LUIGI ILLICA & GIUSEPPE GIACOSA / GIACOMO PUCCINI

Madama Butterfly



Atto Secondo

Interno della casetta di Butterfly.

Si alza il sipario: Le tende e le pareti sono chiuse lasciando la camera in una semioscurità. Suzuki prega, raggomitolata davanti all'immagine di Budda: suona di quando in quando la campanella delle preghiere. Butterfly sta ritta ed immobile presso un paravento.

Suzuki [pregando]
E Izaghi ed Izanami,
Sarundasico e Kami...
[interrompendosi]
Oh! la mia testa!
[suona la campanella per richiamare l'attenzione dei Numi]
E tu
Ten-Sjoo-daj
[con voce di pianto, guardando Butterfly]
fate che Butterfly
non pianga più, mai più, mai più!

Butterfly [senza muoversi]
Pigri ed obesi
son gli Dei Giapponesi.
L'americano Iddio son persuasa
ben più presto risponde a chi l'implori.
Ma temo ch'egli ignori
che noi stiam qui di casa.
[rimane pensierosa]

[Suzuki si alza, apre le tende e la parete del fondo verso il giardino]

Butterfly [si rivolge a Suzuki]
Suzuki, è lungi la miseria?

[Suzuki va ad un piccolo mobile ed apre un cassetto cercando delle monete]

Suzuki [va presso Butterfly e le mostra poche monete]
Questo
è l'ultimo fondo.

Butterfly
Questo? Oh! Troppe spese!

[Suzuki ripone il danaro nel piccolo mobile e lo chiude]

Suzuki [sospirando]
S'egli non torna e presto,
siamo male in arnese.

Butterfly [decisa]
Ma torna.

Suzuki [crollando la testa]
Tornerà!

Butterfly [indispettita, avvicinandosi a Suzuki]
Perché dispone
che il Console provveda alla pigione,
rispondi, su!
[Suzuki tace]
[sempre insistendo]
Perché con tante cure
la casa rifornì di serrature,
s'ei non volessi ritornar mai più?

Suzuki
Non lo so.

Butterfly [un poco irritata e meravigliata a tanta ignoranza]
Non lo sai?
[ritornando calma e con fiducioso orgoglio]
Io te lo dico. Per tener ben fuori
le zanzare, i parenti ed i dolori
e dentro, con gelosa
custodia, la sua sposa,
la sua sposa che son io: Butterfly.

Suzuki [poco convinta]
Mai non s'è udito
di straniero marito
che sia tornato al suo nido.

Butterfly [furibonda, afferrando Suzuki]
Ah! Taci, o t'uccido.
[insistendo nel persuadere Suzuki]
Quell'ultima mattina:
tornerete signor? gli domandai.
Egli, col cuore grosso,
per celarmi la pena
sorridendo rispose:
O Butterfly
piccina mogliettina,
tornerò colle rose
alla stagion serena
quando fa la nidiata il pettirosso.
[calma e convinta]
Tornerà.

Suzuki [con incredulità]
Speriam.

Butterfly [insistendo]
Dillo con me:
Tornerà.

Suzuki [per compiacerla ripete, ma con dolore]
Tornerà...
[scoppia in pianto]

Butterfly [sorpresa]
Piangi? Perché? perché?
Ah la fede ti manca!
[fiduciosa e sorridente]
Senti.
[fa la scena come se realmente vi assistesse]

Un bel dì, vedremo
levarsi un fil di fumo sull'estremo
confin del mare.
E poi la nave appare.
Poi la nave bianca
entra nel porto, romba il suo saluto.
Vedi? È venuto!
Io non gli scendo incontro. Io no. Mi metto
là sul ciglio del colle e aspetto, e aspetto
gran tempo e non mi pesa,
la lunga attesa.
E... uscito dalla folla cittadina
un uomo, un picciol punto
s'avvia per la collina.
Chi sarà? chi sarà?
E come sarà giunto
che dirà? che dirà?
Chiamerà Butterfly dalla lontana.
Io senza dar risposta
me ne starò nascosta
un po' per celia e un po' per non morire
al primo incontro, ed egli alquanto in pena
chiamerà, chiamerà:
Piccina mogliettina
olezzo di verbena,
i nomi che mi dava al suo venire.
[a Suzuki]
Tutto questo avverrà, te lo prometto.
Tienti la tua paura, io con sicura
fede l'aspetto.
[Butterfly e Suzuki si abbracciano commosse]

[Butterfly congeda Suzuki che esce dalla porta di sinistra. Butterfly la segue mestamente collo sguardo]

[Nel giardino compaiono Goro e Sharpless - Goro guarda entro la camera, da una finestra scorge Butterfly e dice a Sharpless che lo segue:]
Goro
C'è. Entrate.
[Goro e Sharpless attraversano il giardino]

Sharpless [affacciandosi, bussa discretamente contro la porta di destra]
Chiedo scusa...
[Sharpless scorge Butterfly la quale udendo entrare qualcuno si è mossa]
Madama Butterfly...

Butterfly [senza volgersi, ma correggendo]
Madama Pinkerton.
Prego.
[si volge e riconoscendo il Console batte le mani per allegrezza]
Oh!
[Suzuki entra premurosa e prepara un tavolino coll'occorrente per fumare, dei cuscini e uno sgabello]
[allegramente]
il mio signor Console, signor Console!

Sharpless [sorpreso]
Mi ravvisate?

Butterfly [facendo gli onori di casa]
Ben venuto in casa
americana.

Sharpless
Grazie.

Butterfly
[invita il Console a sedere presso il tavolino: Sharpless si lascia cadere grottescamente su di un cuscino: Butterfly si siede dall'altra parte e sorride maliziosamente dietro il ventaglio vedendo l'imbarazzo del Console; poi con molta grazia gli chiede:]
Avi, antenati
tutti bene?

Sharpless [ringrazia sorridendo]
Ma spero.

Butterfly [fa cenno a Suzuki di preparare la pipa dell'oppio]
Fumate?

Sharpless
Grazie.
[desideroso di spiegare lo scopo per cui è venuto, cava una lettera di tasca]
Ho qui...

