Last updated: Feb. 14, 1997
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OTELLO

Libretto: Atto Primo


Atto Primo, Atto Secondo, Atto Terzo, Atto Quarto.


Key:

[Indicates stage directions]
{Indicates repeated words or phrases}
(Indicates words spoken in an aside)
[indented actions or words are occuring at the same time.]


Setting: L'esterno del Castello.
Una taverna con pergolato. Gli spaldi nel fondo e il mare. É sera. Lampi, tuoni, uragano.


CIPRIOTTI
Una vela! Una vela! Un vessillo! Un vessillo!


[Lampi e Tuoni]
MONTANO
È l'alato Leon!


CASSIO [Entrol le scene lontano.]
Or la folgor lo svela.


ALTRI CHE SOPRAGGIUNGONO
Uno squillo!

[Colpo di Cannone]

TUTTI
Ha tuonato il cannon!


CASSIO
&Eagrave; la nave del Duce.


MONTANO
Or s'affonda or s'inciela. . .


CASSIO
Erge il rostro dall'onda.


ALCUNI CIPRIOTTI [continui Lampi.]
Nelle nubi si cela e nel mar,
e alla luce dei lampi ne appar.


TUTTI [Lampi è Tuono]
Lampi! tuoni! gorghi! turbi tempestosi e fulmini! [un fulmine.]
Treman l'onde! treman l'aure! treman basi e culmini.
[entrano dal fondo molte donne del popolo]
Fende l'etra un torvo e cieco spirto di vertigine.
Iddio scuote il cielo bieco, come un tetro vel.
Tutto è fumo! tutto è fuoco! l'orrida caligine
si fa incendio, poi si spegne più funesta.
Spasima l'universo, accorre a valchi l'aquilon fantasima,
i titanici oricalchi squillano nel ciel.

[con gesti dipavento e di supplicazione e rivolti verso lo spaldo]
[Fulmini, Lampi, è Tuoni continui.]

Dio, fulgor della bufera!
Dio, sorriso della duna!
Salva l'arca e la bandiera
della veneta fortuna!
Tu, che reggi gli astri e il Fato!
Tu, che imperi al mondo e al ciel!
Fa che in fondo al mar placato
posi l'àncora fedel.


IAGO [Un lampo.]
È infranto l'artimon!


RODERIGO [Altro lampo.]
Il rostro piomba su quello scoglio!


CHORUS
Aita! Aita!


IAGO [a Roderigo] [ancora un lampo.]
(L'alvo frenetico del mar sia la sua tomba!)


CIPRIOTTI
È salvo! è salvo!


VOCI INTERNE [6 voci]
Gittate i palischermi!

[Tuono lontano é Lampo]

Mano alle funi! Fermi!


CIPRIOTTI [Tuono lontano]
Forza ai remi! Alla riva!

[scendono la scala dello spaldo]

VOCI INTERNE
All'approdo! allo sbarco!


CIPRIOTTI
Evviva! Evviva! Evviva!


OTELLO

[dalla scala della spiaggia salendo sullo spaldo con seguito di marinai e soldati]

Esultate! L'orgoglio musulmano
sepolto è in mar; nostra e del ciel è gloria!
Dopo l'armi lo vinse l'uragano.


CIPRIOTTI
Evviva Otello! Evviva! evviva! evviva!
Vittoria! Vittoria! Vittoria!
Stermino, dispersi, distrutti, sepolti nell' orrido
{Tumulto piombâr.}
Avranno per requie la sferza dei flutti, Avranno per requie la sferza dei flutti,
la ridda dei turbini, la ridda dei turbini,
l'abisso, l'abisso del mar.
Vittoria! Vittoria! Vittoria! Vittoria!
{Dispersi, distrutti, sepolti nell'orrido}
tumulto piombàr.
Vittoria! Evviva!
Si calma la bufera.


IAGO [indisparte a Roderigo]
Roderigo, ebben, che pensi?


RODERIGO
D'affogarmi.


IAGO
Stolto è chi s'affoga per amor di donna.


[Alcuni del popolo formano da un lato una castasta di legna: la folla s'accalca intorno turbolenta e curiosa.]


RODERIGO
Vincer nol so.


IAGO
Suvvia, fa senno, aspetta
l'opra del tempo. A Desdemona bella,
che nel segreto de' tuoi sogni adori,
presto in uggia verranno i foschi baci
di quel selvaggio dalle gonfie labbra.
[dolce] Buon Roderigo, amico tuo sincero
mi ti professo, nè in più forte ambascia
soccorrerti potrei. Se un fragil voto
di femmina non è tropp'arduo nodo
pel genio mio nè per l'inferno, giuro
che quella donna sarà tua. M'ascolta -
benchè finga d'amarlo, odio quel Moro.


