L'ASSEDIO DI CORINTO Opera in tre atti Libretto de Luigi Balocchi e Alexandre Soumet Texto italiano de Callisto Bassi PERSONAGGI PAMIRA NEOCLE MAOMETTO CLEOMENE JERO OMAR ISMENE ADRASTO SOLDATI GRECI, SOLDATI TURCHI, DONNE GRECHE SINFONIA ATTO PRIMO SCENA I (Corinto. Vestibolo del Palazzo del Senato. Cleomene, Neocle, Jero, Guerrieri greci.) CORO Signor, un sol tuo cenno ne accoglie in queste mura, per torre alla sciagura de' padri nostri, il suol. (Ma!... che fia!... non ode e geme! Qual pensier lo affanna e preme? Qual mai duolo avvolge in cor? Ah! per noi non v'è più scampo, il destin ne opprime ancor.) CLEOMENE Del vincitor superbo di Bisanzio che tutta in ogni intorno assedia la città, noi già sfidammo la feroce baldanza. Ciascun d'i del tiranno l'ira sa provocar; ma del futuro io tremo!... Ohimè!... sul campo dell'onore i più forti campioni, miseri! han sepoltura. Cingon le nostre mura ignei bronzi di guerra; e uniti all'inumano acciar del Musulmano mieton... che orror! il popolo e! soldati. Maometto udì che Grecia oppressa langue, né vuol ristar quell'empio dal sangue. Per torne all'empio giogo, Oh ciel! che far potremo? Anche pugnar... morire... o arrenderci dovremo? Che istante, oh Dio, crudel! Liberi dite, qua! cura in voi più regge: il vostro sol pensier mi fia di legge. CORO In così reo periglio, giovar che può il coraggio? Come ad un no servaggio potremo oh Dio! fuggir?... NEOCLE Guerrieri, a noi s'affida la Grecia omai che langue versando il nostro sangue per lei si de' perir Di schiavitù l'orrore ridesti il vostro ardore, l'ardire de' tiranni da tutti noi s'inganni. Il di della vendetta pei nostri pur verrà. JERO Si, combattete; il cielo, il ciel ne reggerà. La spada omicida lo scudo é del forte; se onore gli è guida, se sfida la sorte la vita sprezzando va lieto a pugnar. E dove egli cada per sorte fatale, la fronda immortale si seppe acquistar. CLEOMENE La spada omicida, ecc. Sa un'alma non vile la morte sprezzar... il cielo n e guida, si vada a pugnar, corriamo all'armi a pugnar. JERO Corriamo, amici, all'armi; corriamo, amici, il barbaro a fugar... all'armi! all'armi! all'armi! Sa un'alma non vile, ecc. NEOCLE AII'armi! Corinto si vada a salvar... all'armi! Sa un'alma non vile, ecc. CORO AII'armi! all'armi! all'armi! Corinto si vada a salvar... (Adrasto ed! guerrieri partono.) NEOCLE Tua figlia m'è promessa e d'un imen di pace in Corinto dovra' splender la face. La tua fé manterrai? CLEOMENE Si, vien mira. T'appressa, o figlia questo giorno, infausto forse a noi sorgerà, ei dee fissar tua sorte; forse pugnando io saro tratto a morte; e questa io preferisco ai destin d'esser vile. AI tuo sostegno io scelsi tra i guerrieri il più forte. Eccol, Neocle. PAMIRA (Che mai sento!) CLEOMENE Vien, mi Segui; la pompa è di già presta. PAMIRA Ma in un giorno di duol!... NEOCLE Ciel! CLEOMENE Che t'arresta? PAMIRA I miei giorni, se il vuoi, o padre, saran tuoi; ma questo imene... Me vedi a', tuoi piè... NEOCLE Gran Dio! Che sarà? CLEOMENE Gran Dio!... Fatal mistero! Ed ha forse il tuo cor ad altri fé giurata? PAMIRA Almanzor in Atene la mia fé ricevette. CLEOMENE Chi fia quest'Almanzor? Chi fia, parla, l'audace? PAMIRA Nol tradirà Pamira. CLEOMENE Ah! sgombra dall'alma un tanto affetto chè se tu non rinunzi a questo insano amore, l'ira su te cadrà del genitore. PAMIRA, NEOCLE, CLEOMENE Destin terribile O no dolor! Qual colpo orribile! PAMIRA Oh ciel! propizio, mie preci intendi la pace all'anima, a me tu rendi. Del cielo irato cessi lo sdegno, d'avverso fato cangi il rigor. PAMIRA, NEOCLE, CLEOMENE Oh ciel propizio, mie