Last updated: May 21, 1997

IDOMENEO RE DI CRETA

Opera seria in tre atti

Musica da Wolfgang Amadeus Mozart
Testo da Giambattista Varesco

Prima rappresentazione: 29 gennaio 1781, Teatro Nuovo di Corte, Monaco di Baviera

Atto primo
Atto secondo
Atto terzo



ATTO PRIMO


Appartamenti d'Ilia nel palazzo reale, in fondo al prospetto una galleria.

SCENA I
Ilia sola

Recitativo

ILIA
Quando avran fine omai l'aspre sventure mie? Ilia infelice! Di tempesta crudel misero avanzo, del genitor e de' germani priva, del barbaro nemico misto col sangue il sangue vittime generose, a qual sorte più rea ti riserbano i Numi?... Pur vendicaste voi di Priamo e di Troia i danni e l'onte? Perì la flotta Argiva, e Idomeneo pasto forse sarà d'orca vorace... ma che mi giova, oh ciel! se al primo aspetto di quel prode Idamante, che all'onde mi rapì, l'odio deposi, e pria fu schiavo il cor, che m'accorgessi d'essere prigioniera. Ah qual contrasto, oh Dio! d'opposti affetti mi destate nel sen odio, ed amore! Vendetta deggio a chi mi diè la vita, gratitudine a chi vita mi rende... oh Ilia! oh genitor! oh prence! oh sorte! oh vita sventurata! oh dolce morte! Ma che? m'ama Idamante? ... ah no; l'ingrato per Elettra sospira, e quell'Elettra meschina principessa, esule d'Argo, d'Oreste alle sciagure a queste arene fuggitiva, raminga, è mia rivale. Quanti mi siete intorno carnefici spietati?... orsù sbranate vendetta, gelosia, odio, ed amore sbranate sì quest'infelice core!

No. 1. Aria

ILIA
Padre, germani, addio!
Voi foste, io vi perdei.
Grecia, cagion tu sei.
E un greco adorerò?
D'ingrata al sangue mio
So che la colpa avrei;
Ma quel sembiante, oh Dei!
Odiare ancor non so.

Recitativo

ILIA
Ecco Idamante, ahimè! sen vien. Misero core tu palpiti, e paventi. Deh cessate per poco, oh miei tormenti!

SCENA II
Idamante, Ilia; seguito d'Idamante

Recitativo

IDAMANTE (al seguito)
Radunate i Troiani, ite, e la corte sia pronta questo giorno a celebrar.
(ad Ilia)
Di dolce speme a un raggio scema il mio duol. Minerva della Grecia protettrice involò al furor dell'onde il padre mio; in mar di qui non lunge comparser le sue navi; indaga Arbace il sito, che a noi toglie l'augusto aspetto.

ILIA (con ironia)
Non temer? difesa da Minerva è la Grecia, e tutta ormai scoppiò sovra i Troian l'ira de' Numi.

IDAMANTE
Del fato de Troian più non dolerti. Farà il figlio per lor quanto farebbe il genitor e ogn'altro vincitor generoso. Ecco: abbian fine, principessa, i lor guai: rendo lor libertade, e omai fra noi sol prigioniero fia, sol fia, che porta, che tua beltà legò care ritorte.

ILIA
Signor che ascolto? non saziaron ancora gl'implacabili Dei l'odio, lo sdegno d'Ilion le gloriose or diroccate mura, ah non più mura, ma vasto, e piano suol? a eterno pianto dannate son le nostre egre pupille?

IDAMANTE
Venere noi punì, di noi trionfa. Quanto il mio genitor, ahi rimembranza! Soffrì de' flutti in sen? Agamemnone vittima in Argo alfin, a caro prezzo comprò que' suoi trofei, e non contenta di tante stragi ancor la Dea nemica, che fè? il mio cor trafisse, Ilia, co' tuoi bei lumi più possenti de' suoi, e in me vendica adesso i danni tuoi.

ILIA
Che dici?

IDAMANTE
Sì, di Citerea il figlio incogniti tormenti stillommi in petto; a te pianto e scompiglio Marte portò, cercò vendetta Amore in me de' mali tuoi, quei vaghi rai, quei tuoi vezzi adoprò... ma all'amor mio d'ira e rossor tu avvampi?

ILIA
In questi accenti mal soffro un temerario ardir, deh pensa, pensa Idamante, oh Dio! il padre tuo qual è, qual era il mio.

No. 2. Aria

IDAMANTE
Non ho colpa, e mi condanni
Idol mio, perché t'adoro.
Colpa è vostra, oh Dei tiranni,
E di pena afflitto io moro
D'un error che mio non è.
Se tu brami, al tuo impero
Aprirommi questo seno,
Ne' tuoi lumi il leggo, è vero,
Ma me'l dica il labbro almeno
E non chiedo altra mercè.

Recitativo

ILIA (vede condurre i prigionieri)
Ecco il misero resto de' Troiani, dal nemico furor salvi.

IDAMANTE
Or quei ceppi io romperò, vuo' consolarli adesso.
(Ahi! perché tanto far non so a me stesso!)

SCENA III
Idamante, Ilia; Troiani prigionieri, uomini e donne Cretesi.

