I MASNADIERI

Libretto: Atto Quarto


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SCENA PRIMA

Setting: Fuga di parecchie stanze. Francesco entra precipitoso e stravolto.

FRANCESCO [ con spavento ]
Tradimento! . . . Risorgono i defunti! . . .
Mi gridano: assassino! Olà!

ARMINIO [ accorrendo con alcuni servi ]
Signore!

FRANCESCO
Non udisti rumor?

ARMINIO
No, signor mio.

FRANCESCO
No? . . . Va! corri al Pastore e qui lo guida.
[ ad Arminio che s'incammina ]
Rimanti! Un altro invia.
[ I servi si allontanano. ]

ARMINIO
Che! voi tremate?

FRANCESCO
Io? . . . no, non tremo . . . Arminio,
[ afferrandolo pel braccio ]
Di! risorgono i morti? o v'ha ne' sogni
nulla di ver? Pur ora
un terribile io n'ebbi . . .

ARMINIO
Oh, come in volto pallido siete!

FRANCESCO
Ascoltami!

ARMINIO
V'ascolto.

FRANCESCO
Pareami che sorto da lauto convito
dormissi fra l'ombre di lieto giardino:
Quand'ecco, percosso da sordo muggito,
mi sveglio,
ed in fiamme la terra m'appar:
E dentro quel fuoco squagliati, consunti
gli umani abituri . . ., poi sorgere un grido:
"O terra, rigetta dal grembo i defunti!
rigetta i defunti dal bartro, o mar!"
Ed ossa infinite coprir le pianure . . .


Fui tratto a quel punto
sui gioghi del Sina;
e tre m'abbagliaro splendenti figure . . .

ARMINIO
L'immagine è questa dell'ultimo dì!

FRANCESCO
Armata la prima d'un codice arcano,
sclamava: "Infelice chi manca di fede!"
E l'altra, uno speglio recandosi in mano,
dicea: "La menzogna confondesi qui."
In alto una lance la terza librava,
gridando: "Venite, figliuoli d'Adamo."
E primo il mio nome
fra nembi tuonava,
che il Sina copriano d'un orrido vel.
Ogni ora, passando, d'un nuovo misfatto
gravava una coppa
che crebbe qual monte;
ma il sangue nell'altra del nostro riscatto
tenea la gran mole sospesa nel ciel.
Quand'ecco un vegliardo,
per fame distrutto.
Spiccosi una ciocca di bianchi capelli,
e dentro la tazza di colpe, di lutto
quel veglio a me noto la ciocca gittò.
Allor, cigolando, la coppa giù scese,
balzò l'avversaria sublime alle nubi,
e tosto una voce di tuono s'intese:
"Per te, maledetto, l'Uom Dío non penò."

[ Arminio parte con atti di raccapriccio. Entra Moser. ]

MOSER
M'hai chiamato in quest'ora a farti giuoco
della Fe', come suoli? o già t'incalza
l'Eternità?

FRANCESCO
Chimere.

MOSER
A me lo svela il tuo pallor: tu tremi!

FRANCESCO
Di che?

MOSER
Del Dío che neghi e che ti rugge
nell-anima confusa.

FRANCESCO [ tremando ]
Ah!

MOSER
Già lo senti
chiederti ragion de tuoi delitti.

FRANCESCO
Che far mi può? Se l'alma
non è mortale, provocar vo' tanto
quel tuo Dío che la strugga.
Or qual peccato più lo mette in furor?

MOSER
Son due le colpe:
il parricidio e 'l fratricidio.

FRANCESCO [ con ira ]
Taci, spirito menzognero!

MOSER
Ma non può concepirle uman pensiero.

[ Arminio torna spaventato. ]

ARMINIO
Precipita dal monte un furibondo
stuolo di cavalieri . . .

FRANCESCO [ in grande agitazione ]
Al tempio tutti!
Tutti preghin per me!

VOCI E GRIDA INTERNE
La rôcca in polve!

FRANCESCO [ a Moser in atto di minaccia ]
M'assolvi!

MOSER
Iddío lo può, l'uom non t'assolve.

FRANCESCO [ inginocchiandosi ]
È la prima! . . . Odimi, Eterno! . . .
E sarà la volta estrema,
ch'io ti prego . . .
[ S'alza in furore. ]
Ah no, l'inferno
non si dee beffar di me!

MOSER
Trema, iniquo! il lampo, il tuono
ti sta sopra . . . iniquo, trema!
Dío ti nega il suo perdono,
sta l'abisso innanzi a te.

SCENA SECONDO

Setting: Foresta, come nell'ultima scena dell'Atto terzo. Sorge il mattino, Massimiliano seduto sopra un sasso. Carlo al suo fianco.

MASSIMILIANO
Francesco! mio figlio!

CARLO
Che! lo compiangi?

MASSIMILIANO
Me non vendica il ciel per le tue mani,
me sol castiga! . . . al padre tuo perdona,
spirito del mio Carlo!

CARLO [ intenerito ]
Ei ti perdona.

MASSIMILIANO
Per sempre io l'ho perduto!

CARLO
Ah sì! per sempre!

MASSIMILIANO
Ed io misero vivo?