preci intendi, ecc. CORO Di morte il suon mando l'ostil masnada; per noi non han quegl'empi cor pietà. AI Musulman corriam, le mura difendiam. PAMIRA Qual mai dolor! Già vien l'ostil masnada ! Oh ciel! In te, nel tuo favor fidiam. CLEOMENE Figli d'eroi! Eh! riprendiam la spada! Corriam, le mura difendiam, corriam. NEOCLE Corriam, le mura difendiam, PAMIRA Oh ciel! di noi pietà. CLEOMENE Andiam, guerrieri, andiam PAMIRA Oh padre! Oh, che duolo! CLEOMENE Se il mio valore illudesse il destino, se noi spenti cadiamo sul campo dello scempio, schiava Pamira esser dovria d'un empio! PAMIRA Oh padre! CLEOMENE Questo ferro mi risponda dite. PAMIRA Tutto comprende la tua Pamira, o padre. CLEOMENE Sia dei vili ogni speme illusa appieno; pensa che vita a Grecia avesti in seno. PAMIRA La data fé rammento; e in quel fatal momento la figlia tua sarò. A prevenir l'oltraggio dell'inimiche squadre, l'esempio di mio padre infiammerà il mio cor. Oh ciel, del tuo favore tutto il bisogno io sento; proteggi la mia patria in si crudel cimento, seconda il lor valor... NEOCLE, CLEOMENE Qual sorte mai funesta! L'acciar che sol mi resta punisca il lor furor. Un voto insuperabile infiammi il nostro cor. CORO (donne) Oh ciel, del tuo favore, ecc. seconda il lor valor. CORO (uomini) La gloria della patria infiammi il nostro (vostro) cor. PAMIRA …destino inesorabile, dà fine aI tuo rigor. Ohimè, dà fine, ecc. CLEOMENE Mia figlia... ti rammenta... PAMIRA Il ferro... CLEOMENE Su degna di me. PAMIRA La data fé rammento, ecc. CLEOMENE, NEOCLE Qual sorte mai funesta, ecc. (Le parti principali e quelle del coro continuano, ripetendosi quasi come prima sino alla conclusione della scena). SCENA 2 (Piazza di Corinto.! soldati musulmani traversano la scena, inseguendo dei soldati Greci.) TURCHI Dal ferro del forte germoglia la morte, la strage, l'orror. Qual forza non cede aI nostro valor? Nessuno pel vinto s'accolga dolor. Esecri Corinto il proprio furor. Nessuno pel vinto, ecc. MAOMETTO Duce di tanti eroi crollar farò gli imperi, e volerò con voi del mondo a trionfar. A Maometto intorno venite ad esultar. CORO Omaggio, gloria e onor aI nostro conduttor. MAOMETTO Duce di tanti eroi, ecc. CORO Omaggio, gloria e onor, ecc. OMAR Trionfammo, signor; ma i Greci ancora difendono il sentier della fortezza. Un de' lor capi in nostre man venia. Vuoi che s'uccida? MAOMETTO A me condotto ei sia. Vaghezza di parlargli anzi mi prende. OMAR Vinse Maometto, e vendicarsi or teme? MAOMETTO Amico! a me deh! tu perdona. Innanzi ch'io v'apparissi vincitor, la Grecia, d'Almanzor sotto il nome, io tutta scorsi. OMAR E d'Almanzor col nome? MAOMETTO Ed in Atene... oh Dio! qual si offriva donzella al guardo mio! lo movo verso Atene e già comincia la mia ventura. Amico,! suoi vezzi rammento, e ai suo pensier ardir più in me non sento. Ma il prigionier ver noi volge il suo passo. (Cleomene fra guardie.) Capo all'oste ribelle, ordina a' tuoi soldati di deporre la spada. CLEOMENE Non m'udrebber giammai. La Grecia è fida alla sua gloria. MAOMETTO Verso la fortezza a riunirsi li spinge un folle ardire. Difendersi sapran? CLEOMENE Sapran morire. MAOMETTO Reprimi que trasporti d'inutile valore. Vuoi che porti là dentro il mio furore? CLEOMENE D'uopo di ciò non hai prevenirti col loro ferro vedrai. MAOMETTO Guardie! a me costui sia tolto. (a Cleomene) Quanto io vi tema udrai fra breve, o stolto. I ferri omai precipitin sugli empi. PAMIRA Oh ciel! fermate... fermate... MAOMETTO (alle guardie) Andate - m 'ubbidite. PAMIRA Oh padre!... Ingrata sorte! Il mio dolore mitigar possa almen il