Interno
dell'abitazione di Norma.
Da una parte un letto romano coperto di pelle d'orso. I figli di Norma sono addormentati.
[Introduzione]
Norma con
una lampa e un pugnale alla mano. Siede e posa la lampa sopra una tavola. E'
pallida, contraffatta, ec.
Norma
Dormono entrambi... non vedran la mano
Che li percuote. ‑ Non pentirti, o core;
Viver non ponno... Qui supplizio, e in Roma
Obbrobio avrian, peggior supplizio assai...
Schiavi d'una matrigna. ‑ Ah! no: giammai.
(Sorge risoluta)
Muoiano, sì. (fa un passo e si ferma) Non posso
Avvicinarmi: un gel mi prende, e in fronte
Mi si solleva il crin. ‑ I figli uccido!...
Teneri figli ... pur dianzi
Delizia mia ... essi nel cui sorriso
Il perdono del ciel mirar credei!...
Ed io li svenerò?... di che son rei?
(Risoluta)
Di Pollion son figli:
(Pausa)
Ecco il delitto. Essi per me son morti:
Muojan per lui:
E non sia pena che la sua somigli.
Feriam...
(s'incammina verso il letto: alza il pugnale; essa dà
un grido inorridita.. i figli si svegliano)
Ah! no... son miei figli!... Miei figlii! (32)
(li abbraccia piangendo amaramente)
Olà!... Clotilde!
Vola...
Adalgisa a me guida.
Ella qui presso
Solitaria si aggira, e prega e plora.
Norma
Va. ‑ (Clotilde parte)
Si emendi il mio fallo... e poi... si mora.
Scena terza [Recitativo e Duetto]
Adalgisa
e Norma.
Adalgisa (con timore)
Me chiami, o Norma!... (sbigottita)
Qual ti copre il volto
Tristo pallor?
Pallor di morte. ‑ Io tutta
L'onta mia ti rivelo.(33)
Una preghiera sola
Odi, e l'adempi, se pietà pur merta
Il presente mio duolo... e il duol futuro.
Tutto, tutto io prometto.
Il giura.
Il giuro.
Norma
Odi. ‑ Purgar quest'aura
Contaminata dalla mia presenza
Ho risoluto, né trar meco io posso
Questi infelici... a te gli affido...
Oh cielo!
A me gli affidi?
Nel romano campo
Guidali a lui... che nominar non oso.
Oh! che mai chiedi?
Sposo
Ti sia men crudo. ‑ io gli perdono, e moro.
Adalgisa
Sposo!... Ah! mai...
Pei figli suoi t'imploro.
Deh! con te, con te li prendi...
Li sostieni, li difendi...
Non ti chiedo onori e fasci;(34)
A' tuoi figli ei fian serbati:
Prego sol che i miei non lasci
Schiavi, abbietti, abbandonati...
Basti a te che disprezzata
Che tradita io fui per te.
Adalgisa, deh! ti mova
Tanto strazio del mio cor.
Adalgisa
Norma! ah! Norma, ancora amata,
Madre ancor sarai per me.
Tienti i figli. Non fia mai
Ch'io mi tolga a queste arene.`
Norma
Tu giurasti...
Sì, giurai...
Ma il tuo bene, il sol tuo bene.
Vado al campo, ed all'ingrato
Tutti io reco i tuoi lamenti:
La pietà che mi hai destato
Parlerà sublimi accenti...
Spera, ah, spera... amor, natura
Ridestarsi in lui vedrai...
Del suo cor son io secura...
Norma ancor vi regnerà.
Norma
Ch'io lo preghi?Ah! no: giammai.
Norma, ti piega.
No, più non t'odo ‑ parti... va.
Adalgisa
Mira, o Norma, a' tuoi ginocchi
Questi cari pargoletti.
Ah! pietà di lor ti tocchi
Se non hai di te pietà.
Norma
Ah! perché la mia costanza
Vuoi scemar con molli affetti?
Più lusinghe, più speranza,
Presso a morte un cor non ha.
Cedi... deh! cedi.
Ah! lasciami.
Ei t'ama.
E già sen pente.
Norma
E tu?...
Lo amai... quest'anima
Sol l'amistade or sente.
Norma
0 giovinetta!... E vuoi?...