CARLO [ fra sè ]
(Il ciel m'ispira! . . .
se carpir gli potessi . . .) Or dammi il prezzo
del tuo riscatto, o vecchio, e benedici
il tuo liberator!

[ S'inginocchia. ]

MASSIMILIANO
Misericorde così sia teco Iddío
come il sei tu!

CARLO
Mi bacia, o vecchio pio.

MASSIMILIANO [ lo bacia. ]
Come il bacio d'un padre amoroso
l'abbi tu, ben amato stranier;
come il bacio d'un figlio pietoso
a me pur lo figuri il pensier.

CARLO
Tutto il dolce d'un labbro paterno
dal tuo labbro nel cor mi passò.
Del mio cielo perduto in eterno
un fuggente splendor mi beè.

[ Parecchi Masnadieri entrano e s'accostano a Carlo a passo lento e fronte dimessa. ]

CARLO [ atterrito ]
Qui son essi!

MASNADIERI
Capitano! Capitan!

CARLO [ senza guardare ]
Chi siete voi?

MASNADIERI
Non è qua . . . n'uscì di mano . . .

CARLO [ leva le mani al cielo. ]
Grazie a Te che tutto puoi!

[ Entrano altri Masnadieri e Amalia. ]

MASNADIERI [trascinando Amalia ]
Allegri, compagni! stupendo bottino!

AMALIA [ coi capelli sparsi ]
Lasciatemi, o crudi . . .
Mio Carlo, ove sei?

MASSIMILIANO
Amalia!

AMALIA
Tu vivo?

CARLO
Chi guida costei?

AMALIA [ s'avvede di Carlo e gli getta le braccia al collo. ]
Tu, tu mi difendi!

CARLO [ tenta sciogliersene ]
Vincesti, o destino!

AMALIA [ con meraviglia ]
Vaneggi, o mio sposo?

MASSIMILIANO
Tuo sposo?

CARLO [ ai Masnadieri ]
Strappate costei dal mio collo!
quel vecchio svenate!
Lei pur trafiggete, me stesso, voi tutti!
Oh, fossero i vivi d'un colpo distrutti! . . .

MASNADIERI [ fra loro ]
Delira?

CARLO [ al padre ]
Quel figlio da te maledetto
fu pur dal Signore percosso, reietto!
[ Trae la spada e s'avventa alla masnada minaccioso e terribile. ]
Ma voi che nel fondo
dal ciel mi traeste,
ministri esecrati dell'ira celeste . . .


[volgendosi con subito moto ad Amalia ed al padre ]
Amalia, m'ascolta! Ascoltami e muori,
miserrimo padre! que' tuoi salvatori
Son ladri, assassini!
il guida il tuo Carlo!

[ stupore universale ]

MASSIMILIANO, AMALIA E MASNADIERI
Sventura, sventura!

MASNADIERI
Perchè non celarlo?

CARLO [ dopo lunga pausa, abbattuto ]
Caduto è il reprobo! l'ha côlto Iddìo.
Sogni di guadio, per sempre addio!
I ceppi, il carcere, la scure, il rogo,
son questi i pronubi del nostro amor.

AMALIA [ uscita di stupore, si getta di nuovo fra le braccia di Carlo. ]
Angelo o demone . . . no, non t'abbandono!
L'inseparabile tua sposa sono:
Con te dividere vo'scettro e giogo,
vo' cielo ed erebo, gioia e dolor.

CARLO [ in eccesso di guadio ]
M'ama quest'angelo . . . m'ama ed oblia!

AMALIA
Mio Carlo!

CARLO
Amalia!

AMALIA E CARLO
Per sempre mio (mia)!
Morranno i secoli, cadranno i mondi,
in noi coll'anima l'amor vivrà.

MASSIMILIANO [ uscito anch'esso di stupore, fra sè ]
Ed io colpevole di questa prole
la pia contamino luce del sole?
Né s'apre un bàratro che mi sprofondi?
Tremuoti e turbini Dio più non ha?

CORO [ avanzandosi ]
Spergiuro, ascoltaci! più non rammenti
gl'irrevocabili tuoi giuramenti?

CARLO
È ver! è ver!

AMALIA
Ah!

CORO [ scoprendosi i petti ]
Nostro ti fecero queste ferite;
mirale, o perfido! le abbiam per te.

CARLO
È ver!
mi strappano dagli occhi il velo;
dal mio precipito sognato cielo!
Di me son arbitre quest'empie vite,
m'ingoia un vortice, mi trae con sè.

AMALIA
Se non puoi frangere la tua catena,
vanne! allontanati . . . ma pria mi svena!
Insopportabile vita mi resta . . .
Dammi quest'ultimo pegno d'amor.

CARLO [ alla masnada ]
M'udite, o démoni! m'avete offerto
un capo orribile d'onta coperto . . .
Io v'off ro un angelo!
[ Cava il pugnale e ferisce Amalia. ]

MASNADIERI
Che fai? t'arresta!

CARLO
Ora al patibolo!
[ parte. ]

MASNADIERI [ tutti intorno ad Amalia ]
Tardi! ella muor!


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Entered by: Stephen L. Parker
8 May 1996


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Monday, 08-Dec-2003 21:39:08 PST