Atto primo


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Interno di una cascina.
A destra, verso il fondo, la porta d'una stanza. Una rustica sedia a bracciuoli, vicina. Una panca, qualche sedia. Il prospetto è aperto e da esso scorgesi un sito pittoresco sulla montagna di Savoja e parte del villaggio. Una chiesa sull'alto.
L'aurora; il sole va poi gradatamente illuminando la scena.

Scena prima


Si odono gli ultimi rintocchi d'una campana e varie voci da opposte parti: si vedono poi uomini, donne, fanciulle avviarsi al tempio, poi Maddalena, indi Antonio.

Coro
Presti! al tempio! Delle preci
die' il segnal la sacra squilla!
Già del sol omai scintilla
sulle cime il primo raggio,
e or dal ciel fausto
cominciamo ad implorar;
la speranza ed il coraggio
non potranno vacillar.

Terminato il coro, apresi la stanza a destra e vi esce pian piano Maddalena, che si ferma sulla soglia guardando ancor dentro.

Maddalena
Linda, mia dolce figlia! Tu nel sonno
dell'innocenza ancora giaci; a lungo
in assiduo lavoro,
provvida tu per noi vegliasti, e lieti
saranno i sogni tuoi.
(chiude la stanza)
Ma forse al ridestarti qui fra noi
tutto fia duol. Con quale
ansia angosciosa attendo
del marito il ritorno!
Decidersi in tal giorno
deve tutto per noi! Chi sa! Già viene
(osservando)
Antonio...
(incontrandolo)

Antonio (entrando e un po' cupo)
Moglie!

Maddalena
Ebbene? (con premura)

Antonio
L'Intendente
sperar mi fe', propizia
Sua eccellenza, il fratel della marchesa
nostra padrona.

Maddalena
S'è così, respiro.
Ei può tutto, speriamo.
Resterem.

Antonio
Più di te quant'io lo bramo!

Ambo nati in questa valle
nostra sorte fu qui unita;
ebbe Linda qui la vita,
e mio padre qui morì.
Or tu vedi se diletto,
se a me caro è questo tetto;
moglie, figlia, sol per voi
soffro e temo in questo dì.

Maddalena
Ma, se è ver che sua eccellenza
è per noi, che temi mai?

Antonio
Vidi or ora il pio rettore,
mie speranze gli svelai.
Ei diffida, in sé fremeva,
disse alfin che a noi verrà;
ed il suo sguardo esprimeva
il timore e la pietà.
Ecco, o moglie, il rio pensiero
che tremar così mi fa.

Maddalena
Oh, discaccia il malumore;
spera, il ciel ci assisterà.

Scena seconda


Varie voci al di fuori d 'uomini e fanciulli presso la cascina. Indi questi precedono e circondano il Marchese, che entrerà poi seguito dall'Intendente.

Coro
Viva! Viva!

Antonio e Maddalena
Quai grida!

Coro
Eccellenza!

Antonio e Maddalena
E che mai?

Coro
La preghiamo.

Il Marchese entra coll'Intendente.

Antonio e Maddalena
Il Marchese?

Marchese
Olà! Quieti!

Coro
Si mostri cortese.

Marchese (all 'Intendente)
Dà a costor degli scudi.

Intendente
Assai bene.
(gettando delle monete al Coro)

Coro
Grazie!
(raccogliendo avidamente le monete e baciando
rispettosamente le mani e le vesti al Marchese)

Viva!

Marchese
(con gravità)
Ma basta... ma andate.
Siam chi siamo, di cor generoso;
ma guai poi se montiamo in furor!

Intendente
Sua eccellenza ha un gran cor generoso;
ma poi guai... guai se monta in furor!

Marchese
(Or a noi... ma la Linda sol bramo.
(guardando intorno)
Cominciam: protezione e maniere.)
Buona gente, noi siamo chi siamo:
l'Intendente ci ha detto, sappiamo;
e venuti siam qui per vedere
(guardando sempre)
in persona, vicin... (Ma dov'è?)
Noi vogliamo far piacere, e piacere...
Perché poi, si sa bene; cioè... O
r sul nostro possente favore,
buona gente, potete sperar.