Recitativo

IDAMANTE
Scingete le catene,
(si levano a' prigionieri le catene, li quali dimostrano gratitudine)
ed oggi il mondo, oh fedele Sidon, suddita nostra, vegga due gloriosi popoli in dolce nodo avvinti, e stretti di perfetta amistà. Elena armò la Grecia e l'Asia, ed ora disarma e riunisce ed Asia e Grecia eroina novella, principessa più amabile, e più bella.

No. 3. Coro
Coro de' Troiani e Cretesi

TUTTI
Godiam la pace,
Trionfi Amore:
Ora ogni core
Giubilerà.

DUE CRETESI
Grazie a chi estinse
Face di guerra:
Or sì la terra
Riposo avrà.

TUTTI
Godiam la pace,
Trionfi Amore:
Ora ogni core
Giubilerà.

DUE TROIANI
A voi dobbiamo
Pietosi Numi,
E a quei bei lumi
La libertà.

TUTTI
Godiam la pace,
Trionfi Amore:
Ora ogni core
Giubilerà.

SCENA IV
Elettra e detti

Recitativo

ELETTRA (agitata da gelosia)
Prence, signor, tutta la Grecia oltraggi; tu proteggi il nemico.

IDAMANTE
Veder basti alla Grecia vinto il nemico. Opra di me più degna a mirar s'apparecchi, oh principessa: vegga il vinto felice.
(vede venire Arbace)
Arbace viene.

SCENA V
Arbace e detti. Arbace è mesto.

Recitativo

IDAMANTE (timoroso)
Ma quel pianto che annunzia?

ARBACE
Mio signore, de' mali il più terribil...

IDAMANTE (ansioso)
Più non vive il genitor?

ARBACE
Non vive: quel che Marte far non poté finor, fece Nettuno, l'inesorabil Nume, e degl'eroi il più degno, ora il riseppi, presso a straniera sponda affogato morì!

IDAMANTE
Ilia, de' viventi eccoti il più meschin. Or sì dal cielo soddisfatta sarai... barbaro fato!... Corrasi al lido... ahimè! son disperato!
(parte)

ILIA
Dell'Asia i danni ancora troppo risento, e pur d'un grand'eroe al nome, al caso, il cor parmi commosso, e negargli i sospir ah no, non posso.
(parte sospirando)

SCENA VI
Elettra sola

Recitativo

ELETTRA
Estinto è Idomeneo?... Tutto a miei danni, tutto congiura il ciel! Può a suo talento Idamante disporre d'un impero, e del cor, e a me non resta ombra di speme? A mio dispetto, ahi lassa! vedrò, vedrà la Grecia a suo gran scorno, una schiava Troiana di quel soglio e del talamo ha parte... invano Elettra ami l'ingrato... e soffre una figlia d'un re, ch'ha re vassalli, ch'una vil schiava aspiri al grand'acquisto? ... Oh sdegno! oh smanie! oh duol! ... più non resisto.

No.4. Aria

ELETTRA
Tutte nel cor vi sento,
Furie del crudo averno,
Lunge a sì gran tormento
Amor, mercè, pietà.
Chi mi rubò quel core,
Quel che tradito ha il mio,
Provi dal mio furore,
Vendetta e crudeltà.

SCENA VII
Spiagge del mare ancora agitato, attorniate da dirupi. Rottami di navi sul lido.

No 5. Coro

CORO VICINO
Pietà! Numi!, pietà!
Aiuto oh giusti Numi!
A noi volgete i lumi...

CORO LONTANO
Pietà! Numi, pietà!
Il ciel, il mare, il vento
Ci opprimon di spavento...

CORO VICINO
Pietà! Numi, pietà!
In braccio a cruda morte
Ci spinge l'empia sorte...

SCENA VIII
Pantomima
Nettuno comparisce sul mare. Fa cenno ai venti di ritirarsi alle loro spelonche. Il mare poco a poco si calma. Idomeneo, vedendo il Dio del mare, implora la sua potenza. Nettuno riguardandolo con occhio torvo e minaccevole si tuffa nell'onde e sparisce.

Recitativo

IDOMENEO
Eccoci salvi alfin.

SCENA IX
Idomeneo con seguito

Recitativo

IDOMENEO (al suo segiuto)
Oh voi, di Marte e di Nettuno all'ire, alle vittorie, ai stenti fidi seguaci miei, lasciatemi per poco qui solo respirar, e al ciel natio confidar il passato affanno mio.
(Il segiuto si ritira ed Idomeneo solo s'inoltra sul lido, contemplando.)
Tranquillo è il mar, aura soave spira di dolce calma, e le cerulee sponde il biondo Dio indora, ovunque io miro, tutto di pace in sen riposa, e gode. Io sol, io sol su queste aride spiagge d'affanno e da disagio estenuato quella calma, oh Nettuno, in me non provo, che al tuo regno impetrai. Oh voto insano, atroce! giuramento crudel! ah qual de' Numi mi serba ancor in vita, oh qual di voi mi porge almen aita?

No.6. Aria

IDOMENEO
Vedrommi intorno
L'ombra dolente,
Che notte e giorno:
Sono innocente
M'accennerà.

Nel sen trafitto
Nel corpo esangue
Il mio delitto,
Lo sparso sangue
M'additerà.

Qual spavento,
Qual dolore!
Di tormento
Questo core
Quante volte morirà!

(Vede un uomo che s'avvicina)

Recitativo

IDOMENEO
Cieli! che veggo? Ecco, la sventurata vittima, ahimè! s'appressa... e queste mani le ministre saran? ... mani esecrande! Barbari, ingiusti Numi! are nefande!

