[Sinfonia]
Foresta sacra de' Druidi;(2)in mezzo, la quercia d'Irminsul, al piè della quale vedesi la pietra druidica che serve d'altare.(3)
Colli in distanza sparsi di selve.E&146; notte; lontani fuochi trapelano dai boschi.
[Introduzione]
Al suono di marcia religiosa difilano le schiere de'
Galli, indi la processione de' Druidi.
Per ultimo Oroveso
coi maggiori sacerdoti.
Ite sul colle, o Druidi,
&160;Ite a spiar ne' cieli
Quando il suo disco argenteo
La nuova Luna sveli;
Ed il primier sorriso
Del virginal suo viso
Tre volte annunzi il mistico
Bronzo sacerdotal.
Il sacro vischio a mietere Norma verrà?
Sì, Norma.
Dell'aura tua profetica,&160;
Terribil Dio, l'informa:&160;
Sensi, o Irminsul, le inspira&160;
D'odio ai Romani e d'ira,&160;
Sensi che questa infrangano&160;
Pace per noi mortal .(4)
Sì: parlerà terribile
Da queste querce antiche:
Sgombre farà le Gallie
Dall'aquile nemiche:
E del suo scudo il suono,
Pari al fragor del tuono,
Nella città dei Cesari
Tremendo eccheggerà.
Luna, ti affretta a sorgere!
Norma all'altar verrà.
( Si allontanano tutti e si perdono nella foresta: di
quando in quando si odono ancora le
loro voci risuonare in lontananza. Escono quindi da un
lato Flavio e Pollione guardinghi e
ravvolti nelle loro toghe).'
Scena seconda &160;[Recitativo e Cavatina )
Svanir le voci &150;
e dell'orrenda selva
Libero è il varco.
In quella selva è morte.
Norma tel disse.
Profferisti un nome
Che il cor m'agghiaccia.
Oh! che di' tu? l'amante!...
La madre de' tuoi figli!...
A me non puoi
Far tu rampogna, ch'io mertar non senta;
Ma nel mio core è spenta.
La prima fiamma, e un Dio(6)&160; la spense, un Dio
Nemico al mio riposo: ai piè mi veggo
L'abisso aperto, e in lui m'avvento io stesso.
Flavio
Altra ameresti tu ?
Parla sommesso.
Un'altra, sì, ... Adalgisa...
Tu la vedrai ... fior d'innocenza e riso
Di candore e di amor. Ministra al tempio
Di questo Iddio di sangue, ella vi appare
Come raggio di stella in ciel turbato.
Flavio
Misero amico! e amato
Sei tu del pari?
lo n'ho fiducia.
E l'ira
Non temi tu di Norma?
&160;Atroce, orrenda,
Me la presenta il mio rimorso estremo...
Un sogno...
Ah! narra.
Pollione
In rammentarlo io tremo.(7)
Meco all'altar di Venere
Era Adalgisa in Roma,
Cinta di bende candide,
Sparsa di fior la chioma.
Udia d'Imene i cantici,
Vedea fumar gli incensi,
Eran rapiti i sensi
Di voluttade e amor.
Quando fra noi terribile
Viene a locarsi un'ombra:
L'ampio mantel druidico
Come un vapor l'ingombra:
Cade sull'ara il folgore,(8)
D'un vel si copre il giorno,
Muto si spande intorno
Un sepolcrale orror.
Più l'adorata vergine
lo non mi trovo accanto;
N'odo da lunge un gemito,
Misto de' figli al pianto...
Ed una voce orribile
Eccheggia in fondo al tempio
Norma così fa scempio
Di amante traditor.&160;
(Squilla il sacro bronzo)
&160;Flavio
Odi?... 1 suoi riti a compiere&160;
Norma dal tempio move.
&160;Voci (lontane)
Sorta &138; la Luna, o Druidi,
Ite, profani, altrove.
Vieni, fuggiam... sorprendere,
Scoprire alcun ti può.(9)
Pollione
Traman congiure i Barbari...&160;
Ma io li preverrò...&160;&160;&160;&160;&160;
Me protegge, me difende
Un poter maggior di loro.
E&146;il pensier di lei che adoro;
E&146; l'amor che m'infiammò.
Di quel Dio` che a me contende
Quella vergine celeste
Arderò le rie foreste,
L'empio altare abbatterò.