vincitore. Signor... io cado a' piedi tuoi... MAOMETTO Qual voce! PAMIRA Ciel! Che vedo! MAOMETTO Pamira! PAMIRA Almanzor! MAOMETTO Oh, Dio! E' lei. Quel ciglio ha spento il fuoco mio... TUTTI Ah! PAMIRA Ritrovo l'amante nel crudo nemico; che barbaro istante! che penso? Che dico? La morte che imploro deh! porga ristoro a tanto dolor! Che affanno! Oh, ciel!... a tanto dolor. MAOMETTO Quel nobile aspetto, quel ciglio d'amore, riaccendon l'affetto che accolse il mio core. Oh ciel! dell'alma il furor distrugger può solo quel volto quel duolo si dell'alma il furor. CLEOMENE Amante la figlia, che affanno! dell'empio tiranno! O ciel, mi consiglia; qual barbaro affanno! La morte che imploro, deh porga ristoro a tanto dolor. ISMENE Che affanno! O ciel! Quel cielo che imploro, deh porga ristoro a tanto dolor! OMAR Che affanno! Oh ciel! Qual terror! Oh ciel, porgi ristoro ai suo dolor. CORO (tenori, bassi) Il tenero aspetto d'inerme beltà ridesta in Maometto la spenta pietà. Qual magico incanto quel ciglio, quel pianto han mai su quel cor! O ciel, quel cor! CORO (soprani) Cleomene fra l'ira ondeggia e l'affanno, e geme Pamira per barbaro inganno. Quel cielo che imploro, deh porga ristoro a tanto dolor, o ciel! dolor. MAOMETTO Pamira mi sei resa... PAMIRA Nel giorno del terror. MAOMETTO Giorno sarà di pace se tu mi segui all'ara per te la Grecia, o cara, fia tolta al suo dolor. PAMIRA Oh, padre! Oh, padre! CLEOMENE Oh, mio furor... Oh mio furor! MAOMETTO Vien, mi segui, mi segui, o mio tesor. CLEOMENE Figlia, quel dubbio eccede Neocle avea tua fede. MAOMETTO Neocle? Oh, ciel!... CLEOMENE Lui solo disponga del tuo cor. PAMIRA No, giammai... CLEOMENE Spietata figlia!... L'ardor che ti consiglia accende in me lo sdegno, mi rende un padre indegno ti maledico! TUTTI Oh! quale orror! PAMIRA L'alma che geme non ha più speme, più non resiste al suo dolor. CLEOMENE Quel core ingrato d'un padre irato te ma lo sdegno vendicator. MAOMETTO Vien, mi segui. L'amore, il potere puniran di quell'alma, l'orgoglio. Un rifiuto soffrire non soglio e vendetta tremenda farò. Vien, mi segui, ecc. CLEOMENE Fra i rimorsi, fra il duol e l'affanno sempre viva l'indegna nel pianto; tolga morte rossore cotanto ad un padre che tutto perdè. OMAR, CORO (uomini) Non piegar di Maometto lo sdegno vanterebbe il potere d'un Dio. Di vendetta lo strugge il desio; fatal giorno pei Greci quest'è. Si, di vendetta, ecc. ISMENE, CORO (donne) Dai rimorsi, dal duol, dall'affanno lacerata non regge quell'alma Dio possente le rendi la calma che il suo core innocente perdè. Si da rimorsi, dai duol, ecc. PAMIRA Dai rimorsi, dal duol, dall'affanno lacerata non regge quest'alma; Dio possente mi rendi la calma che il mio core innocente perdè. L'alma che geme, ecc. ATTO SECONDO (Padiglione di Maometto.) PAMIRA Cielo! che diverrò? Destin crudele! Oh come mai sottrarmi ai poter d'un amante, e più d'un vincitor? L'ira patema mi persegue e m'opprime: Corinto è in ceppi... Oh! giorno di pianto e di terror! I canti, i giuochi, questi fior!... quelle faci... ah! tutto, tutto dell'alma accresce il lutto. Dolce per me fora un feral cipresso... la morte è sola speme a un core oppresso. Si, ferite, il chieggo, il merto, quelle spade in me volgete, che di gloria il più bel serto già m'appresta amico il cielo. Si, fente, ecc... …amico il ciel. Dal soggiorno degli estinti le mie preci, o madre, intendi di Pamira tu difendi l'innocenza e la virtù, dal soggiorno degli estinti, ecc. Ah! che spiegar non posso quello che in petto io sento e il mio crudel tormento più grande ognor si fa. No, non più, no, non