RANIERO DE' CALZABIGI, MARCO COLTELLINI / WOLFGANG AMADEUS MOZART |
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Overtura ATTO PRIMO Vago giardino con spaziosa scalinata per cui si ascende al palazzo del Podestà. SCENA PRIMA Il Podestà, Cavalier Ramiro e Serpetta che scendono dalla scalinata; Sandrina e Nardo applicati alla coltura del giardino. N° 1 - Introduzione SANDRINA, SERPETTA, RAMIRO, IL PODESTÀ, NARDO Che lieto giorno, Che contentezza, Qui d'ogn'intorno spira allegrezza; Amor qui giubila, brillando va. RAMIRO Fra cento affanni sospiro e peno, Per me non splende mai di sereno, Per me non trovasi felicità. IL PODESTÀ Il cor mi balza per il piacere, Tra suoni e canti dovrò godere: Sandrina amabile pur mia sarà. SANDRINA Sono infelice, son sventurata, Mi vuole oppressa la sorte ingrata, Di me più misera no non si dà. NARDO Neppur mi guarda, neppur m'ascolta; Farà costei darmi di volta, (accennando Serpetta) Ma se mi stuzzica la pagherà. SERPETTA Con quella scimmia già s'è incantato, Fa il cascamorto, lo spasmato, (accennando il Podestà) Ma se mi stuzzica la pagherà. RAMIRO Celar conviene la pena ria. IL PODESTÀ Via sollevatevi, Sandrina mia. SANDRINA Son troppe grazie, troppa bontà. RAMIRO Vedrò placata l'iniqua stella. IL PODESTÀ Non so lasciarla ch'è troppo bella. SERPETTA Son pieni gl'uomini di falsità. SANDRINA, SERPETTA, RAMIRO, IL PODESTÀ, NARDO Che lieto giorno, Che contentezza, Qui d'ogn'intorno spira allegrezza; Amor qui giubila, brillando va. Recitativo IL PODESTÀ Viva, viva il buon gusto Della mia vezzosetta giardiniera. Ch'è il più gradito fior di primavera. Ramiro, che vi pare? RAMIRO Non v'è che dir, mi sembra Il giardino incantato, eppur non basta A farmi rallegrar. IL PODESTÀ Questa è pazzia. Ma tu, Sandrina mia, Perchè mesta così? SERPETTA IJh, che sia maledetta. Dopo giunta costei Non mi guarda più in faccia. NARDO (a Serpetta che non gli dà udienza) Neppure un'occhiatina. IL PODESTÀ Via, spiegati carina, che t'affanna? SERPETTA Patisce il mal di core. SANDRINA Io non merto, signore, Tanta vostra bontà. Dovrei godere, Sperare dovrei. Ma sento, Che in seno un fiero affanno Del povero mio cor si fa tiranno. NARDO (a Serpetta) Pur dovresti pensare... SERPETTA Mi sento dalla rabbia divorare. IL PODESÌA Don Ramiro, Sandrina, allegramente. Qui a momenti s'attende La sposa mia nipote. Prepariamoci Ai banchetti, ai festini. Io non voglio veder malinconia Oggi che siamo in tempo d'allegria. SANDRINA Ah che procuro invano... RAMIRO Invan mostro scioltezza... IL PODESTÀ Amico, ho gran timore, Che sia del vostro mal cagione amore. RAMIRO Purtroppo, è ver; per una donna infida Son ridotto a languire... IL PODESTA Oh che sproposito! Affliggersi così per una donna, Por la vita in periglio? Prendete il mio consiglio; Scegliete un'altra bella, Dategli il vostro core, Che se amor vi feri, vi sani amore. RAMIRO Mi guardi il ciel, che appena Dalle catene sciolto cercar voglia Nuovi ceppi per me; non fia mai vero, Che mi venga in pensiero idea si sciolta E m'accenda d'amore un'altra volta. N° 2 - Aria RAMIRO Se l'augellin sen fugge Dalla prigione un giorno, Al cacciatore intorno Non più scherzando va. Libero uscito appena Da un amoroso impaccio, L'idea d'un altro laccio Ah che tremar mi fa. (Parte.) SCENA SECONDA Il Podesà. Sandrina, Serpetta e Nardo. Recitativo IL PODESTÀ Presto, Nardo, Serpetta andate, andate Ché all'arrivo de' sposi Vo' che tutto sia pronto, Con pompa, splendidezza e proprietà. SERPETTA Vo' restar con Sandrina in liberta. NARDO Via Serpetta, il padrone Ad ubbidir si vada. SERPETTA Vanne, rompiti il collo, ecco la strada, (Nardo parte e Serpetta resta in disparte.) IL PODESTÀ Siam pur soli una volta, Veniamo un poco a noi: cara Sandrina Mi spiego in due parole, Ardo, moro per te, quel brio, quel vezzo Subito mi colpi. SANDRINA Signor, che dite? Povera villanella... SERPETTA (si fa avanti) Venga Sandrina anch'ella A travagliar con noi. IL PODESTÀ Sandrina ha da star qui, parti, che vuoi? SERPETTA Ubbidisco. (a Sandrina e si ritira) (Stregaccia.) IL lPODESTÀ Cosi com'io dicevo, Speranza del mio cor, so quel che dico, So quel che penso... basta... SANDRINA Ah pensate, signore, al vostro grado, Voi nobile, io meschina... IL P0DESTÀ Eh che l'amore Non conosce ragione, uguaglia tutto. SADRINA Ma una donzella onesta No permetter non deve che s'avvilisca... SERPETTA (torna come sopra) Signore compatisca Se interrompo nel meglio. IL PODESTÀ Che disdetta! SERPETTA Dica la toeletta Di madama la sposa Dove poi la destina? IL PODESTÀ In gabinetto, in camera, in cucina. SERPETTA Mi perdoni. (a Sandrina e si ritira) (Sfacciata.) IL PODESTÀ Non più, cara, quel volto Nobilita la gente, Non l'avvilisce... andiamo. SADRINA Che sperate? IL PODESTÀ Voglio farti mia sposa. SERPETTA (come sopra) Già direte che son... IL PODESTÀ Dico che sei Un'ardita insolente, Temeraria importunal. SERPETTA Ma sentite Una parola sola... IL PODESTÀ Parti, va via di qua, vil donnicciuola. SERPETTA Vado, vado, pazienza. (Ma tu la pagherai, brutta fraschetta.) (Parte.) SANDRINA Permettete, signor... (Vuol partire.) IL PODESTÀ No, senti, aspetta, Mia cara non partir, se tu sapessi... (Son fuor di me) che smania, Che tumulto ho nel core, Né so se sia speranza, oppur timore. N° 3 - Aria IL PODESTÀ Dentro il mio petto io sento Un suono, una dolcezza Di flauti e di oboe. Che gioia, che contento. Manco per l'allegrezza, Più bel piacer non v'è. Ma oh Dio, che all'improvviso Si cangia l'armonia Che il cor fa palpitar. Sen'entran le viole, E in tetra melodia, Mi vengono a turbar. Poi sorge un gran fracasso, Li timpani, le trombe, Fagotti e contrabbasso Mi fanno disperar. (Parte.) SCENA TERZA Sandrina, poi Nardo. Recitativo SANDRINA Della nemica sorte Quante vicende mai finor soffersi! Trafitta, abbandonata dall'amante Sotto spoglie mentite, In esercizio abietto son contenta Passare i giorni miei. Almen potessi, oh Dei! L'ingrato riveder; ma che mi giova Cosi struggermi in pianto... NARDO Marchesina... SANDRINA Ah taci per pietà, potrebbe alcuno Qui ascoltarti. NARDO Siam soli, Né v'è alcun che ci senta. SANDRINA Tu sai, che l'anno è scorso Da quell'infausta notte, Che il Contino Belfiore Invaso da una pazza gelosia Mi trafisse spietato, ed all'istante Credendomi già morta Mi lasciò, si parti. NARDO Che brutto caso! In ripensarlo solo Mi scappano le lagrime. SANDRINA Ah caro servo, Sai pur, che a solo oggetto Di ritrovar l'amante, in queste spoglie Teco m'indussi andar raminga, e ognuno a Mio cugino ti crede. Ma quivi giunta appena, Si preparan per me nuovi disastri. NARDO Ma quella, perdonate, Mi pare frenesia: giacchè la sorte Ci ha fatto capitare In questo bel soggiorno, Ove dal Podestà voi siete amata... SANDRINA Questo motivo appunto Or mi sprona a partire, vedermi astretta I sospiri, le smanie, I rimproveri udire in ogni istante D'un importuno amante... NARDO Eh, signorina, Chi v'obbliga ad amarlo? Seguitate lo stil dell'altre donne: Fingete, lusingatelo, Fategli quattro smorfie. SANDRINA Oh non mi piace Questo moderno stile: Nemmen per gioco io voglio Arder di nuovo amore; il cuor degl'uomini Già conosco abbastanza; Vo' subito partire... (Vuol partire.) SCENA QUARTA Ramiro e detti. Recitativo RAMIRO Gl'uomini s'han d'amar, non da fuggire. NARDO E dice molto bene. RAMIRO Ah perchè mai Voi gl'uomini abborrite? SANDRINA Perchè finti e incostanti... RAMIRO Eppur vi sono Degl'uomini fedeli; io tal mi vanto. Amai nobil donzella (Ahi rimembranza!) Ed allor ch'io m'offersi Ad unirmi con lei, l'empia mi sprona, Mi tradisce, mi lascia e m'abbandona. SANDRINA Ecco lì! tutto il male Già proviene da noi, povere donne, Che fier destino è il nostro! Pace non v'è per noi, né contentezza, Né ci serve la grazia e la bellezza. N° 4 - Aria SANDRINA noi donne poverine, Tapine, sfortunate, Appena siamo nate Ch'abbiamo da penar. Disgrazie da bambine, Strapazzi grandicelle, E dell'età nel fiore, O siamo brutte o belle Il maledetto amore ci viene a tormentar. Ah donpe poverine. Meglio sara per noi Non nascere o morir. (Parte.) 