Last updated: Feb. 14, 1997
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I Pagliacci (Incomplete)

Music and libretto by Ruggiero Leoncavallo

First performance: May 21, 1892, Teatro dal Verme, Milan

Goto:



PERSONAGGI

La Scena si passa on Calabria presso Montalto, il giorno della festa di Mezzagosto.

Epoca presente, fra il 1865 e il 1870.


 
PROLOGO
 
(TONIO, in costume da Taddeo come nella commedia, passando a traverso al
telone.)
 
TONIO Si pu`e? . . .
(poi salutando)
Signore! Signori! . . . Scusatemi se solo mi presento. y Io sono il
Prologo. Poich`e in iscena ancor le antiche maschere mette l'autore,
in parte ei vuol riprendere le vecchie usanze, e voi di nuovo
inviami. Ma non per dirvi come pria: "Le lagrime che noi versiam son
flase: Degli spasimi e dei nostri martir non allarmatevi!" No:
L'autore ha cercato invece pingervi uno squarcio di vita. Egli ha per
massima sol che artista `e un uomo e che per gli ulomini scrivere ei
deve. y Ed al vero ispiravisi.  Un nido di memorie in fondo a l'anima
cantava un giorno, ed ei con vere lacrime sorisse, e I singhiozzi il
tempo gli battevano! Dunque, vedrete amar s`e come s'amano gli esseri
umani; vedrete de l'odio I tristi frutti. Del dolor gli spasimi, urli
di rabbia, udrete, e risa ciniche!  E voi, pruttosto che le nostre
povere gabbane d'istrioni, le nostr'anime considerate, poich`e noi
siam uomini di carne e d'ossa, e che di quest'orfano mondo all pari di
voi spiriamo l'aere!  Il concetto vi dissi. y Or ascoltate com'egli `e
svolto.
(Gridando verso la scena)
Andiamo. Incominciate!
(Rientra e la tela si teva)
 