Butterfly [interrompendolo, senza accorgersi della lettera]
Signore, io vedo
il cielo azzurro.
[dopo aver tirato una boccata dalla pipa che Suzuki ha preparata, l'offre al Console.]

Sharpless [rifiutando]
Grazie...
[tentando ancora di riprendere il discorso]
Ho...

Butterfly [depone la pipa sul tavolino e assai premurosa dice:]
Preferite
forse le sigarette?
[ne offre]
Americane.

Sharpless [un po' seccato ne prende una]
Ma grazie.
[e tenta continuare il discorso]
Ho da mostrarvi...
[si alza]

Butterfly [porge a Sharpless un fiammifero acceso]
A voi.

Sharpless [accende la sigaretta - ma poi la depone subito e presentando la lettera si siede sullo sgabello]
Mi scrisse
Sir Francis Blummy Pinkerton...

Butterfly [con grande premura]
Davvero!
È in salute?

Sharpless
Perfetta.

Butterfly [alzandosi con grande letizia]
Io son la donna
più lieta del Giappone.
[Suzuki è in faccende per preparare il thè]
Potrei farvi
una domanda?

Sharpless
Certo.

Butterfly [torna a sedere]
Quando fanno
il lor nido in America
i pettirossi?

Sharpless [stupito]
Come dite?

Butterfly
Sì,...
prima o dopo di qui?

Sharpless
Ma... perchè?...

[Goro che si aggira nel giardino, sale nel terrazzo e ascolta, non visto, quanto dice Butterfly]

Butterfly
Mio marito m'ha promesso
di ritornar nella stagion beata
che il pettirosso rifà la nidiata.
Qui l'ha rifatta per ben tre volte, ma
può darsi che di là
usi nidiar men spesso.
[Goro s'affaccia e fa una risata]
[volgendosi]
Chi ride?
[vedendo Goro]
Oh, c'è il nakodo.
[piano a Sharpless]
Un uom cattivo.

Goro [avanzandosi e inchinandosi ossequioso]
Godo...

Butterfly [a Goro, che s'inchina di nuovo e va ad aiutare Suzuki]
Zitto.
[a Sharpless]
Egli osò...
[cambiando idea]
No, prima rispondete
alla dimanda mia.

Sharpless [imbarazzato]
Mi rincresce, ma ignoro...
Non ho studiato ornitologia,

Butterfly
orni...

Sharpless
...tologia.

Butterfly
Non lo sapete
insomma.

Sharpless
No.
[ritenta di tornare in argomento]
Dicevamo...

Butterfly [lo interrompe, seguendo la sua idea]
Ah, sì. Goro,
appena F. B. Pinkerton fu in mare
mi venne ad assediare
con ciarle e con presenti
per ridarmi ora questo, or quel marito.
Or promette tesori
per uno scimunito...

Goro [intervenendo per giustificarsi e rivolgendosi a Sharpless]
Il ricco Yamadori.
Ella è povera in canna. I suoi parenti
l'han tutti rinnegata.

[al di là della terrazza si vede il Principe Yamadori seguito da due servi che portano fiori]

Butterfly [vede Yamadori e lo indica a Sharpless sorridendo]
Eccolo. Attenti.

Entra pomposamente dalla porta di destra Yamadori, preceduto dai due servi: Goro corre assai premuroso, e si inchina.
Yamadori, che è vestito all'Europea, da una poderosa stretta di mano a Sharpless, poi fa un graziosissimo inchino a Butterfly. I due servi giapponesi depongono i fiori, con grandi inchini terra a terra e si ritirano nel fondo. Goro, servilissimo, porta uno sgabello a Yamadori, fra Sharpless e Butterfly, ed è dappertutto durante la conversazione. Butterfly, Sharpless e Yamadori siedono

Butterfly [a Yamadori]
Yamadori ancor le pene
dell'amor, non v'han deluso?
Vi tagliate ancor le vene
se il mio bacio vi ricuso?

Yamadori [a Sharpless]
Tra le cose più moleste
è l'inutil sospirar.

Butterfly [con graziosa malizia]
Tante mogli omai toglieste,
vi doveste abituar.

Yamadori
L'ho sposate tutte quante
e il divorzio mi francò.

Butterfly
Obbligata.

Yamadori
A voi però
/ giurerei fede costante.
| Sharpless [sospirando, rimette in tasca la lettera]
\ (Il messaggio, ho gran paura,
a trasmetter non riesco).

Goro [con enfasi indicando Yamadori a Sharpless]
Ville, servi, oro, ad Omara
un palazzo principesco.

Butterfly [con serietà]
Già legata è la mia fede...

Goro e Yamadori [a Sharpless]
Maritata ancor si crede.

Butterfly [alzandosi di scatto]
Non mi credo: sono, sono.

Goro
Ma la legge...

Butterfly
Io non la so.

Goro
...per la moglie, l'abbandono
al divorzio equiparò.

Butterfly
La legge giapponese...
non già del mio paese.

Goro
Quale?

Butterfly
Gli Stati Uniti.

Sharpless [fra sè]
(Oh, l'infelice!)

Butterfly [nervosissima, accalorandosi]
Si sa che aprir la porta
e la moglie cacciar per la più corta
qui divorziar si dice.
Ma in America questo non si può.
[a Sharpless]
Vero?

Sharpless [imbarazzato]
Vero... Però...

Butterfly [lo interrompe rivolgendosi a Yamadori ed a Goro, trionfante]
Là un bravo giudice
serio, impettito
dice al marito:
``Lei vuol andarsene?
Sentiam perché?
Sono seccato
del coniugato!''
E il magistrato:
[comicamente]
``Ah, mascalzone,
presto in prigione!''
[per troncare il discorso ordina a Suzuki:]
Suzuki, il thè.

[Butterfly va presso Suzuki che ha già preparato il thè e lo versa nelle tazze]

Yamadori [sottovoce a Sharpless]
Udiste?

Sharpless [sottovoce]
Mi rattrista una sì piena
cecità.

Goro [sottovoce a Sharpless e Yamadori]
Segnalata è già la nave
di Pinkerton.

Yamadori [disperato]
Quand'essa lo riveda...