221 ARMINDA Questa tardanza È una somma increanza; egli dovea Prevenire il mio arrivo. IL PODESTÀ Forse ancora non sa... ARMINDA Non sa ch'io sono Testina e capricciosa. IL PODESTÀ Via colle buone, via, che di qui a poco Vi passerà la collera. ARMINDA Sediamo. Ehi, qui venghino sedie. SERPETTA Ecco sedie, ecco sedie, non gridate, Ch'io non sono già sorda. ARMINDA Chi è costei? SERPETTA Io son la cameriera... ARMINDA E non venite A fare il vostro debito, A inchinarvi, ossequiarmi, A baciarmi la mano? SERPETTA (va per baciarle la mano, ricusa e la discaccia) Or volea farlo... ARMINDA Andate. SERPETTA Vado. ARMINDA (va per partire e la richiama) Eh ragazza, ragazza. SERPETTA (Che pazienza!) ARMINDA V'è nuova del mio sposo? SERPETTA No, signora, Ma credo... ARMINDA Andate. IL PODESTÀ Andate. SERPETTA (Con costei Non farem troppo bene.) (Si ritira.) ARMINDA Ditemi, signor zio, A vete voi notizia, se il mio sposo Sia bello manieroso? IL PODESTÀ In quanto a questo... SERPETTA (correndo) Signori, presto, presto, È giunto un carrozzino... ARMINDA Questo sarà il Contino. (S'alzano.) IL PODESTÀ Vado a incontrarlo... olà, che ognuno stia Pronto all'ufficio suo... Nipotina sentite... (a Serpetta) Avvisa tutti... Camerieri, staffieri... SERPETTA Eccolo qua. ARMINDA Or mettiamoci un poco in gravità. SCENA SETTIMA Il Contino Belfiore e detti. N° 6 - Aria IL CONTINO Che beltà, che leggiadria, Che splendore, eterni Dei! Guardo il sole, e guardo lei, E colpito da quei rai Parmi, oh Dio! di vacillar. Recitativo IL CONTINO Sposa, Arminda, mio sole, Precipitosamente, Come a sua principessa e sua regina, Il Contino Belfiore a voi s'inchina. ARMINDA Contino, vi son serva (sostenuta) E vi accetto nel cor. (Non mi dispiace.) IL PODESTÀ Oh mio signor Contino, E quasi nipotino, Prendete un caro abbraccio Con affetto sincero Dal nobil Podestà di Lagonero. (L'abbraccia.) IL CONTINO (ad Arminda) Permettete, sposina, Che sulla bianco mano... ah no sbagliai... (al Podestà) Perdonate, signor, so il dover mio. (a Serpetta) Pien d'ossequio... con voi bella ragazza. No, che mancar non voglio. Sposa... signor... ragazza... io già m'imbroglio. SERPETTA (Quanto mi vien da ridere, Bella caricatura.) IL PODESTÀ Or dite un poco D'Arminda, mia nipote, Vostra sposa novella, Contino, che vi par? IL CONTINO Superba, e bella. Bella fronte, begl'occhi, belle guancie, Bel naso, bel bocchino: Ah voi siete, mia cara, un gelsomino. ARMINDA E voi sembrate appunto un girasole, Che si volge qua e là tutti i momenti, Anzi una banderola a quattro venti. IL CONTINO Perchè, Perchè mia cara, Mia plenilunia stella, Voi mi dite così? ARMINDA Perchè vi scorgo Volubile e leggiero: (al Podestà) Che dite signor zio? IL PODESTÀ Lasciate ch'io l'osservi; Dalla fisonomia mi par... non sbaglio... Nipote, è un uom costante! IL CONTINO Oh costantissimo! IL PODESTÀ Fedele! IL CONTINO Fedelissimo! lo son qual duro scoglio, anzi qual nave, Che in mezzo al mare infido Mi frango... no, mi spezzo, oibò, m'arresto; Voi m'intendete, il paragone è questo. IL PODESTÀ Oh circa il paragone... udite bene: Voi siete un aquilone... oibò, qual nembo... Anzi qual vento... no, qual mongibello; Voi m'intendete è il paragon più bello. ARMINDA Ben lo vedrò, ma ditemi, Voi mi amate? IL CONTINO Se v'amo? al primo lampo Di quei vezzosi e fulminanti rai Sotto il colpo restai. ARMINDA Adagio, adagio, Sapete chi son io? IL CONTINO Voi siete, oh cara... ARMINDA lo sono capricciosa, Cervellina insolente. IL PODESTÀ C'ho piacere. IL CONTINO Me ne consolo. ARMINDA Ho buone mani e faccia. IL CONTINO Viva, viva. IL PODESTÀ Benissimo. ARMINDA Adopro anche il bastone. IL PODESTÀ Meglio, meglio. IL CONTINO Brava, brava, bravissima, Che grazia, che portento, che scioltezza, Io mi sento rapir. ARMINDA Ci siamo intesi. Io v'amerò; ma guai Se vi scopro incostante; Anche se foste in mezzo della via Io vi do quattro schiaffi, anima mia. N° 7 - Aria ARMINDA Si promette facilmente Dagl'amanti d'oggidi; Se lo crede, poverella, E si fida a dir di sì. Io però non fo così: Patti chiari e patti schietti, Pria di dirvi sì o no. Voi sarete l'idol mio, Il mio ben, la mia speranza. Ma se mai, com'è l'usanza, Mi mancaste, m'ingannaste, Io le mani adoprerò. (Parte con Serpetta.) SCENA OTTAVA Il Contino e il Podestà. Recitativo IL PODESTÀ Che dite, signor Conte, che vi pare Di mia nipote? IL CONTINO Oh quanto, m'innamora e m'accende Si cara bizzarria; oh che fortuna, Che bella sorte, amico, Ritrovare una donna, Ma che dico una donna? ella è una dea, Che in vezzo, che in beltà, che in leggiadria, Non v'è chi a lei somiglia. E può dirsi l'ottava meraviglia. IL PODESTÀ Non for per dir che m'è nipote, in tutto Ella è particolare, A sentirla parlare E une piacere, uno spasso, Sputa sentenze, e par Torquato Tasso. lL CONTINO Eh già si vede, e già la cosa è chiara, Ed alla fama che di lei già corre Per tutte le gazzette Mi sono innamorato: Cent'altre ho ricusato Bellissime fanciulle... nol credete? IL PODESTÀ Oh, lo credo pur troppo. IL CONTINO Assicuratevi, Che dovunque son stato, le donne a truppe, a schiere Correvan disperate Il compendio a mirar nel mio bel volto Di grazia, di valor insieme accolto. IL PODESTÀ Oh bravo il mio Contino, Mi piace il vostro brio. IL CONTINO Son cavalier di spirito, Son stato in guerra viva, Ho espugnato fortezze, E pur dal viso amabile Della mia cara Arminda Son fatto prigionier, quivi volando Venni a posta corrente, Ho lasciato per lei tutti miei feudi, Le cariche, i vassalli, Il marchese mio padre, La duchessa mia nonna, e tanti e tanti Cugini titolari... (Il Podestà ride.) Voi ridete? Cattera non sapete Chi sieno i miei parenti. Vivi, morti e nascenti, udite, udite: Vi darò in abrescè qualche contezza Della mia nobiltà, di mia grandezza. N° 8 - Aria IL CONTINO Da Scirocco à Tramontana, Da Levante a Mezzogiorno È palese intorno, intorno La mia antica nobiltà. Ho gran feudi ed ho vassalli, Ho più nonni marescialli, Più sorelle principesse, Tre regine, sei contesse, Dieci consoli romani Ed i principi, i sovrani Non si posson numerar. Ma cospetto! voi ridete? Signor mio, non li vedete. Ecco Numa, ecco Scipione, Marco Aurelio, Marco Agrippa, Muzio Scevola e Catone, E quei due che vanno a spalla Son Tiberio a Caracalla, Con rispetto salutateli, Sprofondatevi, inchinatevi A ciascun di qua di là. (Parte.) SCENA NONA Serpetta, poi Nardo con cestino di frutti. Recitativo SERPETTA In questa casa non si può più stare: Dopo giunta costei, Almeno cento volte Chiamerà in un momento E di schiattar per lei non me la sento. Ma Nardo qui s'appressa, Da costui già m'aspetto, La musica ordinaria de' sospiri, Fingerò non vederlo, e qui seduta Mi spasserò a cantare Un'arietta novella, Come vuole il marito una zitella. (Siede.) N° 9a - Cavatina SERPETTA Un marito, oh Dio, vorrei Amoroso e pien d'affetto, Ma un marito un po' vecchietto, Mamma mia, non fa per me. Recitativo NARDO Come in questa canzone, Il sentimento esprime: Anch'io gli vo'risponder per le rime. N° 9b - Cavatina NARDO Un marito, oh Dio, vorresti