ATTO PRIMO

SCENA I

(La scena rappresenta un bivio di strada in compagna, al l'entrata di villagio. La destra occupata obliquamente da un teatro di fiera. All'alzarsi della tela ei sen ono squili di tromba stonata alternantisi con dei colpi di cassa, ed insieme risa e, grida allegre, fischi, di monelli e vociare che vanno appressandosi. y Attirati dal suono e dal frastuono i caontandini di ambo i sessi, in habito da fes a, accorono, a frolte dal viale, mentre TONIO il gobbo, va a guardare verso la strada a sinistra, poi annojato dalla folla che arriva, si sdrain, ainanzi al teatro. Son tre ore dopo mezzogiorno; il sole di agosto splende cocente. Coro di Contandini, NEDDA, CANIO, TONIO, e PEPPE) CORO DI UOMINI E DONNE Son qu`e! Ritornano . . . Pagliaccio `e l`e. Tutti lo seguono grandi e ragazzi e ognuno applaude ai motti, ai lazzi. Ed egli serio saluta e passa e torna a battere su la gran cassa In aria gittano i lor cappelli fra strida e sibili, tutti i monelli. RAGAZZI (di dentro) Ehi, sferza l'asino, bravo Arlecchino! CANIO (di dentro) Itene al diavolo! PEPPE (di dentro) To, birichino (Un gruppo di monelli monelli entra, correndo, in iscena dalla sinistra) Indietro, arrivando . . . Ecco il carretto . . . Che diavolerio Dio benedetto! (Arriva una pittoresca carretta dipinta a varii eolori e tirata da un asino che PEPPE, in abito da Arlecchino, guida a mano camminando mentre collo scudiscio allontana i ragazzi. Sulla carretta sul davanti ad eassai`e piazzata la gran cassa. Sul di dietro della carrette `e CANIO in piedi, in costume Pagliaccio, tenendo nella destra una tromba e nella sinistra la mazza della gran cassa. y I contandini e le contandine attorniano festosamente la carretta) TUTTI Evviva! Il principe se'dei pagliacci Tu i guai discacci co'l lieto umor. Evviva! CANIO Grazie . . . CORO Bravo! CANIO Vorrei . . . CORO E lo spettaculo? CANIO (picchiando forte e ripetutamente sulla cassa per dominar le voci) Signori miei! TUTTI (scostandosi e turandosi le orecchie) Uh! Ci assorda! . . . finiscila. CANIO (affettando cortesia e togliendosi il berretto con un gesto comeo) Mi accordan di parlar? LA FOLLA (ridendo) Oh! Con lui si dee cedere tacere ed ascoltar. CANIO Un grande spettaculo a ventitr`e ore prepara il vostr'umile e buon servitore. (riverensa) Vedrete le smanie del bravo Pagliaccio; e come ei si vendica e tendre un bel laccio. Vedrete di Tonio tremar la carcassa, e quale matass d'intrighi ordir`e. Venite, onorateci Signori e Signore A ventitr`e ore! A ventitr`e ore! LA FOLLA Verremo, e tu serbac il tuo buon umore. A ventitr`e ore! A ventitr`e ore! (TONIO si avanza per ajutar NEDDA a discendere dal carretto, ma CANIO, che `e gi`e saltato gi, gl'd`e un ceffone dicendo) CANIO Via da l`e (Poi prende fra le bracchia NEDDA e la depone a terra) LE DONNE (ridendo, a TONIO) Prendi questo, bel galante! I RAGAZZI (fischiando) Con salute! (TONIO mostra il pugno ai monelli che scappano, poi si allontase bron olando e scompare sotto la tenda a riestra del teatro) TONIO (a parte) La pagherai! . . . brigante (Instanto PEPPE conduce l'asino col carretto diette al teatro) UN CONTADINO (a CANIO) Di', con noi vuo'tu bevere un buon bicchiere sulla crocevia? CANIO Con piacere. PEPPE (ricompare di dietro al teatro; gitta la frusta, che ha ancora mano, dinanzi alla scena et dice) Aspettatemi . . . Anch'io ci sto! (Poi entra dall'altro del teatro per cambian costume) CANIO (gridando verso il fondo) Di Tonio, vieni via?? TOtelo, e tu m'ascolterai. che t'amo ti desidero, e che tu mia sarai! NEDDA (seria ed insolente) Eh! dite, mastro Tonio! La schiena oggi vi prude, o una tirata d'orecchi `e necessaria al vostro ardor? TONIO Ti beffi? sciagurata! Per la crode di Dio, bada che puoi pagarla cara! . . . NEDDA Tu menaci? . . . Vuoi che vada a chiamar Canio? TONIO (movendo verso di lei) Non prima chio ti bac NEDDA (retrocedendo) Bada? TONIO (s'avanza ancora aprenso le braccia per ghermirla) Oh, tosto