SCENA X
Idomeneo, Idamante in disparte

Recitativo

IDAMANTE
Spiagge romite, e voi, scoscese rupi testimoni al mio duol siate, e cortesi di questo vostro albergo a un agitato cor ... quanto spiegate di mia sorte il rigor solinghi orrori!... Vedo fra quelli avanzi di fracassate navi su quel lido sconosciuto guerrier... voglio ascoltarlo, vuo' confortarlo, e voglio in letizia cangiar, quel suo cordoglio.
(S'appressa e parla ad Idomeneo)
Sgombra, oh guerrier, qual tu ti sia, il timore; eccoti pronto a tuo soccorso quello, che in questo clima offrir te'l può.

IDOMENEO
(Più il guardo, più mi strugge il dolor.)
De' giorni miei il resto a te dovrò, tu quale avrai premio da me?

IDAMANTE
Premio al mio cor sarà l'esser pago d'averti sollevato, difeso: ahi troppo, amico, dalle miserie mie instrutto io fui a intenerirmi alle miserie altrui.

IDOMENEO
(Qual voce, qual pietà il mio sen trafigge!)
Misero tu? che dici? ti son conte le tue sventure appien?

IDAMANTE
Dell'amor mio, cielo! il più caro oggetto, in quelli abissi spinto giace l'eroe Idomeneo estinto. Ma tu sospiri, e piangi? t'è noto Idomeneo?

IDOMENEO
Uom più di questo deplorabil non v'è, non v'è chi plachi il fato suo austero.

IDAMANTE
Che favelli? vive egli ancor?
(Oh Dei! torno a sperar.)
Ah dimmi amico, dimmi, dov'è, dove quel dolce aspetto vita mi renderà?

IDOMENEO
Ma d'onde nasce questa, che per lui nutri tenerezza d'amor?

IDAMANTE (con enfasi)
Ah, ch'egli è il padre...

IDOMENEO (interrompendolo impaziente)
Oh Dio! Parla: di chi è egli il padre?

IDAMANTE
È il padre mio!

IDOMENEO
(Spietatissimi Dei!)

IDAMANTE
Meco compiangi del padre mio il destin?

IDOMENEO(dolente)
Ah figlio!...

IDAMANTE (tutto giulivo)
Ah padre!... ah Numi! dove son io? ... oh qual trasporto! ... Soffri, genitor adorato, che al tuo seno...
(vuole abbracciarlo)
e che un amplesso...
(il padre si ritira turbato)
ahimè! perché ti sdegni? disperato mi fuggi? ... ah dove, ah dove?

IDOMENEO
Non mi seguir, te'l vieto: meglio per te saria il non avermi veduto or qui; paventa, paventa il rivedermi!
(parte in fretta)

IDAMANTE
Ah qual gelido orror m'ingombra i sensi! ... lo vedo appena, il riconosco, e a miei teneri accenti in un balen s'invola. Misero! in che l'offesi, e come mai quel sdegno io meritai, quelle minacce? ... vuo' seguirlo e veder, oh sorte dura! qual mi sovrasti ancor più rea sventura.

No.7. Aria

IDAMANTE
Il padre adorato
Ritrovo, e lo perdo.
Mi fugge sdegnato
Fremendo d'orror.

Morire creder
Di gioia e d'amore;
Or, barbari Dei!
M'uccide il dolor.
(parte addolorato)

INTERMEZZO
Il mare è tutto tranquillo. Sbarcano le truppe Cretesi arrivate con Idomeneo. I guerrieri cantano il seguente coro in onore di Nettuno. Le donne Cretesi accorrono ad abbracciare i loro felicemente arrivati e sfogano la vicendevole gioia con un ballo generale, che termina col coro. Marcia guerriera durante lo sbarco.

No. 8. Marcia

No. 9. Coro
Coro de' guerrieri sbarcati

TUTTI
Nettuno s'onori,
Quel nome risuoni,
Quel Nume s'adori,
Sovrano del mar;
Con danze e con suoni
Convien festeggiar.

SOLO
Da lunge ei mira
Di Giove l'ira,
E in un baleno
Va all'Eghe in seno,
Da regal sede
Tosto provvede,
Fa i generosi
Destrier squamosi,
Ratto accoppiar.

SOLO
Dall'onde fuore
Suonan sonore
Tritoni araldi
Robusti e baldi
Buccine intorno.
Già ride il giorno,
Che il gran tridente
Il mar furente
Seppe domar.

TUTTI
Nettuno s'onori,
Quel nome risuoni,
Quel Nume s'adori,
Sovrano del mar;
Con danze e con suoni
Convien festeggiar.

SOLO
Su conca d'oro,
Regio decoro
Spira Nettuno.
Scherza Portuno
Ancor bambino
Col suo delfino,
Con Anfitrite;
Or noi di Dite
Fè trionfar.
Nereide amabili,
Ninfe adorabili,
Che alla gran Dea,
Con Galatea
Corteggio fate,
Deh ringraziate
Per noi quei Numi,
Che i nostri lumi
Fero asciugar.

TUTTI
Nettuno s'onori,
Quel nome risuoni,
Quel Nume s'adori,
Sovrano del mar;
Con danze e con suoni
Convien festeggiar.
Or suonin le trombe,
Solenne ecatombe
Andiam preparar.

