PIETRO METASTASIO / WOLFGANG AMADEUS MOZART | OperaGlass |
IL RÈ PASTORE K.208 Composer: Wolgang Amadeus Mozart Librettist: Pietro Metastasio First performance: 23.4.1775 Archiepiscopal Residence, Salzburg ALESSANDRO, King of Macedonia (tenor) ELISA, Phoenician shepherdess (soprano) AGENORE, Sidonian aristocrat (tenor) AMINTA, a shepherd, rightful heir to Sidon (soprano) TAMIRI, daughter of the deposed tyrant, Stratone (soprano) ATTO PRIMO No. 1 Overtura SCENA PRIMA Vasta ed amena campagna. Greggi e pastori. Tuguri pastorali. Veduta della città di Sidone in lontano. Aminta assiso sopra un sasso, cantando al suono delle avene pastorali; indi Elisa. Aria AMINTA Intendo amico rio Quel basso mormorio: Tu chiedi, in tua favella, Il nostro ben dov'è? Recitativo AMINTA (vedendo Elisa, getta le avene e corro ad incontrarla) Bella Elisa? idol mio? Dove? ELISA A te caro Aminta. AMINTA Oh Dei! non sai Che il campo d'Allesandro Quindi lungi non è? Che tutte infesta Questa amene contrade Il Macedone armato? ELISA Il so. Deh m'ascolta. Ho colmo il core Di felici speranza: e non ho pace Finchè con te non le divido. AMINTA Altrove Più sicura potrai... ELISA Ma d'Alessandro Fai torto alla virtù. Ei da un tiranno Venne Sidone a liberar: né vuole Che sia vendita il dono: Ne franse il giogo, e ne ricusa il trono. AMINTA Chi sarà dunque il nostro re? ELISA Si crede, Che ignoto anche a se stesso occulto viva Il legittimo erede. AMINTA E dove... ELISA Ah lascia, Che Alessandro ne cerchi. Odi. La mia Pietosa madre (oh, cara madre!) alfine Già l'amor moi seconda. AMINTA Ah! ELISA Tu sospiri Aminta! Che vuol dir quel sospiro? AMINTA Contro il destin m'adiro, Che sì poco mi fece Degno, Elisa, di te. ELISA Non le richezze, o gli avi; Cerco Aminta in Aminta: ed amo in lui Fin la sua povertà. AMINTA Oh mia sola, oh mia vera Felicità! quei cari detti... ELISA Addio. Corro alla madre, e vengo a te fra poco. Io non dovrò mai più lasciarti. Insieme Sempre il sol noi vedrà, parta, o ritorni. Oh dolce vita; oh fortunati giorni! No. 2 Aria ELISA Alla selva, al prato. al fonte, Io n'andrò col gregge amato: E alla selva, al fonte, al prato L'idol mio con me verrà. In quel rozzo angusto tetto, Che ricetto a noi darà, Con la gioia e col diletto L'innocenza albergherà. SCENE SECONDA (Aminta, poi Alessandro ed Agenore con picciol seguito) Recitativo AGENORE (piano ad Alessandro) Ecco il pastor. ALESSANDRO Come t'apelli? AMINTA Aminta ALESSANDRO E il padre? AMINTA Alceo. ALESSANDRO Vive? AMINTA No: Scorse Un lustro già ch'io lo perdei. ALESSANDRO Senti. I tuoi passi Ad Alessandro il guiderò, se vuoi. AMINTA No. ALESSANDRO Perché? AMINTA Sedurrebbe Ei me dalle mie cure; io qualche istante Al mondo usurperei del suo felice Benefico valor. Ciascun se stesso Deve al suo stato. Altro il dover d'Aminta, Altro è quel d'Alessandro. ALESSANDRO Ma può il Ciel di tua sorte In un punto cangiar tuto il tenore. AMINTA Sì! ma il Cielo fin'or mi vuol pastore. Se soletto tra voi Della tenera greggia i passi osservo, Col rozzo suon del umil mia zampogna A quella i paschi raddolcisco, e intanto Scaccio dal cuor la noia, e lieto io canto. Canto della mia ninfa