spero, oh, Dio, trovar felicità. Che crudo istante è questo, che palpito, che pena! Tormento più funesto del mio, no, non si dà. Ah, del mio non si dà, ecc. ISMENE, CORO (donne) Oh ciel!... che fia... chi mai s'avanza? Chi forza ne darà? Si ami il petto di costanza, quaI si visse, si morrà. MAOMETTO (a Pamira) Sgombra il timor: il mio poter ti cinge, lo depongo ai tuoi piedi I'orgoglio del mio serto. Venti scettri mi diè facil vittoria, e son tuoi, Pamira! PAMIRA Ciel! MAOMETTO Onde tal pena? AI mio fianco esser puoi, lieta e serena. PAMIRA Ah! di Corinto in pianto riprendiam il cammin. A Dio sleale... in odio ai padre mio... MAOMETTO Si placherà, mio bene, si placherà, e secondo il vedrem ai nostro imene. Che vedo? Ohimè... tu piangi? Deh! parla - a che quel pianto? Qual fia di duol cotanto fatal sorgente in te? Qual fia, ecc. PAMIRA Potrei lasciar che l'alma gustasse amor e calma, mentre lo vieta il padre mio? Mi giovi, o morte, il tuo rigor mentre lo vieta, oh Dio, crudele il padre mio. Oh giuramento! il cielo m'opprime, ahi! troppo, io gelo; deh, vieni, o morte – in questo momento ah si funesto mi giovi il tuo rigor. MAOMETTO Onde il pallor di morte che su quel volto è sculto? Qual tristo affanno occulto opprime il suo bel cor? Pietosa a me sorridi col guardo tuo d'amor; l'impero mio dividi e calma il tuo dolor. Vinci, Pamira, il terror che t'arresta. Vedi? L'ara d'imen per noi s'appresta. (dagli Imani viene posta un 'ara in scena) ISMENE Imen le dona una corona, e la circonda del suo splendor. Ma la sventura per lei congiura, e veste ai duolo il suo bel cor. L'odio d'un padre estingui, o cielo, e copra un velo il suo dolor, imen le dona, ecc. CORO (donne) Muovi o regina sicuro il piede, qui avrà mercede il tuo bel cor. Vieni, e potrai lunge dal pianto gustar l'incanto d'un dolce amor. CORO (donne, uomini) Divin profeta, dator di bene, circonda imene del tuo splendor. Da te propizio sia il voto accolto nè a noi sia tolto il tuo favor. Divin profeta, ecc. MAOMETTO Pamira... PAMIRA Questo altar... MAOMETTO Qual mai tumulto!... NEOCLE (di dentro) Pamira? (entra Omar; indi Neocle incatenato fra guardie) OMAR A provocarne fu spinto audace un Greco. Fatal disperazione travia la sua ragione. PAMIRA (Che mai vedo!... Neocle!) NEOCLE (E' dessa!) MAOMETTO Audace schiavo ribelle, e quale vana speme ti ricondusse all'armi?... sol, che pretendi? NEOCLE O morte, o vendicami. Ecco ciò che dai Greci può attendersi un tiranno, ed è la pace che in nome lor a qui proporti io vengo. MAOMETTO Stolti, ricusan dunque la man che lor donai? NEOCLE Pugnar tu li vedesti, e dubbio n'hai? Sai tu ch'invide tutte del nostro fin, contendono la gloria di custodir que' muri di Corinto le vergini e le spose della palma funebre oggi orgogliose? Tutti d'un bel morir gustan l'ebbrezza, intanto che Pamira, fra gl'inni a gioia sacri, arride lieta ai vincitor, e sulta Grecia esangue adorna il crin di fior tinti nel sangue. MAOMETTO Nessun mai può torti ai furor mio. Chi sei tu? Chi sei tu? NEOCLE Tale io son... PAMIRA E' mio gemano. MAOMETTO E' suo gemano! PAMIRA E' mio gemano. (mi trema il core, chi a quel furore lo può salvar?) Mi trema il core, ecc. E' mio gemano, ecc. NEOCLE (lo suo gemano! mi trema il core, chi a quel furore mi può salvare?) Mi trema il core, ecc… lo suo gemano, ecc. MAOMETTO Può sol quel ciglio calmar la piena del mio furore può sol quel ciglio che m'incatena, lo può salvar dal mio furor. E' suo gemano ma un suon d'amore dal mio furore lo può salvar. Sian tolti a lui quei ferri. NEOCLE (Che pensa? Che fia mai?) MAOMETTO Tu il testimon sarai del