Sala in casa di Don Pasquale, con porta in fondo d'entrata comune,
e due porte laterali che guidano agli appartamenti interni.
Don Pasquale
Son nov'ore; di ritorno
il dottore esser dovria.
(ascoltando)
Zitto!... Parmi... È fantasia...
Forse il vento che passò.
Che boccon di pillolina,
nipotino, vi preparo!
Vo' chiamarmi don Somaro
se veder non ve la fo.
Malatesta
È permesso?
(Malatesta di dentro)
Don Pasquale
Avanti, avanti.
Don Pasquale
(con ansietà)
Dunque?...
Malatesta
Zitto, con prudenza.
Don Pasquale
Io mi struggo d'impazienza.
La sposina...?
Malatesta
Si trovò .
Don Pasquale
Benedetto!
Malatesta
(Che babbione!)
Proprio quella che ci vuole.
Ascoltate, in due parole
il ritratto ve ne fo'.
Don Pasquale
Son tutt'occhi, tutto orecchie,
muto, attento a udir vi sto.
Malatesta
Bella siccome un angelo
in terra pellegrino,
fresca siccome il giglio
che s'apre in sul mattino,
occhio che parla e ride,
sguardo che i cor conquide.
Chioma che vince l'ebano
sorriso incantator.
Don Pasquale
Sposa simile! Oh, giubilo!
Non cape in petto il cor.
Malatesta
Alma innocente e candida,
che sé medesma ignora;
modestia impareggiabile,
dolcezza che innamora
ai miseri pietosa,
gentil, buona, amorosa.
Il ciel l'ha fatta nascere
per far beato un cor.
Don Pasquale
Famiglia?
Malatesta
Agiata, onesta.
Don Pasquale
Casato?
Malatesta
Malatesta.
Don Pasquale
(con intenzione)
Sarà vostra parente?
Malatesta
Alla lontana un po'...
È mia sorella.
Don Pasquale
Oh gioia!
Di più bramar non so.
E quando di vederla,
quando mi fia concesso?
Malatesta
Domani sul crepuscolo.
Don Pasquale
Domani? Adesso, adesso.
Per carità, dottore!
Malatesta
Frenate il vostro ardore,
quetatevi, calmatevi,
fra poco qui verrà.
Don Pasquale
(con trasporto)
Da vero?
Malatesta
Preparatevi,
e ve la porto qua.
Don Pasquale
Oh caro!
(lo abbraccia)
Or tosto a prenderla..
Malatesta
Ma udite...
Don Pasquale
Non fiatate.
Malatesta
Ma...
Don Pasquale
Non c'è ma, volate,
o casco morto qua.
(gli tura la bocca e lo spinge via)
Un foco insolito
mi sento addosso,
omai resistere
io più non posso.
Dell'età vecchia
scordo i malanni,
mi sento giovine
come a vent'anni.
Deh! cara, affrettati,
dolce sposina!
Ecco di bamboli
mezza dozzina
veggo già nascere,
veggo già crescere,
a me d'intorno
veggo scherzar.
Son rinato. Or si parli al nipotino.
A fare il cervellino
veda che si guadagna.
(guarda nelle scene)
Eccolo appunto.
Don Pasquale
Giungete a tempo. Stavo
per mandarvi a chiamare. Favorite.
Ernesto
Sono ai vostri comandi.
Don Pasquale
Non vo' farvi un sermone,
vi domando un minuto d'attenzione.
È vero o non è vero
che, saranno due mesi,
io v'offersi la man d'una zitella
nobile, ricca e bella?
Ernesto
È vero.
Don Pasquale
Promettendovi, per giunta
un buon assegnamento, e alla mia morte,
quanto possiedo?
Ernesto
È vero.
Don Pasquale
Minacciando,
in caso di rifiuto,
diseredarvi, e a torvi ogni speranza,
ammogliarmi, se è d'uopo?
Ernesto
È vero.
Don Pasquale
Or bene,
la sposa che v'offersi, or son tre mesi,
ve l'offro ancor.
Ernesto
Non posso; amo Norina,
la mia fede è impegnata...
Don Pasquale
Sì, con una spiantata,
con una vedovella civettina...
Ernesto
Rispettate una giovine
povera, ma onorata e virtuosa.
