Last updated: July 15, 1997
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Il Corsaro

Atto Primo | Atto Secondo | Atto Terzo


Setting: Stanza di Seid

SEID
Alfin questo corsaro è mio prigione!
Arsa da lui mia reggia,
in questa rocca
col vinto alberga il vincitore!
Audace!
fin la Gulnara mia tentò rapirmi! . . .
Ed ella . . . oh gelosia! . . .
Serpe feroce
che dagl'occhi avventi
freddo tosco nel core!
Oh quali orribil ore
tu prepari a colui
che dubbia ed ama,
che sospetta ed adora!
Oh va! Ti scosta, tormentoso sospetto,
nè m'agitar colle tue furie il petto!

Cento leggiadre vergini
da me chiedeano amore:
lo le sprezzai, chè palpita
sol per Gulnara il core.
Ma se l'amor che m'agita
cercasse ora tradir?
Dammi, o vendetta, i fulmini
per l'empia incenerir.

Ma pria togliam dall'anima
tale incertezza amara. Olà . . .

SELIMO
Signore?

SEID
Ascoltami. Qui tosto a me Gulnara . . .
L'ultimo sole al perfido
doman risplenderà.
Ch'ei pera fra gli spasimi . . .
Udisit?

SELIMO
Intesi! . . .

SEID
Or va!

S'avvicina il tuo momento,
fiera sete di vendetta;
già pensando al suo tormento
m'incomincio a vendicar.
E Gulnara! . . . Se l'inganno
in quell'anima s'alletta,
dee, lo giuro, il suo tiranno
nell'amante ritrovar.

[ Entra Gulnara. ]

SEID
(Eccola! . . . fingasi. )
[ a Gulnara, con ironia ]
Vieni, Gulnara!

GULNARA
(Quest'è l'istante!)

SEID
Vieni, mia cara!
mio primo ed ultimo dolce pensiero.

GULNARA
Vincesti?

SEID
Vinsi: mio prigioniero fatto è Corrado.
Nel di vegnente morrà.

GULNARA
Gli è giusto. Pur se vivente
tu lo serbassi?
Qual alta inchiesta
far non potresti per la sua testa?

SEID
Nol farei franco per quante gemme
del mio Sultano chiude l'haremme.

GULNARA
Franco non dico,
lascialo vivo,
meglio ti frutta se l'hai captivo.

SEID
Del mio nemico dunque sì cara
è a te la vita? Bella Gulnara . . .
ad ardua, credimi, opra t'accingi;
invan tu preghi, invan tu fingi . . .
Empia, tu l'ami!

GULNARA
Signor, che ascolto!

SEID
La colpa orribile
ti leggo in volto.

GULNARA
Ingrato!

SEID
Scostati! Col tu rossore
l'onta è palese del vil tuo core;
ma bada, o perfida, al mio consiglio,
non è il corsaro solo in periglio!
Una parola e fia l'estrema.

GULNARA
(Come salvarlo?)

SEID
Pensaci e trema!

Sia l'istante maledetto
che dal foco ei ti salvava.
Non più sposa, abbietta schiava
tu sarai del tuo signor.
Trema iniqua! Tu non sai
qual t'aspetta orrenda sorte.
Tu non sai che sta la morte
nel sospetto del mio cor.

GULNARA
(Ei minaccia, e non consoce
quanto possa un'alma offesa,
Ei non sa qual furia accessa
v'ha qui dentro ira ed amor.)

SEID
Trema iniqua! Trema, tream!

GULNARA
(Guai, tiranno, s'io rammento
che l'onor m'hai tu macchiato,
che mi desti, o scellerato,
all'infamia, al dolor. )

SEID
Trema, trema!
[ Parte. ]

GULNARA [ quando Seid è partito ]
Guai, tiranno!


Scena II

Setting: Interno d'una torre. Di fronte una porta chiusa che mette al mare. Presso ad essa un balcone con grosse inferriate. A sinistra porta con cancello che guida alle gallerie superiori del Serraglio. Da un lato è un duro giacillo. Corrado carico di catene alteramente passeggia



CORRADO
Eccomi prigioniero!
Ambiziosi miei sogni, svaniste!
In forse è l'onor mio,
più ancor la vita!
L'odio, l'amor istesso
mi sono atroce ambascia.
Infelice Medora!
Quanto di lei mi duol!
Il fero annunzio l'ucciderà;
pur se una spada avessi,
se questi ferri . . .
ahimè! Vane lusinghe!