mio vicino Imen. NEOCLE Che ascolto! MAOMETTO Non si tardi. Pamira, l'ara è presta. NEOCLE Ah no! che aIl'empia festa presente io non sarò. No, no, no... la morte! MAOMETTO Insano! PAMIRA Maometto! MAOMETTO Vieni, o cara, vieni, ne attende l'ara. PAMIRA Oh cielo! Che farò? MAOMETTO De' giuri tuoi sovvienti! NEOCLE Deh! pensa ai padre almeno... ah torna nel suo seno... MAOMETTO Pamira mia sarà. Oh, sol di chi t'adora dolce conforto e speme, un cor che avvampa e geme t'affretta a consolar. NEOCLE D'amor seguace e schiava dell'arti sue Ieggiadre, il ciel, la patria, il padre colei potè scordar? D'amor seguace e schiava, ecc. PAMIRA Ancor mi suona irata del genitore la voce; ma il mio destin feroce non posso, oh Dio, cangiar. Ancor mi suona irata, ecc. MAOMETTO Ciel! O cor... t'affretta... vien. Oh, sol di chi t'adora, ecc. OMAR Corinto in suon di sdegno diè di battaglia il segno. MAOMETTO Corinto? Quand' io posso lanciarla nell'orror? OMAR Dell'arme il suon non odi? Le vergini dei prodi dividono il valor. Osserva, osserva! (s'apre la tenda, e si vede la cittadella di Corinto coperta di donne e di guerrieri amati) NEOCLE Ciel! che miro! PAMIRA Che orrore!... MAOMETTO Qual delirio! CLEOMENE (di dentro) Pamira! PAMIRA Ah, si, t'intendo... già l'amor mio spirò. CORO DI GRECI Sfidiam della sorte l'ingiusto rigor sfidiam: è bella la morte sul campo d'onor. NEOCLE Sfidiam della sorte l'ingiusto rigor: sfidiam il rigor, ecc. CORO DI TURCHI Punite quell'onte saran dal terror, piegate la fronte, cedete ai valor, si ,si, ai valor. PAMIRA, ISMENE, NEOCLE Sfidiam della sorte, ecc. CORO DI TURCHI, OMAR Andiam, della morte si sparga, il terror, è gloria del forte la strage, l'orror, andiam, della morte, ecc. MAOMETTO L'oltraggio m'è guida, m'infiamma l'amore. Si pugni, s'uccida, sia tutto terror. L'oltraggio m'è guida, ecc. Tu sola puoi, Pamira, calmar la mia giust'ira. Ad un tuo detto è avvinto il fato di Corinto. Distrutti i tuoi fra poco saran dal ferro e il fuoco se a me la man non dai... PAMIRA Con essi lo perirò? MAOMETTO Che ardisci dir? NEOCLE (Respiro.) PAMIRA Si, la palma del martiro col padre acquisterò. MAOMETTO Ma! giuri tuoi? La speme che fino ad or gustai? PAMIRA Un di, Almanzor, t'amai, morrò oggi co miei, co miei morrò. NEOCLE Oh Pamira! MAOMETTO A me sei sposa. PAMIRA No, giammai. MAOMETTO Mi segui, indegna. NEOCLE lo trionfo, io trionfo! MAOMETTO Oh mio martir! NEOCLE Qual vittoria! PAMIRA Oh mio padre!... MAOMETTO Vieni all'ara! PAMIRA No, la morte! NEOCLE Questa morte... PAMIRA …è mia gloria. vien, gemano. NEOCLE Si, partiam!... MAOMETTO Più non reggo! Ite a morir! CORO DI GRECI Sfidiam della sorte, ecc. CORO DI TURCHI Andiam della morte, ecc. PAMIRA, ISMENE, NEOCLE Sfidiam della sorte, ecc. OMAR Andiam della morte, ecc. MAOMETTO L'oltraggio m'è guida, ecc. …sia tutto terror. Ebbene, il nuovo sole Vegga ogni Greco estinto e sorga di Corinto gli avanzi a rischiarar. TUTTI AII'armi, all'armi, strage, vendetta, terrore! NEOCLE, ISMENE, GRECI lo sorrido ai destin che m'attende, più non teme la morte il mio core. MAOMETTO, OMAR, TURCHI Presto all'armi! Riaperto è il sentiero, a vendetta, alla strage, al terror... PAMIRA, ISMENE, NEOCLE, GRECI Tutta l'alma ai pensier si riaccende di morir per la patria e l'onor. lo sorrido ai destin, ecc. MAOMETTO, OMAR, TURCHI …sarà vittima un popolo intero dell'indomito nostro furor. Presto all'armi, ecc. ATTO III (Le tombe di Corinto.) NEOCLE Avanziam... ...questo è il luogo! E qui bando ai timore! Salve, asil della morte! Salve, rifugio estremo d'un popol vinto e non di gloria privo! In