i dolci amori, Che se meco non è, so che sospira; Tutto amor ella spira, Tutto fuoco Anch'io qual fenice mi struggo indi rinasco. Recitativo accompagnato AMINTA Ditelo voi pastori, Se un più di me felice e fortunato Si ritrova fra voi. Che al fido Aminta fida È la bella Elisa ogni ruscello Garrulo il dice a tutti, il cavo monte Lo ripete giulivo ed ogni fronda Chinandosi l'afferma, e fin gl'augelli Emuli al nostro amor amano anch'essi; E fra baci, ed amplessi Separandosi, all'un, e all'altro polo Portan de' pastorelli Elisa e Aminta Al chiaro esempio il testimon verace: Che il riposo, la pace, e il vero amore Nella vita s'annidan del pastore. No. 3 Aria AMINTA Aer tranquillo e dì sereni, Freschi fonti, e verdi prat Sono i voti fortunati, Della greggia e del pastor. Che se poi piacesse ai fati Di cambiar gl'offici miei, Avran cura allora i Dei Di cambiarmi e mente e cor. SCENA TERZA (Alessandro ed Agenore) Recitativo AGENORE Or che dici Alessandro? ALESSANDRO Ah certo ascondo Quel pastorel lo sconosciuto erede del soglio di Sidone. Eran già grandi Le prove tue; ma quell parlar, quell volto Son la maggior. Che nobil cor! che dolce, Che serena virtù! Sieguime. Andiamo La grand'opra a compir. De'fasti miei Sarà questo il più bello. Abatter mura, Eserciti fugar, scuoter gl'imperi Fra turbini di guerra, È il piacer che gl'eroi provano in terra. Ma sollevar gli opressi, Render felici i regni, Coronar la virtù, togliere a lei Quel che l'adombra ingurioso velo, È il piacer che gli Dei provano in Cielo. No. 4 Aria ALESSANDRO Si spande al sole in faccia Nube talor così, E folgora, e minaccia Su l'arido terren. Ma poi, che in quella fogia Assai d'umori unì, Tutta si scioglie in pioggia, E gli feconda il sen. SCENA QUARTA (Tamiri in abito pastorale ed Agenore) Recitativo TAMIRI Agenore? T'arresta. Odi... AGENORE Perdona Leggiadra pastorella; io d'Alessandro Deggio or su l'orme... (Oh Dei! Tamiri è guella). Principessa... TAMIRI Ah moi ben! AGENORE Sei tu? TAMIRI Son `io AGENORE Tu qui, tu in questa spoglia? TAMIRI Io deggio a questa Il sol ben, che mi resta, Ch'è la mia libertà: già che Alessandro Padre e regno m'ha tolto. AGENORE O quanto mai Ti piansi, e ti cercai! Ma dove ascosa Ti celasti fin'or? TAMIRI La bella Elisa Fuggitiva m'accolse. AGENORE E qual disegno? ... Ah m'attende Alessandro. addio, fra poco A te verrò. (in atto di partire) TAMIRI Guarda: d'Elisa i tetti Colà... AGENORE Già mi son noti. TAMIRI Odi. AGENORE Che brami? TAMIRI Come sto nel tuo core? AGENORE Ah non lo vedi? A' tuoi begl'occhi, o principessa, il chiedi. No. 5 Aria AGENORE Per me rispondete, Begl'astri d'amore: Se voi nol sapete, Chi mai lo saprà? Voi tutte apprendeste Le vie del moi core, Talor che vinceste La mia libertà. SCENA QUINTA (Tamiri sola) Recitativo TAMIRI No: voi non siete, o Dei, Quanto fin'or credei Inclementi con me. Cangiaste, è vero, In capanna il moi soglio; in rozzi velli La porpora real; ma fido ancora L'idol moi ritrovai. Pietosi dei, voi mi lasciaste assai. No. 6 Aria TAMIRI Di tante sue procelle Già si scordò quest'alma: Già ritrovò la calma Sul volto del moi ben Fra l'ire delle stelle Se palpitò d'orrore, Or