(Partono rapidamente)
Scena terza
[Coro] Druidi dalfondo,
Sacerdotesse, Guerrieri, Bardi, Eubagi,(11) Sacrificatori, e in mezzo a tutti Oroveso.&160;&160;&160;&160;&160;&160;
Coro generale
Norma viene: le cinge la chioma
La verbena ai misteri sacrata;'(12)
In sua man come luna falcata
L'aurea falce diffonde splendor.
Ella viene: e la stella di Roma
Sbigottita si copre di un velo;
Irminsul corre i campi del cielo
Qual cometa foriera d'orror.
[Scena e Cavatina]
Norma in mezzo alle sue ministre. Ha sciolti i capegli, la
fronte circondata di una corona di verbena, ed armata la
mano d'una falce d'oro. Si
colloca sulla pietra druidica, e volge gli occhi d'intorno come inspirata.
Tutti fanno silenzio.(13)
&160;
Norma
Sediziose voci,
Voci di guerra avvi chi alzar si attenta
Presso all'ara del Dio? v'ha chi presume
Dettar responsi alla veggente Norma,
E di Roma affrettar il fato arcano?...
Ei non dipende da potere umano.&160;&160;&160;&160;&160;&160;
Oroveso
E fino a quando oppressi
Ne vorrai tu? Contaminate assai
Non fur le patrie selve e i templi aviti
Dall'aquile latine? Omai di Brenno
Oziosa non può starsi la spada.(14)
Si brandisca una volta.
E infranta cada!
Infranta, sì, se alcun di voi snudarla
Anzi tempo pretende. Ancor non sono
Della nostra vendetta i dì maturi:
Delle sicambre scuri Sono i pili romani ancor più forti.(15)&160;&160;&160;&160;&160;&160;
Tutti
E che ti annunzia il Dio? parla: quai sorti?&160;&160;&160;&160;&160;&160;
Norma
Io nei volumi arcani
Leggo del cielo; in pagine di morte
Della superba Roma è scritto il nome...
Ella un giorno morrà; ma non per voi.
Morrà pei vizi suoi;
Qual consunta morrà. L'ora aspettate,
L'ora fatal che compia il gran decreto.
Pace v'intimo... e il sacro vischio io mieto.(16)
(Falcia il vischio le
Sacerdotesse lo raccolgono in canestri di vimini.
Norma si avanza e stende le
braccia al cielo. La
luna splende in tutta la sua luce. Tutte si prostrano.) (17)
Norma, Oroveso e Coro
Casta Diva, che inargenti&160;
Queste sacre antiche piante,&160;
A noi volgi il bel sembiante
&160;Senza nube e senza vel.&160;&160;&160;&160;&160;&160;
Norma
Tempra tu de' cori ardenti,&160;
Tempra ancor lo zelo audace,
Spargi in terra quella pace
Che regnar tu fai nel ciel.&160;&160;&160;
Oroveso e Coro&160;&160;&160;&160;&160;&160;
Spargi in terra quella pace
Che regnar tu fai nel ciel.&160;&160;&160;&160;&160;&160;
Norma
Fine al rito; e il sacro bosco
Sia disgombro dai profani.
Quando il Nume irato e fosco
Chiegga il sangue dei Romani&160;&160;&160;&160;&160;&160;
Dal druidico delubro.(19)
La mia voce tuonerà.&160;&160;&160;&160;&160;
Oroveso e Coro
Tuoni; e un sol del popol empio
Non isfugga al giusto scempio;
E primier da noi percosso
Il Proconsole (20) cadrà.&160;&160;&160;&160;&160;&160;
Norma&160;&160;&160;&160;&160;&160;
Cadrà... punirlo io posso...
(Ma punirlo il cor non sa).&160;&160;&160;&160;&160;&160;
(Ah! bello a me ritorna
Del fido amor primiero;
E contro il mondo intiero
Difesa a te sarò.&160;&160;&160;&160;&160;&160;
Ah! bello a me ritorna
Del raggio tuo sereno;&160;&160;&160;&160;&160;
E vita nel tuo seno,&160;&160;&160;&160;&160;&160;
E patria, e cielo avrò.)&160;&160;&160;&160;&160;&160;
Oroveso e Coro
Sei lento, si, sei lento&160;&160;&160;&160;&160;&160;
O giorno di vendetta;&160;&160;&160;&160;&160;&160;
Ma irato il Dio t'affretta&160;&160;&160;&160;&160;&160;
Che il Tebro(21) condannò.