Sharpless [sottovoce ai due]
Egli non vuol mostrarsi. Io venni appunto
per levarla d'inganno...
[vedendo che Butterfly, seguita da Suzuki, si avvicina per offrirle il thè, tronca il discorso]

Butterfly [offrendo il thè a Sharpless]
Vostra Grazia permette...
[apre il ventaglio e dietro a questo accenna ai due, ridendo]
Che persone moleste!..
[poi offre il thè a Yamadori che rifiuta e s'alza per andarsene]

Yamadori [sospirando]
Addio. Vi lascio il cuor pien di cordoglio:
ma spero ancor...

Butterfly
Padrone.

Yamadori [s'avvia per uscire, poi torna indietro presso Butterfly]
Ah! se voleste...

Butterfly
Il guaio è che non voglio...

Yamadori, dopo aver salutato Sharpless, sospirando, se ne va, volgendosi poi colle mani sul cuore, mostrandosi grottesco spasimante. Lo seguono i due servi. Butterfly ride ancora dietro il ventaglio.
Butterfly fa segno a Suzuki di spreparare il thè: Suzuki obbedisce, poi va ad accosciarsi in fondo alla camera.
Goro segue premurosamente Yamadori.
Sharpless assume un fare grave, serio, però con gran rispetto ed una certa commozione invita Butterfly a sedere, e torna a tirar fuori di tasca la lettera.

Sharpless
Ora a noi. Sedete qui,
[mostrando la lettera]
legger con me volete
questa lettera?

Butterfly [prendendo la lettera]
Date.
[baciandola] Sulla bocca,
[mettendola sul cuore] sul cuore...
[a Sharpless, gentilmente]
Siete l'uomo migliore
del mondo.
[rende la lettera e si mette ad ascoltare cola massima attenzione]
Incominciate.

Sharpless [leggendo]
``Amico, cercherai
quel bel fior di fanciulla...''

Butterfly [non può trattenersi e con gioia esclama:]
Dice proprio così?

Sharpless [serio]
Sì, così dice,
ma se ad ogni momento...

Butterfly [rimettendosi tranquilla, torna ad ascoltare]
Taccio, taccio, più nulla.

Sharpless
``Da quel tempo felice,
tre anni son passati.''

Butterfly [interrompe la lettura]
Anche lui li ha contati!...

Sharpless [riprende]
``E forse Butterfly
non mi rammenta più.''

Butterfly [sorpresa molto, volgendosi a Suzuki]
Non lo rammento?
Suzuki, dillo tu.
[ripete come scandolezzata le parole della lettera]
``Non mi rammenta più!''
[Suzuki esce per la porta di sinistra]

Sharpless [fra sè]
(Pazienza!)
[seguita a leggere]
``Se mi vuol
bene ancor, se m'aspetta''

Butterfly [prendendo la lettera dalle mani di Sharpless, esclama con viva tenerezza]
Oh le dolci parole!
[baciando la lettera]
Tu, benedetta!

Sharpless [riprende la lettera e seguita a leggerla imperterrito ma con voce tremante per l'emozione]
``A voi mi raccomando
perchè vogliate con circospezione
prepararla...

Butterfly [con affanno, ma lieta]
Ritorna...

Sharpless
al colpo...''

Butterfly [si alza saltando di gioia e battendo le mani]
Quando?
Presto! presto!

Sharpless [sbuffando]
(Benone).
[ripone la lettera]
[fra sè] (Qui troncarla conviene...
[indispettito] Quel diavolo d'un Pinkerton!).
[si alza, poi guarda Butterfly negli occhi serîssimo]
Ebbene,
che fareste Madama Butterfly
s'ei non dovesse ritornar più mai?

[Butterfly immobile, come colpita a morte, china la testa e risponde con sommessione infantile, quasi balbettando:]
Butterfly
Due cose potrei far:
tornar... a divertir
la gente col cantar...
oppur,... meglio, morire,

[Sharpless è vivamente commosso e passeggia agitatissimo; poi torna verso Butterfly, le prende le due mani e con paterna tenerezza le dice:]
Sharpless
Di strapparvi assai mi costa
dai miraggi ingannatori.
Accogliete la proposta
di quel ricco Yamadori.

Butterfly [con voce rotta dal pianto e ritirando le mani]
Voi, voi, signor, mi dite questo!... Voi?

Sharpless [imbarazzato]
Santo Dio, come si fa?

Butterfly [batte le mani e Suzuki accorre]
Qui, Suzuki, presto presto,
che Sua Grazia se ne va.

Sharpless [fa per avviarsi ad uscire]
Mi scacciate?

[Butterfly, pentita, corre a Sharpless e singhiozzando lo trattiene]
Butterfly
Ve ne prego,
già l'insistere non vale.
[congeda Suzuki, la quale va nel giardino]

Sharpless [scusandosi]
Fui brutale, non lo nego.

Butterfly [dolorosamente, portandosi la mano al cuore]
Oh, mi fate tanto male,
tanto male, tanto, tanto!
[Butterfly vacilla, Sharpless fa per sorreggerla ma Butterfly si domina subito]

Butterfly
Niente, niente!...
Ho creduto morir... Ma passa presto
come passan le nuvole sul mare...
[prendendo una risoluzione]
Ah! m'ha scordata?
[Butterfly corre nella stanza di sinistra]

[Butterfly rientra trionfalmente tenendo il suo bambino seduto sulla spalla sinistra e lo mostra a Sharpless gloriandosene]

Butterfly
E questo?... e questo?... e questo
egli potrà pure scordare?..
[depone il bambino a terra e lo tiene stretto a sè]

Sharpless [con emozione]
Egli è suo?

Butterfly [indicando mano, mano]
Chi vide mai
a bimbo del Giappon occhi azzurrini?
E il labbro? E i ricciolini
d'oro schietto?

Sharpless [sempre più commosso]
È palese.
E Pinkerton lo sa?