Renderti i dritti tuoi,
0 teco al cielo, agli uomini
Giuro celarmi ognor.
Sì... hai vinto... abbracciami.
Trovo un'amica ancor.
Sì, fino all'ore estreme
Compagna tua m'avrai:
Per ricovrarci insieme
Ampia è la terra assai.
Teco del Fato all'onte
Ferma opporrò la fronte,
Finché il mio core a battere
Io senta sul tuo cor.
(partono)
Luogo
solitario presso il bosco dei Druidi, cinto da burroni e da caverne. In fondo
un lago attraversato da un ponte di pietra.
[Coro e Sortita d'Oroveso]
Non partì?
Finora è al campo.
Tutto il dice. I feri carmi,
Il fragor, dell'armi il suon,
Delle insegne il ventilar.
Attendiam: un breve inciampo
Non ci turbi, non ci arresti;
E in silenzio il cor si appresti
La grand'opra. a consumar.
Oroveso
Guerrieri! a voi venirne
Credea foriero d'avvenir migliore.
Il generoso ardore,
L'ira che in sen vi bolle
Io credea secondar; ma il Dio non volle.
Coro
Come? E le nostre selve
L'abborrito Proconsole non lascia?
Non riede al Tebro?
Un più temuto e fiero
Latino condottiero
A Pollion succede .(36)
Coro
E Norma il sa? di pace
E consigliera ancor?
Invan di Norma
La mente investigai.
Coro
E che far pensi?
Al fato
Piegar la fronte, separarci, e nullo
Lasciar sospetto del fallito intento.
E finger sempre?
Cruda legge! il sento.
Ah! del Tebro al giogo indegno
Fremo io pure, all'armi anelo;
Ma nemico è sempre il cielo,
Ma consiglio è simular.
Coro
Sì fingiam, se il finger giovi;
Ma il furore in sen si covi.
Oroveso
Divoriamo in cor lo sdegno,
Tal che Roma estinto il creda:
Dì verrà che desto ei rieda
Più tremendo a divampar.
Coro
Guai per Roma allor che il segno
Dia dell'armi il sacro altar!
(partono)
Scena sesta
Tempio d'Irminsul. ‑ Ara da un lato.
Norma,
indi Clotilde.
Norma
Ei tornerà…Sì, mia fidanza è posta
In Adalgisa: ei tornerà pentito,
Supplichevole, amante. Oh! a tal pensiero
Sparisce il nuvol nero
Che mi premea la fronte, e il sol m'arride,
Come del primo amore ai dì felici.
Clotilde!
(entra Clotilde)
0 Norma!... Uopo è d'ardir.
Che dici?
Lassa!
Favella.
Indarno
Parlò Adalgisa, e pianse.
Norma
Ed io fidarmi
Di lei dovea? Di mano uscirmi, e bella
Del suo dolore presentarsi all'empio
Ella
tramava.
Ella
ritorna al tempio:
Trista, dolente implora
Di profferir suoi voti.
Ed egli?
Ed egli
Rapirla giura anco all'altar del Nume.
Troppo il fellon presume.
Lo previen mia vendetta ‑ e qui di sangue...
Sangue romano... scorreran torrenti.
(Corre all'ara, e batte tre volte lo scudo d'Irminsul)
Coro (di dentro)
Squilla il bronzo del Dio!
Accorrono da varie parti Oroveso, i Druidi, i Bardi e le Ministre. A poco a poco il tempio si riempie d'armati.
Norma si colloca sull'altare,
Norma! che fu? Percosso
Lo scudo d'Irminsul, quali alla terra
Decreti intima?
Guerra
Strage, sterminio.
E a noi pur dianzi pace
S'imponea pel tuo labbro!
Ed ira adesso,
Stragi, furore e morti.
Il cantico di guerra alzate, o forti.
[Coro](37)
Tutti
Guerra, guerra! Le galliche selve
Quante han querce producon guerrier.
Qual sul gregge fameliche belve
Sui Romani van essi a cader.
Sangue, sangue! Le galliche scuri
Fino al tronco bagnate ne son
Sovra i Flutti del Ligeri (38) impuri,
Ei gorgoglia con funebre suon.
Strage, strage, sterminio, vendetta!
Già comincia, si compie, si affretta.
