

CHIRURGO
Portan qui ferito il Capitano.

[ Don Alvaro, ferito e svenuto, è portato in una lettiga da quattro granatieri. Accanto a lui è Don Carlo, coperto di polvere ed assai afflitto. Un soldato depone una valigia sopra un tavolino. ]

CARLO
Piano . . . qui posi . . .
Approntisi il mio letto.

CHIRURGO
Silenzio.

CARLO
V'ha periglio?

CHIRURGO
La piaga che ha nel petto mi spaventa.

CARLO
Deh, il salvate.

ALVARO [ rinvenendo ]
Ove son?

CARLO
Presso l'amico.

ALVARO
Lasciatemi morire.

CARLO
Vi salveran le nostre cure.
Premio L'Ordine vi sarà di Calatrava.

ALVARO
Di Calatrava! Mai! Mai!

CARLO [ fra sè ]
Che!
Inorridi di Calatrava al nome!

ALVARO
Amico . . .

CHIRURGO
Se parlate . . .

ALVARO
Un detto sol . . .

CARLO [ al chirurgo ]
Ven prego ne lasciate.

[ Il chirurgo si ritira. Don Alvaro accenna a Don Carlo di appressarsegli. ]

ALVARO
Solenne in quest'ora
Giurami dovete
Far pago un mio voto.

CARLO
Lo giuro.

ALVARO
Sul core cercate.

CARLO
Una chiave.

ALVARO
[ indicando la valigia ]
Con essa trarrete
Un piego celato!
L'affido all'onore,
Colà v'ha un mistero
Che meco morrà.
S'abbruci me spento.

CARLO
Lo giuro, sarà.

ALVARO
Or muoio tranquillo;
Vi stringo al cor mio.

CARLO
Amico, fidate nel cielo!

ALVARO e CARLO
Addio.

[ Il chirurgo ed i soldati trasportano il ferito nella stanza da letto. ]

CARLO
Morir! Tremenda cosa!
Sì intrepido, sì prode, ei pur morrà! Uom singolar
costui! Tremò di Calatrava al nome. A lui palese n' è
forse il disonor? Cielo! Qual lampo! S'ei fosse il seduttore?
Desso in mia mano, e vive! Se m'ingannassi?
Questa chiave il dica.
[ Apre convulso la valigia, e ne trae un plico suggellato. ]
Ecco i fogli! Che tento!
[ S'arresta. ]
E la fè che giurai? E questa vita che debbo al suo
valor? Anch'io lo salvo! S'ei fosse quell' Indo
maledetto che macchiò il sangue mio? . . . Il suggello
sì franga. Niun qui mi vede. No? Ben mi vegg'io!

[ Getta il plico. ]

Urna fatale del mio destino,
Va, t'allontana, mi tenti in vano;
L'onor a tergere qui venni, e insano
D'un onta nuova nol macchierò.
Un giuro è sacro per l'uom d'onore;
Que' fogli serbino il lor mistero.
Disperso vada il mal pensiero
Che all'atto indegno mi concitò.
E s'altra prova rinvenir potessi?
Vediam.
[ Torna a frugare nella valigia. ]
Qui v'ha un ritratto . . .
Suggel non v'è . . . nulla ei ne disse . . .
Nulla promisi . . . s'apra dunque . . .
Ciel! Leonora!
Don Alvaro è il ferito!
Ora egli viva, e di mia man poi muoia!
[ Il chirurgo si presenta sulla porta della stanza. ]

CHIRURGO
Lieta novella, è salvo!

[ Esce. ]

CARLO
È salvo! Oh gioia!
Egli è salvo! Gioia immensa
Che m'innondi il cor ti sento!
Potrò alfine il tradimento
Sull'infame vendicar.
Leonora, ove t'ascondi?
Di': seguisti tra le squadre
Chi del sangue di tuo padre
Ti fe' il volto rosseggiar?
Ah, felice appien sarei
Se potessi il brando mio
Ambedue d'averno al dio
D'un sol colpo consacrar!

[ Parte precipitosamente. ]

SCENA III

Setting: Accampamento militare presso Velletri. Sul davanti a sinistra è una bottega da rigattiere; a destra un'altra ove si vendono cibi, bevande e frutta. All'ingiro sono tende militari, baracche di rivenduglioli, ecc. È notte; la scena è deserta. Una pattuglia entra cautamente in scena, esplorando il campo.
CORO
Compagni, sostiamo,
Il campo esploriamo;
Non s'ode rumor,
Non brilla un chiarore;
In sonno profondo
Sepolto ognun sta.
Compagni, inoltriamo,
Il campo esploriamo,
Fra poco la sveglia
Suonare s'udrà.