[Entra Cassio: poi s'unisce a un crocchio di soldati]
IAGO [sempre in disparte a Roderigo]
E una cagion dell'ira, eccola, guarda.
[Indicando Cassio]
Quell'azzimato capitano usurpa

[continua il passaggio della bassa ciurma nel fondo]

il grado mio, il grado mio che in cento
ben pugnate battaglie ho meritato;
tal fu il voler d'Otello, ed io rimango
di sua Moresca Signoria. . .l'alfiere!
[dalla catasta incominciano ad alzarsi dei globi di fumo sempre più]

Ma, come è ver che tu Roderigo sei,
cosi è pur vero che se il Moro io fossi
vedermi non vorrei d'attorno un Iago.
Se tu m'ascolti...
[Il fuoco divampa. I tavernieri illuminano a festa il pergolato]

CHORUS
Fuoco di gioia, l'ilare vampa
fuga la notte col suo splendor.
Guizza, sfavilla, crepita, avvampa
fulgido incendio che invade il cor.
Dal raggio attratti vaghi sembianti
movono intorno mutando stuol,
e son fanciulle dai lieti canti,
e son farfalle dall'igneo vol.
Arde la palma col sicomoro,
canta la sposa col suo fedel;
sull'aurea fiamma, sul lieto coro
soffia l'ardente spiro del ciel.
Fuoco di gioia, rapido brilla!
Rapido passa, fuoco d'amor!
Splende, s'oscura, palpita, oscilla,
l'ultimo guizzo, lampeggio e muor.
{Fuoco di gioia rapido brilla!
Splende, s'oscura, palpita, etc. . .}
[il fuoco si spegne a poco a poco: la bufera è cessata.]
[Iago, Roderigo, Cassio e parecchi altri uomini d'arme intorno a un tavolo dove c'è del vino: parte in piedi, parte seduti.]

IAGO
Roderigo, beviam! Qua la tazza, Capitano.


CASSIO
Non bevo più.


IAGO [avvicinando il boccale alla tazza di Cassio]
Ingoia questo sorso.


CASSIO [Ritirando il bicchiere]
No.


IAGO
Guarda! Oggi impazza tutta Cipro!
É una notte di gioia, dunque. . .


CASSIO
Cessa. Già m'arde il cervello
per un nappo vuotato.


IAGO
Si, ancora bever devi.
Alle nozze d'Otello e Desdemona!


CIPRIOTTI
Evviva!


CASSIO [alzando il bicchiere e bevendo un poco]
Essa infiora questo lido.


IAGO [sottovoce a Roderigo]
(Lo ascolta.)


CASSIO
Col vago suo raggiar chiama i cuori a raccolta.


RODERIGO
Pur modesta essa è tanto.


CASSIO
Tu, Iago, canterai le sue lodi!


IAGO [piano a Roderigo]
(Lo ascolta.)


[Forte a Cassio]

Io non sono che un critico.


CASSIO
Ed ella d'ogni lode è più bella.


IAGO [come sopra, a Roderigo, a parte.]
(Ti guarda da quel Cassio.)


RODERIGO
Che temi?


IAGO [ancora a piano a Roderigo]
(Ei favella
già con troppo bollor, la gagliarda
giovinezza lo sprona, è un astuto
seduttor che t'ingombra il cammino.
Bada. . .)


RODERIGO
Ebben?


IAGO [ancora a piano a Roderigo]
(S'ei inebria è perduto!
Fallo ber.)
[ai tavernieri] Qua, ragazzi, del vino!

[Iago riempie tre bicchieri: un per sè, uno per Roderigo, uno per Cassio.]
[I tavernieri circolano colle anfore.]
[a Cassio, col bicchiere in mano: la folla gli si avvicina e lo guarda curiosamente.]

Inaffia l'ugola!
Trinca, tracanna!
Prima che svampino
canto e bicchier.


CASSIO [a Iago, col bicchiere in mano.]
Questa del pampino
verace manna
di vaghe annugola
nebbie il pensier.


IAGO [a tutti]
Chi all'esca ha morso
del ditirambo
spavaldo e strambo
beva con me! beva con me,
beva, beva, beva con me!


TUTTI
{Chi all'esca ha morso etc. . .}
. . .beve, beve con te, etc. . .

IAGO [a Roderigo indicando Cassio]
(Un altro sorso è brillo egli è.)

RODERIGO [a Iago]
(Un altro sorso è brillo egli è.)

IAGO
Il mondo palpita quand'io son brillo!
Sfido l'ironico Nume e il destin!

CASSIO [bevendo acora]
Come un armonico liuto oscillo;
La gioia scalpita sul mio cammin!