Intendente
Sua eccellenza di Cesare ha il core:
da lui tutto potete sperar.

Maddalena e Antonio
Una povera, onesta famiglia
voi potete salvar, consolar.

Marchese
Lo vogliamo (E colei non si vede!...)
Ma, a proposito, ov'è la famiglia?
Dire intesi che avete una figlia.

Antonio
Sì, eccellenza.

Marchese
E si dice assai bella!

Maddalena
È figlioccia di vostra sorella.

Marchese
Tanto meglio! De sanguinis jure,
suo marchese, padrin son io pure;
anche a lei pensar dunque dobbiamo;
ma dov'è? Ma che almen la vediamo!
Questa cara figlioccia che fa?

Maddalena
(segnando la stanza)
È di là.

Marchese
Venga qui dal padrino.

Maddalena
Verrà subito.

Marchese e Intendente
Subito qua.

Maddalena entra nella stanza.

Marchese
(Alla fine ci sono arrivato,
e da me più fuggir non potrà.)

Intendente
(al Marchese)
(Ve l'ho detto; son già nell'agguato;
il mio piano sbagliar non potrà.)

Antonio
(S'era certo il prefetto ingannato;
egli è invece la stessa bontà.)

Marchese
(vedendo Maddalena)
Ecco viene... Mia bella figlioccia!
(andando verso la stanza allegro)

Maddalena
(timida)
Eccellenza, dispiacemi...

Marchese
Ohimè!

Maddalena
La credeva di là, ma non c'è.

Marchese
Come? Come? Che? Forse ritrosa
al padrino si tiene nascosa?
(va sulla porta)

Antonio
Schiuso veggo dell'orto il cancello,
certo al tempio per là se n'andò.
Udì gente: ella timida è tanto!

Marchese
E frattanto così sul più bello
il padrino deluso restò.

Intendente
Non badate; aspettate al castello;
(al Marchese)
promettete, ed il resto io farò.

Antonio e Maddalena
La scusate, eccellenza, perdono.

Marchese
Uh! già in collera non sono.
Non temete, buona gente,
state pure allegramente:
siamo noi che lo diciamo,
lo vogliamo, lo possiamo:
con que' pascoli d'intorno,
come già li aveste un giorno,
a voi soli in affittanza,
abbellita ed ingrandita,
la cascina resterà.
E la bella figlioccetta
d'allevar fia nostro impegno:
nel castel, da noi protetta,
avrà un posto di lei degno:
colla vostra, amici cari,
fatta è già la sua fortuna;
bestie, pascoli e danari
nulla più vi mancherà.
Così Linda al suo padrino
la sdegnosa non farà.

L 'Intendente ripete.

Intendente
State allegro, al buon padrino
Linda ingrata non sarà.

Antonio e Maddalena
Ah! la vita ci rendete,
eccellenza, permettete,
(volendo baciargli la mano)
benedirvi, ringraziarvi
abbastanza il cor non sa.

Coro
Che bel core avete in petto!
Siate sempre benedetto!
Adorato il vostro nome,
eccellenza, ognor vivrà.
(l'accompagnano esultanti)

Scena terza


Linda con un mazzetto di fiori, poi il coro dei fanciulli, indi Pierotto.

Linda
(dalla stanza)
Ah! tardai troppo, e al nostro
favorito convegno io non trovai
il mio diletto Carlo; e chi sa mai
quanto egli avrà sofferto!
Ma non al par di me! Pegno d'amore
questi fior mi lasciò! tenero core!
E per quel core io l'amo,
unico di lui bene.
Poveri entrambi siamo,
viviam d'amor, di speme;
pittore ignoto ancora
egli s'innalzerà coi suoi talenti!
Sarà mio sposo allora. Oh noi contenti!