Norma
(Ah! riedi ancora&160;
Qual eri allora,&160;
Quando il cor,
Ti diedi allora.)(22)
(Norma parte, e tutti la seguono in
ordine)
Scena quinta
[Scena e Duetto] Adalgisa sola&160;&160;
Sgombra è la sacra selva,
Compiuto il rito. Sospirar non vista
Alfin poss'io, qui, dove a me s'offerse
La prima volta quel fatal Romano,
Che mi rende rubella al tempio, al Dio...
Fosse l'ultima almen! - Vano desio!
Irresistibil forza
Qui mi strascina... e di quel caro aspetto
Il cor si pasce... e di sua cara voce
L'aura che spira mi ripete il suono.
(corre a prostrarsi sulla pietra d'Irminsul)
Deh! proteggimi, o Dio: perduta io son.
Gran Dio, abbi pietà: perduta io son.(24)
Pollione (a Flavio)
(Eccola ‑ va ‑ mi lascia Ragion non odo.)
(Flavio parte)
Adalgisa (veggendolo, sbigottita)
Oh! tu qui !(25)
Che veggo?
Piangevi tu?
Pregava. ‑ Ah! t'allontana,
Pregar mi lascia.
Un Dio tu preghi atroce,
Crudele, avverso al tuo desire e al mio.
0 mia diletta! il Dio
Che invocar devi, è Amore...
Amor!! deh! taci...
Ch'io
più non t'oda.(si allontana da lui.)
E vuoi fuggirmi? e dove
Fuggir vuoi tu ch'io non ti segua?
Al tempio,
Ai sacri altari che sposar giurai.
Gli altari!... e il nostro amor?...
Io l'obbliai.
Va, crudele; al Dio Spietato
Offri in dono il sangue mio.
Tutto, ah! tutto ei sia versato,
Ma lasciarti non poss'io:
Sol promessa al Dio tu fosti...&160;
Ma il tuo core a me si diè...
Ah! non sai quel che mi costi
Perch'io mai rinunzi a te.
Adalgisa
E tu pure, ah! tu non sai
Quanto costi a me dolente!
&160;All'altare che oltraggiai&160;
Lieta andava ed innocente...&160;
Il pensiero al cielo ergea,&160;
Il mio Dio vedeva in ciel...
Or per me spergiura e rea
Cielo e Dio ricopre un vel.
Pollione
Ciel più puro, e Dei migliori
T'offro in Roma, ov'io mi reco.
Adalgisa (colpita)
Parti forse!!
Ai nuovi albòri...
Adalgisa&160;
Parti! ed io?...
Tu vieni meco.
De' tuoi riti è Amor più santo...
A lui cedi, ah! cedi a me.
Adalgisa (più commossa)
Ah! non dirlo...
Il dirò tanto
Che ascoltato io sia da te.
(con tutta la tenerezza)
Vieni in Roma, ah! vieni, o cara...
Dove è amore, è gioja, è vita:
Inebbriam nostr'alme a gara
Del contento a cui ne invita...
Voce in cor parlar non senti,
Che promette eterno ben?
Ah! dà fede ai dolci accenti...
Sposo tuo mi stringi al sen.
Adalgisa
(Ciel! così parlar l'ascolto...&160;
Sempre, ovunque, al tempio istesso...&160;
Con quegli occhi, con quel volto&160;
Fin sull'ara il veggo impresso ...&160;
Ei trionfa del mio pianto,&160;
Del mio duol vittoria ottien ...
Ciel! mi togli al dolce incanto,&160;
0 l'error perdona almen.)
Adalgisa!!
Ah! mi risparmi
Tua pietà maggior cordoglio.
Pollione&160;
Adalgisa! e vuoi lasciarmi?...
lo... Ah!... non posso... seguir ti voglio.
Pollione &160;
Qui... domani, all'ora istessa...
Verrai tu?
Ne fo promessa.
Giura.
Giuro.
Oh! mio contento!
Ti rammenta...
Ah! mi rammento&133;
Al mio Dio sarò spergiura;
Ma fedele a te sarò.
L'amor tuo mi rassicura;
E il tuo Dio sfidar saprò.