Butterfly
No. No.
[con passione]
È nato quand'egli stava
in quel suo gran paese.
Ma voi...
[accarezzando il bimbo]
gli scriverete che l'aspetta
un figlio senza pari!
e mi saprete dir s'ei non s'affretta
per le terre e pei mari!
[mettendo il bimbo a sedere sul cuscino]
[bacia teneramente il bambino]
Sai cos'ebbe cuore
di pensare quel signore?
[indicando Sharpless]
Che tua madre dovrà
prenderti in braccio ed alla pioggia e al vento
andar per la città
a guadagnarti il pane e il vestimento.
Ed alle impietosite
genti, ballando de' suoi canti al suon,
gridare: Udite, udite
la bellissima canzon
delle ottocentomila
divinità vestite di splendor.
E passerà una fila
di guerrieri coll' Imperator,
[mostrando il bimbo e carezzandolo]
cui dirò: Sommo Duce
ferma i tuoi servi e sosta a riguardar
quest'occhi, ove la luce
dal cielo azzurro onde scendesti appar.
[si accoscia presso il bambino e continua con voce carezzante e lacrimosa]
E allor fermato il piè
l'Imperatore d'ogni grazia degno,
forse, forse farà di te
il principe più bello del suo regno.
[mette la sua guancia presso la guancia del bimbo]

Sharpless [non può trattenere le lagrime]
(Quanta pietà!)
[vincendo la propria emozione]
Vien sera. Io scendo al piano.
Mi perdonate?..

[Butterfly si alza in piedi e con atto gentile dà la mano a Sharpless che la stringe con ambo le mani con effusione]

Butterfly [volgendosi al bimbo]
A te, dagli la mano:

Sharpless [prendendo in braccio il bimbo]
I bei capelli biondi!
[lo bacia *]
Caro: come ti chiamano?

Butterfly [al bimbo, con grazia infantile]
Rispondi:
Oggi il mio nome è Dolore. Però
dite al babbo, scrivendogli, che il giorno
del suo ritorno,
Gioia, Gioia mi chiamerò.

Sharpless
Tuo padre lo saprà, te lo prometto.
[mette il bimbo a terra, fa un saluto a Butterfly, ed esce rapidamente dalla porta di destra]

Suzuki [di fuori, gridando]
Vespa! Rospo maledetto!

[Suzuki entra trascinando con violenza Goro che tenta inutilmente di sfuggirle]
[grido acuto di Goro *]

Butterfly [a Suzuki]
Che fu?

Suzuki
Ci ronza intorno
il vampiro! e ogni giorno
ai quattro venti
spargendo va
che niuno sa
chi padre al bimbo sia!
[lascia Goro]

Goro [protestando] [con voce di paura]
Dicevo... solo...
che là in America
[avvicinandosi al bambino e indicandolo]
quando un figliolo
è nato maledetto
[Butterfly istintivamente si abbraccia stretta al bambino]
trarrà sempre reietto
la vita fra le genti!

Butterfly [grido selvaggio]
[corre presso al reliquario e prende il coltello che sta appeso]

Butterfly [con voce selvaggia]
Ah! tu menti! menti! menti!
Ah! menti!
[afferra Goro, che cade a terra, e minaccia d'ucciderlo - Goro emette grida fortissime, disperate, prolungate]
Dillo ancora o t'uccido!..

Suzuki [intromettendosi]
No!

Butterfly [presa da disgusto lo respinge col piede]
Va via!
[Goro fugge]

[Butterfly e Suzuki rimangono immobile come impietrita]
[Poi Butterfly si scuote poco a poco e va a riporre il coltello]
[Butterfly va presso il bambino e lo abbraccia e lo bacia con grande tenerezza]

Butterfly [stringendosi il bambino al seno]
Vedrai, piccolo amor,
mia pena e mio conforto,
mio piccolo amor.
Ah! vedrai
che il tuo vendicator
ci porterà lontano, lontan, nella sua terra,
lontan ci porterà.

[Colpo di cannone *]

Suzuki
Il cannone del porto!
Una nave da guerra...
[Butterfly e Suzuki corrono verso il terrazzo]

Butterfly
Bianca... bianca... il vessillo americano
delle stelle... Or governa
per ancorare.
[prende sul tavolino un cannocchiale e corre sul terrazzo ad osservare]
[tutta tremante per l'emozione, appunta il cannocchiale verso il porto e dice a Suzuki:]
Reggimi la mano
ch'io ne discerna
il nome, il nome, il nome. Eccolo: ABRAMO LINCOLN!
[dà il cannocchiale a Suzuki e scenda dal terrazzo]
Tutti han mentito!
tutti!.. tutti!.. sol io
lo sapevo sol io che l'amo.
[a Suzuki]
Vedi lo scimunito
tuo dubbio? È giunto! è giunto! è giunto!
proprio nel punto
che ognun diceva: piangi e dispera.
[prende, fra alcuni giocattoli che stanno sul tavolino, una piccola banderuola americana che dà al bimbo] Or bimbo mio
fa in alto sventolar la tua bandiera:
Gioia, ti chiami.
[prende il bambino in braccio e lo porta sul terrazzo]
[mettendo il bimbo sotto i rami di un ciliegio in fiore dice a Suzuki che l'ha seguita pel terrazzo:]
Scuoti quella fronda
di ciliegio
[con tenerezza]
e l'innonda di fior.
[Suzuki scuote il ciliegio da' cui rami cadono fiori sopra Butterfly ed il bambino]
[al bimbo] Batti le mani; care le tue mani.
[per la piena della commozione, singhiozza]

Suzuki [calmandola]
Signora,
quetatevi... quel pianto...

Butterfly [pose a terra il bambino]
No: rido, rido!.. Quanto
lo dovremo aspettar?
Che pensi? Un'ora?
[ritorna con Suzuki nella stanza, mentre il bambino rimane sul terrazzo a giuocare colla banderuola]

Suzuki
Di più.

Butterfly [rimane pensierosa]
Certo di più.
Due ore forse.
[aggirandosi per la stanza]
Tutto tutto sia pien
di fior, come la notte è di faville.
[resta immobile come in estasi al ricordo amoroso, chiudendo gli occhi]
[a Suzuki, ridestandosi]
Sfronda tutto il giardin come fa il vento.
[Suzuki s'avvia per andare in giardino]
[a Suzuki, che si arresta]
E accenderem mille lanterne almeno
e forse più di mille...
[vedendo che Suzuki tace, riflette e dice:]
No?... Siam povere?...
Cento...
Dieci... Il conto qual sia
[con intensità]
la maggior fiamma è nell'anima mia...