Atto primo
Atto secondo
Atto terzo

ATTO SECONDO


Appartamenti reali

SCENA I
Idomeneo, Arbace

No. 10a. Recitativo ed Aria

Recitativo

ARBACE
Tutto m'è noto.

IDOMENEO
Gonfio di tante imprese al varco alfin m'attese il fier Nettuno...

ARBACE
E so che a' danni tuoi, ad Eolo unito, e a Giove il suo regno sconvolse...

IDOMENEO
Sì, che m'estorse in voto umana vittima.

ARBACE
Di chi?

IDOMENEO
Del primo, che sulla spiaggia incauto a me s'appressi.

ARBACE
Or dimmi: che primo tu incontrasti?

IDOMENEO
Inorridisci: il mio figlio...

ARBACE
Idamante! ... io vengo meno...
(perdendosi d'animo)

IDOMENEO
Dammi Arbace il consiglio, salvami per pietà, salvami il figlio.

ARBACE (pensa, poi risolve.)
Trovisi in altro clima altro soggiorno. Purché al popol si celi. Per altra via intanto Nettun si placherà, qualche altro Nume di lui cura n'avrà.

IDOMENEO
Ben dici, è vero...
(Vede venire Ilia.)
Ilia s'appressa, ahimè! ...
(Resta un poco pensoso e poi decide.)
In Argo ei vada, e sul paterno soglio rimetta Elettra... or vanne a lei e al figlio, fa che sian pronti; il tutto sollecito disponi. Custodisci l'arcano; a te mi fido, a te dovranno, oh caro, oh fido Arbace, la vita il figlio e il genitor la pace.

Aria

ARBACE
Se il tuo duol, se il mio desio
Sen volassero del pari,
A ubbidirti qual son io,
Saria il duol pronto a fuggir.

Quali al trono sian compagni,
Chi l'ambisce or veda e impari:
Stia lontan, o non si lagni,
Se non trova che martir.
(parte)

SCENA II
Idomeneo, Ilia

Recitativo

ILIA
Se mai pomposo apparse sull'Argivo orizzonte il Dio di Delo, eccolo in questo giorno, oh sire, in cui l'augusta tua presenza, i tuoi diletti sudditi torna in vita, e lor pupille, che ti piansero estinto, or rasserena.

IDOMENEO
Principessa gentil, il bel sereno anche alle tue pupille omai ritorni, il lungo duol dilegua. Di me, de' miei tesori, Ilia, disponi, e mia cura sarà, dartene chiare prove dell'amicizia mia.

ILIA
Son certa, e un dubbio in me colpa saria.

No. 11. Aria

ILIA
Se il padre perdei,
La patria, il riposo,
(ad Idomeneo)
Tu padre mi sei,
Soggiorno amoroso
È Creta per me.

Or più non rammento
L'angoscie, gli affanni,
Or gioia e contento,
Compenso a miei danni
Il cielo mi diè.
(parte)

SCENA III
Idomeneo solo

Recitativo

IDOMENEO
Qual mi conturba i sensi equivoca favella? ... ne' suoi casi qual mostra a un tratto intempestiva gioa la Frigia principessa? ... Quei, ch'esprime teneri sentimenti per il prence, sarebber forse ... ahimè! ... sentimenti d'amor, gioia di speme? ... Non m'inganno, reciproco è l'amore. Troppo, Idamante, a scior quelle catene sollecito tu fosti... Ecco il delitto, che in te punisce il ciel... Sì sì, a Nettuno, il figlio, il padre, ed Ilia, tre vittime saran sull'ara istessa, da egual dolor afflitte, una dal ferro, e due dal duol trafitte.

No. 12a. Aria

IDOMENEO
Fuor del mar ho un mar in seno,
Che del primo è più funesto.
E Nettuno ancor in questo
Mai non cessa minacciar.

Fiero Nume! dimmi almeno:
Se al naufragio è sì vicino
Il mio cor, qual rio destino
Or gli vieta il naufragar?

Recitativo

IDOMENEO
Frettolosa e giuliva Elettra vien. Andiamo.
(parte)

SCENA IV
Elettra sola

Recitativo

ELETTRA
Chi mai del mio provò piacer più dolce? Parto, e l'unico oggetto, ch'amo ed adoro, oh Dei! meco sen vien? Ah troppo, troppo angusto è il mio cor a tanta gioia! Lunge della rivale farò ben io con vezzi, e con lusinghe che quel foco, che pria spegnere non potei, a quei lumi s'estingua, e avvampi ai miei.

No. 13. Aria

ELETTRA
Idol mio, se ritroso
Altro amante a me ti rende,
Non m'offende rigoroso,
Più m'alletta austero amor.

Scaccierà vicino ardore
Dal tuo sen l'ardor lontano;
Più la mano può d'amore
S'è vicin l'amante cor.
(S'ode da lontano armoniosa marcia.)

No. 14. Marcia

ELETTRA
Odo da lunge armonioso suono, che mi chiama all'imbarco, orsù si vada.
(parte in fretta)

SCENA V
Porto di Sidone con bastimenti lungo le spiagge.
Elettra, truppa d'Argivi, di Cretesi e di marinari

Recitativo

ELETTRA
Sidonie sponde! o voi per me di pianto, e duol, d'amor nemico crudo ricetto, or ch'astro più clemente a voi mi toglie, io vi perdono, e in pace al lieto partir mio alfin vi lascio, e do l'estremo addio!