Amoroso e pien d'affetto, Ma un marito giovinetto, Figlia mio, non fa per te. Recitativo SERPETTA Bravo, signor buffone, Chi vi ha dato licenza Di penetrar fin qui? NARDO Cara Serpetta, Perdonate l'ardir, qui ritrovai L'uscio aperto ed entrai. SERPETTA Se volete il padrone Sta da quell'altra parte, andate, andate. NARDO Così mi discacciate? Eppur carina, Io scolpita vi tengo in mezzo al petto. • SERPETTA Cinque volte l'ho detto, E questa che fan sei, No, non sono per voi gl'affetti miei. NARDO Ma tanta tirannia, Dite, oh cara... SERPETTA Non più, parlo sincera, Fatto per me non siete. NARDO Dite almeno il perchè? SERPETTA Non pi piacete. NARDO Pazienza, eppur un giorno Avrete a richiamarmi. SERPETTA (ride) Ah, ah! NARDO Ridete? SERPETTA Rido perchè credete Che a trovare un marito Ci voglia una gran cosa. Ve ne son tanti e tanti: Basta, ch'io volga un sguardo, ho mille amanti. N° 10 - Aria SERPETTA Appena mi vedon chi cade, chi sviene, Mi vengono appresso, nessuno li tiene, E come insensati, storditi, stonati, Così van gridanto, smaniando così: « Mirate che occhietti, che sguardi d'amore, Che vita, che garbo, che brio, che colore, Bellina, carina, vi vo' sempre amar. » Io tutta modesta abbasso la testa, Neppur gli rispondo, li lascio passar. (Serpetta e Nardo partono.) SCENA DECIMA Giardino pensile. Sandrina, indi Arminda. N° 11 - Cavatina SANDRINA Geme la tortorella Lungi dalla compagna, Del suo destin si lagna, E par che in sua favella Vogli destar pietà. Recitativo SANDRINA Io son la tortorella che mi lagno Lungi dal mio tesoro, Senza trovar sollievo al mio martiro. Armata di costanza Farò coi miei sospiri Impietosir le stelle e il caro amante Finch'io non troverò Tortorella infelice ognor sarò. ARMINDA (Questa sarà la bella giardiniera.) Eh, ragazza sentile. SANDRINA Mia signora. ARMINDA Dimmi pur che cos'hai, Che ti sento lagnar? SANDRINA Penso a' miei guai. ARMINDA Ho capito, ho capito, tu sospiri, Forse pel Podestà? SANDRINA Mi meraviglio, Io son povera, è ver, ma sono onesta. Conosco il grado mio... ARMINDA Taci fraschetta, olà, sai chi son io? Misura i detti e pensa Che parli con Arminda. SANDRINA Perdonate... Io non sapea... ARMINDA Ti compatisco, or sappi, Ch'io quella son, ch'oggi darò la mano Al Contino Belfiore... SANDRINA (sorpresa ed agitata) (0imè che sento!) Il Contino è lo sposo? E sarà vero? Oh Numi! ARMINDA Ei giunse poco fa, se lo vedessi Quanto è vago e gentil. SANDRINA (smarrita e tremante) (Ah ch'io non reggo, Io mi sento morir.) ARMINDA Tu impallidisci? Che mai ti turba? SANDRINA Un fiero Improvviso dolore... oh Dei m'assale... Sento strapparmi l'anima mia... Mi manca il cor... nel seno... Sudo... gelo... non reggo... io vengo meno. (Sviene.) ARMINDA Misera!... olà chi la soccorre? oh Dio! Non v'è alcun che mi senta? SCENA UNDICESIMA Il Contino e detti. Recitativo IL CONTINO Vi son io. ARMINDA Presto, caro Contino, Assistete un momento Quest'infelice giovane svenuta, Che intanto io vado a prendere Antidoto valevole A richiamarla in vita. (Parte in fretta.) IL CONTINO Ecco, idol mio, men volo a darle aita. N° 12 - Finale IL CONTINO Numi! che incanto è questo. Violante! È viva? Oimè! Tremo da capo a piè; Dove mi sia non so. (S'accosta a Sandrina svenuta e resta spaventato e sor- preso.) SANDRINA (nello svenimento si muove e poi torna ad abbandonarsi) Deh vieni ingrato core, Guardami son pur quella. IL CONTINO La voce è di Violante, Il ciglio, il bel sembiante. (sempre con ammirazione e stupore) Ma come in queste spoglie Sarà la fantasia, Meglio l'osserverò. SANDRINA (rinviene) Ah della pena mia Pietà sentite, oh Dei! IL CONTINO (torna attentamente ad osservarla) È lei senz'altro, è lei, Coraggio più non ho. SANDRINA (s'accorge del Conte e resta attonita) Il Conte? oh Dio! che miro! SCENA DODICESIMA Arminda, Ramiro e detti. Viene Arminda per dar la boccetta di spirito al Conte, s'incontra con Ramiro; e cosi l'una che l'altro restano insensati. ARMINDA Ecco il liquor, prendete... RAMIRO Contino, permettete... ARMINDA Ramiro? RAMIRO Arminda? ARMINDA, RAMIRO Che farò? IL CONTINO (a Sandrina di nascosto) Dimmi chi sei? SANDRINA (Che dico?) RAMIRO (a Arminda) Barbara! ARMINDA (Che dirò?) SANDRINA, ARMINDA, RAMIRO, IL CONTINO Ah che gran colpo è questo, Qual fulmine funesto. Misera (misero) mi gelo. IL CONTINO (Son dubbioso, sbalordito, Io non so, se veglio o dormo, D'esser stupido mi par.) SANDRINA (Son confusa, ho il cor smarrito, È si barbaro il dolore Che mi forza a lacrimar.) RAMIRO (Che stupor, sono insensato, Resto immobile, mi perdo, Io non so che mai pensar.) ARMINDA (Che m'avvenne, cos'è stato, Non comprendo più me stessa, Parmi, oh Dio! di vaneggiar.) SANDRINA, ARMINDA, RAMIRO, IL CONTINO (ognun da sè, e restano tutti immobili) (Sento l'alma in seno oppressa, Non ho fiato da parlar.) SCENA TREDICESIMA Il Podestà e detti. IL PODESTÀ Che silenzio! fan lunari. Questa scena che vuol dire? Via Sandrina, rispondete, Miei signori, perchè tacete? Su parlate, cosa c'è? SANDRINA (Que rispondo?) IL CONTINO (Io qui m'imbroglio.) RAMIRO (Son perplesso.) ARMINDA (Non ardisco.) IL PODESTÀ Non intendo, non capisco. Ma la cosa non va schietta, Non è liscia per mia fè! RAMIRO (ad Arminda), IL CONTINO (a Sandrina) Tu sei quella? SANDRINA (al Conte), ARMINDA (a Ramiro) Tu sei quello? SANDRINA, ARMINDA, RAMIRO, IL CONTINO, IL PODESTÀ Ah che gira il mio cervello, Va balzando qua e là. (Partono Sandrina e il Conte da una parte, Arminda e Ramiro dall'altra, resta solo il Podestà che fa atti di meraviglia.) SCENA QUATTORDICESIMA Il Podestà, poi Serpetta e Nardo. IL PODESTÀ Che tratto è questo, che stravaganza, Senza rispetto, senza creanza Lasciarmi solo com'un ridicolo! Li mando tutti al diavolo, Metto da parte il grado, il titolo, Il nëpotismo, la nobilità. (Va per partire ed è fermato da Serpetta.) SERPETTA Oh mi rallegro, caro signore, La giardiniera con il Contino Fanno l'amore qui nel giardino Con tutta pace, con libertà. IL PODESTÀ E dove sono... la gelosia... (Va per partire ed è fermato da Nardo.) NARDO Non gli credete, quest'è bugia, Quest'è un compendio di falsità. SERPETTA Se con quest'occhi, con quest'orecchie Non osservata l'ho visti e intesi. NARDO Sono menzogne troppo palesi. IL PODESTÀ Voglio chiarirmene. SERPETTA (lo tira a sè) Venite qua. NARDO (lo tira a sè) Venite qua. SERPETTA Costui mentisce. NARDO Costei v'inganna. IL PODESTÀ Saziati pur, sorte tiranna. Ecco burlato, ecco tradito • Un uomo celebre, un Podestà. SERPETTA, IL PODESTÀ, NARDO Or or vedremo, lo scopriremo E chi mentisce la pagherà. (Partono.) SCENA QUINDICESIMA Sandrina e il Contino, poi il Podestà, Serpetta e Nardo in osservazione da una parte; Arminda e Ramino dall'altra. SANDRINA (al Conte) Ma voi, che pretendete, Da un'infelice, oh Dio! Arminda non son io, Il vostro dolce amor. IL CONTINO (a Sandrina) Ah per pietà parlate, Via ditemi carina, Voi siete Violantina, Regina del mio cor. SERPETTA (al Podestà, accennando Sandrina ed il Conte) Vedete quante smorfie Gli fa quella fraschetta. IL PODESTÀ Lo vedo, ah maledetta, La voglio subissar. NARDO (Il conte? oh che disdetta! Potessi rimediar.) SANDRINA Voi siete in gran errore. IL CONTINO (Ah questo è un gran stupore.) ARMINDA Da un perfido burlata Dovrò così restar. RAMIRO (ad Arminda) È poco a un'alma ingrata Avvezza ad ingannar. SANDRINA (risoluta al Conte) Barbaro senza fede È questa la mercede Del mio costante amor? Misero, in che mancai, Dimmi che feci mai, Perfido traditor! IL CONTINO (s'inginocchia) Si, che l'ingrato io sono, Idolo mio, perdono, Cara