[ Spunta l'alba lentamente. Entra Don Alvaro penoso. ]

ALVARO
Nè gustare m' è dato
Un' ora di quiete.
Affranta è l'alma dalla lotta crudel.
Pace ed oblio indarno io chieggo al cielo.

[ Don Carlo entra. ]

CARLO
Capitano . . .

ALVARO
Chi mi chiama?
[ Riconosce Carlo. ]
Voi, che si larghe cure mi prodigaste.

CARLO
La ferita vostra
Sanata è appieno?

ALVARO
Sì.

CARLO
Forte?

ALVARO
Quale prima.

CARLO
Sosterreste un duel?

ALVARO
Con chi?

CARLO
Nemici non avete?

ALVARO
Tutti ne abbiam . . . ma a stento comprendo . . .

CARLO
No? Messaggio non v'inviava
Don Alvaro, l'Indiano?

ALVARO
Oh tradimento!
Sleale! Il segreto fu dunque violato?

CARLO
Fu illeso quel piego,
L'effigie ha parlato.
Don Carlos di Vargas, tremate io sono.

ALVARO
D'ardite minacce
Non m'agito al suono.

CARLO
Usciamo all'istante.
Un deve morire.

ALVARO
La morte disprezzo,
Ma duolmi inveire
Contr'uom che per primo
Amistade m'offria.

CARLO
No, no, profanato
Tal nome non sia.

ALVARO
Non io, fu il destino,
Che il padre v'ha ucciso.
Non io che sedussi
Quell'angiol d'amore.
Ne guardano entrambi,
E dal paradiso
Ch'io sono innocente
Vi dicono al core.

CARLO
Adunque colei?

ALVARO
La notte fatale
Io caddi per doppia
Ferita mortale;
Guaritone, un anno
In traccia ne andai,
Ahimè, ch'era spenta
Leonora trovai.

CARLO
Menzogna, menzogna!
La suora -
Ospitavala antica parente.
Vi giunsi, ma tardi . . .

ALVARO
Ed ella?

CARLO
Fuggente.

ALVARO [ trasalendo ]
E vive! Ella vive, gran Dio!

CARLO
Sì, vive.

ALVARO
Don Carlo, amico, il fremito
Ch'ogni mia fibra scuote,
Vi dica che quest' anima
Infame esser non puote.
Vive! Gran Dio, quel angelo . . .

CARLO
Ma in breve morirà.
Ella vive, ma in breve morirà.

ALVARO
No, d'un imene il vincolo
Stringa fra noi la speme;
E s'ella vive, insieme
Cerchiamo ove fuggi.
Giuro che illustre origine
Equlae a voi mi rende,
E che il mio stemma splende
Come rifulge il di.

CARLO
Stolto! Fra noi dischiudesi
Insanguinato avello.
Come chiamar fratello
Chi tanto a me rapì?
D'eccelsa o vile origine.
È d'uopo ch'io vi spegna,
E dopo voi l'indegna
Che il sangue suo tradi.

ALVARO
Che dite?

CARLO
Ella morrà.

ALVARO
Tacete!

CARLO
Il giuro a Dio: morrà l'infame.

ALVARO
Voi pria cadrete nel fatal certame.

CARLO
Morte! ov'io non cada esanime
Leonora giungerò
Tinto ancor del vostro sangue
Questo acciar le immergerò.

ALVARO
Morte! Sì! Col brando mio
Un sicario ucciderò;
Il pensier volgete a Dio.
L'ora vostra alfin suonò.

TUTTI E DUE
A morte! Andiam!

[ Sguainano le spade e si battono furiosamente. Accorre la pattuglia del campo a separarli. ]

CORO
Fermi! Arrestate!

CARLO [ furente ]
No - la sua vita o la mia - tosto.

CORO
Lunge di qua si tragga.

ALVARO [ fra sè ]
Forse del ciel l'aita a me soccorre.

CARLO
Colui morrà!

CORO [ a Carlo che cerca svincolarsi ]
Vieni!

CARLO [ a Don Alvaro ]
Carnefice del padre mio!

