Last updated: Oct. 3, 1997
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L'Oca del Cairo K.422

(Fragment) 
 
Music: Wolfgang Amadeus Mozart 
Date and place of composition: Vienna, 1783 
Libretto: Gianbattista Varesco 
Première: Unknown 
 
Cast: 
 
Don Pippo......................................bass 
Donna Pantea.................................soprano 
Celidora.........................................soprano 
Biondello........................................tenor 
Calandrino..................................... tenor 
Lavina............................................soprano 
Chichibio........................................bass 
Auretta...........................................soprano 
 
Libretto: 
 
ATTO PRIMO 
 
SCENA 3 
Camerone nel palazzo del Marchese 
 
Auretta, Chichibio 
 
N.1 Duetto 
 
AURETTA 
Così si fa; 
Due paroline, 
Quattro occhiatine, 
Ci fruttan più 
Che non si crede, 
E non s'avvede 
Chi amar non sa. 
 
CHICHIBIO 
Così si fa? 
A civettine 
Innocentine, 
Come sei tu, 
Chi presta fede 
Or ben si avvede 
Ch'è un baccalà. 
 
AURETTA 
Tu mi fai torto, 
Non son mai giunta 
A offender te. 
 
CHICHIBIO 
Mi vedrai morto 
Dal mal di punta, 
Già crepo ahimè! 
 
AURETTA 
Non morir, mia speme amata, 
Gran pazzia sarebbe affé! 
 
CHICHIBIO 
Ah, già l'alma è stivalata, 
E rimedio più non c'è! 
 
AURETTA 
(piange) 
Al mio pianto cedi almeno. 
 
CHICHIBIO 
(piange anch'egli) 
Di ricotta ho il cor nel seno. 
 
AURETTA 
Dunque dì... 
 
CHICHIBIO 
Che vuoi da me? 
 
AURETTA, CHICHIBIO 
Siamo amici, siamo amanti, 
Io son tua (tuo) da capo a piè. 
Non più smorfie, non più pianti, 
Vanne al diavol gelosia! 
Sia ricetto l'alma mia 
Sol d'amor e sol di fé! 
 
SCENA 4 
Calandrino, Auretta, Chichibio 
 
CALANDRINO 
Auretta mia, Chichibio, vi saluto. 
 
AURETTA 
Son serva sua. 
 
CHICHIBIO 
Buon giorno a voi, signore. 
 
CALANDRINO 
Ditemi, il signor zio, di Ripasecca 
Il Marchese, Don Pippo, il dolce sposo 
Per le cui nozze esulta il mondo tutto, 
E dià si veste d'or il biondo Dio, 
Non peranco lasciò 
Le vedove sue piume? 
 
AURETTA 
Sentiremo a momenti 
Lo svegliarin. 
 
CALANDRINO 
Deh datemi il piacer, 
Caro Chichibio mio, 
Ite a vedere 
Se nuota ancor in Lete 
Oppur s'è desto. 
 
CHICHIBIO 
Questo lo posso far; 
(Ma torno presto.) 
(parte) 
 
SCENA 5 
Auretta, Calandrino 
 
CALANDRINO 
Auretta mia vezzosa, 
Ditemi in confidenza, 
Come stiamo d'amanti? 
 
AURETTA 
Oh, lei mi burla; 
Di questo brutto ceffo 
Nissuno s'innamora, al sol Chichibio 
Il brutto piace. 
 
CALANDRINO 
In questo ei non è stolto; 
Voi mi piacete molto, 
Bellissima voi siete; 
Ma, gli siete fedele? 
 
AURETTA 
E come! 
 
CALANDRINO 
Ed egli 
Serbavi fedeltà? Non è geloso? 
 
AURETTA 
All'eccesso. 
 
CALANDRINO 
E se mai 
In questa positura 
Ei ci trovasse? 
(l'abbraccia) 
 
AURETTA 
Oh me meschina! ei viene 
E ci ha veduti. 
 
CALANDRINO 
Non vi scomponete, 
Restiam così. 
 
SCENA 6 
Chichibio e detti 
 
(Fingono non vederlo, Chichibio s'avanza pian piano ascoltando) 
 
CALANDRINO 
Così stavano stretti 
Come Dafne ed Apollo 
I semplicetti amanti, e l'una, e l'altro 
A vedermi rimase a chiuso labbro 
Tinto il volto di rose, e di cinabro. 
 
N.2 Aria 
 
AURETTA 
Se fosse qui nascoso 
Quell'Argo mio geloso, 
Oh poverina me! 
 
Direbbe: oh maledetta, 
Pettegola fraschetta! 
La fedelta dov'è? 
 
Pur sonno innocente. 
Se fosse presente 
Direbbe fra sé: 
 
Oh qui non c'è pericolo; 
Un caso sì ridicolo 
Golder si deve affé! 
 