IAGO
Chi all'esca ha morso, etc. . .

TUTTI
Chi all'esca ha morso, etc. . .

IAGO [a Roderigo]
Un altro sorso e brillo egli è!

RODERIGO [a Iago]
Un altro sorso e brillo egli è!

IAGO [a tutti]
Fuggan dal vivido nappo i codardi. . .

CASSIO [interrompendo]
In fondo all' anima ciascun mi guardi! [beve]

IAGO
. . . che in cor nascondono frodi.

CASSIO
Non temo, non temo il ver.

IAGO
Chi all'esca ha. . . . . .morso del ditiramb. . .


CASSIO [barcollando]
non temo il ver, . . .
. . .non temo il ver.

IAGO
. . .bevi con me. . .


CASSIO
non temo il ver. . .


IAGO
bevi, bevi con me.


CASSIO
e bevo e bevo e bevo. . .


CIPRIOTTI [La metà del Coro. Ridendo]
Ah! Ah ah! Ah ah! Ah ah!. . .



. . .Ah ah! Ah ah! Ah ah!


CASSIO [vorrebbe ripetere il primo motivo, ma non si sovviene]
Del calice. . .


IAGO [a Roderigo]
(Ègli è briaco fradicio.)



CASSIO
del calice. . .
. . .gli orli. . .


IAGO
(Ti scuoti.
Lo trascina a contesa.
È pronto all'ira),


CIPRIOTTI [gli altri ridono di Cassio]
Ah ah! Ah ah!


IAGO
(t'offenderà. . .ne seguirà tumulto!)


CASSIO [ripiglia, ma con voce soffocata]
del calice. . .gli orli. . .


IAGO
(Pensa che puoi cosi del lieto Otello)


(turbar la prima vigilia d'amor!)


RODERIGO [risoluto]
(Ed è chò che mi spinge.)


CASSIO
. . .s'impor. . .s'impor. . .s'imporporino.


CIPRIOTTI
Ah! Ah ah! Ah ah!


RODERIGO, IAGO, CASSIO, CIPRIOTTI
Bevi, bevi con me, bevi con me. [Tutti bevono]


MONTANO [venendo dal Castello, si rivolge a Cassio.]
Capitano,
v'attende la fazione ai baluradi.


CASSIO [barcollando]
Andiamo.


MONTANO
Che vedo?


IAGO [a Montano]
(Ogni notte in tal guisa Cassio preludia al sonno.)


MONTANO [a Iago]
(Otello il sappia.)


CASSIO
Andiamo ai baluardi.


RODERIGO è CIPRIOTTI
Ah, ah! Ah, ah!


CASSIO
Chi ride?


RODERIGO [provocandolo]
Rido d'un ebro. . .


CASSIO [scagliandosi contro Roderigo]
Bada alle tue spalle! Furfante!


RODERIGO [difendendosi]
Briaco ribaldo!


CASSIO
Marrano! Nessun più ti salva!


MONTANO [separandoli a forza e dirigendosi a Cassio]
Frenate la mano, Signor, ve ne prego.


CASSIO [a Montano]
Ti spacco il cerebro se qui t'interponi.


MONTANO
Parole d'un ebro. . .


[sguainando la spada. Montano s'arma anch'esso. Assalto furibondo. La folla si ritrae] CASSIO
D'un ebro?!


IAGO [a parte a Roderigo]
(Va al porto, con quanta più possa
ti resta, gridando: sommossa! sommossa!
Va! spargi il tumulto, l'orror. Le campane
risuonino a stormo.)

[Roderigo esce correndo. Iago si rivolge rapidamente ai due combattenti]

IAGO
Fratelli! l'immane conflitto cessate!


DONNE CIPRIOTTI [fuggendo]
Fuggiam!


IAGO
Ciel! già gronda di sangue Montano!
Tenzon furibonda!


DONNE
Fuggiam, fuggiam!


IAGO
Tregua!


UOMINI
Tregua!


DONNE
S'uccidono!


UOMINI
Pace!


IAGO [agli astanti]
Nessun più raffrena quel nembo pugnace!
Si gridi l'allarme! Satana gl'invade!!

[Continua il combattimento. Donne fuggendo ed altre entro le scene]

CHORUS
All'armi!! All'armi!! Soccorso!! Soccorso!!


OTELLO [Otello seguito da genti con fiaccole]
Abbasso le spade!

[I Combattenti s'arrestano. Le nubi si diradano a poco a poco.]

Olà! Che avvien? Son io fra i Saraceni?
O la turchesa rabbia è in voi trasfusa
da sbranarvi l'un l'altro? Onesto Jago,
per quell'amor che tu mi porti, parla.