Don Pasquale
Siete proprio deciso?
Ernesto
Irrevocabilmente.
Don Pasquale
Or ben, pensate
a trovarvi un alloggio.
Ernesto
Così mi discacciate?
Don Pasquale
La vostra ostinatezza
d'ogni impegno mi scioglie.
Fate di provvedervi. Io prendo moglie.
Ernesto
(nella massima sorpresa)
Prender moglie?
Don Pasquale
Sì, signore.
Ernesto
Voi?...
Don Pasquale
Quel desso in carne e in ossa.
Ernesto
Perdonate lo stupore...
La sorpresa... (Oh questa è grossa!)
Voi?...
Don Pasquale
L'ho detto e lo ripeto.
(con impazienza)
Io, Pasquale da Corneto,
possidente, qui presente,
qui presente, in carne ed ossa,
d'annunziarvi ho l'alto onore
che mi vado ad ammogliar.
Ernesto
Voi scherzate.
Don Pasquale
Scherzo un corno,
lo vedrete, al nuovo giorno.
Sono, è vero, stagionato,
ma ben molto conservato,
e per forza e vigoria
me ne sento da prestar.
Voi frattanto, signorino
preparatevi a sfrattar.
Ernesto
(Ci volea questa mania
i miei piani a rovesciar!
Sogno soave e casto
de' miei prim'anni, addio.
Bramai ricchezze e fasto
solo per te, ben mio:
povero, abbandonato,
caduto in basso stato,
pria che vederti misera,
cara, rinunzio a te.)
Don Pasquale
(Ma, veh, che originale!
Che tanghero ostinato!
Adesso, manco male,
mi par capacitato.
Ben so dove gli duole,
ma è desso che lo vuole,
altri che sé medesimo
egli incolpar non può!)
Ernesto
(dopo breve pausa)
Due parole ancor di volo.
Don Pasquale
Son qui tutto ad ascoltarvi.
Ernesto
Ingannar si puote un solo:
ben fareste a consigliarvi.
Il dottore Malatesta
è persona grave, onesta.
Don Pasquale
L'ho per tale.
Ernesto
Consultatelo.
Don Pasquale
E già bello e consultato.
Ernesto
Vi sconsiglia!
Don Pasquale
Anzi, al contrario,
m'incoraggia, n'è incantato.
Ernesto
(colpitissimo)
Come? Come? Oh, questa poi...
Don Pasquale
Anzi, a dirla qui fra noi,
(confidenzialmenfe)
la... capite?... Ia zitella,
ma... silenzio... è sua sorella.
Ernesto
Sua sorella!! Che mai sento?
(agitatissimo)
Del dottore?
Don Pasquale
Del dottor.
Ernesto
(Mi fa il destin mendico,
perdo colei che adoro,
in chi credevo amico
discopro un traditor!
D'ogni conforto privo,
misero! a che pur vivo?
Ah! non si dà martoro
eguale al mio martor?)
Don Pasquale
(L'amico è bello e cotto,
in sasso par cangiato;
non fiata non fa motto,
I'affoga il crepacuor.
Si roda, gli sta bene,
ha quel che gli conviene.
Impari lo sventato
a fare il bello umor.)
(partono)
Stanza in casa di Norina.
Norina
"Quel guardo il cavaliere
in mezzo al cor trafisse
piegò il ginocchio e disse:
son vostro cavalier!
E tanto era in quel guardo
sapor di paradiso,
che il cavalier Riccardo,
tutto d'amor conquiso,
giurò che ad altra mai
non volgeria il pensier."
(ridendo)
Ah, ah! Ah, ah!
So anch'io la virtù magica
d'un guardo a tempo e loco,
so anch'io come si bruciano
i cori a lento foco,
d'un breve sorrisetto
conosco anch'io l'effetto,
di menzognera lagrima,
d'un subito languor.
Conosco i mille modi
dell'amorose frodi,
i vezzi, e l'arti facili
per adescare un cor.
Ho testa bizzarra;
son pronta, vivace...
mi piace scherzar,
mi piace brillar.
Se monto in furore
di rado sto al segno,
ma in riso lo sdegno
(ridendo)
fo presto a cambiar.
Ho la testa bizzarra,
ma core eccellente.
E il dottor non si vede! Oh, che impazienza!
