Atto secondo


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Sala in casa di don Pasquale.

Scena prima


Ernesto solo abbattutissimo.

Ernesto
Povero Ernesto!
Dallo zio cacciato
da tutti abbandonato,
mi restava un amico,
e un coperto nemico
discopro in lui, che a' danni miei congiura.
Perder Norina, oh Dio!
Ben feci a lei
d'esprimere in un foglio i sensi miei.
Ora in altra contrada
i giorni grami a trascinar si vada.

Cercherò lontana terra
dove gemer sconosciuto,
là vivrò col cuore in guerra
deplorando il ben perduto.
Ma né sorte a me nemica,
né frapposti monti e mar,
ti potranno, o dolce amica,
dal mio seno cancellar.
E se fia che ad altro oggetto
tu rivolga un giorno il core,
se mai fia che un nuovo affetto
spenga in te l'antico ardore,
non temer che un infelice
te spergiura accusi al ciel;
se tu sei, ben mio, felice,
sarà pago il tuo fedel.
(esce)

Scena seconda


Don Pasquale in gran gala seguito da un servo.

Don Pasquale
(al servo)
Quando avrete introdotto
il dottor Malatesta e chi è con lui,
ricordatevi bene,
nessuno ha più da entrar; guai se lasciate
rompere la consegna. Adesso andate.
(il servo parte)

Per un uom sui settanta...
(Zitto che non mi senta la sposina)
convien dir che son lesto e ben portante.
Con questo boccon poi
di toilette...
(si pavoneggia) Alcun viene...
eccoli. A te mi raccomando, Imene.

Scena terza


Malatesta conducendo per mano Nerina velata.

Malatesta
Via, da brava.

Norina
Reggo appena...
Tremo tutta...

Malatesta
V'inoltrate.
(nell'atto che il dottor fa inoltrare, Norina accenna colla mano a Don Pasquale di mettersi in disparte, Don Pasquale si rincantuccia)

Norina
Ah fratel, non mi lasciate.

Malatesta
Non temete.

Norina
Per pietà!
(appena Norina è sul davanti del proscenio il dottore corre a Don Pasquale)

Malatesta
Fresca uscita di convento,
natural è il turbamento,
è per tempra un po' selvatica.
Mansuefarla a voi si sta.

Norina
(Sta a vedere, vecchio matto,
ch'or ti servo come va.)

Don Pasquale
Mosse, voce, portamento,
tutto è in lei semplicità.
La dichiaro un gran portento
se risponde la beltà!

Malatesta
Mosse, voce, portamento,
tutto è in lei semplicità.

Norina
Ah fratello!

Malatesta
Non temete.

Norina
A star sola mi fa male.

Malatesta
Cara mia, sola non siete,
ci son io, c'è don Pasquale...

Norina
(con terrore)
Come? Un uomo! Ah, me meschina:
(agitatissima)
presto, andiam, fuggiam di qua.

Don Pasquale
(vedendo che vuol partire)
Dottore, dottore!...

Norina
(Sta a vedere, vecchio matto,
chi'io ti servo come va.)

Don Pasquale
(Com'è cara e modestina
nella sua semplicità.)

Malatesta
(Quella scaltra malandrina
impazzire lo farà.)
(a Norina)
Non abbiate paura, è Don Pasquale,
padrone e amico mio,
il re dei galantuomini.

Don Pasquale si confonde in inchini. Norina non lo guarda.

(a Norina)
Risponde al saluto.

Norina
(fa una riverenza senza guardar Don Pasquale)
Grazie, serva.

Don Pasquale
(Che piè... che bella mano!)

Malatesta
(E già cotto a quest'ora.)

Norina
(Oh, che baggiano!)

Don Pasquale dispone tre sedie; siedono, dottore nel mezzo.

Malatesta
(a Don Pasquale)
(Che ne dite?)

Don Pasquale
(È un incanto; ma, quel velo...)

Malatesta
Non oseria, son certo,
a sembiante scoperto
parlare a un uom. Prima l'interrogate,
vedete se nei gusti v'incontrate,
poscia vedrem.

Don Pasquale
(Capisco. Andiam, coraggio)
(a Norina)
Posto ch'ho l'avvantaggio...
(s'imbroglia)
Anzi il signor fratello...
Il dottor Malatesta...
Cioè volevo dir...

Malatesta
(Perde la testa.)
(a Norina)
Rispondete .

Norina
(facendo la riverenza)
Son serva, mille grazie.

Don Pasquale
(a Norina)
Volea dir ch'alla sera
la signora amerà la compagnia.

Norina
Niente affatto. Al convento
si stava sempre sole.

Don Pasquale
Qualche volta al teatro?

Norina
Non so che cosa sia, né saper bramo.