[Butterfly accenna a Suzuki di andare nel giardino]
[Suzuki si avvia - giunta sul terrazzo si rivolge a Butterfly]

Suzuki [dal terrazzo]
Tutti i fior?...

Butterfly [a Suzuki, gaiamente]
Tutti i fior, tutti...
tutti. Pesco, vïola, gelsomin,
quanto di cespo, o d'erba, o d'albero fiorì.

Suzuki [sempre sul terrazzo]
Uno squallor d'inverno sarà tutto il giardin.
[scende nel giardino]

Butterfly
Tutta la primavera voglio che olezzi qui.

Suzuki [dal giardino]
Uno squallor d'inverno sarà tutto il giardin.
[appare sul terrazzo con un fascio di fiori che sporge a Butterfly]
A voi signora.

Butterfly [prendendo i fiori dalle mani di Suzuki]
Cogline ancora.

[Butterfly sparge i fiori nella stanza, mentre Suzuki scende ancora nel giardino]

Suzuki [dal giardino]
Soventi a questa siepe veniste a riguardare
lungi, piangendo nella deserta immensità.

Butterfly
Giunse l'atteso, nulla più chiedo al mare;
diedi pianto alla zolla, essa i suoi fior mi dà.

Suzuki [appare nuovamente sul terrazzo colle mani piene di fiori]
Spoglio è l'orto.

Butterfly
Spoglio è l'orto?
Vien, m'aiuta.

Suzuki
Rose al varco
della soglia.
[Butterfly e Suzuki sporgono fiori ovunque]
Butterfly
Tutta la primavera
Suzuki
Tutta la primavera
Butterfly
voglio che olezzi qui.
Suzuki
voglio che olezzi qui.

Butterfly
Seminiamo intorno april,
Suzuki
Seminiamo intorno april.
Butterfly
seminiamo april.

/ Butterfly [gettando fiori]
| Tutta la primavera
| voglio che olezzi qui...
| Suzuki
\ Tutta la primavera, tutta, tutta.
Gigli?.. viole?..
Butterfly
intorno, intorno spandi.

Suzuki
Seminiamo intorno april.

Butterfly
Seminiamo intorno april.
/ Il suo sedil s'inghirlandi,
| di convolvi s'inghirlandi;
| gigli e viole intorno spandi,
| seminiamo intorno april.
| Suzuki
| Gigli, rose spandi,
| tutta la primavera,
| spandi gigli, viole,
\ seminiamo intorno april!

Butterfly, Suzuki [gettando fiori mentre colla persona seguono il ritmo con un blando ondeggiare di danza]
Gettiamo a mani piene
mammole e tuberose,
corolle di verbene,
petali d'ogni fior!
corolle di verbene,
petali d'ogni fior!

[Butterfly va a prendere il bambino che in questo frattempo e rimasto sul terrazzo a giocare colla banderuola, lo accarezza e poi lo porto vicino alla toeletta e lo fa sedere su di un cuscino, dandogli alcuni giocattoli]

[Comincia il tramonto]

Butterfly [presso alla toeletta, chiama Suzuki e mentre questa prepara tutto il necessario, si guarda in uno specchio a mano]
Or vienmi ad adornar.
[tristamente]
Non son più quella!...
Troppi sospiri la bocca mandò,
e l'occhio riguardò
nel lontan troppo fiso.
[gettandosi a terra e poggiando la testa siu piedi di Suzuki] [con intensità]
Suzuki, fammi bella, fammi bella,
[alza la testa e guarda in faccia a Suzuki]
fammi bella!
[piangendo forte]

Suzuki [accarezzando la testa di Butterfly, per calmarla]
Gioia, riposo accrescono beltà.

Butterfly [pensierosa]
Chissà! chissà!
[alzandosi, ritorna alla toeletta]
chissà! chissà!
[a Suzuki]
Dammi sul viso
un tocco di carmino...
[prende un pennello e mette del rosso sulle guancie del suo bimbo]
ed anche a te piccino
perché la veglia non ti faccia vôte
per pallore le gote.

Suzuki [invitandola a stare tranquilla]
Non vi movete che v'ho a ravviare i capelli.

Butterfly [seguendo una sua idea]
Che ne diranno
ora i parenti!
Che ne dirà lo zio
Bonzo?

Suzuki [a Butterfly, che non sta ferma]
Ferma...

Butterfly
Qual cicalìo
faranno in coro...

Suzuki
Non vi movete...

Butterfly
Qual cicalìo
faranno in coro
le comari con Goro.

Suzuki [a Butterfly]
Ferma.
[continua la toeletta di Butterfly. Butterfly dà un po' di cipria al bimbo e poi scherzosamente anche a Suzuki, che si ritrae sorridendo]

Butterfly [ritornanndo alla sua idea di prima, e sorridendo di compiacenza]
Che ne diranno!..
E lo zio Bonzo?..
[con una punta di stizza]
già del mio danno
tutti contenti!..
[sorridente]
E Yamadori
coi suoi languori!
Beffati,
scornati,
beffati,
spennati
gli ingrati!

Suzuki [ha terminato la toeletta]
È fatto.

Butterfly [a Suzuki]
L'obi che vestii da sposa.
[Suzuki va ad un cassettone e vi cerca l'obi e la veste bianca]
[al bimbo, prendendolo in grembo e cullandolo]
Cara faccia pensosa!
``È Roje un bimbo biondo,
[canticchiando]
la, la, la, la, la, la, la;
[voce naturale]
simile a sole dopo la tempesta;
l'azzurro occhio profondo...''

Suzuki [torna con due vesti: ne dà una coll'obi a Butterfly che depone il bambino]
Ecco l'obi nuzial...