Violante bella... SANDRINA Eh non son io già quella, Violante la meschina Diceva pur così, Ma oh Dio! ch'ella mori. (Stando il Conte in quell'atto vien sorpreso da tutti.) IL PODESTÀ Rispondete! ARMINDA Seguitate! RAMIRO Signor Conte! SERPETTA Non tremate! NARDO (Non so come finirà.) SANDRINA (Pur convien ch'io soffra e taccia.) IL CONTINO (Già la sposa mi minaccia.) SERPETTA, ARMINDA, RAMIRO, IL PODESTÀ, NARDO Che si dice, che si fa? ARMINDA (al Contino con ironia) Amoroso mio Contino. IL PODESTÀ (a Sandrina con ironia) Giardiniera semplicetta! RAMIRO (ad Arminda con ironia) Mi consola, mi diletta. SERPETTA (a Sandrina come prima) Che bel volto modestino! SERPETTA, ARMINDA, IL PODESTÀ Su godete, cari amanti. SERPETTA, RAMIRO, NARDO Regni in voi la bella pace. SERPETTA, ARMINDA, RAMIRO, IL PODESTÀ, NARDO Scenda amor colla sua face Ed accenda il vostro cor. SANDRINA, IL CONTINO Ah che sola (solo) io son capace Di tormento e di dolor. ARMINDA (al Conte con sdegno) Perfido! Indegno, Vorrei strapparti Dal petto il core. RAMIRO (ad Arminda) Ma tanto sdegno, Tanto furore Non so capir. IL PODESTÀ (a Sandrina con rabbia) Voglio esiliarti, Donnetta ingrata. SERPETTA (a Sandrina) Vorrei sbranarti, Brutta sguaiata. NARDO (lo resto estatico, Non so che dir.) SANDRINA Che pena barbara, che crudo affanno! Mi sento oppressa da un duol tiranno, Non so rispondere, non so parlar. IL CONTINO Che giorno critico inaspettato! Tra questa e quella sono imbrogliato, Non si risolvere, non so che far. SANDRINA, SERPETTA, ARMINDA, RAMIRO, IL CONTINO, IL PODESTÀ, NARDO Che smania orribile! Non ho ricetto, L'ira, la collera ch'io sento in petto, Non so reprimere, non so frenar. ATTO SECONDO Atrio del palazzo del Podestà. SCENA PRIMA Ramiro e Arminda. Recitativo RAMIRO Non fuggirmi spietata, Ingratissima donna, arresta il passo. ARMINDA Che ardire è il tuo, che vuoi, Che pretendi da me? RAMIRO Barbara, infida, Che pretendo, che voglio? Ed hai cor di mirarmi? Se immaginar potea, che tu nipote Fossi del Podestà, no, non avrei, A te data la pena Di vedermi e arrossir. ARMINDA Ma se la sorte Tua non mi vuol... RAMIRO Troppo leggier pretesto: Il tuo fasto, l'orgoglio, E l'ambizion t'indusse A lasciar l'amor mio; ma il ciel, spergiura, Che mille volte in testimon chiamasti Di tue promesse, il cielo Farà le mie vendette. ARMINDA Olà, che troppo Or t'avanzi con me; sì, lo confesso, Ti tradii, t'ingannai; Conosco il fallo mio, Ma non so detestarlo; è troppo bello Il mio Contino... RAMIRO Ah frena Gl'accenti, audace, e non vantarmi in faccia L'odiato rival; no, non godrai De' torti miei, che quell'indegno core La vittima sarà del mio furore. (Parte.) ARMINDA Eppur mi fa pietà; comprendo appieno, Che mi sgrida a ragion; ma no, che all'arco Non ritorna lo stral; son nell'impegno Di sposare il Contino, Sarà questo un capriccio, oppur destino. SCENA SECONDA Il Contino Belfiore, Arminda. Recitativo IL CONTINO (agitato senza accorgersi di Arminda) Ah che son disperato! Dacchè vidi Sandrina Non ho pace. Non so più che mi fare... La voglio ritrovare... dappertutto L'ho cercata finora... (Smaniando s'incontra con Arminda alla quale ñnchina.) Adorata signora... ARMINDA Piano, piano, Ditemi, son curiosa di sapere Chi sia colei, che ricercando andante? IL CONTINO (si va scostando) Dirò... ARMINDA Non vi scostate. IL CONTINO Venni... ma mi credea... (Bisogna usar franchezza.) Voi ricercavo, oh bella... ARMINDA Ma sentite. IL CONTINO (si va sempre scostando) (Costei mena le mani.) Dite, dite! ARMINDA Ma non posso in distanza. IL CONTINO Anima mia, Smanio, moro per voi. ARMINDA Taci burgiardo, Va a' piedi di colei... IL CONTINO Ma udite almeno Il fatto come sta... ARMINDA Che dir potrai? (con ironia agitata) « Dacchè vidi Sandrina non ho pace... » Perfide, e in faccia mia? Nel giorno istesso, oh Numi, Che meco unir si deve Mi tradisce così, così m'inganna Un'amante infedel? sorte tiranna! N° 13 - Aria ARMINDA Vorrei punirti indegno, Vorrei strapparti il core, Ardo nel sen di sdegno, Ma mi trattiene amore, Che sospirar mi fa. Questa mercede, ingrato, Tu rendi all'amor mio? Ah! mi confondo, oh Dio, Fra l'ira e la pietà. (Parte.) SCENA TERZA Il Contino, poi Serpetta. Recitativo IL CONTINO Ah costei non è donna, È un demone, una furia, Se non mostravo spirito... SERPETTA Signore... (Alla venuta di Serpetta, il Contino s'intimorisce. IL CONTINO Oimè... SERPETTA Che cosa è stato? IL CONTINO Niente, niente, Stavo sopra pensiero. SERPETTA Vorrei dirvi, Se mi date il permesso, Che vidi poco fa la vostra posa, Che pareva una fiera scatenata, Minacciava vendetta Contro di voi. IL CONTINO Ma presto Gli passerà la collera. SERPETTA Eh non dite così. Voi non sapete Che bestie sien le donne Quando sono sdegnate; io vi consiglio D'andar tosto da lei tutto sommesso, Chieder scusa del fallo, E baciargli la man. IL CONTINO Chi lo comanda? SERPETTA L'ubbidienza, il rispetto, Ch'esigono le donne, Il dovere, la moda... IL CONTINO Eh va in malora Tu, la moda, il dover, la sposa ancora. (Parte) SCENA QUARTA Serpetta, poi Nardo. Recitativo SERPETTA Quanto lo compatisco; aver che fare Con una donna strana... NARDO Mia vezzosa Diana, perdonate. Se a voi sono importuno: Ha sempre il cor gentile Una donna ch'è bella. SERPETTA Oh bella, oh brutta, lo non sono per voi. NARDO S'io morissi però SERPETTA Non piangerei. NARDO Dunque vado a morir. SERPETTA Buon viaggio a dei. NARDO Or ben, giacchè vi scorgo Più dura d'uno scoglio, E sorda più d'un aspide... Mirate, (Cave un coltello e fa mostra di ferirsi.) Trattenetemi il colpo... SERPETTA Fate, fate. NARDO E pur non ho coraggio Di darvi un tal disgusto. SERPETTA V'ingannate davver, ch'aveco gusto. NARDO Dite ciò che volete, Questo vostro disprezzo Sempre più m'innamora, e accresce il foco. SERPETTA Mi par, che a poco a poco Cominciate a piacermi. (Voglio farlo impazzir.) NARDO Dite da vero? O mi burlate?... cara, che contento (allegro) Io più non sono in me... corpo di Giove, Costei m'ha imbalsamato, Mi par d'essere un altro. SERPETTA Or ben, sentite: Io v'amerò, ma voglio Che mi veniate avanti Con un'aria smorfiosa appassionata: La mano dritta al petto Strisciando il piede all'uso forestiero: (Nardo procura far tutto ciò che dice Serpetta.) Su via, da bravo, a voi, presentatevi; Fatemi degl'inchini, Dritto, brillante, snello. NARDO (Tutto m'induce a far quel viso bello.) N° 14 - Aria NARDO Con un vezzo all'Italiana Vi dirò che quel visetto (amoroso) M'ha infiammato il core, il petto, Che languire ognor mi fa. (Serpetta fa segno che non gli piace affettato.) Non vi piace, non va bene? Via, proviamo alla Francese: « Ah madama... eccomi qui. Oh neppur va ben così? » Su vediamo un po' all'Inglese: « Ah mio ben, dite di si. » (Serpetta come sopra) Maledetta indifferenza Mi fa perder la pazienza: Qui non serve alla Francese, Non capacita l'Inglese, Non gli piace all'Italiana: Oh che umor, che donna strana, Io mi perdo in verità. (Parte.) Recitativo SERPETTA Costui mi dà piacere, sarebbe bella Che così non volendo Avesse a innamorarmi; ma che dico, Che mi viene in pensiero? È cugino a Sandrina; ah non fia vero. (Parte.) SCENA QUINTA Sandrina, poi il Contino, finalmente il Podestà in osservazione. SANDRINA Che strano caso è il mio! Trovar l'amante Ed essere in procinto di perderlo per sempre! honto a sposare Arminda... eh s'abbandoni Un crudele ingrato che mi trafisse... oh Dio! Se fu un trasporto Di gelosia, e se mi crede estinta Condannarlo potrò? Con troppo forza Mi parla amor per lui; si cerchi solo di frastornar le nozze; È