CHICHIBIO 
(accostandosi) 
Un caso si ridicolo 
Golder di deve affé! 
 
Recitativo 
 
CHICHIBIO 
Buon pro', signori. 
 
AURETTA 
Ridi, ah ridi, Chichibio. 
 
CALANDRINO 
Ecco la secena che vidi poco fa 
Tra Lisa e Tirsi. 
 
CHICHIBIO 
Bella sarà, ma ridere non posso. 
 
AURETTA 
Dimmi, Chichibio ha il demonio addosso? 
(parte) 
 
N.3 Aria 
 
CHICHIBIO 
Ogni momento 
Dicon le donne 
Siamo colonne 
Di fedeltà. 
 
Ma picciol vento 
D'un cincinnato 
Inzibettato 
Cader le fà. 
 
Non dico delle brutte; 
Son sode quasi tutte, 
Se vento non ci va. 
 
Delle bella 
Vanarelle 
Io non parlo; 
Già si sa, 
 
Già si vede 
Che la fede 
Nelle belle 
È rarità. 
 
SCENA 4 
Appartamento di Don Pippo 
 
Don Pippo in vesti di camera, poi Auretta, indi Chichibio 
 
DON PIPPO 
O pazzo, 
Pazzissimo Biondello! Il giorno è questo, 
Che resterai scornato, 
Spolpato, spenacchiato. Un anno intiero 
Non ti bastò di tempo 
Per ficcar quel tuo naso nella rocca 
E conseguir mia figlia? Oh quanto meglio 
Direbbe il motto su quel tuo portone, 
Che sì erudito par, e sì facondo: 
Il più pazzo di me non vide il mondo! 
 
AURETTA 
Eccellenza, buongiorno! 
 
DON PIPPO 
O mia diletta, o melliflua Auretta! 
 
AURETTA 
Che comanda? 
 
DON PIPPO 
Tu sei la mia Didone, 
E dopo le mie nozze, immantinente 
Esser vogl'io Enea, il tuo servente. 
 
AURETTA 
Capperi! questa sì sarà fortuna! 
 
DON PIPPO 
Ma Chichibio che fa? 
 
AURETTA 
Batte la luna. 
 
DON PIPPO 
È reo di crimen lese: 
Inarca il ciglio... sognai... 
 
AURETTA 
Forse le nozze? 
 
DON PIPPO 
Appunto! Citerea, 
Le Grazie e gli Amoretti 
All'Eccellenza mia 
Festeggiavano intorno, 
Era sul far del giorno, e mentre andavo 
In dolce visiblio, il maledetto destommi, 
e mi trovai solo nel letto. 
 
AURETTA 
Chichibio nonne ha colpa, ei non sapea... 
 
DON PIPPO 
Sarà così se tu lo dici, 
Ah dunque, pastosissima Auretta, 
In grazia tua, e già che sposo io sonno, 
Venga, mi baci il lembo e gli perdonno! 
(accenna al lembo dalla veste) 
 
(Entra Chichibio) 
 
AURETTA 
Eccolo qui! 
 
DON PIPPO 
Chichibio, quello ch'è stato 
È stato. Ora m'udite 
E tutti i cenni miei fidi eseguite! 
 
N.4 Aria e Terzetto 
 
DON PIPPO 
Siano pronte alle granz nozze 
Cento e trenta e sei carrozze. 
Da ippogrifi sian tirate, 
Che i più lesti son di piè. 
All'Ariosto domandate 
La lor stalla omai dov'è! 
 
La camicie a centinaia, 
Calze e scarpe cento paia, 
Le perrucche di strigonia 
Siano in punto trentatré. 
Già verran di Babilonia 
Coi penacchi i miei lacché. 
 
AURETTA 
E i vestiti, ed i cappelli? 
 
DON PIPPO 
Tutte l'ore nuovi, e belli. 
 
CHICHIBIO 
Gioie, fibbie, occhiali e guanti? 
 
DON PIPPO 
Non vuò cederla ad un re; 
Tutto sia di brillanti 
Di colore mordorè. 
(ad Auretta) 
A te raccomando 
La stalla, e cantina, 
Staffieri, scudieri, 
E i cabriolè. 
(a Chichibio) 
Tu, va preparando 
Dispensa, cucina, 
I letti, confetti, 
Liquori, e caffè, 
E quando comando 
Sia pronto il suppè. 
(sta pensando) 
 
AURETTA 
Oh questa sì ch'è bela, 
In stalla una zitella 
Farà comparsa affé. 
 
CHICHIBIO 
Oh questa è graziosina, 
Farò una gelatina, 
Farò un buon fricassé. 
 