tempo lo giungo. I Greci non morran senza me. ADRASTO Ciel! chi vegg'io? Qual volto appare ai guardo mio? Neocle fra noi portossi in questo asil di pianto? NEOCLE Si, sotto queste funebri volte ed ai baglior di faci funeste io vengo a congiunger un'altra vittima di voi degna. ADRASTO Ai ferro ostil tutto, signor, soccombe, e la patria non ha che queste tombe. NEOCLE Del mio tornar Cleomene avverti, e digli che a lui riede Pamira, che Neocle la guida, e ch'essa attende in dono d'impetrare, piangendo, il suo perdono. (Adrasto parte) Non temer, d'un basso affetto non fu mai quel cor capace, nè saprebbe la tua pace mai comprar con la viltà, no, nè saprebbe, ecc. Del periglio al fero aspetto ella intrepida già parmi impugnar lo scudo e l'ami d'una bella fedeltà. Del periglio, ecc. …fedeltà, si, si. E d'un trono alla speranza dir con placida sembianza, basso affetto nel mio petto nido aver mai non potrà. Del periglio; ecc. E d'un trono, ecc. PAMIRA, CORO INTERNO DI DONNE Signor, che tutto puoi, gli oppressi figli tuoi, signor, si prostrano ai tuo piè, gli oppressi figli tuoi, ecc. Il nembo di vendetta punisca l'empia setta che d'oltraggiar ardisce gli altari della fè! CLEOMENE Che sarà? Ciel... che sento! Ella è Pamira ... che unita all'altre suore implora il tuo favore, Eterno Dio, implora il tuo favore. Oh come ai cor soavi mi giungono! tuoi detti. Voglia propizio il ciel che sian veraci. Oh, figlia, dolce mia figlia, a me per sempre i barbari l'han tolta. MAOMETTO D'ogni intorno vegliate, o prodi miel. CLEOMENE Oh, cielo! Maometto. MAOMETTO Che veggio, Cleomene! CLEOMENE Tremi forse? MAOMETTO Ed osi tu d'insultarmi e cimentami ancora. CLEOMENE In Maometto ognora spregerò un traditor. MAOMETTO T'intendo. Amore mentir mi fece nome un d'i, tua figlia... CLEOMENE E ardisci tu nomarla? MAOMETTO Oso adorarla, il sai. L'adoro or più che mai. CLEOMENE Perfido! MAOMETTO Ed oso mano offrirle di sposo e un trono e questa prova d'amor, di lealtà... CLEOMENE T'arresta. T'arresta. Pria svenar con ferme ciglia di mia man saprei la figlia, che la patria fé tradire, che soffrir un tale orror. Pria svenarla... che soffrir, ecc. MAOMETTO Di feroce insano orgoglio meco omai fai pompa, invano meco omai, ecc. Chi resiste ai mio desire dee tremar del mio furor, chi resiste, ecc. CLEOMENE Speri invan. MAOMETTO Dov'é, chi mai, chi contender fia capace, Pamira ai braccio, all'amor mio? NEOCLE Io, tiranno, e trema. MAOMETTO Audace! Ma ai fratel di Pamira perdono. CLEOMENE E' suo sposo. MAOMETTO Che dicesti? CLEOMENE E' suo sposo. MAOMETTO Che dicesti? NEOCLE Fremi si, sposo io sono – n'ebbi già la fede, il cor. MAOMETTO Ah, suo sposo! E' vive ancor! NEOCLE All'empio in braccio come potrei veder colei che amai sinor? A quell'aspetto d'averno in petto sento le furie, provo l'orror! Ah, veder colei, ecc. …si, già provo l'orror! MAOMETTO All'empio in braccio, ecc. CLEOMENE All'empio in braccio, ecc. MAOMETTO Tu che tanto orgoglioso ostenti, vil rival che mi cimenti, ai rigor di mia vendetta, v'abbandono, o traditore. NEOCLE Se onor senti vieni al campo, là il rival, se hai cor, ti sfida, là il valor di noi decida, premi amore il vincitore. MAOMETTO Si, verrà, si, vincerò, vil rival, ti svenerà. CLEOMENE (a Neocle) E quel nume che t'inspira, che t'ascende all'alta impresa, veglierà per tua difesa, vincitor ti renderà. NEOCLE Vien. MAOMETTO M'attendi. CLEOMENE (a Neocle) Va, trionfa. NEOCLE, CLEOMENE Pamira, premio a noi (te) sarà. MAOMETTO Pamira premio a me sarà. M'attendi. NEOCLE Vien. CLEOMENE Va, di generoso, nobile ardore in seno il core sento