Del romanzetto ordito
a gabbar don Pasquale,
ond'ei toccommi in fretta,
poco o nulla ho capito, ed or l'aspetto...
Entra un servo, le porge una lettera ed esce. Norina guardando la soprascritta.
La man d'Ernesto... io tremo.
(legge: dà cenni di sorpresa, poi di costernazione)
Oh! me meschina!
Malatesta
(con allegria)
Buone nuove, Norina,
il nostro stratagemma...
Norina
(con vivacità)
Me ne lavo le mani.
Malatesta
Come? Che fu?
Norina
(porgendogli la lettera)
Leggete .
Malatesta
(leggendo)
"Mia Norina; vi scrivo
colla morte nel cor". Lo farem vivo.
"Don Pasquale aggirato
da quel furfante..." Grazie!
"da, quella faccia doppia del dottore,
sposa una sua sorella,
mi scaccia di sua casa,
mi disereda infine. Amor m'impone
di rinunziare a voi.
Lascio Roma oggi stesso, e quanto prima
l'Europa. Addio. Siate felice. Questo
è l'ardente mio voto. Il vostro Ernesto."
Le solite pazzie!
Norina
Ma s'egli parte!...
Malatesta
Non partirà, v'accerto. In quattro salti
son da lui, della nostra
trama lo metto a parte, ed ei rimane,
e con tanto di cor.
Norina
Ma questa trama
si può saper qual sia?
Malatesta
A punire il nipote,
che opponsi alle sue voglie
Don Pasqual s'è deciso a prender moglie.
Norina
Già mel diceste.
Malatesta
Or ben, io suo dottore,
vistolo così fermo nel proposto,
cambio tattica, e tosto
nell'interesse vostro, e in quel d'Ernesto,
mi pongo a secondarlo. Don Pasquale
sa ch'io tengo al convento una sorella,
vi fo passar per quella -
egli non vi conosce - e vi presento
pria ch'altri mi prevenga;
vi vede e resta cotto.
Norina
Va benissimo.
Malatesta
Caldo caldo vi sposa.
Carlotto mio cugino
ci farà da Notaro. Al resto poi
tocca pensare a voi.
Lo fate disperar: il vecchio impazza,
I'abbiamo a discrezione...
Allor...
Norina
Basta. Ho capito.
Malatesta
Va benone.
Norina
Pronta son; purch'io non manchi
all'amor del caro bene:
farò imbrogli, farò scene,
so ben io quel ch'ho da far.
Malatesta
Voi sapete se d'Ernesto
sono amico, e ben gli voglio,
solo tende il nostro imbroglio
Don Pasquale a corbellar.
Norina
Siamo intesi. Or prendo impegno.
Malatesta
Io la parte ecco v'insegno.
Norina
Mi volete fiera?
Malatesta
No.
Norina
Mi volete mesta?
Malatesta
No, la parte non è questa.
Norina
Ho da pianger?
Malatesta
No.
Norina
O gridare?
Malatesta
No, la parte non è questa.
State un poco ad ascoltar.
Convien far la semplicetta.
Norina
Posso in questo dar lezione.
Malatesta
Collo torto, bocca stretta.
Malatesta e Norina
Or proviam quest'altra azione.
Norina
(con affettatura)
Mi vergogno... son zitella...
Malatesta
Brava, brava, bricconcella!
Va benissimo così.
Collo torto.
Norina
Cosi...
Malatesta
Brava.
Bocca stretta.
Norina
Mi vergogno.
Malatesta
Oh, benedetta!
Va benissimo cosi.
Malatesta e Norina
Vado, corro
al gran cimento,
Sì corriam.
Pieno ho il cor d'ardimento.
A quel vecchio affé la testa
questa volta ha da girar.
Norina
Già l'idea del gran cimento
mi raddoppia l'ardimento,
già pensando alla vendetta
mi comincio a vendicar.
Una voglia avara e cruda
i miei voti invan contrasta.
Io l'ho detto e tanto basta,
la saprò, la vo' spuntar.
Malatesta
Poco pensa don Pasquale
che boccon di temporale
si prepari in questo punto
sul suo capo a rovinar.
Urla e fischia la bufera,
vedo il lampo, il tuono ascolto;
la saetta fra non molto
sentiremo ad iscoppiar.