Butterfly
Qua ch'io lo vesta.
[mentre Butterfly indossa la veste, Suzuki mette l'altra al bambino, avvolgendolo quasi tutto nelle pieghe ampie e leggiere]
Vo' che mi veda indosso
il vel del primo dì.
[a Suzuki, che ha finito d'abbigliare il bambino]
E un papavero rosso
nei capelli...
[Suzuki punta il fiore nei capelli di Butterfly, che se ne compiace]
Così.
[con grazia infantile fa cenno a Suzuki di abbassare lo shosi]
Nello shosi or farem tre forellini
per riguardar,
e starem zitti come topolini
ad aspettar.
[Suzuki chiude lo shosi nel fondo e abbassa tutte le tende della camera]

[Butterfly conduce il bambino presso lo shosi]

Butterfly fa tre fori nello shosi: uno alto per sè, uno più basso per Suzuki ed il terzo ancor più basso pel bimbo, che fa sedere su di un cuscino, accennandogli di guardare attento fuori del foro preparatogli. Suzuki si accoscia e spia essa pure all'esterno: Butterfly si pone innanzi al foro più alto e spiando da esso rimane immobile, rigida come una statua; il bimbo, che sta fra la madre e Suzuki, guarda fuori curiosamente.

[assai lentamente comincia la notte]

Coro (ST) [interno, lontano; a bocca chiusa]

[si fa sempre più marcata l'oscurità]
[Il bimbo si addormenta, rovesciandosi all'indietro, disteso sul cuscino]
[si è fatta notte]

Suzuki che si era addormentata si desta: trasognata e sorpresa di trovarsi al buio si stropiccia gli occhi e si alza in piedi, guarda Butterfly, sempre immobile con grande tenerezza, scuotendo il capo e compiangendola: poi va a prendere delle lampade a foggia di fiori, le depone qua e là sul pavimento e le accende.

[Suzuki ritorna allo shosi per osservare ancora]
[Butterfly è sempre ritta ed immobile: Suzuki, dopo aver tentato di resistere al sonno, finisce col riaddormentarsi profondamente, ripiegata sulla persona]

Marinai (T1) [dalla baia, lontanissimi]
Oh eh! oh eh!
Marinai (T2)
Oh eh!
Marinai (T1)
oh eh! oh eh!
Marinai (T2)
oh eh!
Marinai (T1)
oh eh! oh eh!
Marinai (T2)
oh eh!
[vaghi rumori di catene, d'àncore e di altre manovre marinaresche]

Marinai (T1) [lontani]
Oh eh! oh eh!
Marinai (T2)
oh eh!
Marinai (T1)
oh eh! oh eh!
Marinai (T2)
oh eh!
Marinai (T1)
oh eh! oh eh!
Marinai (T2)
oh eh!
[altri rumori lontani dal porto di Nagasaki]

[Luce pallidissima al di fuori: comincia ad albeggiare]
Le fiamme delle lampade poste sul pavimento cominciano ad oscillare, poi a poco a poco vanno spegnendosi alternativamente. Si ode un leggero cinguettìo d'uccelli nel giardino, mentre al di fuori comincia la fredda luce dell'alba
[l'alba sorge rosea]
[Al di fuori risplende il sole]
[Butterfly finalmente si scuote, batte sulla spalla a Suzuki, che sussultando si risveglia e si alza, mentre Butterfly si volge verso il bambino e con premurosa cura lo solleva]

Butterfly [col bimbo adagiato sulle braccia e cullandolo in contempla amorosamente]
Dormi amor mio,
dormi sul mio cor.
Tu se con Dio
ed io col mio dolor.
[si avvia lentamente alla scaletta che conduce al piano superiore]
Dormi amor mio,
dormi sul mio cor.
Tu se con Dio
ed io col mio dolor.
A te i rai
degli astri d'or:
bimbo mio dormi!
[sale la scaletta]

Suzuki [mestamente crollando la testa]
Povera Butterfly!

Butterfly [soffermandosi e volgendosi a Suzuki]
Verrà, verrà, vedrai.
[Suzuki ripone le lampade spente, mentre Butterfly torna a salire]
Dormi sul mio cor
a te i rai
degli astri d'or:
bimbo mio dormi!
[voce un poco lontana]
Dormi amor mio,
dormi sul mio cor.
[voce più lontana]
Tu sei con Dio
ed io col mio dolor.
[perdendosi]

Suzuki [si inginocchia innanzi al simulacro di Budda]
Povera Butterfly!
[si alza e va ad aprire lo shosi]
[Si batte lievemente all'uscio d'ingresso * * *]
Chi sia?...
[si batte più forte * * * *]
[va ad aprire]
[grida, per la grande sorpresa]
Oh!...

Sharpless [sul limitare dell'ingresso fa cenni a Suzuki di silenzio]
Stz!
Zitta! zitta!

[Pinkerton e Sharpless entrano cautamente in punta di piedi]

Pinkerton [premuorsamente a Suzuki]
Non la destar.

Suzuki
Era stanca sì tanto! Vi stette ad aspettare
tutta la notte col bimbo.

Pinkerton
Come sapea?

Suzuki
Non giunge
da tre anni una nave nel porto, che da lunge
Butterfly non ne scruti il color, la bandiera.

Sharpless [a Pinkerton]
Ve lo dissi?!...

Suzuki [per andare]
La chiamo...

Pinkerton [fermando Suzuki]
No: non ancor.

Suzuki [indicando la stanza fiorita]
Lo vedete, ier sera,
la stanza volle sparger di fiori.

Sharpless [commosso]
Ve lo dissi?...

Pinkerton [turbato]
Che pena!

Suzuki [sente rumore nel giardino, va a guardare fuori dallo shosi ed esclama con meraviglia:]
Chi c'è là fuori
nel giardino?...
Una donna!!..

Pinkerton [va da Suzuki e la riconduce sul davanti, raccomandandole di parlare sottovoce]
Zitta!

Suzuki [agitata]
Chi è? chi è?

Sharpless [a Pinkerton]
Meglio dirle ogni cosa...

Suzuki [sgomenta]
Chi è? chi è?

Pinkerton [imbarazzato]
È venuta con me.

Suzuki
Chi è? chi è?

Sharpless [con forza repressa ma deliberatamente]
È sua moglie!

Suzuki [sbalordita, alza le braccia al cielo, poi si precipita in ginocchio colla faccia a terra]
Anime sante degli avi! Alla piccina
s'è spento il sol,
s'è spento il sol!

Sharpless [calma Suzuki e la solleva da terra]
Scegliemmo quest'ora mattutina
per ritrovarti sola, Suzuki, e alla gran prova
un aiuto, un sostegno cercar con te.

Suzuki [desolata]
Che giova? che giova?