avvampar. Alla vendetta mi guida amore, ti chiama onore a trionfar. NEOCLE Di generoso, nobile ardore, ecc. …mi chiama onore a trionfar. MAOMETTO Di generoso, ... nobile ardore, ecc. …mi chiama onore a trionfar. NEOCLE E fia ver, mio Signore, chi t'adora, dovrà, o ciel, la sua terra lasciar? Nol permetter, lo chiede, lo implora, chi per te sa la morte incontrar. No, no, ben credo ai tuo detto immortale: l'empio invan contro te sorgerà. Noi cadrem, ma tremendo, fatale, ai nemico il trionfo sarà. Ah! si, è il ciel che quell'anima ispira, con noi morte ella viene a incontrar. Del tiranno sprezzare seppi l'ira, seppi il ferri a Pamira spezzar. Sei tu che stendi, o Dio, la mano onnipossente, e salvi l'innocente da ria fatalità. Per te rinascer sento in me la dolce speme; in me rinascer sento per te la dolce speme; appien per te contento il cor alfin sarà, appien per te, ecc. Presso all'urna di sua madre in tal di si tenebroso, meco fugge un nodo odioso e mai sempre il fuggirà, un nodo odioso, ecc. Sei tu che stendi, ecc. O mio Cleomene! CLEOMENE E tu, ch'io credea spento, al nostro estremo di dunque sei reso? Un figlio ancor mi resta onde tergermi il pianto. NEOCLE E ti scordi Pamira, o padre intanto? CLEOMENE Disciolse l'infedele ogni sacro legame... ah! viva lunge da un genitor che offese. NEOCLE Ella salvò! miei giorni. CLEOMENE Ma dell'infamia i miei tutti coperse... Ah! l'onor mio perdei!... NEOCLE Se pentita a' tuoi piè reduce fosse? CLEOMENE Le figgerei questo pugnal nel seno. NEOCLE il suo dolor... CLEOMENE Ma il mio? NEOCLE Tu, padre... CLEOMENE E vuoi? Ciel! Ella! PAMIRA Ella spira a' piedi tuoi! CLEOMENE Perfida! a che vieni? QuaI pensier volgi? PAMIRA Oh padre! CLEOMENE Qual è la tua famiglia? Fui padre un giorno... oggi non ho più figlia. PAMIRA Padre! NEOCLE Pietade almeno del suo dolor ti prenda. CLEOMENE Ah vada lunge da questo asil di morte! PAMIRA Partir non posso ed a morir qui venni! CLEOMENE A morirvi?... La patria esilia un'infedele; l'esecrato amor tuo... PAMIRA Ei con la patria spira essa morendo, il cor cangiò a Pamira. NEOCLE (a Cleomene) Ebben? CLEOMENE Se vero fosse... se degna ancor di me... l'impura fiamma giuri toglier dal sen? PAMIRA Giuro a Neocle, sulla tomba materna, fede costante, eterna. CLEOMENE O figli, entrambi venite ai seno mio... meco vi benedica il sommo Iddio. PAMIRA, NEOCLE, CLEOMENE Celeste provvidenza, il tuo favor imploro: dà temine ai martiro d'un popolo fedel. Celeste provvidenza, pietade all'innocenza giammai negava il ciel. Celeste provvidenza, il tuo favor imploro, ecc. PAMIRA Oh padre! CLEOMENE Andar conviene. NEOCLE Pamira! Addio mio bene. PAMIRA, CLEOMENE, NEOCLE Ci rivedremo in ciel... (nel partire s'incontrano con Jero che gli arresta) JERO Tutto percorsi il marzial recinto; già feroce s'avanza la nemica coorte, nè speme v'ha per noi che e la morte. CLEOMENE lo voglio che il Musulman orgoglio innanzi a queste tombe tremi di sua vittoria. O veglio eletto dal ciel, le nostre insegne benedici. JERO I secoli futuri serberanno memoria di si nobil coraggio. Vendetta alle nostre onte! Prodi... chinate ai suol la vostra fronte. (tutti si prostrano) Chiuso serbate il cor a tema indegna? PAMIRA, NEOCLE, CLEOMENE, GRECI Si, a te tutti il giuriam! JERO Coll'armi, o su di quelle tornar giurate? PAMIRA, NEOCLE, CLEOMENE, GRECI Si, a te tutti il giuriam! JERO Morir Saprete per la patria in pianto? PAMIRA, NEOCLE, CLEOMENE, GRECI Si, a te noi lo giuriam! JERO Ed a nome di quel Dio che v'ispira, lo benedico, appendendo all'insegne la palma del martirio, la fronte del fedeli. Sorgete per