Adelia: Atto terzo


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Scena prima


Quartiere degli arcieri e degli altri militi, annesso al palazzo ducale. Gli arcieri stanno in vari gruppi bevendo, alcuni seduti discorrono fra loro, altri passeggiano.

Coro
Sul campo dell'onor
del pari è bello al forte,
un'onorata morte,
o un trionfale allor.
Felice chi mancò
sovra il nemico spento:
chi ad un novel cimento
i giorni suoi serbò.
I
Noi vincemmo. Acque turgide e fiere
d'ostil sangue ha la Mosa tuttor;
le fuggenti vilissime schiere,
del gran Carlo raggiunse il furor.
II
Noi vincemmo. S'applaude, s'ammira
la falange che Liegi domò.
Ogni bella in suo core sospira,
pel guerrier che vincendo tornò.

Tutti
Sul campo dell'onor
del pari è bello al forte,
un'onorata morte,
o un trionfale allor.

Scena seconda


Viene Comino in attitudine della più alta mestizia.

Comino
Silenzio. All'alto gioir vostro imporre
fine conviensi, or che del sommo Carlo
un improvviso cenno
all'arme vi richiama.

Coro
Nuovi affrontar nemici è nostra brama.
(prendono le armi sospese ed appoggiate alle pareti)
< Le bandiere ei forse spiega
nuove genti a debellar? >

Comino
< No. (Il dovere, il duol mi niega
l'altra scena palesar). >
Mi seguite.

Coro
Andiam. L'arciero
core ed arme ha preste ognor.
E all'invitto condottiero
noi sacrammo e l'arme e il cor.

Scena terza


Gran sala nel palazzo ducale.

Oliviero
(esce concentrato e nell'estremo abbattimento)
Che fia di me! D'esser credeva io giunto
d'ogni contento al colmo, e in un sol punto.
In un sol punto... oh cielo!
Più infelice d'ogni uom fatto son'io!
Adelia!... Ah! perché mai
sul sacro limitar io ti mirai
smarrirti, vacillar... impallidire...
A forza... a forza tratta
dal paterno voler!... A che quel giuro
dell'amor nostro desiata meta,
sul tuo labbro languiva
qual di morente voce fuggitiva?...

M'ingannò la mia speranza
di regnar d'Adelia in core:
ah! la speme dell'amore
qual balen si dileguò.
Or quell'astro è per me spento,
che reggea la mia costanza...
Or la vita è a me tormento;
e di duolo io morirò.

Scena quarta


Comino, arcieri e detto.

Comino
Olivier... La tua spada...

Oliviero
Che intendo!
Tu?... Comino...

Comino
È del duca il voler.

Oliviero
La diè Carlo, ed a Carlo la rendo.
Egli il duce, io non son che guerrier.
(cede la spada. Comino lo guarda in atto compassionevole)

Comino
Duro incarco oggi a compier m'è dato
io ne piango... ed il deggio compir.
Sol nel cielo sperare ti è dato.

Oliviero
Qual destino m'attende!...

Comino
Morir.

Oliviero
Ah!... Morir! Adelia!... Adelia!...
Rivederla... nol poss'io!...

Comino
Infelice!...

Oliviero
Una sua lagrima
fia che ottenga il morir mio...
Sii pietoso, o tu, che gemi,
che t'affanni al mio dolor.
Vedi Adelia... i detti estremi
reca a lei d'un uom, che muor.
Le dirai, che mi perdoni
se mal cauto amor mi rese;
se la fiamma, che ne accese
duolo eterno a lei costò.
Ah! soltanto al ciel ragioni
di mia fé, de' miei tormenti:
ah! pietosa ognor rammenti
chi chiamandola spirò.

Comino e Coro
Infelice!... a' suoi tormenti
un conforto il ciel niegò.
(parte retto da Comino, circondato dagli arcieri)

Scena quinta


Poco dopo esce Adelia forsennata, a mala pena trattenuta da Odetta e dalle damigelle.

Adelia
Ah! mi lasciate. Ad Olivier fatale
è quell'ara... No, padre... arcano orrendo
me ne respinge... Ah! fatto egli è tiranno
della sua figlia: ah! mille volte pria
m'uccida il genitor... La vita mia
per te, mio bene, io do. Tu fremi! Irato
il guardo in me tu figgi!... ah! m'odi... ah! m'odi...
L'acciar pende su te... quel sì, che chiedi
è sentenza di morte... Ecco, a' tuoi piedi
cado presso a morir: t'amo... t'amai...
Serbo intatta la fé, che ti giurai.
(genuflette, e vi resta nella estrema estenuazione)

Damigelle
Infelice!... vaneggia.

Odetta
Oh! sorgi
(la erge da terra)

Adelia
(Smarrita ricerca intorno)
Il padre
ov'è?... dov'è Olivier?... si cerchi, ascolti
le mie discolpe. Ingiusta, orribil mano
mi svelle dal tuo sen: aita invano
cerco nel mio dolore...
Alla pietà per me chiuso è ogni core!
(con rancore represso)
Le nostr'anime che il cielo univa
chi mai dividere, audace, ardiva?
Ciel, tu de' barbari, deh! cangia il core,
deh! tu proteggi il nostro amore.
(resta estatica, finché viene scossa da lontane voci di gioia)

Scena sesta


Arcieri, indi Arnoldo, Comino e dette.

Arcieri
Sgombra il duolo; il suo sovrano
nobil già tuo padre elesse:
grazia il duca allor concesse...
Qui il tuo sposo or reca il piè.

Adelia
Ah! Che dite?

Arnoldo
(entrando con Comino)
A voti nostri
fausto arrise il ciel pietoso.

Adelia
Padre!

Arnoldo
Figlia!... ah sì! Lo sposo.

Scena ultima


Oliviero e detti.

Adelia
Olivier!

Oliviero
Son reso a te.

Adelia
Sposo!... vivi! ah! non m'inganno:
vivi: e presso a te son io.
Se mai sogno è questo mio,
deh! sia l'ultimo per me,
Ah! l'eccesso del contento
m'empie il sen, trasporta il core
in un'estasi d'amore,
che soffribile non è.
Non m'uccise il mio dolore,
di contento io morirò.

Oliviero
Del destin cangiò il rigore,
per te sola ognor vivrò.

gli Altri
Del destin cangiò il rigore,
e sereno il ciel tornò.


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Monday, 08-Dec-2003 21:34:06 PST