di contento il core, Va palpitando in sen. SCENA SESTA (Elisa, Aminta) Recitativo ELISA (Oh lieto giorno! oh me felice! oh caro Mio genitor! Ma dove andò? Pur dianzi Qui lo lasciai. Sarà là dentro. Aminta! Aminta!... Oh stolta! mi sovviene; è l'ora D'abbeverar la greggia. Al fonte io deggio E non qui ricercarne...) AMINATA Dove t'affretti, Elisa? ELISA Ah tornasti una volta. Andiamo. AMINTA E dove? ELISA Al genitor. AMINTA Dunque ei consente. ELISA Il core Non m'ingannò. Sarai moi sposo, e prima Che il sol tramonti. SCENA SETTIMA (Agenore, seguito da guardie reali e nobili di Sidone che portano sopra bacilli d'oro le regie insegne, e detti) Recitativo AGENORE Dal più fedel vassallo Il primo omaggio, eccelso re, ricevi. ELISA (ad Agenore) Che dice? AMINTA (ad Agenore) A chi favelli? AGENORE A te signor. AMINTA Lasciami in pace: e prendi Alcun altro a schernir. Libero io nacqui, Se re non sono; e se non merto omaggi, Ho un core almen, che non sopporta altraggi. AGENORE Quel generoso sdegno, Te scopre, e me difende. Tu Adolonimo sei; l'unico erede Del soglio di Sidone. AMINTA Io! AGENORE Sì . ELISA (Oh giubilo! oh contento! Il mio bene è il mio re.) AMINTA Dunque Alessandro... AGENORE T'attende, e di sua mano Vuol coronarti il crin. Le regie spoglie Quelle son, ch'ei t'invia. Questi che vedi, Son tuoi servi e custodi. Ah vieni ormai; Ah questo giorno ho sospirato assai. SCENA OTTAVA (Alisa allegra, Aminta attonito) Recitativo AMINTA Elisa! ELISA Aminta! AMINTA È sogno? ELISA Ah no. AMINTA Tu credi Dunque... ELISA Sì: non è strano Questo colpo per me, benché improvviso. Un cor di re sempre io vidi in viso. AMINTA Sarà. Vadasi intanto Al padre tuo. ELISA No; maggior cura i Numi Ora esigon da te. Va, regna, e poi... AMINTA Che? m' affretti a lasciarti? e non ti cale, Che il genitor, il genitore, oh Dei! A cui la tua tu dei, La mia felicità degg'io, de' nuovi Improvvisi contenti, or ne sia a parte? Perdona Elisa, ubbidirti non posso; Me'l vietan l'amor tuo, il gran piacere, Il rispetto, il dovere. Ah pria, ch'altri il prevenga, Dal moi labbro si lieta nuova intenda, E ad Alessandro, e al regno poi n'andrò; Quindi fra poco nel tuo fido pastore Un re tuo sposo a te ritornerà. Soffri, ch'io vada ...Ah se sapessi, quanto Lungi da te, Idol moi, un solo istante Peni il moi cor amante... ELISA Ah se vedessi, Comme sta questo cor! Di gioia esulta. Ma pur... no no, tacete, Importuni timori, Or non si pensi, Se non che Aminta è re. Deh va: potrebbe Alessandro sdegnarsi. AMINTA Amici Dei, Son grato al vostro dono: Ma troppo è caro a questo prezzo un trono. No. 7 Duetto ELISA Vanne a regnar ben moi, Ma fido a chi t'adora Serba se puoi quel cor. AMINTA Se ho da regnar ben moi, Sarò sul trono ancora Il fido tuo pastor. ELISA Ah che il moi re tu sei! AMINTA Ah che crudel timor! ELISA, AMINTA Ah proteggete o Dei, Questo innocente amor. ATTO SECONDO SCENA PRIMA Il padiglione d'Alessandro da un lato; ruine inselvatichite di antichi edifici dall'altro. Campo de' Greci in lantano. (Elisa, poi Agenore) Recitativo ELISA Questa del campo greco È la tenda maggior. qui l'idol moi Certo ritroverò. AGENORE Dove t'affretti, Leggiadra