La clemenza

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Scena prima

Sotterranei sepolcrali che rinserrano la tomba di Carlo Magno in Acquisgrana. A destra dello spettatore avvi lo stesso monumento con porta di bronzo, sopra la quale leggesi in lettere cubitali l'iscrizione "Karolo Magno": in fondo scalea che mette alla maggior porta del sotterraneo, nel quale si vedranno altri minori sepolcri; sul piano della scena altre porte che conducono ad altri sotterranei. Due lampade pendenti dal mezzo spandono una fioca luce su quegli avelli. Don Carlo e Don Riccardo avvolti in ampi mantelli oscuri entrano guardinghi dalla porta principale. Don Riccardo precede con una fiaccola.

Carlo
È questo il loco?

Riccardo
Sì...

Carlo
È l'ora?

Riccardo
È questa.
Qui s'aduna la lega...

Carlo
... che contro me cospira!
Degli assassini al guardo
l'avel mi celerà di Carlo Magno.
E gli elettor?

Riccardo
Raccolti,
cribrano i dritti a cui spetti del mondo
la più bella corona, il lauro invitto
de' Cesari decoro.

Carlo
Lo so. Mi lascia...
(Riccardo va per partire)
Ascolta:
se mai prescelto io sia,
tre volte il bronzo ignivomo
dalla gran torre tuoni.
Tu poscia scendi a me; qui guida Elvira.

Riccardo
E vorreste?

Carlo
Non più... Fra questi avelli
converserò co' morti
e scoprirò i ribelli.
(Don Riccardo partee)

Scena seconda

Carlo
Gran Dio! costor sui sepolcrali marmi
affilano il pugnal per trucidarmi.
Scettri!... dovizie!... onori!...
bellezza!... gioventù!... che siete voi?
Cimbe natanti sovra il mar degl'anni,
cui l'onda batte d'incessanti affanni,
finché giunto allo scoglio della tomba
con voi nel nulla il nome vostro piomba!

Oh, de' verd'anni miei
sogni e bugiarde larve,
se troppo vi credei,
I'incanto ora disparve.
S'ora chiamato sono,
al più sublime trono,
della virtù com'aquila
sui vanni m'alzerò, ah,
e vincitor de' secoli
il nome mio farò.

(Apre con chiave la porta del monumento di Carlo Magno e vi entra.)

Scena terza

Schiudonsi le porte minori del sotterraneo, e vi entrano guardinghi ed avvolti in grandi mantelli i Personaggi della Lega portando fiaccole.

Coro I
Ad augusta!

Coro II
Chi va là?

Coro I
Per angusta!

Coro II
Bene sta.

Tutti
Per la lega santo ardor
l'alme invada, accenda i cor.

Scena quarta

Detti, Silva, Ernani e Jago vestiti come i primi.

Silva, Ernani e Jago (a tre)
Ad augusta!

Coro
Per angusta!

Silva, Ernani e Jago (a tre)
Per la lega...

Coro
Santa e giusta!>

Tutti
Dalle tombe parlerà
del destin la volontà.

Silva (salendo sopra una delle minori tombe)
All'invito manca alcuno?

Lega
Qui codardo havvi nessuno.

Silva
Dunque svelisi il mistero:
Carlo aspira al sacro impero.

Jago e Coro
Spento pria qual face cada.
(Tutti spegono contro terra le faci.)
Dell'iberica contrada
Franse i dritti... s'armerà
ogni destra che qui sta.

Silva
Una basti... la sua morte
ad un sol fidi la sorte.

(Ognuno trae dal seno una tavoletta, v'incide col pugnale la propria cifra, e la getta in un avello scoperchiato)

Coro
È ognun pronto in ogni evento...
a ferire od esser spento.
(Silva si appressa lentamente all'avello, ne cava una tavoletta; tutti ansiosi lo circondano)
Qual si noma?

Silva
Ernani.

Jago e Lega
È desso!!!

Ernani (con trasporto di giubilo)
Oh, qual gaudio m'è concesso!!!
Padre, ah, padre!

Jago e Coro
Se cadrai,
vendicato ben sarai.

Silva (sottovoce ad Ernani)
L'opra, o giovine, mi cedi.

Ernani
Me sì vile, o vecchio, credi?

Silva
La tua vita, gli aver miei
io ti dono...

Ernani
No.

Silva (mostrandogli il corno)
Potrei
ora astringerti a morir.

Ernani
No, no, vorrei prima ferir.

Silva
Dunque, o giovane, t'aspetta
Ia più orribile vendetta.