(partono.)
Vanne, e li cela entrambi. ‑ Oltre l'usato
lo tremo d'abbracciarli...
E qual ti turba
Strano timor, che i figli tuoi rigetti?
Non so... doversi affetti
Strazian quest'alma. ‑ Amo in un punto ed odio
I figli miei... Soffro in vederli, e soffro
S'io non li veggo. Non provato mai
Sento un diletto ed un dolore insieme
D&146;esser lor madre.
E madre sei?...
Nol
fossi!
Clotilde
Qual rio contrasto!!...
Imaginar non puossi.
0 mia Clotilde!... richiamato al Tebro
E&146; Pollione.
Clotilde
E teco ei parte?
Ei tace Il suo pensiero. ‑ Oh! s'ei fuggir tentasse...
E qui lasciarmi? ... se obbliar potesse
Questi suoi figli! ...
E il credi tu?
Non l'oso.
t troppo tormentoso,
Troppo orrendo è un tal dubbio. ‑ Alcun s'avanza.
Va... li cela.
(Clotilde
parte coi fanciulli. Norma li
abbraccia)
Adalgisa!
Adalgisa (da lontano)
(Alma, costanza.)
Norma
T'inoltra, o giovinetta,
T'inoltra ‑ E perché tremi? ‑ Udii che grave
A me segreto palesar tu voglia.
Adalgisa
E&146; ver. ‑ Ma, deh! ti spoglia
Della celeste austerità che splende
Negli occhi tuoi&133;Dammi coraggio, ond'io
Senza alcun velo ti palesi il core.
(si prostra. Norma la solleva)
Norma
Mi abbraccia, e parla ‑ Che ti affligge?
Adalgisa (Dopo un momento d'esitazione)&160;
Amore... Non t'irritar... Lunga stagion pugnai
Per soffocarlo... ogni mia forza ci vinse...
Ogni rimorso. ‑ Ah! tu non sai pur dianzi
Qual giuramento io fea!... fuggir dal tempio...
Tradir l'altare a cui son io legata,
Abbandonar la patria...
Ahi! sventurata!
Del tuo primier mattino
Già turbato è il sereno?... E come, e quando
Nacque tal fiamma in te?
Adalgisa
Da un solo sguardo
Da un sol sospiro, nella sacra selva,
A piè dell'ara ov'io pregava il Dio.
Tremai &133;sul labbro mio
Si arrestò la preghiera: e tutta assorta
In quel leggiadro aspetto, un altro cielo
Mirar credetti, un altro cielo in lui..
Norma (distratta)
(Oh! rimembranza! io fui
Così rapita al sol mirarlo in volto.)
Adalgisa
Ma non mi ascolti tu?
&160;Norma
Segui ..t'ascolto.&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;&160;
Adalgisa.
Sola, furtiva, al tempio
&160;lo l'aspettai sovente;
Ed ogni dì più fervida
Crebbe la fiamma ardente.
(lo stessa arsi così.)(26)
Adalgisa
Vieni, ei dicea, concedi&160;
Ch'io mi ti prostri ai piedi,
Lascia che l'aura io spiri
De' dolci tuoi sospiri
Del tuo bel crin le anella,
Dammi poter baciar
(Oh! cari accenti!
Così li proferia...
Così trovava del mio cor la via.)
Dolci qual arpa armonica
M'eran le sue parole;
Negli occhi suoi sorridere
Vedea più bello un sole
(L'incanto suo fu il mio.)
lo fui perduta, e il sono;
D'uopo ho del tuo perdono.
Ah! tergi il pianto: avrò pietade.
Adalgisa&160;
Deh! tu mi reggi e guida,&160;
Me rassicura, o sgrida,
Salvami da me stessa,
Salvami dal mio cor.
Ah! tergi il pianto:
Te non lega eterno nodo all'ara.
Ah! sì, fa core, e abbracciami.
Perdono e ti compiango.
Dai voti tuoi ti libero,
I tuoi legami io frango.
Al caro oggetto unita
Vivrai felice ancor.
Adalgisa
Ripeti, o ciel, ripetimi
Sì lusinghieri accenti:
Per te, per te s'acquetano
I lunghi miei tormenti.
Tu rendi a me la vita,
Se non è colpa amor.
(Scena
e Terzetto &150; Finale I )
Norma
Ma dì... l'amato giovane
Quale fra noi si noma?