ALVARO
Or che mi resta? Pietoso Iddio,
Tu ispira, illumina il mio pensier.
Al chiostro, all'eremo, ai santi altari
L'oblio, la pace chiegga il guerrier.

[ Esce. Si allontanano poco a poco. Spunta il sole; il rullo dei tamburi e lo squillo delle trombe danno il segnale della sveglia. Soldati spagnuoli ed italiani di tutte le armi sortono dalle tende ripulendo schioppi, spade, uniformi, ecc. Vivandiere che vendono liquori, frutta, pane, ecc. girano per il campo. Preziosilla, dall'alto d'una bracca, predice la buona ventura. ]

CORO
Lorchè pifferi e tamburi
Par che assordino la terra,
Siam felici, ch' è la guerra
Gioia e vita al militar.
Vita gaia, avventurosa,
Cui non cal doman nè ieri,
Ch' ama tutti i suoi pensieri
Sol nell'oggi concentrar.

PREZIOSILLA [ alle donne ]
Venite all'indovina,
Ch' è giunta di lontano,
E puote a voi l'arcano
Futuro decifrar.
[ ai soldati ]
Correte a lei d'intorno,
La mano le porgete,

Le amanti apprenderete
Se fide vi restâr.

CORO
Andate/Andiamo all'indovina,
La mano le porgiamo/porgete,
Le belle udir possiamo

Se fide a voi restâr.

PREZIOSILLA
Chi vuole il paradiso
s'accenda di valore,
e il barbaro invasore
s'accinga a debellar.
Avanti, avanti, avanti,
predirvi sentirete
qual premio coglierete
dal vostro battagliar,

ah! - qual premio coglierete
dal vostro battagliar.

SOLDATI
Avanti, avanti, avanti,
predirci sentiremo
qual premio coglieremo
dal nostro battagliar.

VIVANDIERE
Avanti, avanti, avanti,
predirivi sentirete
qual premio coglierete
dal vostro battagliar.

CORO [ circondandola ]
Avanti, avanti, avanti.

SOLDATI
Qua, vivandiere, un sorso.

[ Le vivandiere versano loro. ]

UN SOLDATO
Alla salute nostra!

TUTTI [ bevendo ]
Viva!

UN SOLDATO
A Spagna ed all'Italia unite!

CORO
Evviva!

PREZIOSILLA
Al nostro eroe Don Federico Herreros!

TUTTI
Viva! Viva!

UN ALTRO SOLDATO
Ed al suo degno amico Don Felice de Bornos.

TUTTI [ bevendo ]
Viva, viva!

[ L'attenzione è attirata da Mastro Trabuco, rivendugliolo, che, dalla bottega a sinistra, viene con una cassetta portante vari oggetti di meschino valore. ]

TRABUCO
A buon mercato chi vuol comprare?
Forbici, spille, sapon perfetto!
Io vendo e compro qualunque oggetto,
Concludo a pronti qualunque affar.

UN SOLDATO
Ho qui un monile; quanto mi dai?

ALTRO SOLDATO
V' è una collana. Se vuoi la vendo.

ALTRO SOLDATO
Questi orecchini, li pagherai?

TUTTI [ mostrando orologi, anelli, ecc. ]
Vogliamo vendere . . .

TRABUCO
Ma quanto vedo
Tutto è robaccia, brutta robaccia!

TUTTI
Tale, o furfante, è la tua faccia.

TRABUCO
Pure aggiustiamoci, per ogni pezzo
Do trenta soldi.

TUTTI
Da ladro è il prezzo.

TRABUCO
Ih! Quanta furia! C'intenderemo.
Qualch'altro soldo v'aggiungeremo.
Date qua, subito!

TUTTI
Purchè all'istante
Venga il denaro bello e sonante.

TRABUCO
Prima la merce, qua, colle buone.

TUTTI [ dandogli gli oggeti ]
A te.

TRABUCO [ ritrando la roba e pagando ]
A te, a te, benone.

TUTTI [ cacciandolo ]
Sì, sì, ma vattene!

TRABUCO [ fra sè, contento ]
Che buon affare!
[ poi, forte ]
A buon mercato chi vuol comprare?

[ Si avvia verso un'altro lato del campo. Entrano dei contadini questuanti con ragazzi a mano. ]

CONTADINI
Pane, pan per carità!
Tetti e campi devastati
N'ha la guerra, ed affamati
Cerchiam pane per pietà.