O luce di quest'anima,
delizia, amore e vita,
la nostra sorte unita,
in terra, in ciel sarà.
Deh, vieni a me, riposati
su questo cor che t'ama,
che te sospira e brama,
che per te sol vivrà.
(si appoggia alla tavola guardando il mazzetto. I fanciulli arrivano con frutta, pagnotte, ricotta, siedono per terra e mangiano)

Coro
Qui pria della partenza
facciamo allegri onore a sua eccellenza.
O Linda, qui con noi.

Linda
Vi ringrazio.

Alcuni
E Pierotto! dov'è il caro,
il nostro buon Pierotto?

Pierotto (dall 'interno)
Ah!...

Altri
Eccolo. Senti...

Pierotto (dall 'interno)
Cari luoghi ov'io passai
i primi anni di mia vita,
v'abbandono, e chi sa mai
quando ancor vi rivedrò!
Poveretto, abbandonato,
senza affetto e senza aita,
de' miei giorni il più beato
sarà il dì che tornerò.
Ed allor che il tristo pianto
in piacere fia cangiato,
rivedrò l'asilo amato
ove fui felice un dì.
Risuonare del mio canto
io farò le selve ancora,
de' miei giorni il più beato
sarà il dì che tornerò.

Pierotto comparisce.

Coro
Ma eccolo! Pierotto!

Pierotto
Amici miei, vi saluto.

Alcuni
Facesti colazione?

Pierotto
Sì.

Tutti
Torna a farla qui con noi.

Pierotto
Obbligato.

Coro
Almen resta in compagnia.
Qui stiamo in allegria:
cantane la ballata,
che nuova hai preparata.

Pierotto
È troppo melanconica.

Coro
Deh! canta!

Pierotto
E poi ne piangerete.

Coro
E caro è pur quel pianto! Canta, Pierotto.

Pierotto
Lo volete? Io canto.

Per sua madre andò una figlia
miglior sorte a ricercar:
colle lagrime alle ciglia
le dolenti s'abbracciar.
Pensa a me, dicea la madre,
serba intatto il tuo candore.
Nei cimenti dell'amore
volgi al Nume il tuo pregar.
Ei non puote a buona figlia
la sua grazia ricusar.

Linda
Questa tenera canzone
mi fa mesta palpitar.

Pierotto
Quei consigli, ahi! troppo poco
la fanciulla rammentò!
Nel suo cor s'accese un foco
che la pace le involò.
La tradita allor ritorna,
cerca invan di madre un seno:
di rimorsi il cor ripieno
una tomba ritrovò.
Sulla tomba finché visse
quella, mesta, lagrimò.

Il coro ripete commosso e singhiozzando.

Coro
Viva Pierotto! Or su, allegri stiamo,
a prepararci al nostro viaggio andiamo.
Partono.

Scena quarta


Linda, indi il visconte, sotto il nome di Carlo.

Linda
Non so: quella canzon m'intenerisce
e mi rattrista. Ho anch'io una madre, e forse...
E Carlo... Andrò domani
io prima ad aspettarlo...
Oggi, pazienza...
(si mette al mulinello per lavorare)

Carlo
(dal prospetto e venendo dal lato opposto d 'onde partirono il Coro e Pierotto)
Linda!... Linda!...

Linda
(alzandosi con gioia)
Ah! Carlo!

Carlo
Sei tu sola?

Linda
Sì, e gemeva
di passar un giorno intero
di te priva.

Carlo
Io non poteva
sopportar dolor sì fiero.

Linda
Non trovarti!

Carlo
Non vederti
era un dì d'orror per me.

Da quel dì che t'incontrai
ad amar, quel dì imparai.
A que' pini, all'istess'ora,
ogni giorno t'aspettava;
puro amor te là guidava,
s'intendeano i nostri cor.
E l'amarti il mio destino:
la mia gioia è a te vicino,
tutto scordo a un tuo sorriso,
tutto in te mi dona amor.
La mia vita in questo eliso
passar teco io possa ognor.

Linda
Chi tel vieta?

Carlo
Un dì, lo spero; ma per or...