ninfa? ELISA Io vado al re. AGENORE Perdona, Veder nol puoi. ELISA Per qual ragione? AGENORE Or siede Coi suoi Greci a consiglio. ELISA Coi Greci suoi? AGENORE Sì. ELISA Dunque andar poss'io, Non è quello il moi re. AGENORE Ferma: né pure Al tuo re lice andar. Amica Elisa, Va: credi a me. Per ora Deh non turbarci. Io col tuo re fra poco Più tosto a te verrò. ELISA T'appagherò. M senti. Se tardi, io torno. AGENORE È giusto. ELISA Addio. Frattanto Non celare ad Aminta Le smanie mie. AGENORE No. ELISA Digli, Che le sue mi figuro. AGENORE Sì. ELISA Da me lungi oh quanto Penerà l'infelice! AGENORE Molto. ELISA E parla di me? AGENORE Sempre. ELISA E che dice? AGENORE Ma tu partir non vuoi. Se tutte io deggio Ridir le sue querele... ELISA Vado: non ti sdegnar. Sei pur crudele! No. 8 Aria ELISA Barbaro! oh Dio mi vedi Divisa dal moi ben: Barbaro, e non concedi Ch'io ne dimandi almen. Come di tanto affetto Alla pietà non cedi? Hai pure un core in petto, Hai pure un'alma in sen! SCENA SECONDA (Agenore ed Aminta) Recitativo AGENORE Nel gran cor d'Allessandro, o Dei clementi, Secondate i miei detti, A favor di Tamiri. Ah! n'è ben degna La sua virtù, la sua beltà... Ma dove, Dove corri, mio re? AMINTA La bella Elisa Pur da lungi or mirai; perché s'asconde? Dov'è? AGENORE Partì. AMINTA Senza vedermi? Ingrata! Ah raggiungerla io vogli. AGENORE Ferma, signor. AMINTA Perché? AGENORE Non puoi. AMINTA Non posso? Chi dà legge ad un re? AGENORE La sua grandezza, La giustizia, il decoro, il bene altrui, La ragione, il dover. AMINTA Dunque pastore Io fui men servo. AGENORE Ah te destina il fato Veramente a regnar! AMINTA Ma dimmi, amico: Non deggio amar, chi m'ama? È poco Elisa Degna d'amore? AGENORE T'arresta. Sciolto è il consiglio: escone i duci: a noi Viene Alessandro. AMINTA Ov'è? AGENORE Non riconosci I suoi custodi alla real divisa? AMINTA Dunque?- AGENORE Attender convien. AMINTA Povera Elisa! SCENE TERZA (Alessandro e detti) ALESSANDRO Esecutor son `io Dei decreti del Ciel. Tu del contento, Che in eseguirli io provo, Sol mi sei debitor. Per mia mercrede Chiedo la gloria tua. AMINTA Qual gloria, o Dei, Io saprò meritar, se fino ad ora Una greggia a guidar solo imparai? ALESSANDRO Già questo dubbio solo Mi promette un gran re. AMINTA Ah fate, o Numi, Fate che Aminta in trono Se stesso onori, ol donatore, e il dono. SCENA QUARTA (Alessandro ed Agenore) Recitativo ALESSANDRO La gloria mia Me fra lunghi riposi, O Agenore, non soffre, Oggi a Sidone Il suo re donerò. Sarebbe forse Onorata memoria il nome mio Lungamente fra voi. Tamiri, o Dei, Sol Tamiri l'oscura. Ov'ella giunga Fuggitiva, raminga, Di me che si dirà? Che un'empio io sono Un barbaro, un crudel. Per lei sola or questa Riman del mio valore orma funesta! AGENORE (Coraggio!) ALESSANDRO Avrei potuto Altrui mostrar, se non fuggia Tamiri, Ch'io distinguer dal reo, so l'innocente. Vola a Tamiri, e dille Ch'oggi al nuovo sovrano Io darò la corona: ella la mano. AGENORE La man? Alessandro Sì amico. Ah con un sol diadema di due bell'alme io la virtù corono! Ei salirà sul trono, Senza ch'ella nescenda; a voi la pace, La gloria al nome mio Rendo così: tutto