[ Entrano alcune reclute, piangenti. ]

RECLUTE
Povere madri deserte nel pianto
Per dura forza dovemmo lasciar.
Della beltà n'han rapiti all'incanto,
A' nostre case vogliamo tornar.

VIVANDIERE [ accostandosi gaiamente alle reclute ed offrendo loro da bere ]
Non piangete, giovanotti,
Per le madri, per le belle;
V'ameremo quai sorelle,
Vi sapremo consolar.
Certo il diavolo non siamo;
Quelle lagrime tergete,
Al passato, ben vedete,
Ora è inutile pensar.

PREZIOSILLA [ entra fra le reclute, ne prende alcune pel braccio, e dice loro burlescamente: ]
Che vergogna! Su, coraggio!
Bei figliuoli, siete pazzi?
Se piangete quai ragazzi
Vi farete corbellar.
Un' occhiata a voi d'intorno,
E scommetto che indovino,
Ci sarà più d'un visino
Che sapravvi consolar.
Su, coraggio, coraggio, coraggio!

TUTTI
Nella guerra è la follia
Che dee il campo rallegrar;
Viva, viva la pazzia
Che qui sola ha da regnar!

[ Le vivandiere prendono le reclute pel braccio e s'incomincia vivacissima danza generale. Ben presto la confusione e lo schiamazzo giungono al colmo. Entra Fra Melitone che, preso nel vortice della danza, è per un momento costretto a ballare con le vivandiere. Finalmente, riuscito a fermarsi, esclama: ]

MELITONE
Toh! Toh! Poffare il mondo! Che tempone!
Corre ben l'avventura! Anch'io ci sono.
Venni di Spagna a medicar terite,
ed alme a mendicar.
Che vedo? È questo un campo di Cristiani, o siete Turchi?
Dove s'è visto berteggiar la santa domenica così?

Ben più faccenda le bottiglie vi dan che le battaglie!
E invece di vestir cenere e sacco
qui si tresca con Venere, con Bacco?
Il mondo è fatto una casa di pianto;
ogni convento ora è covo del vento!
I santuari spelonche diventar di sanguinari; perfino i
tabernacoli di Cristo fatti son ricettacoli del tristo.

Tutto va a soqquadro.
E la ragion? La ragion?
Pro peccata vestra: pei vostri peccati.

SOLDATI
Ah, frate, frate!

MELITONE
Voi le feste calpestate,
Rubate, bestemmiate . . .

SOLDATI ITALIANI
Togone infame!

SOLDATI SPAGNUOLI
Segui pur, padruccio.

MELITONE
E membri e capi siete d'una stampa:
Tutti eretici.

Tutti, tutti cloaca di peccati,
E finchè il mondo
Puzzi di tal pece
Non isperi la terra alcuna pace.

SOLDATI ITALIANI [ serrandolo intorno ]
Dàlli! Dàlli! SOLDATI SPAGNUOLI [ difendendolo ]
Scappa! Scappa!

SOLDATI ITALIANA
Dàlli! Dàlli sulla cappa!

[ Cercano di picchiarlo, ma egli se la svigna, declamando sempre. ]

PREZIOSILLA [ ai soldati che lo inseguono uscendo dalla scena ]
Lasciatelo chi'ei vada.
Far guerra ad un cappuccio! Bella impresa!
Non m'odon? Sia il tamburo sua difesa.

[ Prende a caso un tamburo e, imitata da qualche tamburino, lo suona. I soldati accorrono tosto a circondarla, seguiti da tutta la turba. ]

PREZIOSILLA e CORO
Rataplan, rataplan, della gloria
Nel soldato ritempra l'ardor;
Rataplan, rataplan, di vittoria
Questo suono è segnal percursor!
Rataplan, rataplan, or le schiere
Son guidate raccolte a pugnar!
Rataplan, rataplan, le bandiere
Del nemico si veggon piegar!
Rataplan, pim, pam, pum, inseguite
Chi la terga, fuggendo, voltò . . .
Rataplan, le gloriose ferite
Col trionfo il destin coronò.
Rataplan, rataplan, la vittoria
Più rifulge de' figli al valor! . . .
Rataplan, rataplan, la vittoria
Al guerriero conquista ogni cor.
Rataplan, rataplan, rataplan!
[ Escono correndo. ]


Libretto input by: Stephen L. Parker
26th August 1996.