DON PIPPO 
Andate, 
(sono per partite) 
Restate, 
(si fermano) 
Partite, udite, 
(partono ridendo) 
Ognun badi a sé. 
Qual giorno felice 
Godere mi lice 
Qual gioia per me! 
(parte) 
 
SCENA 11 
 
A destra, mura, che rinchiudono la città, di cui si vedranno gli
edifici 
più alti. Queste formano un semicircolo, in quale 
ha in prospettiva una fortezza, di cui non si vede che la parte di 
dietro, cioè il rovescio d'una fabricca antinca con una 
torre alta quattro piani. Nell'angolo della muraglia, che si perde fra 
il bosco, se vede un pertugio. 
 
Biondello, poi Celidora, Calandrino, poi Lavina 
 
Recitativo 
 
BIONDELLO 
L'ultima volta al fin, mura adorate, 
Il tergo mi mostrate, e pria che Febo 
Agli antipodi scenda, 
Vedrovvi il sen. All'arte, alle richezze, 
A queste mie belezze la tua torre, 
Sciminito Don Pippo, 
Oggi ceder vedrai, e darle il sacco 
Stimo men d'una pipa di tabacco. 
 
N.4a Aria 
 
BIONDELLO 
Che parli, che dica 
Quel viso di pazzo; 
Ho Venere amica, 
Cupido è per me. 
 
De'matti non curo 
La furia, e schiamazzo: 
Del mio, più sicuro 
Trionfo non c'è. 
 
Oh quanto voglio ridere 
Stasera a quel suppè; 
Sentir quel vecchio stridere 
È un gran baccano affè. 
 
Recitativo 
 
BIONDELLO 
Ma parmi là in quel lato, 
Che si muovan le frondi. 
In quell'ombroso speco 
Voglio celarmi, e vuo', s'è Celidora, 
Sorprenderla, pian pian uscendo fuora. 
 
N.5 Quartetto 
 
CELIDORA 
(esce dal pertugio) 
S'oggi, oh dei, sperar mi fate 
La mia cara libertà; 
Ah di me non vi burlate; 
Saria troppa crudeltà. 
 
BIONDELLO 
(uscendo) 
Qui son io, pupille amate, 
Dubbio alcun non vi sarà. 
A Don Pippo le risate 
Questa sera ognun farà. 
 
LAVINA 
(uscendo dal pertugio) 
Che m'addita quel ch'adoro? 
Calandrino mio dov'è? 
S'ei non vien, zitella io moro; 
Non v'è medico per me. 
 
CALANDRINO 
Eccol qui, mio bel tesoro, 
Ho un buon recipe per te, 
Buone nuove a tuo ristoro, 
Presto udrai il come, il che. 
 
CELIDORA, LAVINA 
Ma fia poi vero 
Oppur mentine? 
Badate e dite 
La verità! 
 
CALANDRINO, BIONDELLO 
Amor sincero 
Menzogne ardite 
Mai proferite 
Certo non ha. 
 
BIONDELLO 
In un amico 
Confido e spero. 
 
CALANDRINO 
Io ve lo dico: 
Oggi verrà! 
 
CELIDORA, LAVINA 
Ma qui ti voglio. 
 
BIONDELLO 
E se non viene? 
 
TUTTI 
Un bell'imbroglio 
Sarebbe affè. 
 
CALANDRINO 
Zitti, zitti, or mi sovviene... 
O la barca di Caronte, 
O di Coclite quel ponte... 
 
CELIDORA, LAVINA, BIONDELLO 
Meglio il ponte piace a me. 
 
TUTTI 
Questo è l'unico espediente, 
Or si vada a trovar gente. 
 
CALANDRINO, BIONDELLO 
Fuora, fuora! 
 
CELIDORA, LAVINA 
All'armi, all'armi! 
 
TUTTI 
Qui fatica non si sparmi, 
Non si guardi, non si tardi! 
Più non chiedasi il perché! 
 
[SCENA ...] 
Auretta, Chichibio 
 
N.5 Duetto 
 
CHICHIBIO 
Ho un pensiero nel cervello 
Onde fo la conclusione, 
Che Biondello in battello 
Quella torre vuol scalar. 
 
AURETTA 
Senti il mio ch'è ancor più bello: 
Tu sei pur, o fanfarone, 
L'asinello, pazzarello, 
Che per l'aria vuol volar. 
 
CHICHIBIO 
Obbligato, obbligato! 
Ma cerchiamo quella chiave. 
 
AURETTA 
Io ben l'approvo. 
 
AURETTA, CHICHIBIO 
Ma ove sia, chi potria 
In cent'anni indovinar? 
 
AURETTA 
A temer le guardie abbiamo! 
 
CHICHIBIO 
Se d'Astolfo il corno trofo, 
Son chi sono, con quel sono 
Quelle guardie vuo' scacciar. 
 