sarai mia! . . . NEDDA (sale retrocedendo verso il teatrino, vede la frusta lasciata de PEPPE, l'affera e d`e un colpo faccia a TONIO, dicendo) Miserabile! . . . TONIO (d`e un urlo e retrocede) Ah! Per la vergin pia di mezz'agosto Nedda, lo giuro . . . me la pagherai! . . (Esce minacciando dalla sinistra) NEDDA (immobile guardandolo allontanarsi) Aspide! va. y Ti sei svelato ormai Tonio lo scemo! y Hai l'animo Siccome il corpo tuo difforme . . . lurido! . . . SCENE II SCENA III (SILVIO, NEDDA, e poi TONIO) SILVIO (sporgendo la met`e dei corpo arrampicandosi dal muretto a destra, e chiama a bassa voce) Nedda! NEDDA (affrettandosi verso di lui) Silvio! a quest'ora . . . che imprudenza. SILVIO (saltando allegramente e venendo verso di lei) Ah bah! sapea che non rischiavo nulla. canio e Peppe da lunge a la taverna ho scorto con gli amici! . . . ma prudente per la macchia a me nota qui'ne venni. NEDDA E ancora un poco in Tonio t'imbattevi. SILVIO (ridendo) Oh! Tonio il gobbo! NEDDA Il gobbo `e da temersi. M'ama . . . Ora qui mel! disse . . . e nel bestiale delirio suo, baci chiedendo, ardiva correr su me . . . SILVIO Per Dio! NEDDA Ma con la frusta del cane immondo la foga calmai. SILVIO E fra quest'ansie in eterno vivrai? Decidi il mio destin, Nedda, Nedda rimani! Tu il sai; la festa ha fin e parte ognun dimani. E quando tu dimmai . . . CANIO (slanciandosi furente col pugnale alzato) Per la madonna! . . . (PEPPE, che sar`e entrato dall sinistra, sulla riposta di NEDDA corre a CANIO e gli strappa il pugnale che gitta via tra gli alberi) PEPPE Padron! che te fate! . . . Per l'amor di Dio . . La gente esce di chiesa e a lo spettaculo qui muovo . . . andiamo Canio, via, calmatevi! CANIO (dibattendosi) Lasciami Peppe y Il nome, il nome. PEPPE Tonio vieni a tenerio. Andiamo striva il publico. (TONIO prende CANIO per la mano mentre PEPPE si volge a NEDDA) Vi spiegherete. y E voi di il tiratevi, Andantevi a vestir, y Sapete, Canio, `e violento, ma buono . . . CANIO (stringendo il capo fra le mani) Infamia! infamia! TONIO (piano a CANIO, spingendolo sul davanti della scena) Calmatevi padron. y E meglio fingere; il ganzo torner`e. y Di me fidatevi. (CANIO ha un gesto disperato, ma TONIO spinghendolo col gomita prosegue piano) Io la sorveglio y Ora facciam la recita. Chiss`e ch'egli non venga a lo spettaculo e si tradisca! Or via. y Bisogna fingere per riuscir . . . PEPPE (uscendo dalla scene) Andiamo, via, vestitevi padrone. y E tu batti la cassa, Tonio. (TONIO ca di dietro al e teatro PEPPE anch'esse ritorna all'interno, mentre CANIO accasciato al avvia lentamente verso la cortina) CANIO Recitar! .. mentre preso dal delirio non so pi quel che dico e quel che facio! Eppur . . . `e d'uopo . . . sforzati! Bah, se'tu forse un nom? Tu se'Pagliaccio! Vesti la giubba e la faccia infarina. La gente paga e rider vuole qu`e. E se Arlecchin t'invola Colombina, ridi, Pagliaccio . . . e ognuno applaudir`e! Trmuta in lazzu lo spasmo ed il pianto; in una smorfia il singhiozzo e l'dolor . . . Ridi Pagliaccio, sul tuo amore infra ATTO SECUNDO IO a lottare per arrivare alla scena. Intanto CANIO al parossismo della collera, ha afferrata NEDDA in un attimo e la colspice per di dietro mentre essa cerca di correre verso il pubblico) CANIO (a NEDDA) Di morte negli spasimi Lo dirai! LA FOLLA E PEPPE (che cerca svincolarsi da TONIO) Ferma! CANIO A te! NEDDA (cadendo agonizzando) Soccorso . . . Silvio! SILVIO (che e quasi arrivato alla scena) Nedda! (Alla voce di SILVIO, CANIO si volge come una belva, palza presse di tui `e in attimo ferisce, dicendo) CANIO Ah! sei tu? Pen venga! (SILVIO cade come fulminato) GLI UOMINI DEL CORO Arresta a`eta! LE DONNE (urlantisi) Gesummaria! . . . (Mentre parecchi si precipitano verso CANIO per diarmio ed arrestarlo, egli, immobile, istupidito lascia cadere il coltello dicende) CANIO La commedia `e finita! . . . (La tela cade) FINE

End

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