Last updated: Feb. 14, 1997
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OTELLO

By: Gioachino Rossini

Atto Secondo


Scena: Giardino.

No. 6 RECITATIVO ED ARIA

DESDEMONA
Lasciami.

RODRIGO
È dunque vano
il mio dolor, l'ira del padre.

DESDEMONA
Ah vanne! Io per te sol sono infelice.

RODRIGO
Oh Dio! mon dirmi così.
Se mai per me sereni
io veggo a scintillar questi occhi tuoi,
farò, bel Idol mio, ciò che tu vuoi.

DESDEMONA
Placami dunque il padre.
Rendimi l'amor suo,
mostra nel petto
qual grand'alma rinchiudi e generosa.

RODRIGO
Ma Otello, Otello adori.

DESDEMONA
Io gli son sposa.

RODRIGO
Che ascolto? ahimè, che dici?


Ah! come mai non senti
pietà de' miei tormenti?
del mio tradito amor!
Ah! come mai non senti
pietà del mio tormento,
del mio tradito amor,
perchè pietà, oh Dio non senti
del mio tradito amor?

Ma se costante sei
nel tuo rigor crudele,
se prezzi i preghi miei,
sparò con questo braccio
punire il traditor.
Ah! come mai non senti, ecc.

No. 7. RECITATIVO ED DUETTO

DESDEMONA
M'abbandonò, disparve.
Oh me infelice!
Che ma farò?
Restar degg'io?
Seguirlo? terribil incertezza!
Ah! chi m'aita, chi mi consiglia?
Ah! vieni, Emilia, vieni,
soccorrimi, previeni
l'ultima mia rovina.

EMILIA
Che avvenne! Oh Ciel! perchè così cosi tremante?

DESDEMONA
Io perderò per sempre il caro amante.

EMILIA
Chi tel rapisce?

DESDEMONA
Il suo rival, Rodrigo: a lui svelai,
che sposa . . .

EMILIA
Ah! che facesti?

DESDEMONA
È tardo il pentimento;
in sì fatal momento
sol m'addita un cammin onde sicura
possa giungere a lui.

EMILIA
Ma se sorpressa sei, se il genitore . . .

DESDEMONA
Più riguardi non ho, non ho più tema,
presente è il suo periglio al mio pensiere.
Salvisi, a lui mi chiama il mio dovere.
[ parte ]

EMILIA
Ella a perdersi va; sequir io deggio,
sola che fo se giunge il padre . . .
Ah? prima le mie compagne,
le sue fide de amiche avvertire si denno.
Alcun soccorso posso almeno sperare
in qual cimento.
È questo core in sì fatal momento!

[ Parte. - Entra Otello. ]

OTELLO
Che feci? . . . over mi trasse
un disperato amor! io gli posposi
la gloria, l'onor mio!
Ma che! . . . mia non è forse? . . . in faccia al Cielo
fede non mi giurò? Non diemmi in pegno
la sua destra, il suo cor? . . .
Potrò lasciarla?
Obbliarla potrò? . . . Potrò soffrire
vederla in braccio ad altri,
e non morire?
[ Entra Iago. ]

IAGO
Perchè mesto così? . . . scuotiti. Ah mostra,
che Otello alfin tu sei.

OTELLO
Lasciami in preda
al mio crudo destin. IAGO
Del suo rigore
hai ragion di langarti:
Ma tu non dei, benchè nemico il Fato,
cader, per nostro scorno, invendicato.

OTELLO
Che mai far degg'io?

IAGO
Ascoltami . . . che pensi?
In te stesso ritorna . . .
I tuoi trionfi di difesa ti son,
sono bastanti i tuoi nemici ad atterrir . . .
a farti sprezzare ogni altro affetto.

OTELLO
Quai terribili accenti!
L'interrotto parlare,
i dubbi tuoi, l'iressoluto volto,
in quanti affanni involto
hanno il povero cor!

IAGO
Spiegati.

OTELLO
Ah! non tenermi in sì fiera incertezza.

IAGO
Altro dirti non so: dai labbri miei
altro chieder non dei.

OTELLO
Chieder non deggio? . . . Oh Dio! Quanto s'accresce
il mio timor dal tuo silenzio! . . . Ah forse
l'infida . . .

IAGO
Ah placa alfin, placa i rimorsi tuoi.

OTELLO
Tu m'uccidi così. Meno infelice sarei
se il vero io conoscessi.

IAGO
Ebbene, il vuoi? T'appagherò . . .
Che dico? io gelo!

OTELLO
Parla una volta!