IAGO
Non so. . . qui tutti eran cortesi amici,
dianzi, e giocondi. . .ma ad un tratto, come
se un pianeta maligno avesse a quelli
smagato il senno, sguainando l'arme
s'avventano furenti. . .avess io prima
stroncati i pie' che qui m'addusser!


OTELLO
Cassio,
come obliasti te stesso a tal segno?


CASSIO
Grazia. . . perdon. . . parlar non so. . .


OTELLO
Montano. . .


MONTANO [sostenuto da un soldato]
Son ferito. . .


OTELLO
Ferito!. . . pel cielo
Già il sangue mio ribolle. Ah! l'ira volge
l'angelo nostro tutelare in fuga!

[accorendo a Desdemona]

Che? La mia dolce Desdemona anch'essa
per voi distolta da' suoi sogni?
Cassio, non sei più capitano.
[Cassio lascia cadere la spada che è raccolta da Iago]
[pergendo la spada di Cassio ad un soldato]

IAGO [a stesso]
(Oh, mio trionfo!)


OTELLO
Iago, tu va nella città sgomenta
con quella squadra a ricompor la pace. [Iago esce]


Si soccorra Montano. Al proprio tetto [Montano è accompagnato nel Castello]
Ritorni ognun. Io da qui non mi parto [a tutti con gesto imperioso]
se pria non vedo deserti gli spaldi.


[La Scena si vuota. Otello fa cenno agli uomini colle fiaccole che lo accompagna]
[Restano soli Otello e Desdemona]


OTELLO
Già nella notte densa
s'estingue ogni clamor.
Già il mio cor fremebondo
s'ammansa in quest'amplesso e si rinsensa.
Tuoni la guerra e s'inabissi il mondo
[dolce] se dopo l'ira immensa
vien quest'immenso amor!


DESDEMONA
Mio superbo guerrier! Quanti tormenti,
[dolce] quanti mesti sospiri e [sempre dolce] quanta speme
ci condusse ai soavi abbracciamenti!
Oh! com'è dolce il mormorare insieme:
[come una voce lontano] te ne rammenti!
Quando narravi l'esule tua vita
e i fieri eventi e i lunghi tuoi dolor,
ed io t'udia coll'anima rapita
in quei spaventi e coll'estasi in cor.


OTELLO
Pingea dell'armi il fremito, la pugna
e il vol gagliardo alla breccia mortal,
l'assalto, orribil edera, coll'ugna
al baluardo e il sibilante stral.


DESDEMONA
Poi mi guidavi ai fulgidi deserti,
all'arse arene, al tuo materno suol;
narravi allor gli spasimi sofferti
[dolce] e le catene e dello schiavo il duol.


OTELLO
Ingentilia di lagrime la storia
il tuo bel viso e il labbro di sospir;
scendean sulle mie tenebre la gloria,
il paradiso e gli astri a benedir.


DESDEMONA
Ed io vedea fra le tue tempie oscure
splender del genio l'eterea beltà.


OTELLO
E tu m'amavi per le mie sventure
ed io t'amavo per la tua pietà.


DESDEMONA
[dolce] Ed io t'amavo per le tue sventure
e tu m'amavi per la mia pietà.


OTELLO
[dolce] E tu m'amavi. . .


DESDEMONA
[dolce] E tu m'amavi. . .


OTELLO
Ed io t'amavo. . .


OTELLO, DESDEMONA
. . .per la {tua, mia} pietà.


OTELLO [sempre dolce]
Venga la morte! e mi colga nell'estasi
di quest'amplesso
il momento supremo!


[Il cielo si sarà tutto rasserenato: si vedranno alcune stelle e sul lembo dell'orizzonte il riflesso ceruleo della nascente luna.]


Tale è il gaudio dell'anima che temo,
temo che piu non mi sara concesso
quest'attimo divino
nell'ignoto avvenir del mio destino.


DESDEMONA
Disperda il ciel gli affanni
e amor non muti col mutar degli anni.


OTELLO
A questa tua preghiera
Amen risponda la celeste schiera.


DESDEMONA
Amen risponda.


OTELLO [appoggiandosi ad un rialzo degli spaldi]
Ah! la gioia m'innonda
si fieramente. . .che ansante mi giacio. . .
Un bacio. . .

DESDEMONA
Otello!

OTELLO
Un bacio. . .ancora un bacio,

[alzandosi e mirando il cielo]
Gia la pleiade ardente al mar discende.

DESDEMONA
Tarda e la notte.


OTELLO
Vien. . .Venere splende.


DESDEMONA
Otello!


[s'avviano abbracciati verso il castello]


Fine dell'Atto primo.


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Compiled by: Stephen L. Parker and Harold Gossard
24 March 1996