No. 15. Coro

CORO
Placido è il mar, andiamo,
Tutto ci rassicura.
Felice avrem ventura,
Su su, partiamo or or.

ELETTRA
Soavi Zeffiri soli spirate,
Del freddo borea l'ira calmate.
D'aura piacevole cortesi siate,
Se da voi spargesi per tutto amor.

CORO
Placido è il mar, andiamo,
Tutto ci rassicura.
Felice avrem ventura,
Su su, partiamo or or.

SCENA VI
Idomeneo, Idamante, Elettra, seguito del re.

Recitativo

IDOMENEO
Vatene prence.

IDAMANTE
Oh ciel!

IDOMENEO
Troppo t'arresti. Parti, e non dubbia fama, di mille eroiche imprese il tuo ritorno prevenga. Di regnare se l'arte apprender vuoi, ora incomincia a renderti de' miseri il sostegno, del padre e di te stesso ognor più degno.

No. 16. Terzetto

IDAMANTE
Pria di partir, oh Dio!
Soffri che un bacio imprima
Sulla paterna man.

ELETTRA
Soffri che un grato addio
Sul labbro il cor esprima:
Addio, degno sovran!

IDOMENEO (ad Elettra)
Vanne, sarai felice,
(ad Idamante)
Figlio! tua sorte è questa.
Seconda i voti oh ciel!

ELETTRA
Quanto sperar mi lice!

IDAMANTE
Vado!
(E il mio cor qui resta.)

IDOMENEO
Addio!

IDAMANTE
Addio!

ELETTRA
Addio!

ELETTRA, IDAMANTE, IDOMENEO
Addio!

IDAMANTE, IDOMENEO
(Destin crudel!)

IDAMANTE
(Oh Ilia!)

IDOMENEO
(Oh figlio!)

IDAMANTE
Oh padre! oh partenza!

ELETTRA
Oh Dei! che sarà?

ELETTRA, IDAMANTE, IDOMENEO
Deh cessi il scompiglio;
Del ciel la clemenza
Sua man porgerà.
(Vanno verso le navi. Mentre vanno ad imbarcarsi, sorge improvvisa tempesta.)

No. 17. Coro

CORO
Qual nuovo terrore!
Qual rauco muggito!
De' Numi il furore
Ha il mar infierito,
Nettuno, mercè!

(Incalza la tempesta, il mare si gonfia, il cielo tuona e lampeggia, e i frequenti fulmini incendono le navi. Un mostro formidabile s'appresenta fuori dell'onde.)

Qual'odio, qual'ira
Nettuno ci mostra!
Se il cielo s'adira,
Qual colpa è la nostra?
Il reo, qual'è?

Recitativo

IDOMENEO
Eccoti in me, barbaro Nume! il reo! Io solo errai, me sol punisci, e cada, cada sopra di me il tuo sdegno. La mia morte ti sazi alfin; ma se altra aver pretendi vittima al fallo mio, una innocente darti io non posso, e se pur tu la vuoi ... ingiusto sei, pretenderla non puoi.

(La tempesta continua. I Cretesi spaventati fuggono e nel seguente coro col canto e con pantomime esprimono il loro terrore, ciò che tutto forma un'azione analoga e chiude l'atto col solito Divertimento.)

No. 18. Coro

CORO
Corriamo, fuggiamo
Quel mostro spietato!
Corriamo, fuggiamo,
Ah preda già siamo!
Chi, perfido fato,
Più crudo è di te?
(partendo)
Corriamo, fuggiamo!


Atto primo
Atto secondo
Atto terzo

ATTO TERZO

SCENA I
Giardino reale
Ilia sola

No. 19. Recitativo ed Aria

ILIA
Solitudini amiche, aure amorose, piante fiorite, e fiori vaghi, udite d'una infelice amante i lamenti, che a voi lassa confido. Quanto il tacer presso al mio vincitore, quanto il finger ti costa afflitto core!

Zeffiretti lusinghieri,
Deh volate al mio tesoro:
E gli dite, ch'io l'adoro
Che mi serbi il cor fedel.

E voi piante, e fior sinceri
Che ora innaffia il pianto amaro,
Dite a lui, che amor più raro
Mai vedeste sotto al ciel.

Ei stesso vien... oh Dei! ... mi spiego, o taccio? ... Resto ... Parto... o m'ascondo? ... Ah risolver non posso, ah mi confondo!

SCENA II
Ilia, Idamante

Recitativo

IDAMANTE
Principessa, a' tuoi sguardi se offrir mi ardisco ancor, più non mi guida un temerario affetto; altro or non cerco, che appagarti e morir.

ILIA
Morir? tu, prence?

IDAMANTE
Più teco io resto, più di te m'accendo, e s'aggrava mia colpa, a che il castigo più a lungo differir?

ILIA
Ma qual cagione morte a cercar t'induce?

IDAMANTE
Il genitore pien di smania e furore torvo mi guarda e fugge, e il motivo mi cela. Da tue catene avvinto, il tuo rigore a nuovi guai m'espone. Un fiero mostro fa dappertutto orrida strage. Or questo a combatter si vada, e vincerlo si tenti, o finisca la morte i miei tormenti.

ILIA
Calma, oh prence, un trasporto sì funesto: Rammenta, che tu sei d'un grand'impero l'unica speme.