ver, potrei svelarmi, Ma non è tempo... ei viene... ah qual tumulto Novo nel sen allorchè m'è vicino. IL CONTINO Maledetto destino! Ecco contro mia voglia son costretto Chieder scusa ad Arminda... Ma qui la giardiniera?... Ah questa è lei, Questa è certo Violante... Gl'occhi, la grazia, il brio... eh non m'inganno Tutta, tutta assomiglia... SANDRINA Signor, qual meraviglia, Cosa vedete in me? IL CONTINO Veggo l'immagine D'una tenera a,mante... SANDRINA Ed io ravviso un barbaro incostante. IL CONTINO Come?... Perchè... (L'ho detto: È lei in carne e in ossa.) SANDRINA Perfido, non rammenti Quant'io già piansi un giorno E sospirai per te, quanto piangesti Tu per me, e sospirasti! IL CONTINO È vero, è ver, ma il caso... SANDRINA Dimmi, barbaro mostro, qual delitto Punisti in me? oh Dio! tu senza colpa Mi trafiggi, m'uccidi, Innocente mi scorgi, eppur mi lasci Misera desolata... (Piange.) IL CONTINO Oimé! che sudo, Dimmi, dimmi, tu vivi... Ma come in queste vidi, Mia cara marchesina... SANDRINA Così disse morendo la meschina. IL CONTINO Ella dunque non? SANDRINA Meglio di voi Chi può saperlo? IL CONTINO (Io certo non capisco; Ma quei moti, quegl'atti... è tutta lei. Non ne perde un capello.) SANDRINA Or via partite, Che volete da me? Se viene Arminda, miseri noi. IL CONTINO (intimorito) Dov'e... parto, si parto... (S'incammina e poi si trattiene guardandola.) Oimè! perchè non posso Di qui movere il piè... per simpatia. Deh fate almen, che in quegl'occhietti vaghi... SANDRINA A chi parlate? IL CONTINO A voi, mio sol, mia luna, Mia cometa brillante, Che avete il viso della mia Volante. N° 15 - Aria IL CONTINO Care pupille belle, Volgete un sguardo a me. Ah se voi siete quelle Che delirar mi fate... (Sandrina mostra sdegnarsi e lo sollecita a partire.) Parto, non vi sdegnate, Che barbaro rigor. (Il Podestà sta in osservazione ed avvicinandosi Sandrina lo vede e si scosta ed in luogo di Sandrina entra il Podestà e mentre il Contino timoroso vuol prendere la mano di Sandrina, prende quella del Podestà.) Ma nel partir, carina, Vorrei, se m'è permesso, Baciar quella manina Per segno del mio amor. Oh che manina tenera, Io me ne vado in cenere, Dolcissima mia Venere. (al Podestà) Padrone stimatissimo, Gli son buon servitor. (Destin maledettissimo, Mancava questo ancor.) (Parte.) SCENA SESTA Il Podestà e Sandrina. Recitativo IL PODESTÀ Va Conte disgraziato, Voglio che paghi il fio... a Sandrina adirato) Indegna sfacciatella, che ti pare? A un uom della mia sorte, A un padrone che t'ama... SANDRINA Oh Dio! che a torto, Signor, mi strapazzate. IL PODESTÀ Come a torto s'io vidi... SANDRINA V'ingannate. IL PODESTÀ Perchè dunque con me fai la ritrosa, Sei tanto schizzinosa? SANDRINA (tenera) Mio caro padroncino... ah se sapeste Quanto sono infelice. IL PODESTÀ Non temer idol mio, Vieni con me... (Più non resisto) ah cara, Tu sei l'amato oggetto, Che il cor... non so che dir... io non connetto. Andiamo. SANDRINA Perdonate, lo non deggio, non posso. IL PODESTÀ Come, come? Perchè? SANDRINA (risentita) Perchè non voglio; al fine... IL PODESTÀ Alfin tu sei Una vil serva che innalzar procuro. SANDRINA Di così grand'onor io non mi curo. IL PODESTÀ Indegna; tanto ardir? Ad un par mio, A un Podestà... cospetto! chi mi tiene Di subissarti adesso? SANDRINA (risoluta) E qual ragione, Qual dritto avete voi D'insultarmi così, di minacciarmi? Da me che pretendete? Una donzella Si tratta con rispetto, Altrimenti sappiate, Che ho spirto, ho petto, ho core... Ah perdonate Il trasporto, oh signor; lo so, lo vedo, Che trascorse il mio labbro, Ma scorgo ancora... si, già, il cor mel dice, Che vi muove a pietade un'infelice. N° 16 - Aria SANDRINA Una voce sento al core Che mi dice pian pianino: (con tenerezza) « Il tuo caro padroncino Tutto è pieno di bontà. E in quel volto, in quegl'occhietti Che pur sembran sdegnosetti Vi si scorge la pietà. » Ah mi fugge, non m'ascolta, Già divien con me tiranno; Dalla smania, dall'affanno Io mi sento lacerar. Fanciullette che m'udite, Se pietà di me sentite, Una figlia sventurata, Infelice, abbandonata, Deh venite a consolar. (Parte.) SCENA SETTIMA Il Podestà, poi Arminda, indi Ramiro con foglio. Recitativo IL PODESTÀ Ah che son stato un sciocco! È vergognosa, povera ragazza. Ho fatto una gran forza A trattenere il pianto. La voglio seguitare... ah maledetta La mia fortuna! Tutto Congiura a danno mio... Vo' veder di placarla... ARMINDA Signor zio, Già pentito il Contino D'avermi disgustata, Sollecita i sponsali: in questo punto Voglio dargli la mano. RAMIRO Signore, da Milano Ma giunge adesso un foglio D'un mio stretto parente, in cui mi acclude Un'istanza formata Al Regio Magistrato, e a voi rimessa Per fa seguir l'arresto D'un omicida che qui alberga, e questi È il Contino Belfiore, nol crederete? IL PODESTÀ Il Contino Belfiore? RAMIRO (gli dà il foglio) Ecco leggete. ARMINDA Un sogno sarà questo. RAMIRO Purtroppo è ver: mi spiace, Contessina gentil. (Per vendicarmi Che propizia occasione Mi presenta la sorte!) IL PODESTÀ Eh ben, l'istanza Asserisce che il Conte Sia stato l'omicida Della Marchesa Onesti... ARMINDA Eh non credete... IL PODESTÀ (ad Arminda) Non tocca a voi, tacete Che parla il Podestà... (a Ramiro) Ma come reo Si pretende il Contino? E dove sono Le prove a un tal delitto? (Ad ogni costo Vo' veder di salvarlo.) Io non comprendo... RAMIRO (Io comprendo ben io.) Signor pensate, Che non dee la giustizia Per qualunque ragion restar negletta; Io vi lascio... IL PODESTÀ Ma pian, non tanta fretta; Si potrebbe... (Che imbroglio!) ARMINDA Eh, lasciate che parta. RAMIRO Si, men'andro, ma d'ogni vostro passo Dame conto dovrete Al Magistrato. IL PODESTÀ Or ben, venga il Contino; Si sospendan le nozze; e s'egli è reo Non vo' che un delinquente, un inquisito, Abbia una mia nipote per marito. N° 17 - Aria IL PODESTÀ Una damina, una nipote, Vistosa e nobile con buona dote Voglio affogarla, precipitarla? Il matrimonio sia per non fatto, Or vado e subito guasto il contratto, Questo far devesi, questo convien. Sarei tacciato nell'Alemagna, Avrei la critica in Francia, in Spagna, Cosa direbbesi nel mondo intero Di un uomo celebre, di un cavaliero, D'un letterato, d'un Podestà, Non ci pensate, non vi adirate, Così ha da essere, così sarà. (Parte.) SCENA OTTAVA Arminda e Ramiro. Recitativo RAMIRO Sappi Arminda, ben mio... ARMINDA Chiudi quel labbro Perfido menzogner. RAMIRO T'inganni, io sono... ARMINDA Odioso agl'occhi miei. RAMIRO Dell'amor tuo... ARMINDA Non ne sei degno. RAMIRO Rammenta... ARMINDA No. RAMIRO M'ascolta... ARMINDA Ardo di sdegno. (Parte.) SCENA NONA Ramiro solo. Recitativo RAMIRO Eppur dalla costanza Ch'io serbo nel mio petto Mi sento lusingar; non ingannarmi, Oh speranza fallace, A te fido il mio core e la mia pace. N° 18 - Aria RAMIRO Dolce d'amor compagna, Speranza lusinghiera, In te quest'alma spera, Tutta riposa in te. Tu mi sostieni in vita, Tu mi conduci in porto, Oh amabile conforto Di mia sincera fé. (Parte.) SCENA DECIMA Sala. Il Podestà, Arminda, Serpetta, indi il Contino. Recitativo IL PODESTÀ Credimi nipotina, Io son fuori di me; se il Conte è reo Che cosa avrò da far? ARMINDA A voi non manca Maniera di salvarlo. SERPETTA Se volete, Sol dipende da voi. IL PODESTÀ Questo va bene: Ma se Ramiro intanto... ecco che viene. (Vedendo venire il Contino siede.) IL CONTINO (al Podestà) Signore, eccomi pronto; (ad Arminda) A voi corro, sposina... in tal momento Tutto mi brilla il core... Oh che contento! Salto per allegrezza, E posso con franchezza vagheggiare Quei vezzosetti