IAGO
Oh qual arcan' io svelo!
Ma l'amistà lo chiede,
io cedo all' amista, Sappi . . .

OTELLO
Ah, taci! ohimè! tutto compresi.

IAGO
E che farai?

OTELLO
Vendicarmi, e morir.

IAGO
Morir non dei,
e in disprezzarla avrai
vendetta intera.

OTELLO
Ma non tremenda e fiera,
qual'io bramo, quale amor richiede . . .
Ma sicuro son io del suo delitto?
Ah! se tal fosse . . . quale in me . . . Tu Iago,
mi comprendi, ed il tradirmi or fora
delitto ancora in te.

IAGO
Che mai pensi?
Confuso io son . . . ti parli
questo foglio per me.
[ Gli dà un foglio. ]

OTELLO
Che miro! oh Dio!
Sì! di sua man son queste
le crudeli d'amor cifre funeste.

Non m'inganno; al mio rivale
l'infedel vergato ha il foglio;
più non reggo al mio cordoglio!
Io mi sento lacerar.

IAGO [ e stesso ]
(Già la fiera gelosia
versò tutto il suo veleno,
tutto già gl'inonda il seno,
e mi guida a trionfar.)

OTELLO [ legge ]
"Caro bene" . . . e ardisci, ingrata?

IAGO
(Nel suo ciglio il cor il leggo.)

OTELLO
"Ti son fida" . . . Ahimè! Che leggo?
Quali smani io sento al cor!

IAGO
(Quanta gioia io sento al cor!)

OTELLO
"Di mia chioma un pegno" . . . Oh Cielo!

IAGO
(Cresce in lui l'atroce affetto.)

OTELLO
Dov'è mai l'offerto pegno?

IAGO
Ecco . . . il cedo con orror!

OTELLO
No, più crudele un'anima . . .

IAGO
(No, più contenta un'anima . . . )

OTELLO, IAGO
No, che giammai si vide!
OTELLO
Il cor mi si divide
per tante crudeltà.

IAGO
(Propizio il ciel m'arride:
L'indegna ah! si, cadrà.)

OTELLO
Che far degg'io?

IAGO
Ti calma.

OTELLO
Lo speri invano

IAGO
Che dici? che dici?

OTELLO
Spinto da furie ultrici
punirla alfin saprò.

IAGO
Ed oserai? . . .

OTELLO
Lo guiro.

IAGO
E l'amor . . .

OTELLO
Io più nol curo.

IAGO
T'affida, i tuoi nemici
or dunque abbatterò.

OTELLO
L'ira d'avverso fato
io più non temerò.

IAGO
(L'ira d'avverso fato
temer più non dovrò.)

OTELLO
Morrò, ma vendicato.
Sì, . . . dopo lei morrò.

IAGO
(Di lui trionferò.)
[ Parte ]

No. 8 RECITATIVO E TERZETTO

OTELLO
E a tanto giunger puote
un ingannevol cor! . . . Ma chi s'avanza?

[ Entra Rodrigo ]

Rodrigo . . . e chre mai brami?

RODRIGO
A te ne vengo
tuo nemico, se il voui,
se al mio voler tu cedi,
tuo amico, e difensor.

OTELLO
Uso non sono
a mentire, a tradir. Io ti disprezzo
nemico, o difensor.

RODRIGO
(Oh che baldanza!)
Non mi conosci ancor?

OTELLO
Ti conosco,
perciò non ti pavento;
sol disprezzo, il ripeto, io per te sento.

RODRIGO
Ah vieni, nel tuo sangue le offese
vendicherò:
Se un vano amor t'accese,
distruggerlo saprò.

OTELLO
Or ora vedrai qual chiudo
giusto furor nel seno:
Sì, vendicarmi appieno
di lei, di te dovrò.

A DUE
Qual gioia! all'armi! all'armi!
Il traditor giàa parmi
veder traffito al suol.

[ Desdemona giunge. ]

DESDEMONA [ arrestandoli ]
Ahimè! fermate, udite . . .
Solo il mio cor ferite,
cagion di tanto duol.

RODRIGO, OTELLO
Che fiero punto è questo!
L'indegna a me d'innante!
Pinta ha sul reo sembiante
tutta l'infedeltà.

DESDEMONA
Che fiero punto è questo!
L'ingrato a me d'innante!
Non cangia di sembiante,
non sente ancor pietà.

OTELLO
Deh seguimi.

RODRIGO
Ti seguo.

OTELLO
Son pago alfin.

DESDEMONA
T'arresta.

OTELLO
Vanne.