Tutti
Noi fratelli in tal momento
stringa un patto, un giuramento.
(Tutti si abbracciano, e nella massima agitazione traendo le spade prorompono nel seguente inno.)

Coro
Si ridesti il Leon di Castiglia
e d'Iberia ogni monte, ogni lito
eco formi al tremendo ruggito,
come un dì contro i Mori oppressor.
Siamo tutti una sola famiglia,
pugnerem colle braccia, co' petti;
schiavi inulti più a lungo e negletti
non sarem finché vita abbia il cor.
Morte colga o n'arrida vittoria,
pugnerem, ed il sangue de' spenti
nuovo ardir ai figliuoli viventi,
forze nuove al pugnare darà.
Sorga alfine radiante di gloria,
sorga un giomo a brillare su noi...
sarà Iberia feconda d'eroi,
dal servaggio redenta sarà.

Scena quinta

Don Carlo alla porta del monumento, e detti.

Coro
(S'ode un colpo di cannone)
Qual rumore!! * Che sarà?
(*Altro colpo di cannone, e la porta del monumento si apre.)
Il destin si compirà.
(Terzo colpo di cannone, e Don Carlo si mostra sulla soglia)
Carlo Magno imperator!!
(atterriti)

Carlo
(picchia tre volte col pomo del pugnale sulla porticella di bronzo, poi eclama con terribile voce:)
Carlo Quinto, o traditor!

Scena sesta

S'apre la gran porta del sotterraneo, e allo squillar delle trombe entrano sei Elettori vestiti di broccato d'oro seguiti da Paggi che portano sovra cuscini di velluto lo scettro, la corona e le altre insegne imperiali. Ricco corteo di Gentiluomini e Dame Alemanne e Spagnole circonda l'imperatore. Fra le ultime vedesi Elvira seguita da Giovanna. Nel fondo saranno spiegate le bandiere dell'impero, e molte fiaccole portate da soldati illumineranno la scena. Don Riccardo è. alla testa del corteggio.

Riccardo
L'elettoral consesso v'acclamava
augusto imperatore,
e le cesaree insegne,
o Sire, ora v'invia.

Carlo
(agli elettori)
La volontà del ciel sarà la mia.
Questi ribaldi contro me cospirano.
(ai congiurati)
Tremate, o vili, adesso?
E tardi!... tutti in mano mia qui siete...
la mano stringerò, tutti cadrete.
Dal volgo si divida
(alle guardie che eseguiscono, lasciando Ernani tra il volgo)
solo chi è conte o duca,
prigion sia il volgo, ai nobili la scure.

Ernani
Decreta dunque, o re, morte a me pure.
(avanzando fieramente fra i nobili e scoprendosi il capo)
Io son conte, duca sono
di Segorbia, di Cardona...
Don Giovanni d'Aragona
riconosca ognun in me.
Or di patria e genitore
mi sperai vendicatore...
non t'uccisi... t'abbandono
questo capo... il tronca, o re.

Carlo
Sì, cadrà... con altri appresso.

Elvira (gettandosi ai piedi di Carlo)
Ah! Signor, se t'è concesso
il maggiore d'ogni trono,
questa polvere negletta
or confondi col perdono...
sia lo sprezzo tua vendetta
che il rimorso compirà.

Carlo
Taci, o donna.

Elvira
Ah no, non sia.
Parlò il ciel per voce mia,
virtù augusta è la pietà.
(Si alza.)

Carlo
(concentrato, fissando la tomba di Carlo Magno)
O sommo Carlo, - più del tuo nome
le tue virtudi - aver vogl'io,
sarò, lo giuro - a te ed a Dio,
delle tue gesta - imitator.
(dopo qualche pausa)
Perdono a tutti - (mie brame ho dome).
(guidando Elvira tra le braccia di Ernani)
Sposi voi siate, - v'amate ognor.
A Carlo Magno - sia gloria e onor.

Tutti
Sia lode eterna - Carlo, al tuo nome.
Tu, re clemente - somigli a Dio,
perché l'offesa - coprì l'oblio,
perché perdoni - agli offensor.
Il lauro augusto - sulle tue chiome
acquista insolito - divin fulgor.
A Carlo Quinto - sia gloria e onor. ecc.

Silva
(Oh mie speranze - vinte, non dome,
tutte appagarvi - saprò ben io;
per la vendetta, - per l'odio mio
avrà sol vita - in seno il cor.
Canute gli anni - mi fêr le chiome;
ma inestinguibile - è il mio livor...
Vendetta gridami - l'offeso onor. ecc.)

Carlo
Sarò, lo giuro - a te ed a Dio,
delle tue gesta - imitator.
A Carlo Magno - sia gloria e onor! ecc.


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