Don Pasquale
Sentimenti ch'io lodo.
Ma il tempo, uopo è passarlo in qualche modo.

Norina
Cucire, ricamar, far la calzetta,
badare alla cucina:
il tempo passa presto.

Malatesta
(Ah, malandrina!)

Don Pasquale
(agitandosi sulla sedia)
(Fa proprio al caso mio.)
(al dottore)
Quel vel per carità!

Malatesta
(a Norina)
Cara Sofronia.
Rimovete quel velo.

Norina
(vergognandosi)
Non oso... in faccia a un uom?

Malatesta
Ve lo comando.

Norina
Obbedisco, fratel.
(si toglie il velo)

Don Pasquale
(dopo averla guardata, levandosi a un tratto e dando indietro come spaventato)
Misericordia!

Malatesta
(tenendogli dietro)
Che fu? dite...

Don Pasquale
Una bomba in mezzo al core.
(agitatissimo)
Per carità, dottore,
ditele se mi vuole,
(con ansia)
mi mancan le parole,
sudo, agghiaccio... son morto.

Malatesta
(Via, coraggio,
mi sembra ben disposta, ora le parlo.)
(piano a Norina)
Sorellina mia cara.
Dite... vorreste... in breve.
Quel signore...
(accenna Don Pasquale)
vi piace?

Norina
(con un'occhiata a Don Pasquale che si ringalluzza)
A dirlo ho soggezione...

Malatesta
Coraggio .

Norina
(timidamente)
Sì. (Sei pure il gran babbione!)

Malatesta
(tornando a Don Pasquale)
Consente. È vostra.

Don Pasquale
(con trasporto)
Oh giubilo!
Beato me!

Norina
(Te n'avvedrai fra poco!)

Don Pasquale
Or presto pel notaro.

Malatesta
Per tutti i casi dabili
ho tolto meco il mio ch'è in anticamera
or l'introduco.
(esce)

Don Pasquale
Oh caro!
Quel dottor pensa a tutto.

Malatesta
(rientrando col notaro)
Ecco il notaro.

Don Pasquale e Norina seduti. I servi dispongono in mezzo alla scena un tavolo coll'occorrente da scrivere. Sopra il tavolo un campanello. Notaro saluta, siede e s'accinge a scrivere. Dottore in piedi a destra del Notaro come dettandogli.

Scena quarta


Notaro e detti.

Malatesta
Fra da una parte etcetera,
Sofronia Malatesta,
domiciliata etcetera
con tutto quel che resta;
e d'altra parte etcetera
Pasquale da Corneto etcetera.

Notaro
...etcetera.

Malatesta
Coi titoli e le formole
secondo il consueto.

Notaro
...eto.

Malatesta
Entrambi qui presenti,
volenti, e consenzienti

Notaro
...enti.

Malatesta
Un matrimonio in regola
a stringere si va.

Don Pasquale
(al notaro)
Avete messo?

Notaro
Ho messo.

Don Pasquale
Sta ben.
(va alla sinistra del notaro)
Scrivete appresso.
(come dettando)
Il qual prefato etcetera
di quanto egli possiede
in mobili ed immobili,
dona tra i vivi e cede
a titolo gratuito
alla suddetta etcetera
sua moglie dilettissima
fin d'ora la metà.

Norina
Sta scritto.

Don Pasquale
E intende ed ordina...

Notaro
...na.

Don Pasquale
Che sia riconosciuta...

Notaro
...uta.

Don Pasquale
In questa casa e fuori...

Notaro
...ori.

Don Pasquale
Padrona ampia assoluta,
e sia da tutti e singoli
di casa riverita...

Notaro
...ita.

Don Pasquale
Servita ed obbedita...

Notaro
...ita .

Don Pasquale
Con zelo e fedeltà.

Malatesta e Norina
(a Don Pasquale)
Rivela il vostro core
quest'atto di bontà.

Notaro
Steso è il contratto.
Le firme...

Don Pasquale
Ecco la mia.
(sottoscrivendo con vivacità)

Malatesta
(conducendo Norina al tavolo con dolce violenza)
Cara sorella, or via,
si tratta di segnar.

Notaro
Non vedo i testimoni,
un solo non può star.

Mentre Norina sta in atto di sottoscrivere, si sente la voce di Ernesto dalla porta d'ingresso. Norina lascia cader la penna.

Ernesto
(di dentro)
Indietro, mascalzoni,
indietro; io voglio entrar.

Norina
Ernesto! Or veramente
mi viene da tremar!

Malatesta
Ernesto! E non sa niente;
può tutto rovinar!

Ernesto senza badare agli altri va dritto a Don Pasquale.

Scena quinta


Ernesto e detti.