IDAMANTE
Privo del tuo amore, privo, Ilia, di te, nulla mi cale.

ILIA
Misera me! ... deh serba i giorni tuoi.

IDAMANTE
Il mio fato crudel seguir degg'io.

ILIA
Vivi ... Ilia te'l chiede.

IDAMANTE
Oh Dei! che ascolto? Principessa adorata! ...

ILIA
Il cor turbato a te mal custodì la debolezza mia: pur troppo amore e tema indivisi ho nel sen.

IDAMANTE
Odo? o sol quel che brama finge l'udito, o pure il grand'ardore m'agita i sensi, e il cor lusinga oppresso un dolce sogno?

ILIA
Ah perché pria non arsi, che scoprir la mia fiamma? mille io sento rimorsi all'alma! il sacro mio dovere, la mia gloria, la patria, il sangue de' miei ancor fumante, oh quanto al core rimproverano il mio ribelle amore! ... ma alfin che fo? -- Già che in periglio estremo ti vedo, oh caro, e trarti sola io posso, odimi, io te'l ridico: t'amo, t'adoro, e se morir tu vuoi, pria, che m'uccida il duol morir non puoi.

No. 20a. Duetto

IDAMANTE
S'io non moro a questi accenti,
Non è ver, che amor uccida,
Che la gioia opprima un cor.

ILIA
Non più duol, non più lamenti;
Io ti son costante a fida:
Tu sei il solo mio tesor.

IDAMANTE
Tu sarai...

ILIA
Qual tu mi vuoi.

IDAMANTE
La mia sposa...

ILIA
Lo sposo mio sarai tu,

IDAMANTE, ILIA
Lo dica amor.
Ah il gioir sorpassa in noi
Il sofferto affanno rio:
Tutto vince il nostro ardor.

SCENA III
Idomeneo, Elettra e detti

Recitativo

IDOMENEO
(Cieli! Che vedo!)

ILIA(ad Idamante)
Ah siam scoperti, oh caro.

IDAMANTE(ad Ilia)
Non temer, idol mio.

ELETTRA
(Ecco l'ingrato.)

IDOMENEO
(Io ben m'apposi al ver. Ah crudo fato!)

IDAMANTE
Signor, già più non oso padre chiamarti, a un suddito infelice, deh, questa almen concedi unica grazia.

IDOMENEO
Parla.

ELETTRA
(Che dirà?)

IDAMANTE
In che t'offesi mai? perché mi fuggi? ... m'odi, e aborrisci?

ILIA
(Io tremo.)

ELETTRA
(Io te'l direi.)

IDOMENEO
Figlio: contro di me Nettuno irato gelommi il cor, ogni tua tenerezza l'affanno mio raddoppia, il tuo dolore tutto sul cor mi piomba, e rimirarti senza ribrezzo, orror non posso.

ILIA
(Oh Dio!)

IDAMANTE
Forse per colpa mia Nettun sdegnossi? ma la colpa qual'è?

IDOMENEO
Ah placarlo potessi senza di te!

ELETTRA
(Ah potessi i torti miei or vendicar!)

IDOMENEO(ad Idamante)
Parti, te lo commando, fuggi il paterno lido, e cerca altrove sicuro asilo.

ILIA(ad Elettra)
Ahimè! Pietosa principessa, ah mi conforta!

ELETTRA
Ch'io ti conforti? e come? ...
(ancor m'insulta l'indegna.)

IDAMANTE
Dunque io me n'andrò! ... ma dove? ... Ah Ilia, oh genitor!

ILIA(risoluta)
O seguirti, o morir, mio ben, vogl'io.

IDAMANTE
Deh resta, oh cara, e vivi in pace. Addio!

No. 21. Quartetto

IDAMANTE
Andrò ramingo e solo,
Morte cercando altrove
Fin che la incontrerò.

ILIA
M'avrai compagna al duolo,
Dove sarai, e dove
Tu moia, io morirò.

IDAMANTE
Ah, no...

IDOMENEO
Nettun spietato!
Chi per pietà m'uccide?

ELETTRA
(Quando vendetta avrò?)

IDAMANTE, ILIA (ad Idomeneo)
Serena il ciglio irato.

ILIA, IDAMANTE, IDOMENEO
Ah il cor mi si divide!

ILIA, ELETTRA, IDAMANTE, IDOMENEO
Soffrir più non si può.
Peggio è di morte
Sì gran dolore.
Più fiera sorte,
Pena maggiore
Nissun provò!

IDAMANTE
Andrò ramingo e solo.
(parte addolorato)

SCENA IV
Arbace, Idomeneo, Ilia, Elettra

Recitativo

ARBACE
Sire, alla reggia tua immensa turba di popolo affollato ad alta voce parlar ti chiede.

ILIA
(A qualche nuovo affanno preparati mio cor.)

IDOMENEO
(Perduto è il figlio.)

ARBACE
Del Dio de' mari il sommo sacerdote lo guida.

IDOMENEO
(Ahi troppo disperato è il caso!)
(ad Arbace)
intesi Arbace ...

ELETTRA
(Qual nuovo disastro?)

ILIA
(Il popol sollevato...)