assicuro. AGENORE (Oh Dio!) ALESSANDRO Tu impallidisci! e taci? Disapprovi il consiglio? È pur Tamiri... AGENORE Degnissima del trono. ALESSSANDRO E un tal pensiero... AGENORE Degnissimo di te. ALESSANDRO Di quale affetto Quel tacer dunque è segno, e quel pallore? AGENORE Di piacer, di rispetto, e di stupore. No. 9 Aria ALESSANDRO Se vincendo vi rendo felici, Se partendo nonlascio nemici, Che bel giorno fia questo per me! De' sudori, ch'io spargo pugnando, Non dimando più bella mercè. SCENA QUINTA (Aminta, solo) Recitativo AMINTA Oimè! declina ul sol. Già il tempo è scorso, Che a' miei dubbi penosi Agenore concesse. E questo è il regno? E così ben si vive. Fra la porpora, el'or? SCENA SESTA (Agenore e detto) Recitativo AGENORE E irresoluto ancora Ti ritrovo, o mio re? AMINTA No. AGENORE Decidesti? AMINTA Sì. AGENORE Come? AMINTA Il dover mio A compir son disposto. AGENORE Ad Alessandro Dunque d'andar più non ricusi? AMINTA A lui Anzi già m'incammino. AGENORE Oh fortunato Aminta! Oh qual compagna Ti destinan le stelle! Amala; è degna Degl'affetti d'un re. AMINTA Comprendo, amico, Tutta la mia felicità. Non dirmi D'amar la sposa mia. Già l'amo a segno, Che senza lei mi spiacerebbe il regno. No. 10 Rondeaux AMINTA L'amerò, sarò costante: Fido sposo, e fido amante Sol per lei sospirerò. In sì caro e dolce oggetto La mia gioia, il mio diletto, La mia pace io troverò. SCENA SETTIMA (Agenore, solo) Recitativo AGENORE Uscite, alfine uscite, Trattenutu sospiri, Oh Dio, bella Tamiri, oh Dio. SCENA OTTAVA (Elisa e detto) ELISA Ma senti Agenore quai fole S'inventan qui per tormentarmi. È sparso Ch'oggi Aminta a Tamiri, Darà la man di sposo. AGENORE Esci d'error. Nessun t'inganna. ELISA Santi Numi del Ciel! Come! a Tamiri Darà la man? AGENORE La mano, e il cor. ELISA Che far posso? Ad Alessandro, Agli uomini, agli Dei, pietà, mercede Giustizia chiederò. Voglio che Aminta Confessi a tutti in faccia Che del suo cor m'ha fatto dono: e voglio, Se pretende il crudel, che ad altri il ceda, Voglio morir d'affanno: e ch'ei l veda. SCENA NONA (Agenore, poi Tamiri) Recitativo AGENORE Povera ninfa! Io ti compiango: e intendo Nella mia la tua pena. Io da Tamiri convien ch'io fugga. Bella regina, addio. TAMIRI Sentimi. Dove corri? AGENORE A ricordarmi Che sei la mia sovrana. TAMIRI Alle mie nozze io presente ti voglio. AGENORE Ah no, perdona: Questo è l'ultimo addio. TAMIRI Ubbidienza io voglio Da un suddito fedel. AGENORE (Oh Dio!) TAMIRI M'udisti? AGENORE Ubbidirò, crudele. No. 11 Aria TAMIRI Se tu di me fai dono: Se vuoi che d'altri io sia: Perché la colpa è mia? Perché son io crudel? La mia dolcezza imita. L'abbandonata io sono: E non t'insulto ardita, Chiamandoti infedel. SCENA DECIMA (Agenore, solo) Recitativo AGENORE Misero cor! Credevi Di aver tutte sofferte Le tirannie d'amore. Ah non è vero: Ancor la più funesta, Misero core, a tollerar ti resta. No. 12 Aria AGENORE Sol può dir come si trova Un amante in questo stato Qualche amante sfortunato Che lo prova al par di me. Un tormento è quel ch'io sento Più crudel d'ogni tormento, È un tormento disperato, Che soffribile non è. SCENA UNDICESIMA No. 13 Aria ALESSANDRO