Last updated: Aug. 21, 1997
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Attila

Prologo | Atto Primo | Atto Secondo | Atto Terzo


Setting: Bosco come nell'atto primo, il quale divide il campo di Attila da quello di Ezio. È mattino. Foresto solo. Indi Uldino.


FORESTO
Qui del convegno è il loco . . .
Qui dell'orrende nozze
L'ora da Uldino apprenderò . . . Nel petto
Frènati, o sdgeno . . . A tempo,
Come scoppiar di tuono,
Proromperò.

ULDINO
Foresto!

FORESTO
Ebben!

ULDINO
Si move
Ora il corteo giulivo
Che d'Attila alla tenda
Accompagna la sposa.

FORESTO
Oh, mio furore!
Uldino, va! . . . Ben sai
Di là della foresta
In armi stanno le romane schiere . . .
Ezio a te attende sol, perchè sull'empio
Piombino tutte.

[ Uldino parte. ]

FORESTO
Infida!
Il dì che brami è questo:
Vedrai come ritorni a te Foresto!
Che non avrebbe il misero
Per Odabella offerto?
Fino, deh, ciel perdonami,
Fin l'immortal tuo serto.
Perchè sul viso ai perfidi
Diffondi il tuo seren? . . .
Perchè fai pari agli angeli
Chi sì malvagio ha il sen?

[ Ezio viene frettoloso dalla parte del campo romano. ]

EZIO
Che più s'indugia . . . attendono
I miei guerrieri il segno . . .
Proromperan, quai folgori,
Tutti sul mostro indegno.

FORESTO ed EZIO
Non un, non un de' barbari
Ai lari tornerà.

CORO [ interno ]
Entra fra i plausi, o vergine,
Schiusa è la tenda a te;
Entra, ed il raggio avvolgati
Dell'esultante ré.
Bello è il tuo volto, candido
Qual mattutino albor,
A dolce spirto è simile
Ora di sol che muor.

FORESTO
Tu l'odi? . . . è il canto pronubo . . .

EZIO
Funereo diverrà.

FORESTO
Ah, scellerata!

EZIO
Frenati.
Lo esige l'alta impresa.

FORESTO
Sposa è Odabella al barbaro! . . .
A' suoi voler s'è resa! . . .

EZIO
La tua gelosa smania
Frena per poco ancor.

FORESTO
Tutti d'averno i demoni
M'agitan mente e cor.

[ Odabella sempre in arnese da Amazzone con manto reale e corona, viene spaventata e fuggente dal campo barbaro. ]

ODABELLA
Cessa, deh, cessa . . . ah lasciami,
Ombra del padre irata . . .
Lo vedi? . . . Io fuggo il talamo . . .
Sarai . . . sì . . . vendicata . . .

FORESTO
È tardo, o sposa d'Attila,
È tardo il tuo pentir.

EZIO
Il segno . . . il segno . . . affrettati,
O ci farem scoprir.

ODABELLA
Tu qui, Foresto? . . . Ascoltami,
Pietà del mio martir.

Te sol, te sol quest'anima
Ama d'immenso amore;
Credimi, è puro il core,
Sempre ti fui fedel.

FORESTO
Troppo mi seppe illudere
Il tuo mendace detto!
Ed osi ancor d'affetto
Parlare a me, crudel?

EZIO
Tempo non è di lagrime,
Non di geloso accento;
S'affretti l'alto evento,
Finchè ne arride il ciel.

[ Entra Attila che va dritto ad Odabella. ]

FORESTO
Non involarti, seguimi;
Perchè fuggir chi t'ama? . . .
Che mai vegg'io? . . . Qui, perfidi,
Veniste a nuova trama?

[ ad Odabella ]

Tu, rea donna, già schiava, or mia sposa;

[ a Foresto ]

Tu, fellon, cui la vita ho donata;

[ ad Ezio ]

Tu, Romano, per Roma salvata,
Congiurate tuttor contro me? . . .
Scellerati . . . su voi sanguinosa
Piomberà la vendetta del ré.

ODABELLA
Nella tenda, al tuo letto d'appresso,
Minacciosa e tuttor sanguinante
Dio mio padre sta l'ombra gigante . . .
Trucidato ei cadeva per te!

[ Scaglia lungi da sè la corona. ]

Maledetto sarebbe l'amplesso
Che me sposa rendesse del ré.

FORESTO
Di qual dono beffardo fai vanto?
Tu m'hai patria ed amante rapita;
In abisso d'affanni la vita
Hai, crudele, cangiato per me!
O tiranno . . . con morte soltanto
Può frenarsi quest'odio per te.

EZIO
Roma hai salva! . . . e del mondo lo sdegno,
Che t'impreca superna vendetta?
Ed il sangue che inulto l'aspetta
Non rammenti? . . . Paventane, o ré.
De' delitti varcasti già il segno;
L'ira pende del cielo su te.

[ S'ode internamente il rumore dell'improvviso assalto al campo d'Attila. ]

CORO
Morte . . . morte . . . vendetta!

FORESTO
Qual suono?

EZIO e FORESTO
Suono è questo che segna tua morte.

FORESTO
Traditori!

EZIO e FORESTO
Decisa è la sorte . . .

[ Foresto va per trafiggere Attila, ma è prevenuto da Odabella, che lo ferisce esclamando: ]

ODABELLA
Padre! . . . ah padre, il sacrifico a te.

[ Abbraccia Foresto. ]

ATTILA [ morente ]
E tu pure, Odabella? . . .

[ Guerrieri romani irrompono da ogni parte. ]

TUTTI
Appein sono
Vendicati, Dio, popoli e ré!

Fine dell'opera.


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Libretto input by Stephen L. Parker
15th August 1997