Ernesto
(a Don Pasquale con vivacità)
Pria di partir, signore,
vengo per dirvi, addio,
e come un malfattore
mi vien conteso entrar!

Don Pasquale
(ad Ernesto)
S'era in faccende: giunto
però voi siete in punto.
A fare il matrimonio
mancava un testimonio.
(volgendosi a Norina)
Or venga la sposina!

Ernesto
(vedendo Norina, nel massimo stupore)
(Che vedo? Oh ciel! Norina!
Mi sembra di sognar!)
(esplodendo)

Malatesta
(Per carità, sta' zitto,
ci vuoi precipitar.)
(di soppiatto a Ernesto)

Don Pasquale
(ad alta voce)
La sposa è quella.

Ernesto
(Ma questo non può star.)

Malatesta
(prende Ernesto in disparte)
(Figliuol, non mi far scene,
è tutto per tuo bene.
Se vuoi Norina perdere
non hai che a seguitar.
(Ernesto vorrebbe parlare)
Seconda la commedia,
sta cheto e lascia far.)

Norina
(Adesso, veramente,
mi viene da tremar.)

Malatesta
Questo contratto adunque
si vada ad ultimar.

Il dottore conduce a sottoscrivere prima Norina poi Ernesto; quest'ultimo metà per amore, metà per forza.

Notaro
(riunendo le mani degli sposi)
Siete marito e moglie.

Don Pasquale
(Mi sento a liquefar.)

Norina e Malatesta
(Va il bello a incominciar.)
(appena segnato il contratto, Norina prende un contegno naturale, ardito senza imprudenza e pieno di disinvoltura)

Don Pasquale
(facendo l'atto di volerla abbracciare)
Carina !

Norina
(respingendo con dolcezza)
Adagio un poco.
Calmate quel gran foco.
Si chiede pria licenza.

Don Pasquale
Me l'accordate?

Norina
No.
(qui il notaro si ritira inosservato; Don Pasquale rimane mortificatissimo)

Ernesto
Ah! Ah!
(ridendo)

Don Pasquale
(con collera) Che c'è da ridere,
impertinente?
Partite subito, immantinente,
via, fuor di casa...

Norina
(con disprezzo) Ohibò!
Modi villani e rustici
che tollerar non so.
(ad Ernesto)
Restate .
(a Don Pasquale)
Altre maniere
apprender vi farò.

Don Pasquale
(costernato)
Dottore !

Malatesta
(imitandoli)
Don Pasquale!

Don Pasquale
E un'altra!

Malatesta
Son di sale!

Don Pasquale
Che dir vorrai!

Malatesta
Calmatevi,
sentire mi farò.

Ernesto e Norina
(In fede mia dal ridere
frenarmi più non so.)

Norina
(a Don Pasquale)
Un uom qual voi decrepito,
qual voi pesante e grasso,
condur non può una giovane
decentemente a spasso.
Bisogno ho d'un bracciere.
(accennando Ernesto)
Sarà mio cavaliere.

Don Pasquale
(con vivacità)
Oh! questo poi, scusatemi,
oh, questo non può star.

Norina
(freddamente)
Non può star! Perché?

Don Pasquale
(risoluto)
Perché nol voglio.

Norina
(con ischerno)
Non lo volete?

Don Pasquale
(come sopra)
No.

Norina
(facendosi presso a Don Pasquale, con dolcezza affettata)
Idolo mio, vi supplico
scordar questa parola.
Voglio, per vostra regola,
(con enfasi crescente)
voglio, lo dico io sola;
tutti obbedir qui devono,
io sola ho a comandar.

Don Pasquale
Dottore...

Malatesta
(Ecco il momento critico.)

Ernesto
(Vediamo che sa far.)

Don Pasquale
Ma... ma...

Norina
Non voglio repliche.

Don Pasquale
(accennando Ernesto)
Costui... Non può.

Norina
(instizzita)
Che ma?... Taci, buffone.

Don Pasquale
Io? Voi!

Malatesta ed Ernesto
(Vediamo che sa far.)

Norina
Provato ho a prenderti
finora colle buone.
(facendoglisi presso con minaccia espressiva)
Saprò, se tu mi stuzzichi,
le mani adoperar.
(Don Pasquale dà indietro atterrito)

Don Pasquale
(da se) Ah!
(Sogno?... Veglio?... Cos'è stato?
Calci?... Schiaffi?... Brava! Bene!
Buon per me che m'ha avvisato.
Or vedrem che cosa viene!
Bada bene, don Pasquale,
è una donna a far tremar!)

Malatesta
(È rimasto là impietrato
sembra un uom cui manca il fiato.)

Norina ed Ernesto
(Vegli, o sogni, non sa bene
non ha sangue nelle vene.)