AURETTA, CHICHIBIO 
Ma ad un corno non pensiamo, 
Già col tempo se 'l ritrova; 
Or pensiamo a quel che giova 
Atri e noi a consolar. 
 
SCENA 15 
Calandrino e Biondello con falegnami, che portano la legna per il ponte, 
poi Celidora, e Lavina salite per mezzo di una 
scala a mano sopra le mura, indi Chichibio e Auretta, alla fine Don 
Pippocon guardie della rocca. 
 
CALANDRINO 
Su via putti, presto, presto! 
Impiantate i cavalletti, 
E le travi 
Colle chiavi 
Rassodatele a dover! 
 
BIONDELLO 
Capomastro, siate lesto, 
Solo un'asse vi s'assetti 
Senza chiassi, 
Pirch'io passi 
Senz'avervi da ceder. 
 
LAVINA 
Corri, corri, Celidora! 
Qui si suda, e si lavora 
Per la nostra libertà. 
 
CELIDORA 
Bravi, bravi, allegramente! 
Già vi manca poco o niente, 
E contento ognun sarà. 
 
TUTTI 
A quel vecchio maledetto, 
Mostreremo i fichi freschi; 
E quel conte Lionetto 
Con gran naso resterà. 
 
Se la godremo 
Poi questa sera 
E rideremo 
In verità. 
 
CELIDORA, LAVINA 
Ma se il Marchese ci arriva addosso? 
 
TUTTI 
A nostre spese 
Si riderà! 
 
AURETTA 
(frettolosa) 
Miei signori, oh guai! 
 
CELIDORA, LAVINA, BIONDELLO, CALANDRINO 
Cosa dici? Che mai fu? 
 
AURETTA, CHICHIBIO 
Il padrone è già sortito, 
Il Marchese non c'è più. 
 
CALANDRINO 
Sarà forse andato in fiera 
A comprare qualche cosa 
Per Lavina sua sposa; 
Qui venir non penserà. 
 
CELIDORA, LAVINA, BIONDELLO, CALANDRINO 
Ma, se pur venirci pensa 
Poiché il diavol non fa festa, 
Il scommetto la mia testa 
Ch'ognun mal la passerà. 
 
CHICHIBIO 
Andiamo spiando 
Auretta mia 
Per ogni via 
Della cità. 
 
AURETTA 
Andiam! Se a caso 
Qui 'l caccia il vento 
In un momento 
Saremo qua. 
 
(Auretta e Chichibio partono, poi ritornano.) 
 
DON PIPPO 
(da sé, di lontano) 
Corp di Satanasso! 
Cosa vuol dir quel chiasso? 
Che diavol si lavora? 
Che gente è quella lì? 
 
CELIDORA, LAVINA, BIONDELLO, CALANDRINO 
(sotto voce) 
Ma il ponte non va avanti, 
Pur gl'uomini son tanti, 
Travaglian più d'un ora. 
Che gente è questa qui? 
 
DON PIPPO 
(verso la porta della rocca) 
Fuora, guardie della rocca, 
Collo spiedo, e colla rocca, 
Ite meco, e quei bricconi 
Siate preste ad arrestar! 
 
(Auretta e Chichibio corrono.) 
 
TUTTI GLI ALTRI 
Viene la guardia! 
 
CELIDORA, CHICHIBIO 
Ah, siam traditi, 
Siamo spediti! 
 
CELIDORA, LAVINA, AURETTA 
Ahimè! ahimè! 
 
TUTTI GLI ALTRI 
Non c'è più tempo, 
Non c'è ragione, 
Andar prigione 
Convien affè! 
 
DON PIPPO 
Io sono offeso! 
La mia Eccelenza 
La prepotenza 
Soffrir non de', no! 
(alle ragazze) 
E voi pettegole, 
La pagherete, 
V'accorgerete 
Dopo il suppè! 
 
LAVINA 
Il cercavo il cardellino 
Che di gabbia mi fuggì. 
 
CELIDORA 
Ascoltavo un canarino 
In cui canto mi rapì. 
 
DON PIPPO 
Voi tacete, siete pazze 
Questà è tutta falsità! 
 
TUTTI GLI ALTRI 
Non han colpa le ragazze, 
Tu sei pazzo, già si sa. 
 
DON PIPPO 
Su via, guardie, li predete, 
In prigion li conducete, 
Ed ognun si pentirà. 
 
TUTTI GLI ALTRI 
Se voi guardie vi movete 
Il bastone proverete, 
Ed ognun si pentirà. 
 
DON PIPPO 
Alto, all'armi o miei soldati! 
Orsù via, venite a' fatti, 
Si vedrà ci vincerà. 
 
TUTTI GLI ALTRI 
Resteranno minchionati, 
A restar sarenmmo matti. 
 
TUTTI 
Si vedrà chi vincerà. 


Initially input by Camila Argolo Freitas Batista; HTML by Lyle Neff