Linda
Fatal mistero!

Carlo
Che a serbar costretto io sono.

Linda
Son più misera di te.
A mia madre un sol finora
non celai de' pensier miei:
e un segreto or ho per lei,
cui più cara sembro ognor,
alla quale tu involasti
tanta parte del mio cor.
Anche allor che della sera
io la seguo alla preghiera,
col suo nome un altro nome
(guardando Carlo tenerissima)
sul mio labbro viene ancor.
Dio che legge nel cor mio
sa che puro è il mio fervor.

Carlo
Ah! che un angelo tu sei!
Ei t'udrà.

Linda
Lo bramo e spero.
Io rispetto il tuo mistero,
ma mi costa.

Carlo
E quanto a me!

Linda e Carlo
Quel dover celar nel core
un sì forte e dolce affetto,
lungi star dal caro oggetto
de' più teneri desir,
è il più barbaro dolore
che un amante può soffrir.

Linda
Dimmi: e quando tal mistero cesserà?

Carlo
Presto.

Linda
Fia vero?

Linda e Carlo (con gioia)
A consolarmi affrettisi,
tal giorno desiato!
Innanzi al cielo, agli uomini
tua sposa/tuo sposo diverrò.
E allor non più dividersi:
col mio tesoro a lato,
di puro amor fra l'estasi,
in ciel mi troverò.
Linda l'accompagna per la porta della stanza.

Scena quinta


Prefetto ed Antonio.

Prefetto (misterioso)
Qui, buon Antonio, qui soli.

Antonio (inquieto)
E che avete,
signor prefetto, ad annunziarmi?!

Prefetto
Il fiero
periglio ch'io già prevedea.

Antonio(sorpreso)
Periglio?

Prefetto
Sì, una disgrazia orribile.

Antonio
Mi fate
tremar. Ma come? Sembrano cangiate
ora le nostre sorti. Sua eccellenza
il marchese...

Prefetto
Il perverso!

Antonio
Ei? Se ci ha fatto
sperar sicuro l'atto d'affittanza
di pascoli e cascine!

Prefetto (marcato)
Ah! non credete: egli v'inganna.

Antonio (marcato)
Come?
Io non v'intendo affatto.

Prefetto (grave)
Promettete
d'esser prudente?

Antonio (agitato)
Dite.
Il marchese...

Prefetto (con mistero)
Fremete... inorridite!
Quella pietà sì provvida,
ch'egli per voi mostrava,
le sorti lusinghevoli,
di cui v'affascinava,
non son che inique trame
già tese al vostro onor.

Antonio (colpito)
Cielo! Saria possibile!

Prefetto
Arde per Linda il perfido
d'un esecrato amor.

Antonio (Quasi piangendo)
Ah, lo dovea conoscere,
or chiaro è il rio disegno:
a Linda promettevano
un posto di lei degno.
Ah! questo tratto infame
m'empie di rabbia e orror!

Prefetto
È giusto: ma calmatevi.

Antonio (con forza)
Perché siam nati poveri
ci credon senza onor!

Prefetto
Antonio, rammentatevi...

Antonio
Ve lo prometto ancor.
La figlia mia, quell'angelo,
in così fier periglio!
Signor, deh! compiangetemi,
datemi voi consiglio.
La figlia a un padre misero
salvate per pietà.

Prefetto
Veglia custode un angelo
ad ogni suo periglio,
nel cielo confidatevi,
ragion vi dia consiglio.
La figlia a un padre misero
il cielo salverà.

Antonio
Ma intanto!

Prefetto
Allontaniamola.
Di tutto egli è capace;
ognun qui trema e tace.

Antonio
Allontanarla?...

Prefetto
E subito
coi nostri montanari
che partono fra un'ora.
Dall'empio salva allora...

Antonio
Ma sì innocente, ingenua...

Prefetto
Il ciel la guiderà.

Antonio
Senza soccorsi, povera...

Prefetto
Dio la provvederà.
Presso d'un mio fratello
Linda a Parigi andrà.
Un altro padre in quello
essa ritroverà.