rai... Presto, presto la mano. IL PODESTÀ Olà, che fai? (grave e sostenuto) Che forse non ravvisi Il torbido sembiante Di un giudice severo a te davante? IL CONTINO Sposa... sposa... ARMINDA Deh taci. IL CONTINO Mio Signore... IL PODESTÀ Silenzio. SERPETTA Non parlate. IL PODESTÀ Al giudice rispondi: Chi sei, come ti chiami? IL CONTINO (timido) Il Contino Belfiore... quello... il quale... Cioè lo sposo... IL PODESTÀ Basta. Dimmi, tu conoscesti La Marchesina Onesti? IL CONTINO Che dirò? ARMINDA (piano al Contino) Di che non sai... IL CONTINO Non la conosco, oibò. IL PODESTÀ Ella vive? IL CONTINO No, signore. SERPETTA (piano al Contino) Che dite? IL PODESTÀ Dunque è morta? IL CONTINO Non so... cioè... ma senta... ARMINDA Niega, se vuoi salvarti. IL PODESTÀ È ver quel che si dice, Ch'ella sia stata uccisa? IL CONTINO (Purtroppo è ver) ma sappia... Signor sì... no, signore... SERPETTA Non v'imbrogliate. IL PODESTÀ È pubblica la voce Che tu quella uccidesti. IL CONTINO Oibò... l'amore... Cioè la gelosia... Fu casualità... IL PODESTÀ Non più. ARMINDA (Che sciocco!) IL PODESTÀ Conte, pensa a' tuoi casi; un tal delitto A te viene imputato; Se innocente tu sei (Così l'intendo) difenditi se puoi. SCENA UNDICESIMA Sandrina e detti. SANDRINA Io lo difendo. IL CONTINO Oh sorte! ARMINDA Oh buona! SERPETTA Oh bella! ARMINDA Forse la villanella... SERPETTA Qualche cosa saprà. IL PODESTÀ Che dir potrai In sua difesa? ARMINDA Parla, Sandrina mia. SERPETTA Di pure, Cara amica. SANDRINA Dal Conte Cosa mai si pretende? Di qual delitto è reo? IL PODESTÀ D'aver uccisa La Marchesina Onesti. SANDRINA È una calunnia. Ferita fu Violante Ma non morì; ciascuno Vegga Violante in me; sì, quella io sono, Lode al cielo son viva, e gli perdono. IL CONTINO (con trasport) Ah lo dissi... mia cara... IL PODESTÀ Tu Violante? ARMINDA (a Sandrina deridendola) Tu marchesa? SERPETTA Tu dama? SANDRINA Si, son'io, né mentisco... IL PODESTÀ (a Sandrina) Ma, figlia mia, ti pare... Con sì sciocco pretesto. SANDRINA Dite ciò che volete, Ma ben presto vedrete Con tante prove e tante Ch'io son la Marchesina Violante. IL CONTINO (Questa parla da vero... Oh che allegrezza... Ah me lo dice il core Che risalta giolivo.) IL PODESTÀ Il punto è sospensivo: Si vada a consultare. (Ma se perder dovrò Sandrina mia, Ah ch'io certo farò qualche pazzia.) (Parte.) ARMINDA Comincio a dubitar; ma o sia Sandrina, 0 sia Violante, in fretta Or vedo a meditar la mia vendetta. (Parte.) SERPETTA Ancor'io men'andrò, Venga chi sa venire, io riderò. (Parte.) IL CONTINO (a Sandrina) Adorato mio bene... Io più non capo in me... lascia, deh lascia che al fin su quella mano io possa... SANDRINA (va per baciarle la mano) Indietro. Vi sognate. Quella mi finsi solo per salvarvi E mi prevalsi a tempo Della gran somiglianza Che diceste aver io Colla morta Violante. IL CONTINO Una calda e una fredda; addio cervello. SANDRINA Andate pure, andate Dalla vezzosa Arminda, Dal vostro dolce amore; Ella attende da voi la mano e il core. (Parte.) SCENA DODICESIMA Il Contino solo. N° 19 - Recitativo ed aria IL CONTINO Ah non partir... m'ascolta, Oimè che mi respinge... eh via, si vada... Ma piano... il suol traballa, Ed un'oscura nebbia Mi va girando intorno, È turbine, è tempesta, è notte, o giorno? Arminda, Violante, Uccider mi volete? Ecco ferite pur... ma voi piangete? Che serve questo pianto, Voglio morir... ecco il tuono... ecco il fulmine, Che mi pimba sul capo; oh ti ringrazio, Giove amico, tu solo, Tu mi rechi conforto; Sposa, amici piangete, oimè! son morto. Già divento freddo, freddo, Trema il piè, s'arresta il sangue, Manca il fiato, il cor già langue, Più non reggo... oimè che caso! Per la fronte e per il naso Scorre un gelido sudor. Ma pian piano, pur cammino, Giro gl'occhi, e con diletto Parmi udire qui vicino Un soave ciuffoletto, Sarò forse ai Campi Elisi; Potria darsi... si signor. Zitto, zitto... il vento sibilia. Va strisciando l'aria intorno, Veggo il sole, veggo il giorno, Più non v'è da dubitar. Che allegrezza; ancor ci sono, Penso ancora, ancor ragiono: Sì son vivo, il cor mi brilla, Vo' godere e giubilar. (Parte.) SCENA TREDICESIMA Nardo, poi il Podestà e Ramiro, indi Serpetta. Recitativo NARDO Oh poveretto me! la padroncina Per tutto ho ricercata, e non si trova; Ah, ch'io temo... chi sa... forse al Contino Si sarà palesata... eh non può stare; S'ella stessa mi diede ordine espresso Di non scoprirmi a lui... Ma qui gente ne viene, vo' celarmi Se potessi indagare... (Si ritira e sta in osservazione.) RAMIRO Deve però provare Che Violante ella sia. IL PODESTÀ Questo s'intende; Ma pur dal suo parlar libero e franco Quasi scommetterei... RAMIRO Ebben, qualora Resterò persuaso... SERPETTA (finge di essere affannata) Che accidente, che caso! È fuggita Sandrina. IL PODESTÀ Oimè! che dici! NARDO (Fuggita, come mai!) RAMIRO Non mi capacito. IL PODESÌA Ah non si perda tempo; Si deve ritrovar, farò fracassi, Precipizi, ruine... Presto vadano tutti. SERPETTA Ma già siamo alla notte. IL PODESÌA Oh notte, oh giorno, Si mandi, si spedisca a ricercarla... Eh no, che andrò in persona per trovarla. (Parte con Ramiro.) SCENA QUATTORDICESIMA Serpetta e Nardo in osservazione. Recitativo SERPETTA Va pur, ma questa volta Ti strapazzerei i denti. NARDO (Potessi da costei Ricavar qualche cosa.) SERPETTA Si credeva La sciocca giardiniera Con spacciarsi una dama Metter tutti in scompiglio! E Arminda con ragione Lha fatta trasportare In un luogo remoto Qui nel bosco vicino, Pieno d'animalacci, e forse adesso Qualche lupo affamato la divora. NARDO Oimè che sento! al Conte in quest'istante Vado a svelar... povera Violante!) (Parte in fretta.) SERPETTA Da una parte mi spiace, ma dall'altra Se l'è andata cercando; ed oggigiorno Politica ci vuol, bisogna fingere, Ed usar secretezza nell'amore, Né dir giammai, quel che serbiam nel core. N° 20 - Aria SERPETTA Chi vuol godere il mondo, Lo lasci come sta. Di niente mi confondo, Lo prendo come va. Lo so che una fanciulla Dev'esser di buon core, Andar sincera e schietta; Ma ciò non serve a nulla Cogl'uomini oggioì. Bisogna essere accorta, Mostrarsi indifferente, Finger la modestina, Fare la gatta morta, Saperli lusingar. Quand'ero ancor fanciulla, Mamma mi diè la scuola, La voglio seguitar. (Parte.) SCENA QUINDICESIMA Luogo deserto ed alpestre di antichi acquedotti in parte rovinati fra' quali vi è una grotta oscura praticabile. Sandrina timorosa e tremante, nell'atto che si vedono precipitosamente fuggire diverse persone, che l'hanno ivi lasciata. N° 21 - Aria SANDRINA Crudeli, oh Dio! fermate, Qui sola mi lasciate... Misera... chi m'aiuta, Soccorso chi mi dà. Ah Numi, son perduta, Muovetevi a pietà. Recitativo SANDRINA Dove son! che m'avvenne! Dunque son qui condotta, Infelice, a morir! Numi pietosi, Se vi muove il dolore, il pianto mio, Deh guidate i miei passi... Ma oh Dio! Per questi sassi, Non so dove m'inoltro... Dovunque il guardo giro, altro non vedo Che immagini d'orrore, e solo io sento Le voci del mio duol, del mio tormento. N° 22 - Cavatina SANDRINA Ah dal pianto, dal singhiozzo Respirar io posso appena: Non ho voce, non ho lena, L'alma in sen mancando va. Recitativo SANDRINA Ma qui niuno m'ascolta e niun si vede, Ahi che vacilla il piede... Manco lo spirito... oh Dei! Odo strepito, e parmi Veder tra quelle fronde Un'orrido serpente, Che coi sibili... oimè... dove mi celo, Dove corro... che fo... quivi... mi sembra. Ah non m'inganno... un antro, lo questo, sì, vedrò pur di salvare Questa misera vita; Assistetemi voi, oh Cieli, aita. (Si