Voi che fausti ognor donate Nuovi germi a' lauri miei, Secondate, amici Dei, Anche i moti del mio cor. Recitativo ALESSANDRO Olà! che più si tarda? Il sol tramonta: Perché il re non si vede? Dov'è Tamiri? TAMIRI È d'Alessandro al piede. ALESSANDRO Sei tu la principessa? TAMIRI Son'io. AGENORE Signor, non dubitarne: è dessa. TAMIRI Odi: Agenore amante La mia grandezza all'amor suo prepone. Se alla grandezza mia posporre io debba Un'anima sì fida; Esamini Alessandro, e ne decida. ALESSANDRO Dei! qual virtù! qual fede! SCENA DODICESIMA ELISA Ah giustizia, signor, pietà, mercede! ALESANDRO Chi sei? che brami? ELISA Io sono Elisa. Imploro D'Alessandro il soccorso, A pro d'un core ingiustamente oppresso. ALESSANDRO Contro chi mai? ELISA Contro Alessandro istesso. ALESSANDRO Che ti fece Alessandro? ELISA Egli m'invola Ogni mia pace, ogni mio ben: d'affano Ei vuol vedermi estinta. D'Aminta io vivo: ei mi rapisce Aminta. ALESSANDRO Aminta! E qual ragione Hai tu sopra di lui? ELISA Qual! Da bambina Ebbi il suo core in dono. ALESSANDRO Colui che il cor ti diè, ninfa gentile, Era Aminta, il pastore: a te giammai Abdolonimo, il re, non diede il core. SCENA TREDICESIMA AMINTA Signore, io sono Aminta, e son pastore. ALESSANDRO Come! AMINTA Le regie spoglie Ecco al tuo piè: Con le mie lane intorno Alla mia greggia, alla mia pace io torno. ALESSANDRO E Tamiri non è... AMINTA Tamiri è degna Del cor d'un re: ma non è degna Elisa Ch'io le manchi difè. Abbiasi il regno, Chi ha di regnar talento: Purch' Elisa mi resti, io son contento. AGENORE Che ascolto! ALESSANDRO Ove son'io! ELISA Agenore io tel dissi, Aminta è mio. ALESSANDRO Sì generosi amanti Non divida Alessandro. Eccoti, Aminta, La bella Elisa. Ecco, Tamiri, il tuo Agenore fedel. (ad Aminta e Elisa) Voi di Sidone Or sarete i regnanti: (ad Tamiri e Agenore) E voi soggetti Non resterete. A fabbricarvi il tronon, La mia fortuna impegno: Ed a tanta virtù non manca un regno. ELISA, AMINTA, AGENORE Oh grande! oh giusto! ALESSANDRO Ah vegga alfin Sidone Coronate il suo re. AMINTA Ma in queste spoglie... ALESSANDRO In queste spoglie a caso Qui non ti guida il Cielo. Il Ciel predice Del tuo regno felice Tutto per questa via forse il tenore: Bella sorte d'un regno, è IL RE PASTORE. No. 14 Finale TUTTI Viva, viva l'invitto duce, Viva de Cielo il dono Più caro al nostro cor. ELISA, AMINTA Con fortunati auspici In questi dì più belle Splendano in ciel le stelle, Rida più lieto amor. TUTTI Viva del Cielo il dono Più caro al nostro cor. ELISA Nell'adorarti ognora Qual sia un felice amore caro, il mio cor saprà. AMINTA Se quel tuo cor m'adora, Cara, più dolce ardore Non, che l'amor non dà. ALESSANDRO Questo è per me contento. AGENORE Gioia ne provo al cor. ELISA, TAMIRI, AMINTA, AGENORE No, che ad amore un cor Resistere non sa. ELISA Vaghe luci, mio tesoro. Nel mirarti mi conviene Dolcemente sospirar. AMINTA Cari accenti del mio bene, Nel mirarti miconviene, Dolcemente sospirar. TAMIRI, ALESSANDRO Alme liete, alme care, Sì godete nell'amar. ELISA, TAMIRI, AMINTA, AGENORE No, che ad amore un cor Resistere non sa. TUTTI Viva, viva l'invitto duce, ecc.
contributed by Guy Laffaille