Antonio
Ebben, si faccia pure
del ciel la volontà.

Prefetto
Dalle rie brame impure
quell'angiol fuggirà.

Prefetto e Antonio
Esaltiam la tua potenza,
o divina provvidenza!
Tu conforti il cor che geme
colla speme, colla fé.

Veglia tu sull'innocenza,
serbi Linda il tuo favore,
bella ognor del suo candore,
degna sempre, o ciel, di te.

Antonio
Corro a dispor la moglie al triste colpo
della separazione.

Prefetto
Io vado intanto
Linda a cercar.

Scena sesta


Linda con un foglio in mano ed il Prefetto.

Linda (giuliva)
Miei cari genitori,
non più duolo! Me lieta! Venerato
signor prefetto...

Prefetto
E d'onde tanta gioia?

Linda
Ecco il foglio già segnato
della nuova affittanza.

Prefetto
Il reo mercato
del vostro disonor.

Linda (colpita)
Come?

Prefetto
Al castello
di perdervi si trama.

Linda
Ivi son io
chiamata dal marchese.

Prefetto
Trematene; l'inganno, la violenza...

Linda
Che far dunque degg'io?

Prefetto
Partire!

Linda (con pena)
Lasciar mia madre!... (E Carlo! )

Prefetto
A prevenire,
l'andò già vostro padre.

Linda
Eccola! Ah! piange.

Scena settima


Dalle alture del villaggio compariscono giovani savoiardi e savoiarde col fardello appeso alle spalle e al bastone, in mezzo ai loro parenti. Pierotto pure col proprio fardello e una ghironda. Maddalena, Antonio con un fardello e cappellino per Linda e detti.

Linda (abbracciando Maddalena)
Madre mia! madre mia!

Maddalena
Figlia! mi sei,
dunque tolta!

Antonio
Ma torni?

Maddalena (singhiozzando)
Oh sì!

Prefetto
Vedete
quante madri e figliuoli
a separarsi van; su via, coraggio.

Pierotto
Signor prefetto, siamo qui...

Prefetto
Pierotto
orfano sulla terra,
ti fido in Linda una sorella: scorta
siale con questa lettera a Parigi.
(dandogli una lettera)

Pierotto
Linda con noi...
(vorrebbe più dire, ma il Prefetto impone silenzio)

Prefetto
Miei figli,
tetro sovrasta il vento, fremente la bufera
mugge di rupe in rupe, e il ghiaccio eterno
comincia a biancheggiar dell'uniforme
ammanto delle nevi: ovunque al guardo
squallida par natura. E giunta l'ora
in cui da' vostri tetti
voi siete ogni anno a dipartire astretti,
e con solerte cura
gir tra le genti a procacciar, per voi
e le famiglie vostre, il desiato
soccorso uman, che alle fatiche e al zelo
conceder suol sempre benigno il cielo.
Pria dell'ultimo addio, meco v'unite
il cielo ad implorar, poscia partite.
Tutti si prostrano.

Tutti
O tu che regoli gli umani eventi
speme de' miseri, degl'innocenti,
su questi/(noi tu) vigila con fausto ciglio,
ah tu difendili/difendici d'ogni periglio,
nella tua grazia onnipossente,
o Dio clemente, serbali/serbaci ognor.

Padri, Madri e Figli
È forza, piangere, padre!/madre! o dolore!
Sovvienti... abbracciami... mi scoppia il core.

Prefetto
Si cessi il piangere... fiducia in Dio.

Tutti
Forti mostriamoci... oh madre/oh figli, addio!

Linda
Forti mostriamoci... oh Carlo! addio!

I fanciulli si dividono dai parenti, e vanno allontanandosi sulla montagna: di là si volgono, melanconici, stendono le braccia ai parenti, che corrispondono. Linda, al fianco di Pierotto, si volge, porta la mano al cuore. Antonio e Maddalena la seguono cogli occhi. Tutti ripetono un addio.


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