ricovera dentro la grotta.) SCENA SEDICESIMA Il Contino e Nardo, appoggiati l'un l'altro per il braccio, e detta, poi Arminda, indi il Podestà e Serpetta, finalmente Ramiro. N° 23 - Finale IL CONTINO Fra quest'ombre, o questo scuro, Fra le spine, o fra li sassi, Nardo mio, guida i miei passi, Ch'io non so dove m'andar. NARDO Oh che tenebre, che orrore, famminiamo a poco a poco: Esser qui dovrebbe il loco Di poterla ritrovar. SANDRINA Parmi udire qui d'appresso Un confuso mormorio: Ah che sol la morte, oh Dio! Può dar fine al mio penar. ARMINDA In quest'orrido deserto Sarà certo capitato Il Contino disperato, La sua bella a ricercar. IL CONTINO Odo là qualche rumore. SANDRINA Voglio bene assicurarmi. (Si vanno accostando a poco a poco e si mettono in attenzione.) NARDO Voglio un poco più accostarmi. ARMINDA Sento gente in quella parte. SANDRINA, ARMINDA, IL CONTINO, NARDO Starò meglio ad ascoltar. IL PODESTÀ Camminando così al buio Benchè vada a passo lento, Vo' inciampando ogni momento E dovrò precipitar. SERPETTA Sola, sola, piano, piano Son venuta qui ancor'io Per vedere il fatto mio E potermi regolar. IL CONTINO Chi va là? SANDRINA Oimè meschina! IL PODESTÀ Chi s'avanza? SANDRINA Ah poverina! NARDO Date il passo. ARMINDA Ahi che terrore! SANDRINA, SERPETTA, ARMINDA, IL CONTINO, IL PODESTÀ, NARDO Che sussurro, che rumore, E nemmen posso scappar. IL PODESTÀ (ad Arminda credendola Sandrina) Siete voi Sandrina mia? ARMINDA (al Podestà credendolo il Contino) Sì son io. (Quest'è il Contino.) IL CONTINO (a Serpetta credendola Sandrina) Siete voi Sandrina amata? SERPETTA (al Contino credendolo il Podestà) Si, son io. (È il Podestà.) NARDO (a Sandrina) Siete voi mia padroncina? SANDRINA Questo è Nardo, non pavento. SANDRINA, SERPETTA, ARMINDA, IL CONTINO, IL PODESTÀ, NARDO Che piacere, che contento, L'ho saputa (saputo) ritrovar. RAMIRO (verso la scena) Qui fermate amici il piede, Nascondetevi per poco Che a suo tempo chiamerò. IL PODESTÀ Vien più gente. ARMINDA Che sventura! IL CONTINO Dia la voce! SERPETTA Che paura! NARDO Torni indietro! SANDRINA Ah cosa è questa. RAMIRO (entra, ad Arminda) Ora il tutto scoprirò. IL PODESTÀ Via, partiamo. ARMINDA Eccomi pronta. IL CONTINO (a Serpetta) Presto, andiamo. SERPETTA Pronta son io. NARDO Che facciamo? SANDRINA Tremo, oh Dio! SANDRINA, SERPETTA, ARMINDA, IL CONTINO, IL PODESTÀ, NARDO Ah vien meno il cor nel seno E più reggere non sa. RAMIRO (verso la scena da dove appare un gran chiarore di faci accese) Via correte, amici, a volo, Su venite un poco qua. Mi rallegro, mi consolo Di sì gran felicità. (Tutti sorpresi, guardandosi con ammirazione.) IL CONTINO Qui Serpetta? SERPETTA Qui il Contino? IL PODESTÀ La nipote? ARMINDA Il Podestà? SANDRINA, SERPETTA, ARMINDA, RAMIRO, IL CONTINO, IL PODESTÀ, NARDO Che sorpresa inaspettata, Ah di noi che mai sarà! ARMINDA (al Podestà) Eh v'ingannate, io non son quella. SANDRINA (a Nardo) Eh voi scherzate, non son la bella. SERPETTA (al Contino) Eh voi sbagliate, non son già matta. IL CONTINO, IL PODESTÀ, NARDO Bravi davvero l'abbiamo fatta. Né la potremo più rimediar. ARMINDA (al Contino) Ah, vile indegno, ah, traditore, Or or vedrai la mia vendetta. IL PODESTÀ (a Sandrina) Ah, donna barbara, ingrato core, Già nel mio seno l'ira si desta. SANDRINA Oimè, vacilla, gira la testa, Parmi che il suolo vada a mancar. NARDO (a Serpetta) Fa ciò che vuoi, quello ti sprezza. SERPETTA (a Nardo) Questo non deve premere a lei. RAMIRO (ad Arminda) Perchè, tiranna, cotante asprezza. ARMINDA (a Ramiro) Oggetto odioso tu fosti e sei. SANDRINA, IL CONTINO S'offusca il cielo, l'aria s'intorbida, Io sudo e palpito, agghiaccio e tremo, E già comincio a delirar. SERPETTA, ARMINDA, RAMIRO, IL PODESTAT, NARDO Ah che di stizza, di rabbia fremo, E il cor mi sento tutto avvanpar. SANDRINA Mio Tirsi, deh senti le dolci sirene, Con placido incanto qui sciolgono il canto; E in dolce riposo ci fanno goder. IL CONTINO Ascolta, mia Clori, la lira d'Orfeo, De incanta le belve, che muove le selve, E arresta nell'onde rapito il nocchier. SANDRINA, IL CONTINO Che caro contento, Che grato piacer. IL PODESTÀ (al Contino) Mio signore, una parola, Un duello di pistola Favorisca d'accettar. RAMIRO (al Contino) Mio signor, non se ne vada, Un duello colla spada Lei non deve ricusar. ARMIND A Deh per pietà, fermatevi. (Accorrono tutti.) SERPETTA, NARDO Che serve questo strepito? RAMIRO, IL PODESTÀ Non posso più reprimere Lo sdegno ed il furor. SANDRINA (farneticando) Io son Medusa orribile. IL CONTINO (farneticando) Io sono Alcide intrepido. SANDRINA, IL CONTINO Ninfe vezzose e placide, Basta, non più rigor. ARMINDA, IL PODESTÀ Ma che, voi delirate? RAMIRO, NARDO Chi sa che cosa dite. SANDRINA Largo, non v'affollate. IL CONTINO Olà, non m'impedite. SANDRINA, IL CONTINO Voi grate avrete flebili, Temprate il grande ardor. SERPETTA, ARMINDA, IL PODESTÀ, NARDO Usciti son di sesto, Sono impazziti già. RAMIRO (ad Arminda) Sol la cagion tu sei Di tal fatalità. SANDRINA, IL CONTINO Quando finisce, oh Dei, La vostra crudeltà. SERPETTA, ARMINDA, RAMIRO, IL PODESTÀ, NARDO Che caso funesto, Che gran frenesia; Più strana pazzia Chi mai può trovar. SANDRINA, IL CONTINO (sempre in pazzia) Che giubilo è questo, Che grata armonia, Che bella allegria, Vogliamo ballar. ATTO TERZO Cortile. SCENA PRIMA Serpetta e Nardo. Recitativo SERPETTA Sentimi, Nardo mio, Io te la dico schietta; agl'occhi miei Tu non piacesti mai, Ma pur chi sa. NARDO Potrò dunque sperare? SERPETTA Sì, sì, sperate pur, che non v'è male. NARDO Ah questa indifferenza Mi farà disperar, sarò capace Di far qualche sproposito; che ti costa Dirmi una parolina? Deh non esser, carina, Ostinata così. SERPETTA Oh non ti possi dir, né no, né si. (Parte.) SCENA SECONDA Nardo, poi il Contino, indi Sandrina. Recitativo NARDO Dovrò dunque languire... ILCONTINO (a Nardo, fermandolo) Olà, olà; Dove, dove si va. NARDO Con chi l'avete? IL CONTINO (affettuoso) Con te, con te, mio bene, anima mia. NARDO (0imè, gli dura ancora la pazzia.) IL CONTINO Caro bene adorato... NARDO (si allontana) Adagio un poco. IL CONTINO Ah Venere, mio Nume; Io son Mercurio alato. (Lo segue.) NARDO Avete voi sbagliato... (Oh brutto imbroglio... Se potessi fuggir...) IL CONTINO Oimè! NARDO Ch'e stato? IL CONTINO In ciel mi son scordato il caduceo. NARDO Subito vado a prenderlo... (Va partire in fretta ed è fermato da Sandrina.) SANDRINA Tarresta. Non fuggirmi, idol mio, che non ravvisi La tua fedele amante; La bella Erminia fra l'ombrose piante? NARDO (Oh poveretto me! Sandrina ancora Seguita a delirar.) Ma voi che dite? SANDRINA Presto la mano, oh caro; Voglio sposarti adesso. NARDO Oh questa è buona affé. (Qui con costoro divengo pazzo anch'io. Me la vorrei sfilar.) (al Conte) Signor Mercurio, (a Sandrina) Signora Erminia, presto, Osservate... vedete... Di là, di là... oh che gran bella cosa! (accennando in aria) Di qua, di qua... che cosa portentosa! N° 24 - Aria e duetto NARDO (al Conte, che guarda in aria) Mirate che contrasto Fa il sole con la luna. (a Sandrina, corne sopra) Vedete ad una, ad una; Le stelle innamorate, (Vorrei partir di qua). Adesso viene il bello, Comincia ora il duello; S'afferrano, s'azzuffano, S'affollano, si pigliano, (Sono incantati già). Che strepito, che chiasso, Che bel piacer, che spasso! (Che bel fuggir sarà). (Fugge via.) IL CONTINO Da bravi seguitate. SANDRINA Forti, non vi lasciate. IL CONTINO (guarda in aria, spaventato) La luna; oimè precipita. SANDRINA (spaventata) Oimè le stelle cadono! SANDRINA, IL CONTINO