Come biade da falci mietute
Son di Roma le schiere cadute.
Tronchi i vanni, (39) recisi gli artigli,
Abbattuta ecco l'aquila al suol.
A mirar il trionfo dei figli
Ecco il Dio sovra un raggio di sol.(40)
[Recitativo e Duetto]
Né compi il rito, o Norma?
Né la vittima accenni?"
Ella fia pronta.
Non mai l'altar tremendo
Di vittime mancò. ‑ Ma qual tumulto!
Clotilde frettolosa e Detti.
Al nostro tempio insulto
Fece un Romano: nalla sacra chiostra
Delle vergini alunne egli fu cólto.
Un Romano?
(Che ascolto?
Se mai foss'egli?)
A noi vien tratto.
(E desso!)
Scena nona
Pollione
fra soldati e Detti.
E’ Pollion!
(Son vendicata adesso.)
Oroveso (assai maestoso)
Sacrilego nemico, e chi ti spinse
A violar queste temute soglie,
A sfidar l'ira d'Irminsul?
Pollione (con fierezza)
Ferisci;
Ma non interrogarmi.
Norma (svelandosi)
lo ferir deggio.
Scostatevi.
Chi veggio?
Norma!
Sì, Norma.
Il sacro ferro impugna,
Vendica il Dio.
Norma (Prende il pugnale dalle mani di Oroveso)
Sì,
feriam. (si arresta)
Tu tremi?
(Ah! non poss'io.)
Che fia? Perché t'arresti?
(Poss'io sentir pietà!)
Ferisci.
(pausa)
lo deggio
Interrogarlo... investigar qual sia
L'insidiata o complice ministra
Che il profan persuase a fallo estremo.
Ite per poco.
(Che
far pensa?)
(lo tremo.)
(Oroveso e il Coro si ritirano. Il
tempio rimane sgombro)
In mia man alfin tu sei:
Niun potria spezzar tuoi nodi.
Io lo posso.
lo lo voglio.
E come?
M'odi. Pel tuo Dio, pe' figli tuoi...
Giurar déi, che d'ora in poi..
Adalgisa fuggirai...
All'altar non la torrai... ...
E la vita io ti perdono ...
E non più ti rivedrò.
Giura.
No: sì vil non son.
Norma (con furore represso)
Giura, giura!
Pollione (con forza)
Ah! pria morrò.
Non sai tu che il mio furore
Passa il tuo?
Ch'ei piombi attendo.
Norma
Non sai tu che ai figli in core
Questo ferro...
Pollione (con grido)
Oh Dio! che intendo?
Norma (con pianto lacerante)
Sì, sovr'essi alzai la punta...
Vedi... vedi a che son giunta!...
Non ferii, ma tosto... adesso
Consumar potrei l'eccesso...
Un istante ... : e d'esser madre
Mi poss'io dimenticar.
Ah! crudele, in sen del padre
Il pugnal tu déi vibrar.
A me il porgi.
A te!
Che spento
Cada io solo!
Solo!... Tutti.
I Romani a cento a cento
Fian mietuti, fian distrutti...
E Adalgisa...
Ahimè!
Infedele
A' suoi voti...
Ebben, crudele?
Norma (con furore)
Adalgisa fia punita;
Nelle fiamme perirà.
Ah! ti prendi la mia vita,
Ma di lei, di lei pietà.
Preghi alfine? indegno! è tardi.
Nel suo cor ti vo' ferire.
Già mi pasco ne' tuoi sguardi,
Del tuo duol, del suo morire.
Posso alfine, io posso farti
Infelice al par di me.(42)
Pollione
Ah! t'appaghi il mio terrore;
Al tuo piè son io piangente,...
In me sfoga il tuo furore,
Ma risparmia un'innocente:
Basti, basti a vendicarti
Ch'io mi sveni innanzi a te.
[Recitativo e Terzetto ‑ Finale II]
Dammi quel ferro.
Che osi?
Scostati.
Il ferro, il ferro!
Olà, ministri,
Sacerdoti, accorrete.
Ritornano
Oroveso, i Druidi, i Bardi e i Guerrieri
All'ira vostra
Nuova vittima io svelo. Una spergiura
Sacerdotessa i sacri voti infranse,
Tradì la patria, il Dio degli avi offese.