Malatesta
(a Don Pasquale)
Fate core, don Pasquale,
non vi state a sgomentar.

Norina
(Or l'amico, manco male,
si potrà capacitar.)

Ernesto
(Or l'intrico, manco male,
incomincio a decifrar.)

Norina va al tavolo, prende il campanello, e suona con violenza. Entra un servo.

Norina
(al servo)
Riunita immantinente
la servitù qui voglio.

Servo esce.

Don Pasquale
(Che vuol dalla mia gente?)

Malatesta
(Or nasce un altro imbroglio.)

Entrando due servi e un maggiordomo.

Norina
(ridendo)
Tre in tutto! Va benissimo,
c'è poco da contar.
A voi.
(al maggiordomo)
Da quanto sembrami
voi siete il maggiordomo.

Maggiordomo s'inchina.

Subito vi comincio
la paga a raddoppiar.

Maggiordomo si confonde in inchini.

Ora attendete agli ordini,
(al maggiordomo)
che mi dispongo a dar.
Di servitù novella
pensate a provvedermi;
sia gente fresca e bella,
tale da farci onor.

Don Pasquale
(a Norina con rabbia)
Poi quando avrà finito...

Norina
Non ho finito ancor.
(al maggiordomo)
Di legni un paio sia
domani in scuderia;
quanto ai cavalli poi,
lascio la scelta a voi.

Don Pasquale
Poi, quando avrà finito...

Norina
Non ho finito ancor.

Don Pasquale
Bene.

Malatesta
Meglio.

Norina
La casa è mal disposta.

Don Pasquale
La casa?

Norina
La vo' rifar di posta;
sono anticaglie i mobili,
si denno rinnovar.
Vi son mill'altre cose
urgenti, imperiose,
un parrucchier da scegliere,
un sarto, un gioielliere.

Don Pasquale
(con rabbla concentrata)
Avete mai finito?

Malatesta
(a Ernesto)
Vedi... senti... meglio...
che te ne par?

Don Pasquale
Ancora... Ebben... Che?...
Se... Io... Voi...
(con rabbia concentrata)
Avete ancor finito?

Norina
Fate le cose in regola,
non ci facciam burlar.

Malatesta ed Ernesto
(Comincia a lampeggiar.)

Don Pasquale
Ma dico... (Sto quasi per schiattar...)
(i servi partono)
Chi paga?

Norina
Oh bella! Voi.

Don Pasquale
A dirla qui fra noi
non pago mica.

Norina
No?

Don Pasquale
(riscaldato)
Sono o non son padrone?

Norina
(con disprezzo)
Mi fate compassione.
(con forza)
Padrone ov'io comando?

Malatesta
(interponendosi a Norina)
Sorella...

Norina
(a Don Pasquale con furia crescente)
Or or vi mando...

Ernesto
(Bene! Meglio!)

Norina
Siete un villano, un tanghero.

Don Pasquale
(con dispetto)
È vero, v'ho sposato.

Norina
(come sopra)
Un pazzo temerario...

Malatesta
(a Don Pasquale che sbuffa)
Per carità, cognato!
(interrompendo)

Norina
Che presto alla ragione
rimettere saprò.

Don Pasquale è fuori di sé, vorrebbe e non può parlare, la bile lo affoga.

Don Pasquale
Io? Voi sola siete pazza!
Io sono qui il padrone...
Io... se... ma...
Son tradito, calpestato,
mille furie ho dentro al petto,
quest'inferno anticipato
non lo voglio sopportar.

Norina
(piano ad Ernesto)
Or t'avvedi, core ingrato,
che fu ingiusto il tuo sospetto.
Solo amor m'ha consigliato
(accennando Don Pasquale)
questa parte a recitar.
Don Pasquale, poveretto!
È vicino ad affogar.

Ernesto
(a Norina)
Sono, o cara, sincerato,
momentaneo fu il sospetto.
Solo amor t'ha consigliato
(accennando Don Pasquale)
questa parte a recitar.
Don Pasquale, poveretto!
È vicino ad affogar.

Malatesta
(a Don Pasquale)
Siete un poco riscaldato,
mio cognato, andate a letto.
Son stordito, son sdegnato,
l'ha costei con me da far.
(a Ernesto)
Attenzione, che il poveretto
non vi vegga amoreggiar.

Don Pasquale
(a Norina, ironico)
La casa è mal disposta,
son anticaglie i mobili...
Un pranzo cinquanta,
un sarto, un gioielliere...

Norina
(con dispetto)
Sì.

Ernesto e Malatesta ridono.

Don Pasquale
(sbuffando)
Son tradito, beffeggiato,
mille furie ho dentro il petto,
dalla rabbia, dal dispetto,
son vicino a soffocar.

Atto terzo


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