Adalgisa&160;
Culla ei non ebbe in Gallia...&160;
Roma gli è patria...
Roma!
Ed è? prosegui...
Pollione e dette.
Il mira
Norma&160;
Ei! Pollione!...
Qual ira?
Norma
Costui, costui dicesti?...
Ben io compresi?
Ah! sì.
Pollione (inoltrandosi ad Adalgisa.)
Misera te! che festi?
Adalgisa
Io!...
Norma (a Pollione)
Tremi tu? e per chi?
(pochi momenti di silenzio.)
(Pollione è confuso, Adalgisa tremante,
e Norma fremente)
Oh non tremare, o perfido,&160;
No, non tremar per lei ...&160;
Essa non è colpevole,&160;
Il malfattor tu sei...&160;
Trema per te, fellone... ...&160;
Pei figli tuoi... per me ...
Adalgisa (tremante)
Cha ascolto?... ah! Deh parla...
Taci! t'arretri!... ahimè!
(Si copre il volto colle mani. Norma l'afferra
per un braccio, e la costringe a mirar&160; Pollione;
egli la segue)
Norma
Oh! di qual sei tu vittima&160;
Crudo e funesto inganno!&160;
Pria che costui conoscere&160;
T'era il morir men danno.
Fonte d'eterne lagrime&160;
Egli a te pur dischiuse;&160;
Come il mio cor deluse,&160;
L'empio il tuo cor tradì.(27)
Adalgisa
Oh! qual mistero orribile!&160;
Trema il mio cor di chiedere,&160;
Trema d'udire il vero...&160;
Tutta comprendo, o misera,
Tutta la mia sventura...
Essa non ha misura,
S'ei m'ingannò così.(28)
Pollione
Norma! de' tuoi rimproveri
Segno non farmi adesso.
Deh! a questa afflitta vergine
Sia respirar concesso...
Copra a quell'alma ingenua,
Copra nostr'onte un velo...
Giudichi solo il cielo
Qual più di noi fallì.
Norma
Perfido!
Or basti.
(per allontanarsi)
Fermati. (29)
Pollione (afferra Adalgisa)&160;
Vieni...
Adalgisa (dividendosi da lui)
Mi lascia, scostati...
Sposo sei tu infedele!(30)
Pollione (con tutto il fuoco)
Qual io mi fossi obblio...
L'amante tuo son io.
E&146; mio destino amarti...
Destin costei fuggir.
Norma (reprimendo il furore)
Ebben: lo compi... e parti.
(ad Adalgisa)
Seguilo.
Adalgisa (supplichevole)
Ah! pria morir.
A tre
Norma (fissa Pollione sino che prorompe)
Vanne, sì: mi lascia, indegno,
Figli obblia, promesse, onore...
Maledetto dal mio sdegno
Non godrai d'un empio amore.
Te sull'onde, e te sui venti
Seguiranno mie furie ardenti,
Mia vendetta e notte e giorno
Ruggirà d'intorno a te.
Pollione (disperatamente)
Fremi pure, e angoscia eterna
Pur m'imprechi il tuo furore!
Questo amor che mi governa
E di te, di me maggiore...
Dio non v'ha che mali inventi
De' miei mali più cocenti...
Maledetto io fui quel giorno
Che il destin t'offerse a me.
Adalgisa (supplichevole a Norma)
Ah! non fia, non fia ch'io costi
Al tuo cor si rio dolore...
Sian frapposti e mari e monti
Fra me sempre e il traditore...
Soffocar saprò i lamenti,
Divorar i miei tormenti:
Morirò perché ritorno
Faccia il crudo ai figli, a te.
(Squillano i sacri bronzi del Tempio. Norma è
chiamata ai riti.)
Druidi (coro interno)
Norma all'ara! In tuon feroce
D'Irminsul tuonò la voce,
Norma, Norma al sacro altar! (31)
Ah! suon di morte!...
Va, per te qui pronta ell'è.
Adalgisa
Ah! suon di morte s'intima a te,
Va, per te qui pronta ell'è.
Ah! qual suon!...
Sì, la sprezzo, sì, ma prima
Mi cadrà il tuo Nume al piè.
(Norma respinge d'un braccio Pollione e
gli accenna di uscire. Pollione si allontana furente.)