IDOMENEO
Or vado ad ascoltarla.
(parte confuso)

ELETTRA
Ti seguirò!
(parte)

ILIA
Voglio seguirti anch'io.
(parte)

SCENA V
Arbace solo

Recitativo e No. 22. Aria

ARBACE
Sventurata Sidon! in te quai miro di morte, stragi e orror lugubri aspetti? Ah Sidon più non sei, sei la città del pianto, e questa reggia quella del duol. Dunque è per noi dal cielo sbandita ogni pietà? ... chi sa? ... io spero ancora ... che qualche Nume amico si plachi a tanto sangue; un Nume solo basta tutti a piegar ... alla clemenza il rigor cederà... ma ancor non scorgo qual ci miri pietoso ... Ah sordo è il cielo! Ah Creta tutta io vedo finir sua gloria sotto alte rovine! No, sue miserie pria non avran fine.

Se colà ne' fati è scritto,
Creta, oh Dei! s'è rea, or cada.
Paghi il fio del suo delitto,
Ma salvate il prence, il re.

Deh d'un sol vi plachi il sangue,
Ecco il mio, se il mio v'aggrada,
E il bel regno che già langue,
Giusti Dei! abbia mercè.
(parte)

SCENA VI
Gran piazza abbellita di statue avanti al palazzo, di cui si vede da un lato il frontespizio.
Arriva Idomeneo accompagnato d'Arbace e dal seguito reale; il re scortato d'Arbace si siede sopra il trono destinato alle pubbliche udienze; Gran Sacerdote e quantità di popolo.

No. 23. Recitativo

GRAN SACERDOTE
Volgi intorno lo sguardo, oh sire, e vedi qual strage orrenda nel tuo nobil regno fa il crudo mostro. Ah mira allagate di sangue quelle pubbliche vie. Ad ogni passo vedrai chi geme, e l'alma gonfia d'atro velen dal corpo esala. Mille e mille in quell'ampio, e sozzo ventre, pria sepolti che morti perire io stesso vidi. Sempre di sangue lorde son quelle fauci, e son sempre più ingorde. Da te solo dipende il ripiego, da morte trar tu puoi, il resto del tuo popolo, ch'esclama sbigottito e da te l'aiuto implora, e indugi ancor?... Al tempio, sire, al tempio! Qual'è, dov'è la vittima? ... a Nettuno rendi quello ch'è suo.

IDOMENEO
Non più... sacro ministro; e voi popoli udite: la vittima è Idamante, e or vedrete, ah Numi! con qual ciglio? Svenar il genitor il proprio figlio.
(parte turbato)

No. 24. Coro

CORO
Oh voto tremendo!
Spettacolo orrendo!
Già regna la morte,
D'abisso le porte
Spalanca crudel.

GRAN SACERDOTE
Oh cielo clemente!
Il figlio è innocente,
Il voto è inumano;
Arresta la mano
Del padre fedel.

CORO
Oh voto tremendo!
Spettacolo orrendo!
Già regna la morte,
D'abisso le porte
Spalanca crudel.
(partono tutti dolenti)

SCENA VII
Veduta esteriore del magnifico tempio di Nettuno con vastissimo atrio che la circonda, attraverso del quale si scopre in lontano la spiaggia del mare.
L'atrio e le gallerie del tempio sono ripiene d'una moltitudine di popolo, li sacerdoti preparano le cose appartenenti al sacrificio.

No. 25. Marcia
Arriva Idomeneo accompagnato da numeroso e fastoso seguito.

No. 26. Cavatina con coro

IDOMENEO
Accogli, oh re del mar, i nostri voti, placa lo sdegno tuo, il tuo rigor!

SACERDOTI
Accogli, oh re del mar, i nostri voti, placa lo sdegno tuo, il tuo rigor!

IDOMENEO
Tornino a lor spelonche gl'Euri, i Noti, torni Zeffiro al mar, cessi il furor. Il pentimento, e il cor de' tuoi devoti accetta, e a noi concedi il tuo favor!

SACERDOTI
Accogli, oh re del mar, i nostri voti, placa lo sdegno tuo, il tuo rigor!

CORO (dentro le scene)
Stupenda vittoria!
Eterna è tua gloria;
Trionfa oh signor!

Recitativo

IDOMENEO
Qual risuona qui intorno applauso di vittoria?

SCENA VIII
Arbace frettoloso e detti

Recitativo

ARBACE
Sire, il prence, Idamante l'eroe, di morte in traccia disperato correndo il trionfo trovò. Su l'empio mostro scagliossi furibondo, il vinse, e uccise. Eccoci salvi al fin.

IDOMENEO
Ahimè! Nettuno di nuovo sdegno acceso sarà contro di noi ... or or, Arbace, con tuo dolor vedrai, che Idamante trovò quel, che cercava, e di morte egli stesso il trionfo sarà.

ARBACE (vede condurre Idamante)
Che vedo? ... oh Numi!

SCENA IX
Idamante in veste bianca, ghirlanda di fiori in capo, circondato da guardie e da sacerdoti. Moltitudine di mesto popolo e suddetti.

No. 27. Recitativo

IDAMANTE
Padre, mio caro padre, ah dolce nome! Eccomi, a' piedi tuoi; in questo estremo periodo fatal, su questa destra che il varco al sangue tuo nelle mie vene aprir dovrà, gl'ultimi baci accetta. Ora comprendo, che il tuo turbamento sdegno non era già, ma amor paterno. Oh mille volte e mille fortunato Idamante, se chi vita ti diè vita ti toglie, e togliendola a te la rende al cielo, e dal cielo la sua in cambio impetra, ed impetra costante a' suoi la pace, e de' Numi l'amor sacro e verace.