Al mio stanco cadavere
un istante di riposo s'accordi;
e faccia l'ore
men lente il sonno all'uom che muore!
[ Sì getta sul giaciglio e s'addormenta. ]

[ Entra cautamente Gulnara. ]

GULNARA [ contemplando il corsaro ]
Ei dorme? Eppur nel pianto
molti veglian per lui.
Qual possa arcana
sì caro a me lo rende?
Io della vita debitrice gli son . . .
Ma . . . già si desta . . .

CORRADO [ destandosi sorpreso ]
Sei tu mortale, o spirto?

GULNARA
Colei più non ravvisi
che dal foco salvasti?
A te ne vengo . . .

CORRADO
A che?

GULNARA
L'ignoro anch'io:
ma tua nemica certo non son.

CORRADO
Nol sei?

GULNARA
Ti rassicura!

CORRADO
Allor la morte mi sarà men dura!

GULNARA
Seid la vuole:
Inutili i preghi miei ti furo.

CORRADO
Per me, per me pregasti?

GULNARA
Libero pur tu n'andrai, lo giuro!

CORRADO
Chi mi tarrà dal carcere?

GULNARA
Del braccio mio l'aiuto.

CORRADO
No! Se non valsi a vincere
sapro morir . . .
Rifiuto . . .
Solo un pensier mi lacera . . .

GULNARA
Di chi?

CORRADO
D'un alma afflitta.

GULNARA
Dunque ami tu? (Me misera!)

CORRADO
Or sola e derelitta!

GULNARA
Ami tu dunque?

CORRADO
Un angelo!

GULNARA
Quanto l'invidio!

CORRADO
E caro non t'è Seid?

GULNARA
Quel barbaro?
Schiava son io, corsaro!
E puo la schiava un palpito sentir
per l'oppressore?
Nel core sol dei liberi
sa germogliar l'amore.
Ma che dicea? Sia l'unico pensier
de' giorni tuoi ch'ora mi prenda.
Infrangere voglio i tuoi ceppi.

CORRADO
E il puoi?

GULNARA
Sì, sì, tutto io posso . . . seguimi!

CORRADO
Seguirti? E questi ferri?

GULNARA
Cadranl; da me fur comperi
servi, soldati e sgherri . . .

CORRADO
Donna!

GULNARA
Diffidi? Un agile navil
ci attende al lito:
Già tutto è presto: seguimi,
prima il cammin t'addito.
Seid che su te vigila
giace or nel sonno:
Tieni, quest'è un pugna! . . .
La vittima mai più sì desti!
Ah vieni!

CORRADO
Cessa, o Gulnara, lasciami,
il tuo pregar è vano . . .
Giammai saprò d'un perfido
pugnale armar la mano.

GULNARA
Ti muova il mio periglio,
se non il tuo, spietato!
Vieni, t'arrendi . . .

CORRADO
Ah lasciami al mio destino!

GULNARA
Ingrato!
Non sai tu che sulla testa
già ne freme le tempesta?
che il tuo palco e la mia scure
può l'aurora illuminar? Ah!
Ah fuggiam da queste mura,
n'apra scampo il vasto mar.

CORRADO
No, no, mi lascia alla mia sorte,
fissa in ciel è la mia morte.

GULNARA
Fuggiam da queste mura . . .

CORRADO
L'universo a me fa guerra,
Dio m'impresse il suo suggel;
maledetto io sono in terra,
maledetto io sono in ciel.

GULNARA
Fuggiam, fuggiamo . . .

CORRADO
No!

GULNARA
Di seguirmi tu dunque disdegni?

CORRADO
Io disdegno.

GULNARA
Terror d'un pugnale
provi tu, masnadiero, corsale?
Un'imbelle a vibrarlo t'insegni?

[ Fugge brandendo il pugnale. ]

CORRADO
Che fai?
[ Il tuono romoreggia, scoppia il fulmine. ]
Sul capo mio discenda,
fiero Iddio, la tua fulgore orrenda!
Tronca alfin questa misera vita!
[ Cessa il tuono e il cielo va a poco a poco rasserenandosi. ]

Ah ci'io vivo, io vivo!

[ Gulnara ritorna volgendo lo sguardo inorridita dietro di sè, cammina vacillando e cade. ]

GULNARA
Già l'opra è finita;
per destarsi egli stava . . . e mori!

CORRADO
Tu! . . . Gulnara, omicida!

GULNARA
Ei peri.
[ Sorge ed appressasi a Corrado. ]
La terra, il ciel m'abborrino . . .
tu sol nol dêi.
Per amor tuo colpevole,
caro stranier, mi fei.
Fuggiam: d'un ferreo vincolo
mi stringe teco il fato.
Senza speranza amato, ah!
salvo almen t'avrò.