Tutti
Oh! delitto! oh! furor! La fa palese.
Sì, preparate il rogo.
Oh! ancor ti prego...
Norma, pietà.
La svela.
Udite. (lo rea
L'innocente accusar del fallo mio?)
Parla: chi è dessa?
Ah! non lo dir.
Son io.
Oroveso
Tu! Norma!
Io stessa: Il rogo ergete.
(D'orrore io gelo).
(Mi manca il cor).
Tu delinquente!
Non le credete.
Norma non mente.
Oh! mio rossor!
Coro
Oh! quale orror!...
Norma
Qual cor tradisti, qual cor perdesti
Quest'ora orrenda ti manifesti.
Da me fuggire tentasti invano;
Crudel Romano, tu sei con me.
Un nume, un fato di te più forte
Ci vuole uniti in vita e in morte.
Sul rogo istesso che mi divora,
Sotterra ancora sarò con te.
Ah! troppo tardi t'ho conosciuta, ...
Sublime donna, io t'ho perduta, ...
Col mio rimorso è amor rinato,
Più disperato, furente egli è.
Moriamo insieme, ah! sì, moriamo;
L'estremo accento sarà ch'io t'amo.
(crescendo di passione)
Ma tu morendo, non m'aborrire,
Pria di morire perdona a me.
Oh! in te ritorna, ci rassicura;
Canuto padre te ne scongiura:
Dì che deliri, dì che tu menti,
Che stolti accenti uscir da te.
Il Dio severo che qui t'intende
Se stassi muto, se il tuon sospende,
Indizio è questo, indizio espresso
Che tanto eccesso punir non de'.
Norma! ... deh! Norma! scolpati...
Taci? ... ne ascolti appena?
(Norma si troverà vicina a Pollione, che solo sente le
sue parole)
Norma (scuotendosi con un grido)
Cielo! e i miei figli?
Ahi! miseri! oh pena!
Norma (volgendosi a Pollione)
I nostri figli?
Oh pena!
Norma sei rea?
Norma (disperatamente)
Sì, oltre ogni umana idea.
(come colpita da un'idea, s'incammina verso il padre.
Pollione in
tutta questa scena osserverà con agitazione
i movimenti di
Norma e Oroveso. ) (43)
Empia!
Norma (ad Oroveso)
Tu m'odi.
Scostati.
Norma (a stento trascinandolo in disparte)
Deh! m'odi!
Oh! mio dolor!
Norma (piano ad Oroveso)
Son madre...
Oroveso (colpito)
Madre!!!
Acquetati...
Clotilde ha i figli miei...
Tu li raccogli... e ai barbari
L'invola insiem con lei...
Oroveso
No… giammai… va…lasciami.
Norma
Ah! padre!... un prego ancor. (s'inginocchia)
(sempre piano ad Oroveso)
Deh! non volerli vittime
Del mio fatale errore...
Deh! non troncar sul fiore
Quell'innocente età.
Pensa che son tuo sangue...
Abbi di lor pietà.
Padre! tu piangi!
Oppresso è il core.
Commosso è già.
Norma
Piangi e perdona.(44)
Ha vinto amore.
Ah! tu perdoni. ‑ Quel pianto il dice.
Io più non chiedo. ‑ Io son felice.
Contenta il rogo ‑ io ascenderò.
Ah! più non chiedo.
Contento il rogo ‑ io ascenderò.
Oroveso
Figlia!Ah! consolarmene ‑ mai non potrò.
Norma
Tu mel prometti?...
Oroveso
Ah! cessa, infelice!…Io tel prometto.
Coro
Piange!... prega!... che mai spera?
Qui respinta è la preghiera.
Le si spogli il crin del serto:
Sia coperto ‑ di squallor.
(i Druidi coprono d'un velo nero la Sacerdotessa)
Vanne al rogo; ed il tuo scempio
Purghi l'ara e lavi il tempio.
Maledetta estinta ancor!
Va, infelice!
Norma (incamminandosi)
Padre!... addio.
Il tuo rogo, o Norma, è il mio.
Là più santo
Incomincia eterno amor.
Norma (si volge ancora una volta)
Padre! ... addio!...
Oroveso (la guarda)
Addio!...
Sgorga, o pianto;
Sei permesso a un genitor.