IDOMENEO
Oh figlio! oh caro figlio! Perdona; il crudo uffizio in me scelta non è, pena è del fato ... Barbaro, iniquo fato! ... Ah no, non posso contro un figlio innocente alzar l'aspra bipenne ... da ogni fibra già sen fuggon le forze, e gl'occhi miei torbida notte ingombra... oh figlio! ...

IDAMANTE (languente, poi risoluto)
Oh padre! ... ah non t'arresti inutile pietà, né vana ti lusinghi tenerezza d'amor. Deh vibra un colpo, che ambi tolga d'affanno.

IDOMENEO
Ah, che natura me'l contrasta, e ripugna.

IDAMANTE
Ceda natura al suo autor; di Giove questo è l'alto voler. Rammenta, rammenta il tuo dover. Se un figlio perdi, cento avrai, Numi amici. Figli tuoi i tuoi popoli sono. Ma se in mia vece brami chi t'ubbidisca ed ami, chi ti sia accanto, e di tue cure il peso teco ne porti, Ilia ti raccomando; deh un figlio tu esaudisci che moribondo supplica, e consiglia: s'ella sposa non m'è, deh siati figlia. Ma che più tardi? Eccomi pronto, adempi il sacrifizio, il voto.

IDOMENEO
Oh qual mi sento in ogni vena insolito vigor? ... or risoluto son ... l'ultimo amplesso ricevi ... e mori.

IDAMANTE
Oh padre! ...

IDOMENEO
Oh figlio! ...

IDAMANTE, IDOMENEO
Oh Dio! ...

IDAMANTE
(Oh Ilia... ahimè! ...)
(ad Idomeneo)
vivi felice, addio.

IDOMENEO
Addio.
(Nell'atto di ferire sopraviene Ilia ed impedisce il colpo.)

SCENA X
Ilia frettolosa, Elettra e detti

Recitativo

ILIA (corre a ritenere il braccio d'Idomeneo)
Ferma, oh sire, che fai?

IDOMENEO
La vittima io sveno, che promisi a Nettuno.

IDAMANTE
Ilia, t'accheta...

GRAN SACERDOTE (ad Ilia)
Deh non turbar il sacrifizio...

ILIA
Invano quella scure altro petto tenta ferir. Eccoti, sire, il mio, la vittima io son.

ELETTRA
(Oh qual contrasto!)

ILIA (ad Idomeneo)
Innocente è Idamante, è figlio tuo, e del regno è la speme. Tiranni i Dei non son, fallaci siete interpreti voi tutti del divino voler. Vuol sgombra il cielo de' nemici la Grecia, e non de' figli. Benché innocente anch'io, benché ora amica, di Priamo son figlia, e Frigia io nacqui per natura nemica al greco nome. Orsù mi svena.
(s'inginocchia avanti al Gran Sacerdote)

(S'ode gran strepito sotterraneo,, la statua di Nettuno si scuote; il Gran Sacerdote si trova avanti all'ara in estasi. Tutti rimangono attoniti ed immobili per lo spavento. Una voce profonda e grave pronunzia la seguente sentenza del cielo.)

No. 28d.

LA VOCE
Ha vinto Amore... Idomeneo cessi esser re... lo sia Idamante ... ed Ilia a lui sia sposa, e fia pago Nettuno, contento il ciel, premiata l'innocenza.

No. 29. Recitativo

IDOMENEO
Oh ciel pietoso!

IDAMANTE
Ilia ...

ILIA
Idamante, udisti?

ARBACE
Oh gioia, oh amor, oh Numi!

ELETTRA
Oh smania! oh furie! oh disperata Elettra! ... Vedrò Idamante alla rivale in braccio? .. Ah no, il germano Oreste ne' cupi abissi io vuò seguir, or or compagna m'avrai là dell'inferno, a sempiterni guai, al pianto eterno.
(parte infuriata)

SCENA ULTIMA
Idomeneo, Idamante, Ilia, Arbace, seguito d'Idomeneo, d'Idamante e d'Ilia; popolo.

No. 30. Recitativo

IDOMENEO
Popoli, a voi l'ultima legge impone Idomeneo qual re. Pace v'annunzio. Compiuto è il sacrifizio, e sciolto il voto. Nettuno, e tutti i Numi a questo regno amici son. Resta, che al cenno loro Idomeneo ora ubbidisca. Oh quanto, oh sommi Dei! quanto m'è grato il cenno. Eccovi un altro re, un altro me stesso: A Idamante mio figlio, al caro figlio cedo il soglio di Creta, e tutto insieme il sovrano poter. I suoi comandi rispettate, eseguite ubbidienti, come i miei eseguiste e rispettaste, onde grato io vi son: questa è la legge. Eccovi la real sposa. Mirate in questa bella coppia un don del cielo serbato a voi. Quanto a sperar vi lice! Oh Creta fortunata! Oh me felice!

(Segue l'incoronazione d'Idamante, che s'eseguisce in pantomima, ed il coro che si canta durante l'incoronazione ed il ballo.)

No. 31. Coro
Scenda Amor, scenda Imeneo,
E Giunone ai regi sposi,
D'alma pace omai li posi
La Dea pronuba nel sen!


Atto primo
Atto secondo
Atto terzo

Initially input by Potharn Imre <bdf10234@kit.bdtf.hu>