CORRADO
Or più di me sei misera,
e sol per me lo sei;
perchè volesti accrescere,
donna, i rimorsi miei?
Troppo è con me terribile,
troppo crudele il fato:
Se amarti non m'è dato
salvarti almen portò.


Scena III

Setting: Spiaggia del mare come nell'atto primo. Sì vedrà una nave ancorata.



MEDORA [ ai corsari ]
Voi tacete . . .
io non oso interrogarvi . . .
eppur vorrei . . . lo sposo . . .
Silenzio! Ahimè! So tutto.
Il mio Corrado, il mio Corrado non è più.
(Fra poco con lui sarò . . .
già nel mio seno è morte!
Scendo contenta
dell'età sul fiore
nella tomba che schiude a me l'amore. ]
Il mio Corrado, il mio Corrado non è più, ah!

CORO di ANCELLE
Non disperar, non disperar, Medora!

CORSARI [ guardando verso il mare ]
Olà! Una vela! -
Amica od inimica? -
Un segno han fatto,
ed un secondo.
È d'amistà? Chi fia?
Oh gioia! È lui!

MEDORA
È lui!

CORSARI [ guardando verso il mare ]
Corrado, egli è, Corrado!

MEDORA
Che feci?

MEDORA, GULNARA, CORRADO
Ah quell'amplesso è balsamo
al lungo mio (suo) dolor.

ANCELLE
Ah brilla per quell'anime
di gioia un lampo ancor!

CORSARI
Con te pugnare e vincere
ne sarà dato ancor!

MEDORA
Or contenta morrò!

CORRADO
Che di' tu mai?

MEDORA
Mi contempla!

CORRADO
Gran Dio!

MEDORA
Ma qual donna
piangente qui vegg'io?

CORRADO
Per me infelice
vedi costei;
rischiò suoi giorni
pei giorni miei.
Fu di Seide la favorita;
ardea l'haremme,
salvai sua vita.
Grata e pietosa
le mie ritorte
infranse, e tolsemi
da orrenda morte;
fuggimmo insieme.

ANCELLE e CORSARI
Oh generoso!

MEDORA
Grazie ti rendo.

ANCELLE e CORSARI
Oh generoso!

GULNARA
Grazie non curo,
non merto omaggio;
troppo colpevole fu il mio corragio!
I miei rimorsi non vo'svelare;
ti farei fremere, raccapricciare.
Saper ti basti che sul mio core
pi` che pietade potè l'amor.

MEDORA
L'ami? Che ascolto!

GULNARA
Ah sì! L'adoro, ma invano, invano.

MEDORA [ a Corrado ]

E vero?
Corrado, io muoio!

CORRADO
Che festi, o misera?

MEDORA
Io ti credea già spento,
e vivere più non potea. Perdono . . .

CORRADO
Or apriti, o terra, e m'avrai!

ANCELLE, CORSARI, GULNARA
Frenar le lagrime chi puote omai?

MEDORA
O mio Corrado, appressati:
mi sia conforto almeno
sopra l'amato seno
quest'alma esalar.

CORRADO
Ah se tu muori inospita
landa mi fia la terra . . .

GULNARA
Cara, innocente vittima
d'un infelice amore! . . .

CORRADO
Del mio destin la guerra
più non saprò durar!

GULNARA
Vivrai del nostro core
nel mesto palpitar.

CORRADO
Ah no, non morir.

MEDORA
Del giorno i rai s'oscurano . . .

CORRADO
Oh mia diletta!

MEDORA
più non . . . ti veggo . . . addio . . .

CORRADO
Oh mia diletta . . .

MEDORA
In cielo innanzi a Dio . . .
volo . . . per te . . . per te a pregar.

ANCELLE e CORSARI
Ah troppo di quell'anime
fu lungo il dolorar . . .

GULNARA
Reca nel ciel le lagrime
del pentimento mio,
pietà, perdon da Dio
tu mi saprai pregar!

CORRADO
Oh mia diletta, guardami!
l'amante tuo son io . . .
Se a te serbommi un Dio,
perchè, ah perchè mi vuoi lasciar?

MEDORA
Più non ti veggo . . . addio . . . ecc.
[ Medora muore nelle braccia di Corrado. ]

CORRADO
Spenta è Medora!
I vortici m'inghiottano del mar.
[ Sì slancia in mare. ]
CORSARI
Che fai? Corrado!
Ah corrasi quel misero a salvar!

GULNARA
Oh ciel!
[ Cade. ]

Fine dell'opera


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Libretto input by Stephen L. Parker
12th July 1997