Aiuto... e dove sta? Che turbine si desta, Che tuoni, che tempesta, Aiuto per pietà. (Partono.) SCENA TERZA Il Podestà, indi Serpetta. Recitativo IL PODESTÀ Oh,l'ho pensata bene; Son uomo di giudizio, e son legale. Voglio toglier da casa ogn'imbarazzo; Il Contino, che'è pazzo, Vada dove gli piace; Arminda poi Sarà venuta invano, Ed a Sandrina mia darò la mano. SERPETTA Avete fatto il conto senza l'oste. IL PODESTÀ L'ho fatto a modo mio, Né tu ci devi entrar; ma si può dare Più insolente ragazza? SERPETTA Dite ciò che volete, Strapazzatemi pure, bastonatemi; bMa guardatemi almeno, e ricordatevi Che mi diceste un giorno Di far la sorte mia. IL PODESTÀ Altri tempi, altre cure. SERPETTA L'amor, che tante volte... IL PODESTÀ Dovresti vergognarti; Parlar sempre d'amore, Sempre l'amore in testa; a una zitella È cosa vergognosa. SERPETTA Oh questa è bella; Alfin, che male c'è, se faccio anch'io Quel che fan l'altre donne, padron mio? (Parte.) SCENA QUARTA Il Podestà, indi Arminda e Ramiro da diverse parti. Recitativo IL PODESTÀ Vedete che sfacciata, Che ciarliera insolente! Oh che grand'uomo Fu colui certamente, Che scrisse delle donne, Che o poco, o assai son tutte... ARMINDA Signor zio, Voglio da voi dentr'oggi Il mio Contino... IL PODESTÀ Bene. RAMIRO Signor, da voi dentr'oggi Bramo Arminda in consorte. IL PODESTÀ Meglio. ARMINDA D'una nipote Voi scorgete l'affanno. RAMIRO D'un amico Voi vedete il dolore. ARMINDA Stabilito è il contratto. RAMIRO Me ne diè la parola. IL PODESTÀ Oh questa è bella... ARMINDA Il Contino... credete... RAMIRO La nipote... sappiate... IL PODESTÀ Ma diavol vi quietate. ARMINDA Voi dovete obbligarlo... RAMIRO Costringerla dovete... ARMINDA Ascoltate... RAMIRO Sentite... IL PODESTÀ Più non posso soffrir... ARMINDA Presto... RAMIRO Che dite? N° 25 - Aria IL PODESTÀ (a Ramiro) Mio padrone, io dir volevo, Che la cosa... adagio un poco... (ad Arminda) Mia signora, io non credevo... Ma lasciatemi parlar. (a Ramiro) La nipote, sappia lei... (ad Arminda) Il Contino, non vorrei... Senta un poco in cortesia... Io dirò, nipote mia... Questa è cosa da crepar. (ad Arminda) Lei si prenda il suo Contino, (a Ramiro) Lei si sposi la nipote; Faccia lei quel che gli pare, Lei mi lasci d'inquietare, Che vergogna, che insolenza! È una vera impertinenza, Non mi state più a seccar. (Parte.) SCENA QUINTA Arminda e Ramiro. Recitativo ARMINDA Ramiro, orsù, alle corte; da una donna Che ti sprezza e non t'ama, che mai speri? RAMIRO Che ti sovvenga al fine, Del mio affetto sincero, Delle promesse tue. ARMINDA Si, tutto è vero, Di rimproveri adesso Non è più tempo; Ascolta il mio consiglio: Giacchè non posso amarti, Scordati pur di me, soffrilo e parti. RAMIRO Per compiacerti appieno: Già m'involo, oh crudel, da' sguardi tuoi, Pentita forse un dì. ARMINDA Fa ciò che vuoi. (Parte.) SCENA SESTA Ramiro. Recitativo RAMIRO E giunge a questo segno La tua perfidia ingrata! Dimmi, barbara donna, iniquo mostro Di crudeltà, di qual delitto è reo Questo povero cor? Ah, che la rabbia M'impedisce il respiro. E sento nel mio petto, Odio, sdegno, furor, ira e dispetto. N° 26 - Aria RAMIRO Va pure ad altri in braccio, Perfida donna ingrata, Furia crudel spietata, Sempre per te sarò! Già misero mi vuoi, Lontan dagl'occhi tuoi; Misero morirò. (Parte.) SCENA SETTIMA Giardino. Sandrina e il Contino dormendo, uno da una parte, ed uno dall'altra, che al suono di dolce sinfonia si vanno svegliando. N° 27 - Recitativo e duetto SANDRINA (con stupore) Dove mai son! IL CONTINO Dove son mai! SANDRINA Mi sembra D'aver qui riposato. IL CONTINO Mi par d'aver dormito. SANDRINA E in questo vago e bello Ameno praticello, Chi mi condusse? IL CONTINO E in questa Deliziosa pianura, Chi mai mi trasporto? Sogno o son desto? SANDRINA S'io vaneggio non so, che incanto è questo! (Si accorgono una dell'altro.) IL CONTINO Ma, che veggio? SANDRINA Che miro? IL CONTINO (con trasporto) Ah, mia cara... mio bene... SANDRINA (lo discaccia) Ti scosta. IL CONTINO Oimè! (Si ritira intimorito, poi torna ad accostarsi.) SANDRINA Chi cerchi? IL CONTINO (Peggio, peggio.) Tu Violante non sei? SANDRINA Si, Violante son io; Ma se cerchi la bella, La tua sposa gentil, io non son quella. IL CONTINO Mi protesto, lo giuro... SANDRINA Oh, non ardisco A una dama sì degna Gli affetti a contrastar; fra poco anch'io Del Podestà diverrò sposa; addio. (Vuol partire.) IL CONTINO Sentimi... dove vai? Dunque, nell'atto istesso, In quel dolce momento, in cui ti trovo; lo perderti dovrò? no, non fia vero, 0 sarò teco a lato, O mi vedrai morir da disperato. Tu mi lasci? (Oh fiero istante!) Idol mio, mio dolce amore; Ah, non sai che questo core Già si sente, oh Dio! mancar. SANDRINA Sì; ti lascio, ingrato amante; Per te il cor non vive in pene, Non son io l'amato bene, E ti deggio abbandonar. IL CONTINO Dunque vado. SANDRINA Vado anch'io. SANDRINA, IL CONTINO Ah perchè m'arresto, oh Dio! Perchè il piè tremando va. IL CONTINO Signora, si contenti, Che in segno di rispetto Le baci almen la mano. SANDRINA Oh scusi, nol permetto, Non voglio complimenti; Vada di qua lontano. IL CONTINO Pazienza, ma se poi Noi più non ci vedremo. SANDRINA Eh no, pensate voi; Forse c'incontreremo. SANDRINA, IL CONTINO Coraggio, si risolva, si vada via di qua. (Risolutamente vanno alla punta della scena, e poi si fermano.) IL CONTINO (torna indietro) Lei mi chiama? SANDRINA Signor no. Lei ritorna? IL CONTINO (fermandosi) Oibò, oibò. SANDRINA (torna indietro) Vo cedendo, piano, piano. IL CONTINO Va calando, a poco a poco! SANDRINA Ah più reggere non so. EL CONTINO Ah più reggere non può. (Si vanno accostando a poco a poco.) IL CONTINO M'avvicino... SANDRINA Non saprei... IL CONTINO lo m'accosto... SANDRINA Non vorrei... IL CONTINO Vado... SANDRINA Resto... SANDRINA, IL CONTINO Cosa fo? Alme belle innamorate, Dite voi, che amor provate, Se resister più si può? Cari affanni, care pene, Cara destra del mio bene, Dal piacere, dal contento, Già mi balza in petto il cor. (Partono.) SCENA ULTIMA Il Podestà, Arminda, Ramiro e Serpetta, indi Nardo, finalmente Sandrina e il Contino. Recitativo IL PODESTÀ Ma nipote, mia cara, Non mi seccate più; che posso farvi Nello stato presente? NARDO Signori, allegramente; Son guariti li pazzi, E appena sono in senno ritornati, Che in pace e in allegria si son sposati. IL PODESTÀ Che dici? ARMINDA Oh tradimento! RAMIRO Oh che gran sorte! SERPETTA Mi son tolta una spina. IL CONTINO Ecco la mia sposina, Ecco la mia Violante. IL PODESTÀ Come? SANDRINA Cessi ogni dubbio Dell'esser mio; cangiai Con Roberto, mio servo, e nome e stato: (accennando Nardo) Ne volli mai svelarmi, Sol per far col mio sposo Una dolce vendetta. ARMINDA Marchesina, Vi prego a perdonarmi; io son la rea; Io vi tramai la morte... SANDRINA Non più, amica, cessate, e un caro abbraccio Conoscer vi farà l'affetto mio. ARMINDA Se piace al signor zio: Il fedele Ramiro... SERPETTA Anch'io se si contenta Vorrei... IL PODESTÀ Bene, ho capito; (ad Arminda) Vostro sposo è Ramiro; (a Serpetta) E tuo sia Nardo. IL CONTINO Oh bravo. RAMIRO Di più bramar non so. NARDO Questo è piacere. IL PODESTÀ Goda chi vuol godere, Si sposi pur chi vuole, Ch'io pur mi sposerò, Quando un'altra Sandrina troverò. SANDRINA Sarà memore ognora, e in ogni stato, Della vostra bontà, del vostro core; La finta giardiniera per amore. N° 28 - Finale, coro SANDRINA, SERPETTA, ARMINDA, RAMIRO, IL CONTINO, IL PODESTÀ, NARDO Viva pur la Giardiniera, Che serbò fedele il core. Viva il Conte, viva amore, Che fa tutti rallegrar.
contributed by Guy Laffaille