Sharpless [prende a parte Suzuki e cerca colla persuasione di averne il consenso, mentre Pinkerton, sempre più agitato, si aggira per la stanza ed osserva]
Io so che alle sue pene
non ci sono conforti!
Ma del bimbo conviene
assicurar le sorti!
/ Pinkerton
| Oh! l'amara fragranza
| di questi fiori.
| Sharpless
| La pietosa
\ che entrar non osa
materna cura
/ del bimbo avrà
| Suzuki
| Oh me trista!
| E volete ch'io chieda
| ad una madre...
| Pinkerton
| Immutata è la stanza
| dei nostri amor...
| [Pinkerton va verso il simulacro di Budda]
| Sharpless
| Suvvia,
\ parla,
suvvia,
parla con quella pia
/ e conducila qui... s'anche la veda
| Butterfly, non importa.
| Anzi, meglio se accorta
| del vero si facesse alla sua vista.
| Suvvia, parla con quella pia,
| suvvia, conducila qui.
| Suzuki
| e volete ch'io chieda
| ad una madre...
| Oh! me trista!
| Oh! me trista!
| Anime sante degli avi!...
| Alla piccina
| s'è spento il sol!
| Oh! me trista!
| Oh! me trista!
| me trista!
| Alla piccina
| s'è spento il sol!
| [spinta da Sharpless va nel giardino a raggiungere Mistress Pinkerton]
| Pinkerton [vede il proprio ritratto]
| Il mio ritratto...
| Tre anni son passati,
| tre anni son passati,
| tre anni son passati e noverati
\ n'ha i giorni, i giorni e l'ore.
[vinto dall'emozione e non potendo trattenere il pianto si avvicina a Sharpless e gli dice risolutamente:]
Non posso rimaner; v'aspetto
per la via.

Sharpless
Non ve l'ho detto?

Pinkerton [prendendo nelle sue le mani di Sharpless]
M'avete visto piangere
nè son facile al pianto.
Pace non posso renderle.
[consegna a Sharpless danaro]
A voi.
Qualche soccorso...
Ch'ella non cada almeno in povertà.
Voi del figlio parlatele,
[imbarazzato] io non oso. Ho rimorso; [come prendendo una decisione e passandosi una mano sulla fronte] sono stordito! addio,
mi passerà
[esce rapidamente dalla porta dell'ingresso]

[Sharpless crolla tristamente la testa]
[Kate e Suzuki entrano dal giardino]

Kate [con dolcezza a Suzuki]
Glielo dirai?
[Suzuki a testa bassa risponde senza scomporsi dalla sua rigidezza]

Suzuki
Prometto.

Kate
E le darai consiglio
d'affidarmi?...

Suzuki
Prometto.

Kate
Lo terrò come un figlio.

Suzuki
Vi credo. Ma bisogna ch'io le sia sola accanto...
Nella grande ora... sola! Piangerà tanto tanto!
piangerà tanto!

Butterfly [voce lontana dalla camera superiore, chiamando]
Suzuki!
[più vicina] Suzuki!
Dove sei?
Suzuki!
[appare in cima alla scaletta]

Suzuki
Son qui... pregavo e rimettevo a posto...
[Butterfly comincia a scendere]
No...
[si precipita verso la scaletta per impedire a Butterfly di scendere]
no... no... no... no... non scendete...
[Butterfly discende precipitosa, svincolandosi da Suzuki che cerca invano tratteneria]
[gridando] no... no... no...

Butterfly [aggirandosi per la stanza con grande agitazione, ma giubilante]
È qui,... è qui... dove è nascosto?
è qui,... è qui...
[scorgendo Sharpless]
Ecco il Console...
[sgomenta, cercando Pinkerton]
e... dove?... dove?...
[Butterfly, dopo aver guardato da per tutto, in ogni angolo, nella piccola alcova e dietro il paravento, sgomenta si guarda attorno]
Non c'è!..
[vede Kate: la guarda fissamente]
[a Kate] Chi siete?
Come è bella!...
Nessuno parla!...
Perché piangete?
[teme di capire e si fa piccina come una bimba paurosa]
No: non ditemi nulla... nulla... forse potrei
cader morta sull'attimo...
[con bontà affettuosa ed infantile a Suzuki]
Tu Suzuki che sei
tanto buona, non piangere! e mi vuoi tanto bene
un Sì, un No, di' piano... Vive?

Suzuki
Sì.

Butterfly [come se avesse ricevuto un colpo mortale: irrigidita]
Ma non viene
più. Te l'han detto!...
[Suzuki tace]
[irritata al silenzio di Suzuki]
Vespa! Voglio che tu risponda.

Suzuki
Mai più.

Butterfly [con freddezza]
Ma è giunto ieri?

Suzuki
Sì.

[Butterfly, che ha capito, guarda Kate, quasi affascinata]

Butterfly
Quella donna bionda
mi fa tanta paura! tanta paura!

Kate [con semplicità]
Son la causa innocente
d'ogni vostra sciagura.
Perdonatemi.
[fa per avvicinarsi a Butterfly, ma questa le fa cenno di starle lontano]

Butterfly
Non mi toccate.
[con voce calma]
Quanto
tempo è che v'ha sposata... voi?

Kate
Un anno.
[peritosa] E non mi lascierete far nulla pel bambino?
[Butterfly tace]
Lo terrei con cura affetuosa...
[impressionata dal silenzio di Butterfly, insiste commossa]
È triste cosa, triste cosa,
ma fatelo pel suo meglio.
[rimane immobile]

Butterfly
Chissà!
Tutto è compiuto ormai!

Kate [insinuante]
Potete perdonarmi, Butterfly?

Butterfly
Sotto il gran ponte del cielo non v'è
donna di voi più felice.
[con passione]
Siatelo sempre,
non v'attristate per me.
Mi piacerebbe pur che gli diceste
che pace io troverò.

Kate [porgendole la mano]
La man,... la man, me la dareste?

Butterfly [energica, ma gentile]
Vi prego, questo... no...
Andate adesso.

Kate [andando verso Sharpless]
Povera piccina!

Sharpless [assai commosso]
È un immensa pietà!

Kate
E il figlio lo darà?