morire... io v'apro! cieli... (tutti si alzano) Andiam... ma... oh turbamento! Oh profetica ebbrezza! A' sensi miei lo stesso Iddio comanda. Egli ai mio sguardo svela l'avvenir della Grecia... Pria di morir m'udite... PAMIRA, NEOCLE, CLEOMENE, GRECI Di Grecia l'avvenir Dio palesa a' suol sguardi: udiamo. JERO Nube di sangue intrisa copriva il nostro cielo: e della morte il gelo spandeva in ogni cor. Un popol servo io veggio dormir sulle sue pene, e il suon di rie catene non lo risveglia ancor? PAMIRA, NEOCLE, CLEOMENE, GRECI E il suon di rie catene non lo risveglia ancor? Ohimè? JERO Ma si ridesta alfin. Genti! Genti! Tergete il pianto... PAMIRA, NEOCLE, CLEOMENE, GRECI Tergiam, tergiamo il pianto! JERO, PAMIRA, NEOCLE, CLEOMENE, GRECI Oh patria! JERO I figli tuoi si scuotono ai tuo Il vento apporta la polve sul loro brandi di Maratona. PAMIRA, NEOCLE, CLEOMENE, GRECI Maratona! Maratona! JERO E come possente scudo, lddio, Grecia difende! L'eco delle Termopili di Leonida ancora favella. PAMIRA, NEOCLE, CLEOMENE, GRECI Leonida! Leonida! JERO Questo nome, che suona vittoria, scuote ogn'alma e la guida a pugnar e vedrassi sul campo di gloria il sepolcro cangiarsi in altar. JERO, PAMIRA, NEOCLE, CLEOMENE, GRECI Questo nome, ecc... …noi vedremo sul campo di gloria, ecc. …andiam, andiam. (tutti partono, tranne Pamira e le donne) PAMIRA L'ora fatal s'appressa. Vincer giova o perir. Per nostro Dio, per la Grecia ne accenda egual desio. Volte tranquille e terre, asilo della morte, voi che ne proteggete e di vostre ombre ne coprite, se mai de' Greci il fato tradisse! sforzi lor... …deh! profondate. Fra le vostre ruine, di sue vittime in cerca, il vile autor de' nostri mali estremi, non vi trovi che sangue: il vegga e fremi! Venite a questo sen, dilette suore, impetriamo dal cielo il suo favore. Giusto ciel! In tal periglio, più consiglio, più speranza non ci avanza, che piangendo, che gemendo implorar la tua pietà, che gemendo, ecc. più consiglio, più speranza, ecc. CORO (donne) Giusto ciel! la tua clemenza, ciel! ciel! ciel! giusto ciel, ponga temine ai soffrir. CORO DI TURCHI Vittoria! Vittoria! L'altero oppresso resto. PAMIRA Fia ver? Che orror! CORO DI TURCHI Prigioniero fra ritorte fia preda di morte. PAMIRA A ch'io morirò. CORO DI DONNE GRECHE Che parli? Deliri! PAMIRA A tanti resister chi può? CORO DI DONNE GRECHE Ah! Ah! PAMIRA Parmi vederlo, ahi misero vicino a morte orribile. Che affanno inesprimibile, oh, immagine d'orror! Parmi vederlo, parmi vederlo. Quest'anima sensibile non regge a tanti palpiti, soccombe ai suo dolor... CORO DI DONNE GRECHE Quest'anima sensibile, ecc. PAMIRA Ah, parmi vederlo, ecc. ai suo dolor. CORO DI DONNE GRECHE …si , aI suo dolor. PAMIRA Ma qual mai suona funebre accento? Ah! ben lo sento, tutto fini Se i dei pé Greci pietà non hanno, tremi il tiranno che ne avvilì. CORO DI TURCHI Feriam! Feriam! L'ardir non langui Quel corpi esangui, su calpestiam. PAMIRA Tremi il tiranno, il vincitor, si. CORO DI DONNE GRECHE Se!. Greci tutti, miser! fur spenti, di noi paventi il vincitor. MAOMETTO Anche all'orgoglio mercé non resta. Pamira io voglio. (ai suoi) Andate... PAMIRA Arresta!... o questo ferro mi squarcia il sen... MAOMETTO Pamira! (si sente scoppiare l'incendio) Cielo! Che avviene? Oh giorno! CORO DI TURCHI Cielo! Che avviene? Oh giorno! MAOMETTO Qual nembo intorno s'ode muggir! (pro fonda la parte in prospetto dell'edifizio, e lascia vedere l'incendio di Corinto) CORO DI TURCHI Qual nembo intorno s'ode muggir! PAMIRA, CORO DI DONNE GRECHE Oh patria! CORO DI TURCHI Oh giorno!
contributed by Daniel Levrard