DESDEMONA
Che pena è questa!
Che fiera crudeltà!
Perchè da te mi sacci? . . .
Qual barbaro furore,
così ti accende il core,
che vaneggiar ti fa?

OTELLO
Ah perfida? E ardisci . . .

RODRIGO
T'affretta.

DESDEMONA
Che mai sento!

A TRE
Più barbaro tormento
di questo non si dà.

DESDEMONA
Ah per pietà!

OTELLO
Mi lascia.

DESDEMONA
Ma che ti feci mai?

OTELLO
Or ora lo saprai . . .

RODRIGO
Mi segui.

OTELLO
Ti seguo.

DESDEMONA
Ah per pietà!

OTELLO
Mi lascia.

DESDEMONA
Ma che ti feci mai?

OTELLO
Vedrai, vedrai.
(Ah, finge l'indegna ancor!)

RODRIGO
Tra tante smanie e tante
quest'alma mia delira,
vinto è l'amor dall'ira,
spira vendetto il cor.

DESDEMONA
Quest'alma che delira
sui labbri miei già spira:
Sento mancarmi il cor!

OTELLO, RODRIGO
Tra tante smanie e tante, ecc.

DESDEMONA
Quest' alma che delira, ecc.

RODRIGO
All'armi!

DESDEMONA
Fermate!

OTELLO
Che gioia! che gioia!

DESDEMONA
Ah fermate, ah fermate!
deh sentite almen pietà!

No. 9 FINALE II

EMILIA
Desdemona!
Che veggo! al sol giacente . . .
Pallor di morte le ricpore il volto . . .
Misera, che farò? chi mi soccorre?
Quale aiuto recarle?
Ah tu dell'alma mia parte più cara,
ascoltami, deh, riedi a questo seno!
La tua amica ti chiama . . .
Ahi non risponde.
Gelo è il petto e la man.
Chi me l'invola? quel barbaro dov'è?
Vorrei . . . Che miro!
Apre i languidi lumi . . .
Oh ciel, respiro.

DESDEMONA
Chi sei? . . .

EMILIA
Non mi conosci?

DESDEMONA
Emilia!

EMILIA
Ah quella,
quella appunto son'io.
Un più fatal periglio . . .
Segui i miei passi.

DESDEMONA
Ma protrò
rivederlo? . . . Ah se nol sai . . .
Vanne, corri, procura . . .

EMILIA
E che mai chiedi?

DESDEMONA
Non so . . .
Confusa, oppressa
in me non sò più ritrovar me stessa!

Che smania. Oimè! che affanno!
Chi mi soccorre, oh Dio!
Per sempre, ahi, l'idol mio
perder così dovrò!
Barbaro ciel tiranno!
Da me se lo dividi,
salvalo almen; me uccidi;
contenta io morirò.

[ Entrano le damigelle ]


Qual nuova a me recate? . . .
Men fiero, se parlate,
sì rende il mio dolor.

CORO DI DAMIGELLE
Freme il mio core e tace.

DESDEMONA
De' detti ah! più loquace
è quel silenzio ancor!

DAMIGELLE
Freme il mio core e tace.

DESDEMONA
Che smania. Oimè, ecc.
Deh parlate, l'idol mio . . .
Men fiero, ecc. [ Si avanzano i confidenti. ]

Ah ditemi almen voi . . .

CORO DI CONFIDENTI
Che mi saper tu voi?

DESDEMONA
Se vive il mio tesoro.

CONFIDENTI
Vive, serena il ciglio . . .

DESDEMONA
Salvo dal suo periglio? . . .
Altro non brama il cor.

[ Entra Elmiro. ]

ELMIRO
Qui! . . . indegna!

DESDEMONA
Il genitore!

ELMIRO
Del mio tradito onore
come non hai rossor?

DAMIGELLE, CONFIDENTI
Oh ciel! qual nuovo orror!

DESDEMONA
L'error d'un'infelice,
ah Padre, mi perdona.
Se il padre m'abbandona,
da chi sperar pietà?

ELMIRO
No, che pietà non merti.
Vedrai fra poco, ingrata,
qual pena è riserbata
per chi virtù non ha.

DESDEMONA
A quel severo aspetto
più reggere non so.

DAMIGELLE
Come cangiar nel petto
può il suo paterno affetto,
cangiato in crudeltà?

CONFIDENTI
Se nutre nel suo petto
un impudico affetto,
giusta è la crudeltà.

ELMIRO
Odio, furor, dispetto
han la pietà nel petto
cangiata in crudeltà.

Fine dell un secondo.


Entered by: Stephen L. Parker 01 July 1996.