Butterfly [che ha udito, dice con solennità e spiccando le parole]
A lui lo potrò dare
se lo verrà a cercare.
[con intenzione, ma con grande semplicità]
Fra mezz'ora salite la collina.

[Suzuki accompagna Kate che esce dalla porta di destra, poi sale al piano superiore]
[Sharpless s'avvicina a Butterfly per darle i danari di Pinkerton]

Sharpless [interrompendosi per la commozione]
L'amico mio... mi diede...
per voi... non so spiegarmi...
[quasi piangendo] Egli provede...

Butterfly [interrompendolo]
Non piangete, signore, io sono avvezza
ad ogni peggior cosa. E poi riposa
pur tanto la certezza,
la speranza ed il sogno,
quelli no, quelli no, non dan pace,...
quelli no, non dan pace.
[Suzuki rientra dalla porta di sinistra e rimane in disparte ad osservare]
Or se vi piace...
[cercando dare i danari a Sharpless]
rendete...

Sharpless [rifiutandoli]
Oh no.

Butterfly
Non me ne fa bisogno.

Sharpless [cercando persuaderla con scherzoso rimprovero]
Come è caparbia quella testolina!

Butterfly [rendendo i danari]
Lo voglio.

Sharpless [riprendendoli]
Obbedirò.
Si può rivedervi?

Butterfly
Si può:
[con intenzione, ma tristamente]
fra mezz'ora salite la collina.
[Sharpless esce]

[Butterfly si regge a stento - Suzuki s'affretta a sorreggererla conducendola nel mezzo della scena]

Suzuki [mettendo una mano sul cuore a Butterfly]
Come una mosca prigioniera
l'ali batte il piccolo cuor!

[Butterfly si rinfranca poco a poco: vedendo che è giorno fatto, si scioglie da Suzuki, e le dice:]
Butterfly
Troppa luce è di fuor,
e troppa primavera.
Chiudi.

[Suzuki va a chiudere porte e tende, in modo che poi la camera rimane quasi in completa oscurità]

[Suzuki ritorna verso Butterfly]

Butterfly
Il bimbo ove sia?

Suzuki
Giuoca... Lo chiamo?

Butterfly
Lascialo giuocar, lascialo giuocar.
Va a fargli compagnia.

Suzuki [rifiutandosi]
Non vi voglio lasciar.
No! no! no! no!
[si getta ai piedi di Butterfly, piangendo]

Butterfly [accarezzando la testa di Suzuki]
Ieri m'hai detto una savia parola:
che il buon riposo accresce la beltà.

Suzuki
Vero.

Butterfly
Lasciami sola
e la tua Butterfly riposerà.
[Suzuki rifiuta ancora d'andarsene]
Sai la canzone?
``Ei venne alle sue porte
prese il posto di tutto, se n'andò
e nulla vi lasciò,
nulla, nulla, fuor che la morte.''

Suzuki [piangendo]
Resto con voi.

Butterfly [risolutamente, battendo forte le mani]
Va, va. Te lo comando.
[fa alzare Suzuki, che piange disperatamente, e la spinge fuori dell'uscio di sinistra]

[si sentono i singhiozzi di Suzuki]
[Butterfly accende il lume davanti al Budda]
[s'inchina]

Butterfly rimane immobile assorta in doloroso pensioro - ancora si odono i singhiozzi di Suzuki, i quali vanno a poco a poco affievolendosi.
Butterfly ha un moto di spasimo.
Butterfly va allo stipo e ne leva il velo bianco, che getta attraverso il paravento - poi prende il coltello, che chiuso in un astuccio di lacca, sta appeso alla parete presso il simulacro di Budda.
Butterfly ne bacia religiosamente la lama, tenendola colle due mani per la punta e per l'impugnatura.

Butterfly [legge a voce bassa le parole che vi sono incise]
Con onor muore
chi non può serbar vita con onore.

[si punta il coltello lateralmente alla gola]

[s'apre la porta di sinistra e vedesi il braccio di Suzuki che spinge il bambino verso la madre: questi entra correndo colle manine alzate: Butterfly lascia cadere il coltello - si precipita verso il bambino, lo abbraccia e lo bacia quasi a soffocarlo]

Butterfly
Tu? tu? tu? tu? tu? tu? tu?
piccolo Iddio!
Amore, amore mio,
fior di giglio e di rosa.
[prendendo la testa del bimbo, accostandola a sè]
qui, qui la tua testa bionda
ch'io nasconda
la fronte dolorosa, [sempre più stringendolo al seno e confondendo la sua testa con quella del bimbo]
qui, qui, ne' tuoi capelli.
[parlandogli guardandolo negli occhi]
Non saperlo mai
per te, pei tuoi puri
occhi, muor Butterfly
perché tu possa andar
di là dal mare
senza che ti rimorda ai dì maturi,
il materno abbandono.
[con esaltazione]
O a me, sceso dal trono
dell'alto Paradiso,
guarda ben fiso, fiso
di tua madre la faccia!...
che te'n resti una traccia,
guarda ben di tua madre la faccia!
sia pur pallida e poca.
Che non tutto consunto
vada di mia beltà l'ultimo fior.
Addio! addio! piccolo amor!
[con voce fioca]
Va. Gioca, gioca.

Butterfly prende il bambino, lo posa su di una stuoia col viso voltato verso la parte di sinistra, gli dà nelle mani la banderuola americana ed una puppattola e lo invita a trastullarsene, mentre delicatamente gli benda gli occhi. Poi afferra il coltello e, collo sguardo sempre fisso sul bambino, va dietro il paravento.

Si ode cadere a terra il coltello, e il gran velo bianco scompare dietro al paravento.
Si vede Butterfly sporgersi fuori dal paravento, e brancolando muovere verso il bambino -- il gran velo bianco le circonda il collo: con un debole sorriso saluta colla mano il bambino e si trascina presso di lui, avendo ancora forza di abbracciarlo, poi gli cade vicino.

Pinkerton [interno] [gridando]
Butterfly! Butterfly! Butterfly!

La porta di destra è violentemente aperta - Pinkerton si precipita verso Butterfly e il bambino - Butterfly apre gli occhi e con debole gesto gli indica il figlio - e muore -

SIPARIO RAPIDO



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29 Mar 2009